Gilets Jaunes – La fine della distopia

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ISRAEL SHAMIR
unz.com

I Francesi sono i migliori.  Gli uomini non ingrassano. Le donne non dormono da sole. I bambini sono educati. Hanno la migliore architettura, il miglior stile di vita, il miglior pane, il miglior vino, il miglior olio d’oliva, la migliore cucina, alcuni dei migliori romanzi, film, pittura, poesia, profumo e donne. Inoltre eccellono nelle rivoluzioni. Ogni loro rivoluzione è come una pesca, perfetta, rotonda e succosa. Aprono una nuova epoca per l’umanità.

Il solo pensiero di una rivoluzione francese mi fa sentire giovane, perché mi ricordo di quella precedente, nel maggio del 1968, ed era stata una bellezza, la rivoluzione del Proibito Proibire. Ci aveva introdotti nel fugace paradiso del permissibile. Che ci crediate o no, potevamo flirtare liberamente con il sesso opposto, potevamo fumare nei pub e nei caffè, potevamo bere e guidare. Potevamo affittare una stanza con due soldi e girare l’Europa con 5 dollari al giorno. I lavoratori non venivano licenziati, di posti di lavoro ce n’era in abbondanza, non c’erano i contratti ad un anno, il parcheggio era gratuito e la benzina era a buon prezzo. Oh, si e tutto andava per il meglio.

In precedenza, il mondo era  duro, freddo e rigido, più o meno com’è adesso, con molti più divieti che concessioni. Da allora è passato mezzo secolo e il mondo è maturo per una nuova rivoluzione francese; ed è arrivata la rivolta dei Giubbotti Gialli. E proprio in tempo per Natale, e si è trasformata in un bellissimo regalo per tutti noi.

Il popolo francese ha detto non alla prosperità per i ricchi e all’austerità per tutti gli altri, allo smantellamento dello stato sociale, alle privatizzazioni, alle guerre all’estero, alle migrazioni di massa; a tutte quelle piaghe che sono state scaricate sull’Occidente civilizzato e avanzato negli ultimi trent’anni.

La rivolta non è finita. Non fatevi scoraggiare da qualche contrattempo. Come un falò, le insurrezioni popolari bruciano in modo irregolare. Adesso scoppiano, dopo pochi giorni sembrano estinguersi, e, all’improvviso, divampano di nuovo. Questo è il caso della rivolta del GG. È impossibile prevedere che cosa accadrà in seguito. Anche se le repressioni, gli arresti in massa, la propaganda e le autoblindo potranno aiutare il regime di Macron a reggere ancora un po’, la campana ha suonato: la fine del piano dei banchieri per far stringere la cinghia a noi, e far crescere a loro il triplo mento è vicina. Dopo tutto, l’eliminazione definitiva del vecchio ordine feudale era avvenuta molti anni dopo lo sfavillante esempio della Rivoluzione del 1789.

Parigi detta la moda; le sue infrequenti ribellioni definiscono  il futuro dell’umanità. Nel 1789, i Parigini ribelli avevano seppellito l’Ancien Régime e proclamato la democrazia, la libertà, l’uguaglianza e la fratellanza. Nel 1848, i Parigini ribelli avevano dato inizio alla Primavera delle Nazioni, la grande rivoluzione pan-europea. Nel 1871, la Comune di Parigi era diventata il precursore di tutte le rivoluzioni socialiste. Due Guerre Mondiali, l’enorme bagno di sangue di Verdun e l’occupazione nazista avevano mantenuto il popolo di Parigi in modalità di sopravvivenza, e la rivoluzione successiva era arrivata solo nel 1968. E ora, nel 2018, i Parigini mettono fine al progetto radical-neoliberale di schiavizzare l’umanità.

I soliti sospetti hanno già accusato la Russia di Putin di fomentare la rivolta francese. La BBC è stata colta in flagrante: aveva chiesto ai suoi corrispondenti da Parigi di trovare una connessione con la Russia, un uomo d’affari russo, o comunque qualcosa di russo per poter addossare la colpa degli eventi ai Russi e delegittimarli. Questo scambio di lettere è diventato di pubblico dominio e la portavoce del Ministero degli Esteri russo ha denunciato il fatto.

Sarei felice ed orgoglioso se una simile accusa avesse almeno un minimo di fondamento. Ahimè, non è questo il caso. I Russi non hanno mai sostenuto nessuna rivoluzione francese, dal 1789 al 1968. Anche adesso, Mosca ufficialmente non interviene, per principio, negli affari interni di altri stati. La Russia non ha ancora condannato la brutale repressione della rivolta e gli arresti degli studenti, anche se Pechino e Teheran lo hanno fatto.

I social network e le organizzazioni pubbliche russe guardano con sospetto alla rivolta francese. Dopo il trauma del Maidan a Kiev, nel 2014, i Russi sono stati presi dalla paranoia del complotto e vedono interventi del Dipartimento di Stato dappertutto. Sui media russi, gli eventi di Parigi vengono spesso descritti come un “pogrom”; la loro principale rete TV, Canale Uno, si era persino sforzata di mostrarsi comprensiva verso un agente immobiliare francese ebreo, il cui ufficio era stato devastato. La loro meravigliosa RT fornisce un’ottima copertura degli eventi francesi, ma RT non trasmette in russo e in Russia.

Alexander Dugin, il pensatore russo anticonformista, ha ipotizzato, in modo astuto, che il nemico non creda nel coinvolgimento russo, sia nelle elezioni americane che nella rivolta dei GG, ma che usi la Russia come un marcatore di forza ostile. [Dugin] identifica come nemico il governo-ombra mondiale, la forza che mira a governare il mondo dietro e al di sopra dei governi nazionali. L’esistenza stessa di questa forza è stata negata con veemenza, ma ora si è manifestata nella campagna diffamatoria in corso contro Jeremy Corbyn, il leader laburista britannico. Questa campagna è stata portata avanti da una misteriosa Integrity Initiative,  (leggi anche QUI) la cui esistenza è stata rivelata dagli hackers di Anonymous. Questa istituzione, apparentemente gestita dal servizio segreto britannico, comprende anche alcuni giornalisti del Guardian (Luke Harding ecc.) che si sospetta lavorino per l’MI6. Avevano attaccato Julian Assange, hanno attaccato me personalmente, ma, secondo le divulgazioni degli hackers, avrebbero dovuto seguire la pista russa.

Anche se seguire la pista russa può apparire legittimo (questo è ciò a cui servono i servizi di intelligence), ostacolare e infangare il leader dell’opposizione di Sua Maestà, Rt Hon Jeremy Corbyn PC MP, non lo è. Dugin afferma che [gli Inglesi] hanno creato il mito della “Russia di Putin come nemico assoluto e incondizionato, vera incarnazione della malvagità del mondo” anche se sanno benissimo che il coinvolgimento della Russia all’interno dei loro confini è praticamente inesistente.

“Il governo mondiale è chiaramente consapevole che, nonostante tutto il suo potere, sta per apparire un avversario serio, non tanto dall’esterno (dalla Russia o dalla Cina), ma dall’interno. La Russia qui funge solo da indicatore e rappresenta il modo più semplice per screditare e demonizzare queste tendenze alternative. Questo vale per il populismo europeo (sia di sinistra che di destra), per il governo anti-globalista italiano, per i GG della Francia e per tutti coloro che lottano contro il capitalismo e l’immigrazione di massa.”

Questa tecnica di usare un marker per creare “colpevolezza per associazione” è in auge da anni. E, visto che le vecchie etichette di “nazista” e “antisemita” sono ormai logore e sbrindellate, contro i GG è stato utilizzato il nuovo marchio della malvagia Russia.

Non preoccupatevi, i vecchi marcatori funzionano ancora! BHL (come i francesi chiamano Bernard-Henri Lévy, il loro massimo esperto televisivo, nonché voce infallibile dei Maestri del Discorso) che aveva approvato i ribelli in Libia, in Siria e a Kiev, ha già condannato la rivolta parigina e chiamato nazisti i ribelli. Aveva notato alcuni sostenitori della Le Pen e di Mélenchon fra i Giubbotti, e questo non va bene!

In ogni caso, il popolo francese non ha paura di questa etichetta. Il 75-80% delle persone ritiene che i GG abbiano ragione. (Probabilmente vedremo presto un gruppo di ebrei favorevoli ai GG, ha scherzato Gilad Atzmon, perché a queste bravissime persone piace avere un dito in ogni torta, pur tenendosi in disparte).

La rivoluzione del 1968 era fallita perché i suoi leader si erano venduti. Danny il Rosso, o Daniel Cohn-Bendit, era stato uno dei traditori, come avevo scritto dopo averlo incontrato alcuni anni fa. Il movimento dei GG non ha un quartier generale, non ha un partito, non ha una leadership, ed è per questo che il regime non è riuscito a corrompere e ad intimidire i loro leader o ad accordarsi con il loro partito, dal momento che i neoliberisti, negli ultimi 50 anni, hanno portato questa tecnica al massimo della perfezione.

Quello dei GG è un movimento autoctono francese, sopratutto borghese, di gente che vive nelle piccole città e nei villaggi. È la Francia vera, non quella dell’immigrazione recente, e questa Francia reale è stata portata a condizioni di instabilità così precarie da non riuscire a far quadrare i conti. Per i molto ricchi tutto va bene; non pagano, o pagano poche tasse, e il governo sta facendo di tutto per loro, a spese della classe media, non più forte come un tempo. Questa mobilitazione della classe media è una cosa reale; i suoi partecipanti non sono facilmente ingannabili e possono insistere sul loro programma.

Dopo i primi successi del movimento, i partiti politici hanno cominciato a mostrare interesse. La Le Pen potrebbe essere un naturale supporto al movimento degli autoctoni francesi, ma Marine ha di recente perso le elezioni nazionali contro Macron, e il suo movimento si sente ferito e vulnerabile. Cosa ancora più importante, la Le Pen si è concentrata sull’immigrazione, una questione secondaria per i GG. I GG non vogliono combattere gli immigrati arabi e africani; il loro problema è il governo neoliberista, mentre l’immigrazione è solo uno degli strumenti dei Neoliberisti. Ecco perché, nonostante le affermazioni di BHL, il partito della Le Pen non ha un grosso seguito fra i manifestanti.

Gli Americani potrebbero trarre profitto da questa esperienza. L’immigrazione è un buon soggetto per la pubblicità, ma è improbabile che possa portare a grandi cambiamenti sociali. Sì, i GG si oppongono alle migrazioni di massa e vogliono porvi fine, ma bilanciano questa richiesta con un’altra: smettere di derubare l’Africa. In effetti, l’Africa sta andando di male in peggio perché è stata sfruttata dai paesi sviluppati. La bilancia dei pagamenti fra Africa e Francia favorisce la Francia, e questa è la ragione principale della migrazione africana verso la Francia. Gli Africani seguono solo i loro soldi.

Se i populisti americani dovessero adottare una simile richiesta, dovrebbero dare una regolata al loro desiderio di un muro e zero immigrazione e chiedere alle multinazionali statunitensi di smettere di pompare profitti dall’America Latina. Noam Chomsky ha giustamente affermato che i Centroamericani non correrebbero negli Stati Uniti se gli Stati Uniti non avessero destabilizzato i loro paesi a scopo di lucro. Honduras, Guatemala, El Salvador, tre paesi che sono stati sotto la dura dominazione degli Stati Uniti, forniscono la maggior parte dei rifugiati che bussano alla porta dell’America.

Questo vale anche per l’Europa e per i paesi del MENA (Medio Oriente e Nord Africa). Se gli Europei non avessero bombardato la Libia e destabilizzato la Siria, se gli Stati Uniti non avessero invaso l’Iraq, non ci sarebbero rifugiati, e neanche immigrati, legali o illegali. Il movimento dei GG ci ha dato una lezione su come trattare il problema dell’immigrazione. Il profitto delle invasioni va ai ricchi, mentre le classi medie subiscono le conseguenze della migrazione di massa.

Un’altra correzione all’agenda di Trump è stata suggerita da Ron Unz. Trump sta compiendo molti sforzi per fermare l’immigrazione illegale e i rifugiati dall’America Latina. Dovrebbe leggere Ron Unz, che ha dimostrato, numeri alla mano, che il vero problema non è l’immigrazione illegale, ma quella legale, che è troppo elevata.

I livelli di immigrazione legale americana sono stati, per molti anni, di gran lunga troppo alti, con un’immigrazione legale netta di oltre un milione [di unità] l’anno, e [quest’ultima] dovrebbe essere drasticamente ridotta. Il fatto che Trump si concentri sull’immigrazione illegale non ha alcun senso.

C’è poca differenza fra immigrati legali e clandestini, sono praticamente gli stessi,  solo che ce ne sono troppi. E l’immigrazione legale può essere fermata subito, senza bisogno di un muro.

La partecipazione degli immigrati alla crescita del movimento GG è stata abbastanza scarsa. La loro sottoclasse ha approfittato della rivolta per spaccare vetrine e saccheggiare negozi, certo, ma non si è scontrata con la polizia. E la polizia, d’altro canto, non ha combattuto i saccheggiatori. Il governo, apparentemente, aveva istigato i saccheggiatori e aveva ordinato alla polizia di permettere loro di fare del loro peggio, mentre i media mainstream li avevano usati per condannare i GG come vandali. I media mainstream sono fortemente contrari ai GG e ho dovuto fare parecchi sforzi per trovare un video neutrale e solidale con i manifestanti. Potete guardarlo qui, con i sottotitoli in inglese, e vedere di persona come i manifestanti vi assomiglino.

Non sono inorridito per qualche vetrina rotta. On ne saurait faire d’omelette sans casser des œufs, non si può fare una frittata senza rompere le uova, come aveva detto un famoso realista francese nel 1796. Il generale de Charette aveva spaccato teste, non uova e neanche vetrine, e, una volta catturato, era stato giustiziato, ma aveva tuttavia avuto ragione. Senza un po’ di violenza che faccia effetto, le cose non possono cambiare. Se ti limiti a stare in ​​piazza e a cantare una bella canzoncina, o se cammini per la strada gridando questo o quello, non otterrai nulla. Il governo ama la gente che canta e che marcia per il cambiamento climatico o per i diritti dei gay. Dovresti sapere che le persone stanno facendo la cosa giusta se la polizia le attacca e loro si difendono con coraggio.

I bolscevichi avevano usato l’incrociatore Aurora per fare la loro dichiarazione. La sua bordata nei pressi del palazzo reale aveva mostrato la loro abilità e la loro preparazione alla violenza; avevano soldati armati e marinai per conquistare i centri di potere, tra cui banche, uffici postali e telegrafici e stazioni ferroviarie. Occasionalmente, erano state infrante vetrine e alcune persone erano state derubate; questa è una cosa deplorevole, ma, altrimenti, non si può fare una frittata.

Durante la Primavera Francese, i Francesi avevano marciato a centinaia di migliaia nelle più grandi e pacifiche dimostrazioni che Parigi avesse mai visto. Il governo le aveva ignorate completamente. La protesta, per ottenere qualche risultato, deve essere violenta e sostenibile. Solo dopo quattro fine settimana piuttosto violenti, Macron si è degnato di rispondere, ed è venuto incontro ad alcune richieste dei GG, un centinaio di euro in più per i lavoratori a salario minimo, nessuna tassa sulla tredicesima o sugli straordinari, nessun aumento del prezzo dei carburanti. E’ stato un passo nella giusta direzione. 16 milioni di francesi della classe media apprezzeranno i frutti della forzata benevolenza di Macron; costerà 12 miliardi di euro, un bel regalo di Natale per le persone che lavorano sodo, ed è la prova che la violenza funziona.

La destra nazionalista americana è troppo rispettosa della legge per ottenere qualcosa. Aveva usato un certo tipo violenza non istituzionalizzata contro i neri, e anche questo è stato molto tempo fa. Dispongono di molte armi, ma non le usano mai contro obbiettivi ben difesi. Hanno perso la voglia di combattere. Probabilmente non difenderebbero nemmeno il loro presidente Trump, se dovesse essere rimosso dal potere. Dovrebbero unire le forze con qualche movimento nero aggressivo, che non abbia paura di disobbedire all’autorità, ma, per fare ciò, dovrebbero capire che il loro nemico è l’establishment liberale, non i neri o gli immigrati. L’estrema destra francese si è concentrata sugli immigrati per troppo tempo e non è riuscita a prendere una posizione e a guidare le proteste.

Questo per quanto riguarda l’estrema destra. E la sinistra? Mélenchon ha molti sostenitori fra i GG, ma è considerato troppo legato al partito, autoscreditatosi mentre era al potere Hollande. Tutti i principali partiti tradizionali, non importa se nominalmente di destra o di sinistra, a Parigi, Berlino o Londra, si sono comportati allo stesso modo e hanno portato avanti lo stesso programma neoliberista. Ecco perché la gente aveva votato per Macron, che aveva promesso di essere diverso, ma che, come si è scoperto dopo, diverso non era affatto. C’è un solo programma, una sola direzione: la direzione verso lo stato neoliberista che porta alla rovina delle classi medie. Una nuova forza è assolutamente necessaria.

Alain Soral sarebbe un’ottima persona per guidare questa nuova forza. È già noto ai lettori inglesi; in Francia è molto popolare, anche se è meno conosciuto dei suoi principali contendenti. Soral ha sostenuto fin dall’inizio il movimento dei GG. Sul suo sito ha pubblicato un interessante mandala politico che illustra la sua posizione e quella degli altri [esponenti politici].

[Soral] posiziona il proprio movimento fra il socialismo e il nazionalismo, tra il laburismo e il tradizionalismo, in opposizione a Macron, che difende il capitalismo e il globalismo, fra il profitto e gli LGBT; mentre la Le Pen preferisce il nazionalismo (come Soral) e il capitalismo (come Macron),  Melenchon segue il percorso più familiare del socialismo e del globalismo. Sul mandala, Soral è il nord vero, una posizione altamente simbolica.

Sulla cornice del mandala, si possono leggere dei nomi; i banchieri George Soros e Jacques Attali stanno dietro Macron; il sopra menzionato Cohn-Bendit sta alle spalle di Melenchon; Finkelcraut e Zemmour sono raffigurati dietro a Marine Le Pen; e (sono orgoglioso di farlo notare) i nomi di tre scrittori di Unz Review sono riportati a fianco di Alain Soral, Norman Finkelstein, Gilad Atzmon, et moi, Israel Shamir. Anche Soral ha pubblicato i miei libri e sono molto ottimista nei suoi confronti. Un uomo che non ha paura di usare l’appellativo nazionalsocialista ha decisamente del fegato, sopratutto perché ci sono molti giovani neri e nordafricani nel suo movimento, prevalentemente bianco, nativista e virile.

Le richieste dei GG sono già migliori di qualsiasi altra proposta dei partiti politici di sinistra e di destra. Vogliono che anche i ricchi paghino, non solo la classe media. Vogliono annullare le privatizzazioni, in particolare quella delle ferrovie, reimpiegare i lavoratori e i dipendenti licenziati, reclutare medici per gli ospedali e insegnanti per le scuole per porre fine allo smantellamento dello stato sociale. Lasciare l’UE, uscire dalla NATO, fermare le guerre all’estero. Frenare la massiccia immigrazione verso il paese e, allo stesso tempo, bloccare il saccheggio della ex Africa Francese, perché è questa devastazione che sta spingendo gli Africani ad una fuga in massa verso la Francia. Estromettere dalle gare [pubbliche] chiunque faccia più concessioni del necessario alle aziende e ai loro proprietari, per esempio, tassare le società internazionali.

In breve, gli insorti chiedono di ribaltare le riforme degli ultimi anni, dal momento che tutte le precedenti amministrazioni, quella di destra di Sarkozy, quella di sinistra di Hollande e quella di Macron l’outsider, avevano fatto a gara a chi avrebbe fatto di più per le aziende e meno per la gente (lo chiamano “aumentare la competitività”). Vogliono ritornare alla Francia pre-1991. A quei tempi, i ricchi avevano una paura atavica del comunismo, tenevano in considerazione i lavoratori e permettevano loro di vivere e di prosperare. I ribelli chiedono anche di sganciare i media dal controllo delle élites, dar voce alle persone, ascoltare i loro desideri, e questa è una rivendicazione molto importante.

A giudicare da queste richieste, la Francia è di nuovo alla guida del mondo. Sulle barricate di Parigi, è crollata la distopia neoliberista per la creazione di uno stato per i super-ricchi. Anche se la rivolta verrà alla fine soffocata, le sue richieste di base serviranno da faro per nuove insurrezioni e nuove rivoluzioni, fino alla vittoria. E il popolo vincerà di sicuro.

PS Se ritenete che lo scrivente sia stato di parte e che altre nazioni  siano altrettanto meravigliose, potreste scoprire che ho parlato bene degli Inglesi, dei Tedeschi, dei Greci, dei Polacchi, dei Giapponesi, dei Palestinesi, degli Ucraini, dei Russi, dei Norvegesi, degli Svedesi, degli Indiani, dei Vietnamiti….

Buon Natale e un Felice Anno Nuovo!

Israel Shamir

Fonte: unz.com
Link: https://www.unz.com/ishamir/gilets-jaunes-end-of-dystopia/
17.12.2018

Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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