Julian MacFarlane
julianmacfarlane.substack.com
La storia dell’attacco all’Iran continua a dipanarsi. Tutti hanno un’opinione, ma non sappiamo ancora cosa sia successo davvero. Di conseguenza, alcuni pensano che l’attacco sia stato una vittoria per l’Iran. Altri, anche a sinistra, pensano il contrario. Finian Cunningham la definisce una “ritorsione zoppa“.
Gli iraniani dicono di aver dato agli americani un preavviso di 72 ore.
Pepe Escobar dice che iraniani e americani si erano incontrati in Oman e che gli iraniani avevano detto agli americani che l’attacco sarebbe stato solo alle basi militari. E…
I FATTI DIETRO LE QUINTE Ecco come sono andate le cose. Burns aveva incontrato una delegazione iraniana in Oman. Gli era stato detto che la punizione israeliana era inevitabile e che, se gli Stati Uniti si fossero fatti coinvolgere, tutte le basi americane sarebbero state attaccate e lo Stretto di Hormuz sarebbe stato bloccato. Burns aveva risposto che non avrebbero fatto nulla se non fossero stati colpiti i civili. Gli iraniani avevano detto che si sarebbe trattato di una base militare o di un’ambasciata. La CIA aveva detto di andare avanti e di farlo.
Gli americani, ovviamente, lo negano.
Quindi, qualcuno sta mentendo.
Nel corso degli anni gli iraniani hanno mostrato la tendenza ad esagerare – di solito sulle capacità militari – ma, di solito, non mentono direttamente.
Gli Stati Uniti, tuttavia, non si limitano a mentire un po’, ma amano le bugie davvero molto grandi. Per l’America, la verità è qualsiasi cosa sia più conveniente per le sue politiche, sapendo che i media propagheranno sempre la Dottrina Ufficiale, proprio come nel Medioevo il Vaticano poteva essere sicuro che i suoi pronunciamenti sarebbero stati ascoltati nelle prediche di tutta Europa, e che i credenti li avrebbero fatti propri senza discutere. Chi dissentiva poteva essere messo al rogo. Noi non lo facciamo: abbiamo la prigione di Belmarsh.
Come dice Putin, gli Stati Uniti sono l’Impero della Menzogna.
In questo caso, gli americani continuano a cambiare la loro storia.
All’inizio, gli americani avevano detto che si era trattato di 170 droni e 30 missili da crociera. Non avevano parlato di missili balistici.
Ora il numero è 170 droni, 30 missili da crociera e 100 missili balistici. I media parlano di MIRV e armi ipersoniche.
Il numero degli Stati Uniti ora è lo stesso che l’IDF aveva dichiarato all’inizio, ma sembra che il totale stia salendo.
L’IDF insiste che il suo sistema “David Sling” avrebbe intercettato il 99% dei 120 missili che avevano violato il suo spazio aereo.
Gli americani e i britannici hanno intercettato solo i droni, a quanto pare il 47% dei droni, il che significa che circa 80 sono entrati nello spazio aereo israeliano, da aggiungere all’altro hardware che sfrecciava nei cieli israeliani.
Gli israeliani affermano – o almeno dicevano – che solo due oggetti erano arrivati sul bersaglio – con una percentuale di intercettazione irrealisticamente alta. Secondo alcuni analisti occidentali, invece, gli iraniani hanno ottenuto una percentuale di successo del 6%, cioè 9 obiettivi israeliani colpiti, sia con i droni che con i missili.
Nel cielo i missili intercettori israeliani sono impressionanti a vedersi.
Ma date un’occhiata a questo video apparso sul sito di Larry Johnson, in cui si afferma che un missile balistico sta manovrando per evitare un intercettore.
Dove sono gli intercettori?
È un missile balistico?
O un missile da crociera?
È troppo lento per essere un missile ipersonico e, a differenza di un missile balistico che è … beh… balistico, questo può manovrare a bassa quota – non per evitare l’intercettazione, credo (non sono riuscito a vedere gli intercettori israeliani), ma per puntare al bersaglio con precisione – in ogni caso, prestazioni che sarebbero caratteristiche di un missile da crociera.
Si può vedere che il proiettile cambia rotta all’ultimo momento a bassa quota, come se aggiustasse la sua traiettoria per acquisire il bersaglio.
Teniamo presente che i missili iraniani non utilizzano il GPS per il puntamento – nonostante le affermazione degli israeliani!
Con un preavviso di 72 ore, i media occidentali ipotizzano che gli israeliani avrebbero dovuto essere in grado di fare molto meglio, soprattutto con il sostegno degli Stati Uniti.
Ora si parla di missili MIRV (con testate multiple) o ipersonici, che né gli americani né gli israeliani sarebbero in grado di intercettare, tanto meno al 99%.
Gli iraniani potrebbero aver sperimentato entrambi i tipi di armi sofisticate, ma non in quantità.
Il fatto che gli israeliani siano stati in grado di abbattere così tanti “proiettili” – anche se al costo di 3 miliardi di dollari – suggerisce che gli iraniani, come avevo ipotizzato prima, stavano usando per lo più materiale vecchio, dimostrando che, anche con quello, potevano farcela.
Detto questo, mentre le fonti americane ammettono nove arrivi sui bersagli, potrebbero essercene stati di più, come suggerisce Andrei Martynov.
Quindi cosa succede se la merda colpisce il ventilatore? E se Finian Cunningham avesse ragione? E se gli israeliani non avessero recepito il messaggio e alzassero la posta?
Gli iraniani hanno promesso una risposta senza esclusione di colpi di una portata forse 100 volte superiore.
La guida strategica russa
Netanyahu è lo Zelensky di Israele. Israele è l’Ucraina dell’America.
L’Iran, invece, sembra seguire la guida strategica russa.
Il suo attacco è una classica tattica russa. Droni, esche per la difesa aerea, seguiti da missili di vario tipo. Obiettivi precisi. Niente vittime civili. Contenimento.
Se Israele dovesse sferrare un attacco importante contro l’Iran, è probabile che sia violento, proprio come gli attacchi ucraini in Ucraina. Pertanto, ci si può aspettare che gli iraniani applichino altre strategie russe di successo.
John Helmer ha suggerito che l’Iran potrebbe adottare l’attuale strategia russa di attacco alle infrastrutture critiche. Ciò significa i giacimenti petroliferi offshore di Israele e, soprattutto, le centrali elettriche – la rete elettrica – che sono altamente vulnerabili e, a differenza dell’Ucraina, localizzate.
Se leggerete il mio prossimo articolo destinato ai sottoscrittori, capirete che gli Stati Uniti si troveranno presto di fronte ad una crisi economica e sociale, indipendentemente da chi sarà il presidente.
Una guerra con l’Iran peggiorerebbe di molto le cose. Se questa fosse una partita a poker, Iran, Cina e Russia hanno tutte le fiches e tutte le carte.
Masada
La storia si ripete? Certo che sì.
Tutti pensano che non sia così.
Questo perché nessuno sa – o vuole sapere – cos’era successo all’inizio: mitologizziamo e romanziamo gli eventi del passato per farli corrispondere alle realtà e alle esigenze del presente.
La storia di Masada non è quella a cui credono gli israeliani – e che quindi non hanno imparato nulla. La storia è una cosa che non vogliamo imparare e, quando si ripete, non sappiamo cosa stia succedendo.
Masada? Non erano stati i Romani a “distruggerla”.
Era stata una setta folle di veri credenti ebrei che si era auto-immolata.
Quella Masada storica è una razionalizzazione per una futura Masada – un’altra setta folle di veri credenti ebrei destinati all’autodistruzione – i Sionisti.
Julian MacFarlane
Fonte: julianmacfarlane.substack.com
Link: https://julianmacfarlane.substack.com/p/israel-the-road-to-masada
16.04.2024
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org