Esclusiva CDC: Addio all’influenza, esiste solo la Covid-19. Lo studio che lo rivela

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Continua il percorso di approfondimento in merito all’emergenza Covid-19. Dopo aver affrontato il tema a livello locale e regionale, cerchiamo di capire e analizzare la natura del fenomeno attraverso i dati e le fonti ufficiali, per orientarsi al meglio rispetto a ciò che sta accadendo in Italia, senza perdere di vista la caratura globale degli accadimenti.

ADDIO ALL’INFLUENZA, ESISTE SOLO LA COVID-19. LO STUDIO CHE LO RIVELA

Di Jacopo Brogi e Filippo Della Santa, ComeDonChisciotte.org

Quello che viviamo oggi esiste ogni anno per l’influenza” [1]. Queste parole, riferite all’attuale situazione degli ospedali, non sono del complottista di turno o dell’irresponsabile che minimizza l’emergenza sanitaria pandemica. Queste parole sono del Viceministro della salute del governo italiano Pierpaolo Sileri.
E Sileri non è uno sprovveduto messo lì a far figura, ma è un medico e docente universitario: una persona competente, che peraltro riveste un ruolo politico appropriato al suo curriculum vitae.

Il virus non andrà più via. L’influenza fa un’ondata l’anno. Probabilmente sarà così anche per il coronavirus. Diventerà una malattia stagionale autunno-invernale” [2] .

Così l’epidemiologo star tv Pier Luigi Lopalco, da poco promosso assessore alla sanità della Regione Puglia.

Covid-19: micidiale peste del secolo o robusta sindrome influenzale?

In premessa, teniamo ben a mente ciò che ci mostra l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms): nel 2020, a livello globale, la circolazione dell’influenza si è completamente esaurita da metà aprile [3] [Fig.1,2].

Fig.1 – Circolazione dei virus influenzali, World Health Organization, Emisfero nord [4]
Fig.1 – Circolazione dei virus influenzali, World Health Organization, Emisfero nord [4]
Fig.2 – Circolazione dei virus influenzali, World Health Organization, Emisfero sud [5]
Fig.2 – Circolazione dei virus influenzali, World Health Organization, Emisfero sud [5]
E’ scomparsa. Com’è possibile? Per cercare di comprenderlo analizziamo i dati ufficiali, avendo peraltro già approfondito in precedenza la situazione della Toscana, dove – numeri alla mano – non c’è ancora mai stata una emergenza Sars-Cov-2 (acronimo di severe acute respiratory syndrome coronavirus 2): se hai sintomi influenzali stai a casa, tuonava l’amministrazione regionale sui manifesti affissi in ogni dove. Era la scorsa primavera, tempo di prima ondata e di lockdown generale.

Un manifesto della campagna informativa promossa dalla Regione Toscana, aprile 2020
Un manifesto della campagna informativa promossa dalla Regione Toscana, aprile 2020

Prendiamo adesso in considerazione i decessi avvenuti per ogni tipo di causa, al 31 agosto scorso, includendo anche le altre regioni.

Ad eccezione delle Marche, tutte le regioni colpite dall’emergenza si trovano a nord: Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte [Fig.3].

Fig.3 - Decessi per tutte le cause a livello regionale al 31 agosto, elaborazione CDC su dati ISTAT
Fig.3 – Decessi per tutte le cause a livello regionale al 31 agosto, elaborazione CDC su dati ISTAT

Oltre la metà del territorio nazionale non è stata interessata da un incremento della mortalità complessiva; elaborando i dati forniti dall’Istat (Istituto nazionale di statistica) [6], possiamo osservare cosa è accaduto, dal 2015 al 2020, prendendo in considerazione i primi otto mesi dell’anno .

È evidente come, nel 2020, si sia verificato un maggior numero di decessi totali rispetto agli anni precedenti [7]: l’incremento è stato di 37.788 unità (+8,63%) [Fig.4].

Fig.4 Decessi complessivi al 31 agosto, anni 2015-2020, elaborazione CDC su dati ISTAT
Fig.4 Decessi complessivi al 31 agosto, anni 2015-2020, elaborazione CDC su dati ISTAT

Ad ogni modo, è possibile evidenziare come l’aumento della mortalità, rispetto al 2019 (+34.228), sia paragonabile a ciò che è avvenuto negli anni precedenti [8]:

• 2014/2015 (+39.000)*

• 2016/2017 (+31.209)

Dopo aver valutato quella che è stata la situazione al 31 agosto di ogni anno, andiamo a considerare l’andamento mensile.

Dal grafico di Fig.5, possiamo osservare come il numero dei decessi, nei primi mesi del 2020, sia in linea con quello della media degli anni precedenti, ad eccezione del netto incremento di marzo e aprile  (+27.516  e  +20.287 ), con una marcata flessione avvenuta a gennaio (-7.221).

Fig.5 Andamento mensile decessi per tutte le cause, anni 2015-2020, elaborazione CDC su dati ISTAT
Fig.5 Andamento mensile decessi per tutte le cause, anni 2015-2020, elaborazione CDC su dati ISTAT

In genere, nel primo mese dell’anno si raggiunge il maggior numero di decessi, causati dalle consuete ondate invernali [Fig. 6].

 

Fig.6 Media mensile dei decessi, anni 2015-2019, elaborazione CDC su dati ISTAT
Fig.6 Media mensile dei decessi, anni 2015-2019, elaborazione CDC su dati ISTAT

Dal dossier “COVID-19, la malattia da nuovo coronavirus (SARS-CoV-2)” pubblicato sul sito ufficiale della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici: “i coronavirus sono un genere di virus a RNA che possono causare diverse malattie nell’uomo, principalmente infezioni del tratto respiratorio superiore e del tratto gastrointestinale. La gravità di queste condizioni è molto variabile, dal momento che i coronavirus sono responsabili sia di una buona parte delle comuni sindromi da raffreddamento sia di sindromi respiratorie gravi come la SARS (sindrome respiratoria acuta grave, Severe Acute Respiratory Syndrome) e la MERS (sindrome respiratoria mediorientale, Middle East Respiratory Syndrome)” [9].

Quali sono i sintomi più comuni, se non arriviamo a trascurare la malattia? Ce lo spiegava già il 5 marzo scorso Pier Luigi Lopalco, ordinario di Igiene all’Università di Pisa (oggi promosso politico), in piena pandemia: “Ripeto, [i sintomi, ndr] sono quelli di una condizione simil influenzale: febbre, tosse, rinite (raffreddore), congestione nasale, congiuntivite. Sono quelli di una persona che potrebbe avere un brutto raffreddore. Ma soprattutto bisogna fare attenzione alla comparsa della febbre. Alla prima linea di febbre bisogna starsene a casa, starsene buoni e vedere che cosa sta succedendo. Se tutti seguissero questa semplice precauzione, già abbatteremmo il 90% dei contagi [10].”

Nel nostro Paese, il monitoraggio integrato dell’influenza è condotto dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) e inizia generalmente dal mese di ottobre: “il sistema di sorveglianza prende in considerazione il numero di decessi per tutte le cause perché i dati dei decessi per influenza non sono disponibili in tempo reale. Infatti l’Istat ogni anno codifica tutti i certificati di morte, compresa l’influenza, e ne attribuisce la causa principale, un processo che richiede per rendere disponibili i dati di mortalità per specifica causa mediamente un periodo di due anni“ [11]. Per la Covid-19, questo iter procedurale sembra essere stato ampiamente sottovalutato sia dalle maggiori istituzioni preposte, che dai grandi media.

Risulta importante notare come “ogni anno l’influenza determina un eccesso di mortalità. Se, infatti, osserviamo l’andamento della mortalità totale (cioè per tutte le cause) in un periodo di tempo, notiamo un andamento sinusoidale con dei picchi in corrispondenza dei mesi invernali e degli avvallamenti nei periodi estivi e i picchi si osservano soprattutto tra le persone anziane. Dunque, il razionale della sorveglianza della mortalità giornaliera (Sismg) è quello di evidenziare aumenti del numero di decessi osservati che supera il numero atteso in presenza di una stagione influenzale particolarmente aggressiva [12]”.

Sempre l’Istituto Superiore di Sanità, ci fa sapere che soltanto il 3,1% delle persone decedute positive al Sars-Cov-2, non presentava altre patologie [13]. In Italia, “il 90% dei morti sono per e non con Covid (…). Mentre da noi tutti coloro che muoiono e risultano positivi al tampone vengono classificati come decessi per Covid, non è così in altri Paesi.” È ciò che ha recentemente dichiarato a “La Stampa”  Graziano Onder, geriatra dell’Ospedale Gemelli di Roma e responsabile del rapporto sulla mortalità da coronavirus dell’Iss. Perchè in Germania si muore di meno? “Devo presupporre che anche loro abbiano un diverso metodo di conteggiare le morti da Covid” [14].

Quindi, l’Italia sovrastima i morti di Covid, per cui il nostro indice di letalità ci fa posizionare al terzo posto nel mondo dopo Messico e Iran [15] : “siamo la nazione con la maggior percentuale di popolazione anziana in Europa. La media anagrafica dei morti per coronavirus è di 82 anni. Persone di età avanzata e con più patologie” [16], chiarisce Antonio Clavenna responsabile dell’unità di farmacoepidemiologia dell’Istituto Mario Negri di Milano.

Ma cosa ci insegna la storia dell’influenza? Che, molto banalmente, essa ciclicamente esplode diventando epidemia, per poi via via esaurirsi naturalmente. Questo andamento può essere osservato in Fig.7:

Fig.7 Incidenza delle sindromi influenzali (ILI) in Italia
Fig.7 Incidenza delle sindromi influenzali (ILI) in Italia, fonte “EpicentroISS, FluNews17”

La stagione invernale è generalmente la più fertile per la diffusione dei virus influenzali ed una buona parte della popolazione, rischia di ammalarsi.

Ciò vale per il 2020, varrà per il 2021 ed è valso anche per gli anni precedenti, come risulta anche dall’importante studio pubblicato sull’International Journal of Infectious Diseases nel novembre 2019 [17]: “Osserviamo due picchi, uno per la stagione 2014/2015 e uno per la stagione 2016/2017. Queste due stagioni sono inoltre caratterizzate da una forte incidenza di sindromi simil influenzali, particolarmente alta per le persone sopra i 65 anni[Fig.8].

Fig.8 Picchi di mortalità nei periodi invernali
Fig.8 Picchi di mortalità nei periodi invernali – INTERNATIONAL JOURNAL OF INFECTIOUS

Purtroppo, riscontriamo ciclicamente una stretta relazione tra picco di mortalità – per ogni tipo di causa – e decessi da influenza. “Influenza, inverno killer: tra gli anziani il 42% dei decessi in più durante il picco rispetto alle attese”, titolava il Quotidiano Sanità. Era il 2017 [18].

Le affinità tra il virus Sars-Cov-2 ed i virus influenzali non sono certo un mistero: “presto lo Spallanzani (Istituto Nazionale Malattie Infettive, ndr) sperimenterà i test naso-faringei in grado di distinguere tra influenza stagionale (sia di tipo A che di tipo B) dal Covid-19“. Così dichiarava il 18 ottobre scorso l’assessore regionale alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato. “Uno strumento che se validato sarà preziosissimo questo inverno” [19].

Da Il Sole 24 Ore del 15 dicembre: “In aiuto dei medici che nei prossimi mesi saranno comunque sempre più chiamati a distinguere tra forme influenzali e Covid è appena arrivato anche un test che riesce a capire con un unico tampone di che virus si tratta, che ha appena ottenuto il marchio Ce. Il test molecolare, spiega la compagnia Abbott che lo ha messo a punto, può rilevare e differenziare tra i virus SARS-CoV-2, influenza A, influenza B e virus respiratorio sinciziale (RSV) [uno degli agenti patogeni responsabili della polmonite virale, ndr] “ [20].

E allora qualche semplice domanda sorge spontanea: come abbiamo finora identificato la famigerata Covid-19? Come la distinguiamo dall’influenza?

Il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, era stato abbastanza chiaro in una conferenza stampa dello scorso agosto: “Noi tratteremo tutte le sindromi influenzali come Coronavirus“.

Con uno sguardo sempre rivolto al futuro: la prossima influenza è da trattare come fosse il Coronavirus“.

Un altro aspetto da sottolineare è quello relativo ai decessi dovuti a patologie respiratorie che, in Italia, annualmente si contano a decine di migliaia: 51.756 nel solo 2018, Fig.9 [dati Istat].

Fig.9 Decessi per malattie del sistema respiratorio, Italia, anno 2018
Fig.9 Decessi per malattie del sistema respiratorio, Italia, anno 2018 (fonte ISTAT)

Dal nostro studio, appare chiaro come il picco dei decessi (per ogni tipo di causa) venga generalmente raggiunto con l’ondata di gennaio [Fig. 10]:

Fig.10 Andamento mensile decessi per tutte le cause, gennaio 2015-dicembre 2019, elaborazione CDC su dati ISTAT
Fig.10 Andamento mensile decessi per tutte le cause, gennaio 2015-dicembre 2019, elaborazione CDC su dati ISTAT

Solitamente, il picco di mortalità invernale dipende dalla tipologia di virus influenzale che si manifesta, certamente correlata ad altri fattori, fra cui: le basse temperature atmosferiche, la mortalità degli anni precedenti, l’età media molto elevata della popolazione.

Pur non rappresentando una costante, un’ondata annuale di decessi elevata è ordinariamente succeduta da una più blanda in termini numerici, essendo tali virus maggiormente pericolosi per le persone anziane e/o con patologie pregresse; pertanto è possibile aspettarsi, durante una fase di epidemia influenzale aggressiva – successiva ad una non particolarmente acuta – un aumento dei decessi [21].

Come vediamo, il picco di mortalità verificatosi nell’invernata 2019/2020 risulta inferiore ai valori raggiunti negli anni precedenti [Fig.11].

Fig.11 Andamento mensile decessi per tutte le cause, gennaio 2015- febbraio 2020, elaborazione CDC su dati ISTAT
Fig.11 Andamento mensile decessi per tutte le cause, gennaio 2015- febbraio 2020, elaborazione CDC su dati ISTAT

E cosa è successo la scorsa primavera? Il picco dei decessi (verificatosi tra marzo e aprile) attribuito al virus Sars-Cov-2, è evidente [Fig.12].

Fig.12 Andamento mensile decessi per tutte le cause, gennaio 2015- agosto 2020, elaborazione CDC su dati ISTAT
Fig.12 Andamento mensile decessi per tutte le cause, gennaio 2015- agosto 2020, elaborazione CDC su dati ISTAT

Abbiamo realmente assistito ad un fenomeno straordinario ed epocale mai avvenuto prima?

Prendendo in considerazione la mortalità complessiva (mensile) degli ultimi sei anni, ci rendiamo conto come il picco del 2020 sia facilmente paragonabile a quello del dicembre-gennaio 2016-2017.

A marzo di quest’anno, abbiamo registrato complessivamente 85.000 decessi, un numero certamente molto elevato, ma non dissimile dal picco di 78.000 morti del gennaio 2017 [Fig.13].

Fig.13 Confronto marzo-aprile 2020 con i picchi invernali degli altri anni, elaborazione CDC su dati ISTAT
Fig.13 Confronto marzo-aprile 2020 con i picchi invernali degli altri anni, elaborazione CDC su dati ISTAT

In ultima istanza, è fondamentale porre l’attenzione sulla distribuzione geografica dei decessi complessivi. Non è certo un mistero che, in questa annata tragica, la Lombardia sia la regione più colpita in assoluto; nei picchi degli anni precedenti, l’incidenza della mortalità era mediamente intorno ai 10.000 decessi mensili, ma clamorosamente la scorsa primavera, essa è più che raddoppiata, superando le 25.000 unità. Paradossalmente, se escludessimo la regione più industrializzata del Paese dal saldo finale, oggi l’Italia avrebbe un picco inferiore a quello delle stagioni influenzali 2014/2015 e 2016/2017, e quindi in linea con gli altri anni [Fig.14].

Fig.14 Rappresentazione grafica dell’incidenza della regione Lombardia nell’emergenza coronavirus, elaborazione CDC su dati ISTAT
Fig.14 Rappresentazione grafica dell’incidenza della regione Lombardia nell’emergenza coronavirus, elaborazione CDC su dati ISTAT

Alla luce di quanto emerso, sarebbe naturale provare a sollevare qualche interrogativo alquanto cruciale:

Cos’è successo in Lombardia?

Dov’è finita la normale influenza, che – in tutto il mondo – è del tutto scomparsa?

“Il virus non andrà più via. L’influenza fa un’ondata l’anno. Probabilmente sarà così anche per il coronavirus. Diventerà una malattia stagionale autunno-invernale” [22]. Così l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, ormai nelle vesti di politico.

La terza ondata è certa, avremo il record europeo di morti“, prevede il microbiologo –  e star della tv – Andrea Crisanti, “ci attende un inverno preoccupante” [23].

Secondo l’ex attore Walter Ricciardi, docente di Igiene all’Università Cattolica di Roma nonchè attuale consigliere del ministro della Salute: “Siamo entrati in un periodo storico in cui questi virus e queste pandemie saranno sempre più frequenti” [24].

Forse sarebbe più corretto definirle in altro modo. “Bisognerebbe parlare di pandemia di influenza, non di pandemia in generale”[25], parola del Prof. Enos Bernasconi, vice primario del reparto di malattie infettive dell’Ospedale Regionale di Lugano. Fu intervistato dalla radiotelevisione svizzera durante il programma “Il fantasma della pandemia”, nel lontano 2010: l’emergenza del momento si chiamava A H1N1, antenato del ben più temibile Sars-Cov-2.

E quindi, cos’è questa maledetta e tragica Covid-19 che sta stravolgendo la vita di tutti?

Magari la risposta ce l’ha già data l’Organizzazione Mondiale della Sanità, dati alla mano: da aprile 2020, la circolazione dell’influenza è letteralmente scomparsa [Fig.15]. Mentre la Covid-19: “ non andrà più via. L’influenza fa un’ondata l’anno [26]”.

Fig.15 Diffusione mondiale dei virus influenzali
Fig.15 Diffusione mondiale dei virus influenzali, fonte WHO (Oms), 2020 [27]

Di Jacopo Brogi e Filippo Della Santa, ComeDonChisciotte.org

Ricerca ed elaborazione statistica dati ufficiali: Filippo della Santa, ComeDonChisciotte.org

21.12.2020

Jacopo Brogi. Autore e documentarista; freelance United Photo Press. “La realtà ha bisogno di più testimoni. Per mostrarla e per cambiarla.”

Filippo Della Santa. Ingegnere, appassionato di musica. Insofferente alla mancanza di logica e agli abusi di potere, trascorre le sue giornate immerso nell’attualità, cercando rifugio nelle “Terre dell’Eterno Inverno” per ricaricare le energie.

PER APPROFONDIRE SCARICA LA DOCUMENTAZIONE ELABORATA PER LO STUDIO:

FOGLI DI CALCOLO – Decessi complessivi 2015-2020 –  Comuni italiani (Comune per Comune)

FOGLI DI CALCOLO – Media decessi complessivi 2015 – 2020 – Regioni italiane (Regione per Regione)

FONTI PRINCIPALI E SITOGRAFIA

Sito ufficiale World Health Organization (WHO)

EuroMomo – euromomo.eu

FluNews – Europe

Sito ufficiale ISTAT

Sito ufficiale Istituto Superiore di Sanità

Sito Il Sole 24 ore, sezione”Coronavirus in Italia, i dati e la mappa

NOTE

[1] https://www.la7.it/piazzapulita/video/coronavirus-pierpaolo-sileri-sulla-situazione-negli-ospedali-quello-che-viviamo-oggi-esiste-ogni-19-11-2020-351285

[2] https://www.raiplayradio.it/audio/2020/11/Pier-Luigi-Lopalco-a-Un-giorno-da-pecora-81220aeb-0e4d-43b4-9d57-b2dd377dfe41.html

[3] https://www.thejournal.ie/winter-flu-cases-ireland-2020-5296226-Dec2020/?fbclid=IwAR0Dgolwpddm8eNriq4fJ71hM8PM5srYxjRk07oFdCwqGk2xmgH0Net-H2s

https://www.who.int/influenza/surveillance_monitoring/updates/2020_12_07_surveillance_update_382.pdf

https://flunewseurope.org/

[4] https://www.who.int/influenza/surveillance_monitoring/updates/2020_12_07_surveillance_update_382.pdf
[5] https://www.who.int/influenza/surveillance_monitoring/updates/2020_12_07_surveillance_update_382.pdf

[6] https://www.istat.it/it/archivio/241428#
[7] al 31 agosto di ogni anno preso in esame

[8]
https://www.ilfattoquotidiano.it/2016/02/10/morti-boom-dei-decessi-in-italia-nel-2015-i-motivi-caldo-grande-guerra-e-influenza/2447008/

https://st.ilsole24ore.com/art/notizie/2016-02-24/perche-2015-italia-sono-morte-54mila-persone-piu-9percento-173100.shtml

[9] https://portale.fnomceo.it/wp-content/uploads/2020/03/dossier_coronavirus_def_12-03-2020-compresso.pdf

[10] = https://iltirreno.gelocal.it/regione/toscana/2020/03/05/news/coronavirus-il-professor-lopalco-a-casa-anche-con-sintomi-lievi-cosi-abbattiamo-il-contagio-del-90-1.38553290

[11] https://www.epicentro.iss.it/influenza/sorveglianza-mortalita-influenza
[12]  Ibidem

[13]  https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-decessi-italia – dati agg. al 5 dicembre 2020[14] https://www.lastampa.it/topnews/primo-piano/2020/11/19/news/graziano-onder-viviamo-a-lungo-ma-non-in-salute-ecco-perche-la-mortalita-e-cosi-alta-1.39555884

[14] https://www.lastampa.it/topnews/primo-piano/2020/11/19/news/graziano-onder-viviamo-a-lungo-ma-non-in-salute-ecco-perche-la-mortalita-e-cosi-alta-1.39555884
[15] https://www.notizie.it/cronaca/2020/11/18/mortalita-covid-italia-terzo-paese-mondo/
[16] Reitter Floder Patrizia, “L’Italia sovrastima i morti di Covid”, La Verità, 20 novembre 2020
[17]“Investigating the impact of influenza on excess mortality in all ages in Italy during recent seasons (2013/14–2016/17 seasons)” a cura, tra gli altri, del Dott. Antonino Bella, del Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, responsabile del bollettino “FluNews-Italia“ di sorveglianza dell’influenza. [“We observed two peaks, one for the 2014/15 and one for the 2016/17 season. These two seasons were also characterized by a high ILI incidence, particularly high for people aged 65 years and over “] – fonte:https://www.ijidonline.com/article/S1201-9712(19)30328-5/fulltext
[18] https://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=48850
[19] https://tg24.sky.it/roma/2020/10/18/coronavirus-test-spallanzani-covid-influenza-roma

[20]https://www.ilsole24ore.com/art/influenza-virus-frenata-arrivo-test-che-rileva-differenza-covid-ADWtyQ8?utm_term=Autofeed&utm_medium=TWSole24Ore&utm_source=Twitter#Echobox=1608043400

[21] istat.it/Indicatori-demografici_2015.pdf

[22] https://www.raiplayradio.it/audio/2020/11/Pier-Luigi-Lopalco-a-Un-giorno-da-pecora-81220aeb-0e4d-43b4-9d57-b2dd377dfe41.html

[23] https://www.repubblica.it/cronaca/2020/12/08/news/crisanti_la_terza_ondata_e_certa_in_italia_avremo_il_record_europeo_di_morti_-277547027/
[24] https://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2020/11/14/ricciardi-iniziata-era-pandemie-sempre-piu-frequenti_zappusNJWLElRU506vWidJ.html?refresh_ce
[25] https://www.rsi.ch/la1/programmi/informazione/falo/tutti-i-servizi/Il-fantasma-della-pandemia-1876920.html – dal min. 34,18

[26] https://www.raiplayradio.it/audio/2020/11/Pier-Luigi-Lopalco-a-Un-giorno-da-pecora-81220aeb-0e4d-43b4-9d57-b2dd377dfe41.html

[27] https://apps.who.int/flumart/Default?ReportNo=10

( *) = periodo 01/01 – 31.07.2017

Ulteriori fonti Istat

http://dati.istat.it/Index.aspx?DataSetCode=DCIS_CMORTE1_EV

https://www.istat.it/it/files/2016/02/Indicatori-demografici_2015.pdf

ALTRI APPROFONDIMENTI

ESCLUSIVA CDC: In Toscana mai nessuna emergenza Covid-19, lo studio che lo rivela – 5 ottobre 2020 (Di Filippo della Santa)https://comedonchisciotte.org/esclusiva-cdc-in-toscana-mai-nessuna-emergenza-covid-19-lo-studio-che-lo-rivela/

 

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