Il capolavoro della manipolazione

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DI GIORGIO PASSARDI

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Il fatto della scuola di Roma, che rimarcava le differenze sociali degli studenti, tra un plesso e l’altro, mi ha fatto venire in mente che oggi, parlare di classi sociali, è diventato sconveniente.
La cultura “mainstream”, quella che Clint Eastwood definisce “pussies generation”, porta avanti la mistificazione che siano diventati tutti borghesi, che la classe lavoratrice non esiste più.
È il capolavoro della manipolazione.

I lavoratori non possono più lottare per ottenere un equa ripartizione dei frutti del loro lavoro, perché si vergognano a definirsi lavoratori.
Preferiscono vivere in una finzione in cui nascondono le crescenti difficoltà economiche e si gratificano con un consumismo fatto di prodotti finto lussuosi, pur di non ammettere che, dopo quarant’anni di progresso tecnologico e di sempre maggiore produttività, vivono peggio dei loro genitori che, a differenza loro, non si vergognavano di essere “classe lavoratrice”.
Quando si sveglieranno da questo ridicolo sogno, se mai avverrà, sarà troppo tardi.
Noi che lavoriamo non siamo uguali a “loro”, a quelli che ci dicono che siamo tutti uguali, ma di lavoro, di impresa, di professione, non sanno nulla.

 

Giorgio Passardi

Fonte: www.facebook.com

Link: https://www.facebook.com/giorgio.passardi/posts/10215769550978992

16.01.2020

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