Questa non è una recensione, nel senso classico del termine, poiché parla di un libro che non ho ancora finito di leggere: è solo il primo di una serie, che finirà quando completerò la lettura. Ma quello che ho letto fin qui è talmente pesante, clamoroso, intollerabile che l’idea di aspettare fino alla fine per parlarne a qualcuno mi è insopportabile. Di seguito si comincia a fornire, per ragioni brevità, una sintesi della prima parte della recensione (integralmente pubblicata QUI).
Il libro è “The Real Anthony Fauci” di Robert F.Kennedy jr. nipote di JFK e figlio di Robert, entrambi assassinati in circostanze mai chiarite del tutto, sia nella dinamica, sia – soprattutto – per le ragioni. Robert è definito da Wikipedia “avvocato, scrittore e teorico della cospirazione”, che, evidentemente, secondo loro, è diventata una nuova professione. Curriculum forense di tutto rispetto, vincitore di cause milionarie contro le multinazionali di vari settori (dall’agroalimentare al tabacco, al settore petrolifero), l’autore è tutt’atro che uno sprovveduto e stravagante rampollo viziato di nobile famiglia. Infatti il libro è pieno zeppo di riferimenti e citazioni, rimandi per lo più a pubblicazioni su riviste scientifiche, risultati di trial di ricerca, sperimentazioni, oppure dichiarazioni dirette dei protagonisti, il più delle volte ricercatori e scienziati di fama internazionale; insomma, tutto ciò che il “teorico della cospirazione” afferma nel libro è tutt’altro che una sua supposizione, ma affonda ben bene le radici in una serie di (mis)fatti ampiamente documentati, checchè ne dicano i signori della sedicente “enciclopedia indipendente”. Il libro è n.1 di vendite negli Stati Uniti da sei mesi in qua e per ora, nonostante il clamoroso successo, la persistente attualità del tema e perfino il fatto che l’autore sia venuto in Italia a tenere affollatissimi discorsi pubblici, pare che non esistano traduzioni in italiano. Per la serie “come ignorare un sicuro best-seller”…
Il libro ripercorre quasi cinquanta anni di carriera di Anthony Fauci, quell’omino dagli occhi porcini che stazionava sempre dietro ai presidenti USA (prima Trump e poi Biden) nelle conferenze stampa durante la pandemia e che ci è stato detto essere il responsabile delle principali decisioni di quel paese, e quindi del nostro, in tema di Covid. In effetti egli è il numero uno del potentissimo National Institute of Allergy and Infectous Disease (NIAID), uno dei rami del National Institute of Health (NIH), il massimo organo federale americano di salute pubblica e, quando si tratta di affrontare problematiche causate da malattie infettive, costituisce l’autorità pubblica di riferimento.
La tesi centrale del libro è che mr. Anthony Fauci ha ideato, realizzato e consolidato nel tempo un sistema di potere che controlla di fatto l’intero processo di studio, test, realizzazione e commercializzazione dei trattamenti antivirali che sono stati utilizzati negli USA dai tempi dell’AIDS (anni ’80) ad oggi, asservendolo totalmente agli interessi delle grandi multinazionali del farmaco.
Dai documenti e dalle testimonianze riportate da Kennedy, Fauci ha messo a punto nel tempo, per affinamenti successivi, un vero e proprio “pattern” di comportamenti standard che, con la complicità decisiva dei mezzi di comunicazione di massa, hanno funzionato da barriera contro ogni soluzione a malattie di origine virale (vera o presunta) che non fosse generatrice di grandi profitti per le case farmaceutiche, arrivando in non pochi casi a veri e propri sacrifici di sfortunati individui (malati e non) in nome degli interessi del proprio gruppo di potere. Kennedy dice apertamente che
“Come vedremo da questa saga di 50 anni, i rimedi del dottor Fauci sono spesso più letali delle malattie che pretendono di curare.“
I fatti (che l’editore americano ha sfidato chiunque – invano fino ad ora – a dimostrare falsi) parlano non solo di una cronica e conclamata assenza, da parte del NIAID, di soluzioni, anche parziali, contro le malattie di sua pertinenza (quelle infettive), ma addirittura di una attiva opera di boicottaggio di tutti i rimedi che, per quanto efficaci, non promettessero alti profitti ai produttori.
La vicenda di Fauci mostra come già fin dalla fine degli anni ’80 in occasione dell’epidemia dell’AIDS furono messi a punto quasi tutti gli schemi utilizzati poi estensivamente con il Covid, negli USA e, conseguentemente, nel resto del mondo, partendo dal motore immobile di tutta la faccenda ovvero, come dice Kennedy
“la promozione di false pandemie come schema per promuovere nuovi vaccini, farmaci e profitti farmaceutici. (…) Conoscerete le sue azioni per nascondere la pericolosità diffusa (…) dei vaccini, le sue vendette distruttive contro scienziati che sfidano il paradigma farmaceutico, il suo sabotaggio deliberato delle medicine non protette da copyright contro le malattie infettive, dall’HIV al COVID-19, per fare strada a farmaci meno efficaci, ma più redditizi. Questo libro mostrerà che Tony Fauci non si occupa di salute pubblica; è un uomo d’affari, che ha usato il suo ufficio per arricchire i suoi partner farmaceutici ed espandere la portata dell’influenza che lo ha reso il medico più potente e dispotico della storia umana.
Nello schema-Fauci, il punto di partenza di ogni cosa è la PAURA. La Paura di epidemie devastanti, fatto, peraltro, tutt’altro che eccezionale nella storia dell’umanità. Se puoi manipolare la Paura, l’unica alleanza che ti serve è quella con i Media, assetati anch’essi, del resto, di Paura per vendere copie o fare audience. Se trovi il canale giusto, la Paura verrà diffusa nella popolazione et voilà, ecco a voi il primo gradino della resistibile ascesa di quello che oggi, con i suoi circa 417.000 $ annui di stipendio (più altri 150k circa di royalties, come direttore del NIAID, sui 57 vaccini di cui il National Institute of Health detiene i diritti, insieme alle maggiori case farmaceutiche) è il più pagato tra tutti gli impiegati pubblici americani (Presidente incluso).
Kennedy stima che Fauci oggi controlli, tra fondi direttamente erogati dagli enti federali e fondi privati erogati dalle Fondazioni “amiche” (ad es. l’onnipresente Bill&Melinda Gates Foundation, il Wellcome Trust, etc), il 57% di tutti fondi erogati negli Stati Uniti nel campo della ricerca biomedica, il che gli permette di indirizzare la ricerca stessa verso la direzione voluta, oppure più frequentemente di distoglierla dalle direzioni non volute.
Lo schema di ferro, applicato su larga scala è: Nuova Malattia–> Paura –> Soldi alla Ricerca –> Nuovi farmaci e/o vaccini da BigPharma –> Profitti ; tuttavia, perchè sia efficace, non basta gridare “al lupo al lupo” (come fu fatto per i tentativi falliti dei decenni scorsi, a partire dalla SARS o dall’Aviaria) su tutti i media. Kennedy, parlando del Covid, elenca così tutti i pezzi del puzzle della Paura, costruito da Fauci, e non solo.
- All’inizio della pandemia [di Covid], il dottor Fauci ha utilizzato modelli estremamente imprecisi che hanno sovrastimato le morti negli Stati Uniti del 525%. Neal Ferguson, truffatore e fabbricante di pandemie dell’Imperial College di Londra, è stato il loro autore, con il finanziamento della Bill & Melinda Gates Foundation (BMGF) di $ 148,8 milioni. Il dottor Fauci ha utilizzato questo modello come giustificazione per i lockdown.
- Il dottor Fauci ha acconsentito alle modifiche al protocollo del CDC per il completamento dei certificati di morte in un modo che ha gonfiato i decessi dichiarati da COVID, e quindi ha gonfiato il tasso di mortalità. Il CDC ha successivamente ammesso che solo il 6% dei decessi per COVID si è verificato in individui completamente sani. Il restante 94% soffriva di una media di 3,8 comorbilità potenzialmente fatali.
- I regolatori hanno abusato dei test PCR che il CDC ha ammesso tardivamente nell’agosto 2021 non erano in grado di distinguere il COVID da altre malattie virali. Il dottor Fauci ne tollerava l’uso ad ampiezze inappropriatamente elevate di 37 e fino a 45 [cicli], anche se Fauci stesso aveva detto (…) che i test che utilizzavano soglie di ciclo di 35 e oltre erano molto inaffidabili nell’indicare la presenza di virus vivi in grado di replicarsi.
- In qualità di “zar” americano del COVID, il dottor Fauci non si è mai lamentato della decisione del CDC di saltare le autopsie per decessi attribuiti ai vaccini. Questa pratica ha permesso al CDC di affermare con insistenza che tutti i decessi successivi alla vaccinazione (…) erano “non correlati alla vaccinazione”. Il CDC ha anche rifiutato di condurre indagini mediche di follow-up tra le persone che dichiaravano lesioni da vaccino.
- Grazie alla presenza di ricchi incentivi per classificare ogni paziente come vittima di COVID-19, (Medicare ha pagato agli ospedali $ 39.000 per ventilatore durante il trattamento del COVID-19 e solo $ 13.000 per le infezioni respiratorie da altre malattie) gli ospedali hanno contribuito all’inganno. Ancora una volta, il dottor Fauci strizzò l’occhio alla frode.
- Il rifiuto del dottor Fauci di mettere mano al notoriamente disfunzionale sistema di sorveglianza delle lesioni da vaccino (VAERS) dell’HHS ha costituito una negligenza imperdonabile. Gli studi di HHS indicano che il VAERS può causare una sottostima del 99% dei danni da vaccino.
Suona familiare tutto ciò? Riconoscete in questo elenco di negligenze (volute) ed errori (provocati) lo stesso schema usato in Italia? Ma, al di là di queste – importanti – variabili di contesto, il campo più efficacemente controllato da Fauci resta quello farmacologico. Se con l’AIDS Fauci si andò in un certo senso a cacciare nei guai puntando inizialmente tutte le sue chances su un farmaco come l’AZT che, più lo si usava e più si rivelava palesemente dannoso, con il Covid il diabolico funzionario americano ha seguito una strategia più prudente, ovvero quella del “non esistono cure, bisogna aspettare il vaccino”. Del resto, un ragionamento del tipo “malattia nuova –> nessuna cura” può sembrare piuttosto logico, a prima vista. Ed infatti lo è, ma solo per un certo (limitato) periodo di tempo. Poi nemmeno quelli come Fauci (o il suo pallido imitatore italiano, Speranza) possono impedire a tutti i medici sul campo di cercare di guarire comunque i pazienti. E cerca oggi, cerca domani, prova questo, prova quello, tra errori (purtroppo anche fatali) e tentativi alla cieca, qualcuno tra gli eredi più degni di Ippocrate alla fine la strada giusta può finire anche per trovarla, magari usando qualche vecchio farmaco super-sperimentato che agisce su quelli che – pur non potendo fare autopsie – dall’eziologia dei fenomeni più gravi sembrano essere i punti di attacco del nuovo virus sul corpo umano.
Ed è qui che il sistema di potere, guidato dall’enorme quantità di risorse distribuite da Fauci e dal NIAID, può agire al massimo dell’efficacia, boicottando in ogni modo tutto ciò che potrebbe deviare il percorso della narrazione dalla strada segnata, ovvero “l’unico rimedio sono i vaccini”. Per indicare il percorso, Fauci ha seguito la stessa antiscientifica strada di Robert Gallo quarant’anni fa con l’AIDS, ovvero annunci e dichiarazioni perentorie in TV, non suffragate da prove scientificamente valide, ma pronunciate senza contraddittorio. “Trust the experts” è stato il mantra ripetuto ad ogni ora su ogni canale, mentre dal NIAID non arrivava nulla, nemmeno i più banali suggerimenti per rafforzare il sistema immunitario.
In sostanza, conclude Kennedy
Alcuni degli scienziati più affermati d’America, e i medici che guidano la battaglia contro il COVID in trincea, arrivarono a credere che l’ossessione di Anthony Fauci per i nuovi vaccini mRNA – e il costoso antivirale brevettato di Gilead, il remdesivir – lo spingessero a ignorare o addirittura sopprimere trattamenti precoci efficaci, causando centinaia di migliaia di morti inutili e prolungando anche la pandemia.
Tutto questo ci riguarda molto da vicino. E’ un fatto incontestabile che tutto, ma proprio tutto quello che è stato deciso ed intrapreso negli Stati Uniti è stato poi ripreso tale e quale in Europa e, dall’Europa è sceso in maniera automatica (o addirittura peggiorato) in Italia. Ciò che decideva il Center for Disease Control (CDC) o la Food and Dug Administation (FDA) americano sui farmaci o sui vaccini utilizzabili contro il Covid era poi adottato dall’EMA, e ciò che l’EMA, su indicazione statunitense, autorizzava (o non autorizzava) era poi autorizzato (o non autorizzato) dal corrispondente Ente italiano. Per questo l’analisi del processo di verifica sui farmaci da autorizzare per l’uso negli Stati Uniti, in parte considerevole guidato da Fauci e dal suo NIAID, è decisivo per capire quello che è successo (e sta ancora succedendo) qui da noi.
E qui il libro di RFKjr racconta con dovizia di fonti – situazioni che definire agghiaccianti è dire poco.
[Continua…] Articolo completo QUI