Il nemico della Gran Bretagna non è la Russia ma la sua stessa classe dirigente. Un rapporto dell’ONU lo conferma

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DI JOHN WIGHT

rt.com

Mentre la classe politica inglese è lacerata a causa della Brexit, una crisi molto più grave continua a colpire i milioni di vittime dell’austerity voluta dai conservatori.

Un devastante rapporto delle Nazioni Unite sulla povertà nel Regno Unito evidenzia in modo incontrovertibile che il vero nemico del popolo britannico è la sua stessa classe politica che negli ultimi anni ha fatto di tutto per convincerlo che è colpa della Russia.

Il Professor Philip Alston, nella sua veste di incaricato speciale delle Nazioni Unite per l’estrema povertà e i diritti umani, ha trascorso due settimane in giro per il Regno Unito per verificare l’impatto di otto anni di uno dei più radicali programmi di austerità tra le economie avanzate del G20 adottato in risposta al crollo finanziario del 2008 e alla conseguente recessione globale.

Quello che ha riscontrato è l’evidenza di una guerra sistematica, intenzionale, concertata e brutale condotta dall’ala destra del partito conservatore contro la classe più povera e vulnerabile della società britannica, guerra che ha coinvolto la vita di milioni di persone che non erano responsabili del crollo finanziario ma che sono state costrette a pagarne il prezzo.

Si legge nell’introduzione del rapporto:“… Appare profondamente ingiusto e contrario ai valori britannici che così tante persone vivano in povertà. Ciò è di assoluta evidenza per chiunque apra gli occhi e veda l’impressionante moltiplicarsi dei banchi alimentari con le lunghe code all’esterno, le persone che dormono in strada, l’aumento dei senzatetto, il senso di profonda disperazione che porta perfino il Governo a costituire un apposito Ministero per la prevenzione dei suicidi con il compito di indagare a fondo gli inauditi livelli di solitudine e isolamento raggiunti”.

Sebbene cittadino del Regno Unito, rispettosamente mi dissocio dall’affermazione degli intellettuali che una tale carneficina sociale ed economica sia “contraria ai valori britannici” (mentre, al contrario, essa risulta perfettamente conforme ai valori del partito conservatore, un sistema politico nella cui ideologia la deumanizzazione dei poveri e della classe operaia è centrale), mentre è invece calzante l’osservazione che ciò appare ovvio “a chiunque apra gli occhi”.

Poiché è vero che oggi in ogni città e in ogni centro abitato in Inghilterra è impossibile camminare in qualunque direzione per più di un minuto senza incrociare dei senzatetto che chiedono l’elemosina. E il fatto che circa 13.000 di loro siano ex soldati, reduci dalle varie avventure militari del paese degli ultimi anni, chiamati al servizio di Washington, qualificale mere banalità spacciate dal governo e dai politici per apprezzamento e rispetto delle truppe e del loro “sacrificio” come ipocrita spazzatura.

Complessivamente, nel Regno Unito vivono attualmente in povertà 14 milioni di persone, cifra che corrisponde a un quinto della popolazione. Quattro milioni di loro sono bambini, mentre – secondo il Professor Alston – un milione e mezzo di persone sono in totale indigenza, cioè non in grado di soddisfare le elementari necessità della vita.

E questo è ciò che la classe dirigente della quinta maggiore economia del mondo, un paese che si atteggia sulla scena mondiale a pilastro della democrazia e dei diritti umani, considera progresso.

I valori responsabili di aver creato uno scenario sociale tanto cupo sono compatibili con il 18° e non con il 21° secolo. Sono la prova concreta che la rete delle scuole private elitarie – Eton, Harrow, Fettes College, ecc. – nelle quali i responsabili di questa carneficina umana sono stati inculcati con la convinzione del diritto acquisito per nascita a stabilire l’etica che li definisce, sono i focolai inglesi dell’estremismo.

Professor Alston: “La compassione dell’Inghilterra per coloro che soffrono è stata sostituita da un approccio punitivo, gretto e spesso insensibile apparentemente volto a instillare disciplina dove serve di meno, a imporre un ordine rigido alle vite di quelli meno in grado di affrontare il mondo di oggi, privilegiando il proposito di indurre una cieca acquiescenza in luogo di una genuina preoccupazione di migliorare il benessere degli appartenenti ai livelli più bassi della società britannica”.

Questa è la barbarie, spacciata per intervento correttivo, che si accompagna all’economia capitalistica del libero mercato. E’la stessa barbarie responsabile di aver precipitato la Russia post sovietica in un abisso economico e sociale durato un decennio negli anni ’90; e sono questi i valori che hanno spinto 14 milioni di persone nel Regno Unito nello stesso abisso economico e sociale nei nostri tempi.

L’austerità, va sottolineato, non è e non è mai stata una risposta economica praticabile alla recessione in una determinata economia.

C’è invece un club ideologico, gestito a vantaggio del grande e ricco business in modo da assicurare che il prezzo pagato per la c.d. recessione economica gravi esclusivamente su quelli meno in grado di sostenerlo, vale a dire i poveri e i lavoratori. E’una guerra di classe, confezionata e presentata come legittima politica governativa.

Comunque, nel caso dell’Inghilterra nel 2018, si è trattato di una guerra diversa da ogni altra poiché, come evidenzia il rapporto del Professor Alston, uno schieramento di questa guerra ha sparato tutti i colpi e l’altro schieramento li ha subiti tutti.

Con la stagione natalizia imminente, la portata della sofferenza umana in tutto il Regno Unito assicura che le elaborate campagne pubblicitarie che ci invitano a fare acquisti e indulgono a speranze e sentimenti – annunci che descrivono il sogno della classe media di benessere materiale – assumono il carattere di una provocazione.

Secondo un vecchio detto, quando scoppiano le guerre il governo ti dice chi è il nemico; quando scoppiano le rivoluzioni combatti per te stesso.

Nell’austerità, in Gran Bretagna, chi è il nemico non è mai stato chiaro.

 

John Wight ha scritto per una varietà di giornali e siti web, tra cui Independent, Morning Star, Huffington Post, Counterpunch, London Progressive Journal e Foreign Policy Journal.

Fonte: www.rt.com

Link: https://www.rt.com/op-ed/444375-uk-un-extreme-poverty/

19.11.2018

 

Tradotto per www.comedonchisciotte.org da Maria Grazia Cappugi

 

 

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