Di Tomaso Pascucci per ComeDonChisciotte.org
Mentre il 20 luglio 2022 tutti gli occhi erano puntati sulla giornata lavorativa di Mario Draghi a palazzo Madama, in un altro palazzo si consumava un’insidiosa operazione di depistaggio “biopandemico” (1).
Al palais du Luxembourg, sede del Senato francese, si è approvata nella notte del 20 luglio 2022, con 236 voti favorevoli e 27 contrari, una modifica al « Progetto di legge per il mantenimento provvisorio di un dispositivo di veglia e di sicurezza sanitaria in materia di lotta contro la covid-19 » (2) che, tradotto in soldoni, significa nuove restrizioni covid all’orizzonte. Nella sua versione iniziale del 4 luglio 2022, sottoposta al vaglio dell’Assemblée nationale dal Governo, il progetto di legge sull’aggiornamento delle misure covid-19 era curiosamente piuttosto succinto (3). Conteneva solo due articoli, anche se esplicitamente vessatori delle libertà personali : l’art. 1 prevedeva una nuova proroga al 31 marzo 2023 dello Stato di emergenza sanitaria; l’art. 2 concedeva al Primo ministro, nel periodo 1 agosto 2022 – 31 marzo 2023, in caso di recrudescenza epidemica, la facoltà di imporre a mezzo decreto l’uso del green pass per l’ingresso in territorio francese o tra le sue diverse dislocazioni geografiche (i.e. Francia continentale, Corsica e territori/domini d’oltremare).
Ad un esame attento dei fatti, risulta altamente probabile che queste due caratteristiche, concisione ed esplicita contrazione delle libertà, non erano frutto del caso, ma rientravano in un gioco di ruoli diviso in tre atti, di cui il primo andato in scena a Matignon, sede della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Il secondo atto si compie nella notte tra il 12 e il 13 luglio 2022 quando, in uno slancio eroico, l’Assemblée nationale, ossia Camera dei deputati francese, sembra aver annichilito la barbarie pandemica cassando l’odioso art. 2.
I principali organi di reinformazione, controinformazione e informazione al minimo sindacale, scegliete voi la formula che più vi aggrada, si appropriano della notizia e titolano solennemente che il Governo francese ha subito uno smacco (4).
Ne siamo certi? Verosimilmente ottenebrate dall’entusiasmo, queste testate giornalistiche sembrano essersi dimenticate di analizzare il testo emendato, dal quale avrebbero ricavato che l’art. 2 è stato, sì, soppresso, ma non senza l’aggiunta di un nuovo articolo, il 3, qui di seguito tradotto :
Comma 1 : Entro tre mesi a partire dalla promulgazione della presente legge, il Governo presenti al Parlamento una valutazione del quadro giuridico di risposta alle minacce, crisi o catastrofi sanitarie al fine di definire, ove necessario, un quadro duraturo, anche in riferimento al trattamento di dati a carattere personale. Comma 2 : Questo rapporto espone esaustivamente le misure prese dal Governo al fine di lottare contro la diffusione dell’epidemia di covid-19 a partire dal 1 gennaio 2020. Esso analizza il loro impatto, in termini di efficacità o di costi, sulla propagazione dell’epidemia, sul sistema sanitario, sullo stato di salute della popolazione, sull’adesione della popolazione alla vaccinazione contro la covid-19, così come sull’economia e le finanze pubbliche. Comma 3 : Questo rapporto può fare l’oggetto di un dibattito in commissione permanente o in seduta pubblica, entro un termine di 30 giorni a partire dal suo deposito (5)
Come si evince dall’art. 3, è fatta richiesta al Governo di presentare al Parlamento, entro tre mesi dalla promulgazione della legge in questione, un rapporto inteso a ricostruire l’insieme delle misure di contrasto alla diffusione del SARS-CoV-2 prese dall’Esecutivo a partire dal gennaio 2020, per valutarne l’efficacia e l’eventuale codificazione in vista di future crisi o catastrofi sanitarie.
In poche parole, la Camera dei deputati affossa il green pass base ed il super green pass creando però, nel contempo, il contesto dal quale potrebbe scaturire la messa a regime (« un quadro duraturo ») delle misure prese dal Governo, tra le quali si attesta anche il famigerato green pass. Il Governo non avrebbe potuto sperare in un iter legislativo migliore!
Nondimeno, è con il terzo atto che il cerchio molto probabilmente si chiude.
Esso si svolge al palais du Luxembourg.
Diversamente dall’Italia, il bicameralismo in Francia non è perfetto, per cui al Senato è demandato il compito di partecipare al processo legislativo senza però che il suo operato sia in ultima istanza vincolante per il Governo.
In ogni caso, il suo ruolo travalica il mero aspetto consultivo ed i suoi lavori influiscono sulla stesura finale delle leggi, come sembra che avverrà in questo caso. Uscito dalla porta dopo il passaggio alla Camera, il green pass rientra dalla finestra, seppur in una versione edulcorata, grazie allo zelo dei senatori e, in particolare, di uno di loro, sul quale torneremo a breve. In effetti, il testo approvato il 20 luglio in Senato prevede il ristabilimento dell’art. 2 in una versione molto più estesa rispetto a quella approdata il 4 luglio 2022 all’Assemblée nationale (6)
Apparentemente, si tratta di un blando e ragionevole reintegro, perché invece di condizionare l’ingresso in territorio francese alla presentazione di un test PCR covid-19 negativo, di un certificato di avvenuta vaccinazione covid-19 o di un certificato di guarigione dalla covid-19, in caso di recrudescenza epidemica si richiederebbe il solo test PCR negativo per l’ingresso (7).
Questo perché, come rileva il rapporto della Commissione leggi del Senato, « siccome certe varianti presentano un’elusione rispetto all’immunità indotta dai vaccini, si tratta del documento più affidabile dal punto di vista sanitario » (8)
Solo una mente oramai assuefatta al concetto di rischio zero e ai crimini contro le libertà fondamentali dell’Uomo, perpetrate con maggiore solerzia dal 2020 in poi, potrebbe ritenere accettabili queste disposizioni e la retorica di cui è intriso il rapporto della Commissione leggi, tendente a dipingere l’apparizione di infinite varianti di virus come un fenomeno rilevante (9).
Ma l’impegno del Senato a restituire al Governo un testo più succulente di quanto non lo fosse originariamente non si è limitato all’art. 2.
Con l’art. 1A, interamente di nuova fattura, fa capolino il sogno distopico delle oligarchie finanziarie relativo ad una società di stampo biopandemico.
L’Assemblée nationale ha solo prospettato la possibilità di un «quadro duraturo» in termini di legislazione pandemica? Perché perdere tempo !
I senatori del palais Bourbon hanno così loro stessi passato il Rubicone e, tramite l’introduzione di quest’art. 1A, hanno proposto una modifica sostanziale al Code de la santé publique che
determina materialmente l’applicazione del Diritto di sanità pubblica (10)
Attualmente, gli art. L3131-12 a L3131-20 del detto Code (11) compongono l’ossatura del dispositivo giuridico nato il 23 marzo 2020 (12), meglio noto come « État d’urgence sanitaire ». Grimaldello dell’élite mondialista atto a disgregare il tessuto sociale delle nazioni, esso ha introdotto e resa sistematica la misura restrittiva corrispondente alla quarantena/isolamento, così come il tracciamento d’infezioni virali.
Sì, perché prima del 24 marzo 2020, nonostante l’insorgenza della Spagnola nel 1918-1920 e una serie di epidemie localizzate tra XX e XXI secolo, la legislazione francese non contemplava misure specifiche in materia di lotta epidemica e limitava fortemente il trattamento dei dati sanitari a carattere personale.
Di conseguenza, a causa dell’inedito e corposo insieme di restrizioni alle libertà di prima generazione che portava con sé, l’« État d’urgence sanitaire » è stato implementato fino ad oggi sulla base di almeno due presupposti.
Solo la presenza di una catastrofe sanitaria capace di mettere in pericolo la salute della popolazione autorizza la dichiarazione di uno Stato di emergenza sanitaria (1° presupposto) che, in ogni caso, necessita del vaglio parlamentare per protrarsi oltre un mese, così come del parere di un Comitato tecnico scientifico nominato ad hoc (2° presupposto) (13)
Bene, l’art. 1A partorito dalla Commissione leggi del Senato il 19 luglio scorso, approvato il giorno dopo dal Senato, fa piazza pulita di quei presupposti eliminando « État d’urgence sanitaire » e rendendo la misura della quarantena/isolamento e della diagnostica virologica a mezzo di tampone una prassi.
Difatti, all’« État d’urgence sanitaire » si sostituirebbe nel Code il dispositivo giuridico
Misure di messa in quarantena, di collocamento e mantenimento in isolamento (14)
attivabile con decreto emanato dal Governo in collaborazione con il Consiglio di Stato, il cui parere non è vincolante per il Governo
durante tutta la durata della minaccia sanitaria (15)
In questa nuova configurazione, basta una minaccia sanitaria, la cui rilevanza è stabilita dalla Haute Autorité de Santé, per imporre quarantene ed isolamenti individuali a soggetti contaminati o di rientro da zone all’estero con circolazione del virus (16), senza che il Parlamento sia mai chiamato ad esprimersi sulla liceità o meno delle misure adottate.
Il cittadino francese si troverebbe così in preda all’arbitrio di un Governo legittimato a prendere decisioni in materia sanitaria, altamente lesive delle libertà fondamentali, sulla base del parere scientifico espresso da un’agenzia sanitaria ufficiale (i.e. Haute Autorité de Santé), la cui indipendenza rispetto al potere politico e a Big Pharma è stata seriamente messa in discussione (17).
Tra l’altro, è notizia del 22 luglio 2022 che la Haute Autorité de Santé, sollecitata dal Ministero della Sanità sull’opportunità di reintegrare il personale sanitario sospeso dall’autunno scorso perché non ‘vaccinato’, si è decisamente espressa contro questa possibilità (18), ad indicare quale sarà l’atmosfera in questa nuova normalità!
A fronte delle sostanziose interpolazioni previste dall’art. 1A, suscettibili, nel caso venissero confermate dall’Assemblée nationale, di rendere permanenti molte delle misure distopiche e liberticide instaurate in virtù dello Stato di emergenza sanitario, non stupisce che il Senato abbia seriamente ridimensionato la portata (anch’essa liberticida) dell’art. 3 proposto dall’Assemblée nationale, come mostra la traduzione del detto articolo:
Entro tre mesi a partire dalla promulgazione della presente legge, il Governo presenti al Parlamento una valutazione del quadro giuridico in vigore, compreso quello relativo al trattamento di dati a carattere personale, al fine di valutare e, se del caso, ridefinire i mezzi a disposizione delle pubbliche autorità per lottare contro le pandemie senza aver ricorso ad un regime d’eccezione
Conscio probabilmente della possibilità che il lettore dell’art. 3 votato alla Camera dei deputati potesse ravvisare l’intenzione reale del legislatore di imprimere alle misure dell’era pandemica covid-19 un carattere duraturo («un quadro duraturo»), il Senato ha creduto bene di sviare l’attenzione puntando sull’impegno istituzionale a cancellare « un regime d’eccezione ».
Del resto, il progetto di legge sfoggia significativamente la seguente denominazione :
«Progetto di legge mettente fine ai regimi d’eccezione creati per lottare contro l’epidemia legata alla covid-19».
Tuttavia, quest’operazione altamente ingannevole non oblitera il fatto che delle aberrazioni e storture nate in quel « regime d’eccezione » si faccia tesoro nella parte restante del progetto di legge rendendole in larga parte permanenti.
Pertanto, che differenza fa che il biopandemismo prosperi in un “regime d’eccezione” o nella normalità?
Oltretutto, è opportuno rilevare che l’art. 1 votato dal Senato il 20 luglio scorso non esclude fino al 31 gennaio 2023 che, in caso di recrudescenza epidemica, si possa esigere di nuovo un green pass base sia all’interno della Francia che alle sue frontiere. In effetti, il progetto di art.1 recita che:
in deroga all’articolo L-1110-4 del code de la santé publique, ai soli fini della lotta contro la propagazione dell’epidemia da covid-19 e per la durata strettamente necessaria per questo obbiettivo o, al più tardi, fino al 31 gennaio 2023, dei dati a carattere personale concernenti la salute relativa alle persone colpite da questo virus e alle persone con le quali hanno avuto contatti possono essere trattati e scambiati, se del caso senza il consenso delle persone interessate, nel quadro di un sistema d’informazioni creato a mezzo di decreto in Consiglio di Stato et messo in opera dal Ministro con delega alla Salute
La realtà è che, molto probabilmente, gli uomini che al momento incarnano le Istituzioni francesi, compresi i membri del Consiglio di Stato che hanno avvallato tutto quanto fatto dal Governo nel periodo 2020-2022, collaborano con le oligarchie finanziarie affinché la società francese (in realtà il globo intero) integri il seguente concetto : le epidemie incombono a ripetizione e sono la normalità, ma le autorità pubbliche dispongono degli strumenti conoscitivi e tecnologici per farvi fronte, per cui la popolazione si deve attenere rigorosamente alle indicazioni governative, fondamentali per preservare la (nuda) vita.
Chi non vi si attiene, è contro la (nuda) vita e merita una messa al bando della Società!
Come in un ritorno alla barbarie nazista, il mantra corrisponde al superamento del « vecchio principio individualistico del ‘diritto al proprio corpo’ e ad abbracciare invece il ‘dovere di essere sani’ » (19)
In definitiva, quali elementi sostengono l’ipotesi di una stretta collaborazione tra interessi privati e classe politica francese nella messa a regime di una società di stampo biopandemico?
Innanzitutto, le misteriose frequentazioni del relatore del progetto di legge al Senato, il senatore Philippe Bas, risultano alquanto problematiche.
Un’attenta analisi del rapporto della Commissione leggi del Senato, artefice della dilatazione del progetto di legge in questione, evidenzia come gran parte del contenuto di quel rapporto sia stato elaborato dalla Commissione su iniziativa di Philippe Bas, membro di quella Commissione (20).
In un video del 2006, Philippe Bas è ripreso mentre arriva e mentre riparte in pompa magna, scortato dalle Forze dell’ordine, da una castello del sud della Francia dove Daniel Vial, all’epoca il principale lobbista in Francia delle case farmaceutiche, ha organizzato un convegno intitolato :
« Le Università d’estate di Farmaceutiche » (21)
Al convegno partecipano niente di meno che i CEO di Pfizer e GSK, alcuni ex ministri della Salute francesi e varie altre personalità del mondo imprenditoriale e politico, tra cui lo stesso Philippe Bas, in qualità di Ministro con delega alle Pari opportunità ed alla Previdenza sociale. Interrogato da un giornalista di Canal+ all’esterno del castello, visto che il convegno è blindatissimo, sulla natura della sua presenza ad un evento privato piuttosto discutibile, Philippe Bas ignora completamente il giornalista sia all’arrivo che alla partenza.
Un tale atteggiamento e la presenza stessa di Philippe Bas in quel castello gettano forti sospetti sull’attuale ruolo di Philippe Bas nella concezione di un progetto di legge che innegabilmente asseconda gli interessi delle case farmaceutiche e della finanza in generale. Pertanto, viene da chiedersi se Philippe Bas operi nell’interesse della cittadinanza francese o a vantaggio del mondo finanziario. La stessa domanda merita di essere formulata a proposito del Parlamento francese.
Sollecitato da un Governo, notoriamente sensibile agli interessi della Finanza, ad esprimersi su un testo di legge in partenza scarno ed improntato all’oltranzismo pandemico, il Parlamento si appresta a restituirlo al mittente dopo averne acuito l’impronta biopandemica.
La cosa più sorprendente, tuttavia, sono le modalità attraverso le quali si è giunti a quel risultato, ottenuto a mezzo di soppressioni temporanee e aggiunte di elementi del tutto innovativi che, de facto, rendono perenne l’impostazione governativa iniziale, come se Governo, Camera dei deputati e Senato si fossero adoperati per raggiungere surrettiziamente un medesimo obiettivo, in una solo apparente separazione dei poteri.
È vero che il « Progetto di legge mettente fine ai regimi d’eccezione creati per lottare contro l’epidemia legata alla covid-19 » ancora non è divenuto legge e sembrerebbe escludere sia il super green pass che nuovi confinamenti generalizzati fino al 31 gennaio 2023.
Ciò nonostante, vi sono tutti i presupposti perché il 26 luglio 2022, data in cui il progetto di legge tornerà alla Camera dei deputati per l’adozione finale, l’Assemblée nationale consegni la cittadinanza francese ai poteri forti della Finanza, con sommo gaudio di Emmanuel Macron.
Lo suggerisce il comunicato diramato dalla Commissione paritaria mista riunitasi il 21 luglio 2022 per elaborare un testo di compromesso tra Camera e Senato [22].
Secondo tale comunicato, i sette deputati e i sette senatori membri della detta Commissione, si sarebbero messi d’accordo per un testo di legge includente sostanzialmente i seguenti punti:
• « l’abrogazione completa di dispositivi eccezionali di lotta contro la coid-19 quali il regime dello Stato di emergenza sanitaria e il regime di gestione della crisi sanitaria. Non sarà quindi più possibile per il Governo di riattivare pass sanitario o vaccinale, o ancora di confinare la popolazione »
• « l’instaurazione di un meccanismo di protezione sanitaria, se una nuova variante molto pericolosa compare. Un test potrebbe quindi essere esatto per l’accesso al territorio »
• « l’istituzione di una procedura che permette il reintegro del personale non vaccinato a contatto con le persone fragili non appena che la Haute Autorité de Santé, che il Parlamento potrà sollecitare, avrà constatato che l’obbligo vaccinale non sarà più giustificato dal punto di vista medico »
Al di là delle indicazioni fornite da questi punti su quale sarà l’orientamento dell’Assemblée nationale il 26 luglio, quel che è certo, è che chi ha ritenuto l’apparente soppressione dell’art. 2 ad opera dell’Assemblée nationale come una vittoria ha preso una bella cantonata, perché perlomeno lo strumento del green pass base resta purtroppo un’opzione possibile, così come resta aperta la possibilità di finire in quarantena/isolamento a livello individuale.
Di Tomaso Pascucci per ComeDonChisciotte.org
Tomaso Pascucci, storico – Université de Franche-Comté
NOTE
(1) = Su questo concetto, vedi : Luca Marini e Francesco Benozzo (a cura di), Biopandemismo, Lucca, Edizioni La Vela, 2022.
(2) = La traduzione in italiano di questo passo in francese nell’originale, così come tutti gli altri, compete allo scrivente.
(3) = https://www.assemblee-nationale.fr/dyn/16/textes/l16b0009_projet-loi.
(4) = https://www.francesoir.fr/politique-france/loi-covid-assemblee-nationale-adopte-le-texte-sans-passe ; https://www.byoblu.com/2022/07/13/la-francia-boccia-il-green-pass-una-sconfitta-per-macron/ ; Claudio Antonelli, La Francia dice no al green pass. In Italia invece è solo « sospeso », La Verità, 14 luglio 2022.
(5) = https://www.assemblee-nationale.fr/dyn/16/textes/l16t0001_texte-adopte-seance.
(6) = https://www.assemblee-nationale.fr/dyn/16/textes/l16b0156_projet-loi.
(7) = http://www.senat.fr/leg/tas21-136.html.
(8) = http://www.senat.fr/lessentiel/pjl21-779.pdf, p. 8.
(9)= Vedi, a titolo d’esempio : « Se la dimensione della settima ondata resta ancora limitata, in particolare circa le sue ripercussioni sull’occupazione ospedaliera, essa resta preoccupante per due ragioni principali […] ». Ibid., p. 2.
(10)= https://fr.wikipedia.org/wiki/Code_de_la_sant%C3%A9_publique.
(11) = Vedi : https://www.legifrance.gouv.fr/codes/id/LEGITEXT000006072665/.
(12) = Ossia con la legge no 2020-290.
(13) = Vedi : Code de la santé publique, art. L3131-12 e L3131-13.
(14) = Art. 1 A, punto 7 (http://www.senat.fr/leg/tas21-136.html).
(15) = Ibid., punto 14 e 17.
(16) = Vi è da notare che l’art. 1 A, punto 34, intende innovare anche per quanto riguarda l’entità delle sanzioni alle quali sarebbero passibili i contravventori delle misure di quarantena ed isolamento. Da sanzioni di quarta classe, così come attualmente definite dall’art. L3136-1 del Code, si passerebbe infatti a sanzioni di quinta classe, quando la quinta classe rappresenta la classe più salata.
(17) = Laurent Mucchielli, La Doxa du Covid. Peur, santé, corruption et démocratie, t. 1, Bastia, Éditions Éoliennes, 2022, pp. 41 e 94.
(19)= Robert Jay Lifton, I medici nazisti. Storia degli scienziati che divennero i torturatori di Hitler, Milano, Rizzoli, 1988, p. 53.
(20)= L’espressione « per adozione d’un emendamento…del relatore [Philippe Bas] », compare molto spesso nel documento (per es., http://www.senat.fr/lessentiel/pjl21-779.pdf, p. 5).
(21)= https://www.youtube.com/watch?v=BAmy7G_VAqA.
(22) = http://www.senat.fr/presse/cp20220721a.html
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Pubblicato da Jacopo Brogi per ComeDonChisciotte.org