ESCLUSIVA CDC: In Toscana mai nessuna emergenza Covid-19, lo studio che lo rivela

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Di Filippo Della Santa, ComeDonChisciotte.org

Da ormai sette mesi, siamo in uno stato di allerta permanente. Prima di arrendersi alla paura per quel che è successo a Wuhan e New York, e per quello che sta capitando oggi a Parigi o Madrid, pensiamo sia fondamentale guardare a quello che si è verificato nei nostri territori, per poi cercare risposte più ampie e globali.

Abbiamo provato ad andare in profondità, studiando ciò che ci circonda, dal basso verso l’alto: statistiche ufficiali e cifre istituzionali, partendo da uno specifico ambito locale senza mai perdere di vista la situazione nazionale, variegata e non uniforme,  e quella internazionale, per capire l’emergenza.

Quale emergenza? Per cercare di comprenderlo, procediamo a campione e proviamo ad esaminare ciò che ha affrontato una delle venti regioni italiane.

Immediatamente, il linguaggio burocratico, farraginoso e ripetitivo della sua massima istituzione, ci dimostra come anche la Toscana tremi dal terrore e navighi a vista nella tempesta scatenata dal Covid-19. Essa “si conferma al 10° posto in Italia come numerosità di casi, con circa 388 casi per 100.000 abitanti a fronte di una media italiana di circa 507 casi per 100.000 abitanti. Il tasso grezzo di mortalità è pari a 31,0 x 100.000 abitanti, rispetto alla media italiana di 59,2 x 100.000 abitanti ” [1].

Come possiamo decifrare questi dati ufficiali in eventi reali? In data 30 settembre, il totale dei decessi attribuiti al Sars-Cov-2 è stato di 1164 (a fronte di 14827 casi positivi), mentre i guariti complessivi erano 10261.

Il picco massimo di ricoveri in terapia intensiva (1 aprile 2020) risultava essere di 297 pazienti, a fronte di 447 posti disponibili e con altri 220 attivabili in caso di necessità. L’andamento si era poi normalizzato nelle settimane successive (Figura 1).

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Figura 1: Ricoveri giornalieri in terapia intensiva per Covid-19, marzo-giugno – Elaborazione CDC su dati A.R.S. 

Ripercorriamo ciò che è già Storia, fino alla “nuova normalità” che viviamo: l’Italia ha subito uno stato di blocco totale dal 10 marzo al 18 maggio, giorno in cui è avvenuta la cosiddetta “riapertura”, mentre a partire dal 3 giugno è stato possibile viaggiare di nuovo a livello interregionale.

Con la fine delle misure di contenimento, contrariamente a quegli studi che, per metà giugno, prevedevano migliaia di nuovi ricoveri in terapia intensiva (in realtà, sono state 207), la situazione toscana non è peggiorata dal punto di vista sanitario, anzi si è avuto un progressivo e costante miglioramento sia per quanto riguarda il numero dei decessi, sia per quanto riguarda lo stato clinico dei pazienti positivi al tampone, come reso noto dall’Agenzia Regionale di Sanità (A.R.S.) [Figura 2, Figura 3].

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Figura 2: Andamento decessi giornalieri per Covid-19, fonte: Protezione Civile e A.R.S.

Dal grafico sottostante (Figura 3), possiamo osservare come solo il 2,67% dei casi positivi individuati nel mese di settembre appena trascorso, abbiano presentato uno stato clinico che va da severo a critico, contro il 43,21% del mese di marzo.

 

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Figura 3: Stato clinico al tampone (rapporto x 100), periodo 24/02 – 20/09, fonte: A.R.S.; ISS

 

Nonostante questi dati più che rassicuranti, Enrico Rossi, allora presidente, andò in controtendenza varando una serie di provvedimenti (ad integrazione dei DPCM nazionali), tra cui l’Ordinanza n.71 del 4 luglio (in vigore fino alla fine dello stato di emergenza) che prevede la possibilità di isolamento in albergo sanitario per i soggetti positivi [2]. Non possiamo dimenticare l’Ordinanza n.26 del 6 aprile, con la quale si imponeva l’obbligo di mascherina anche all’aperto, in grandissimo anticipo rispetto al provvedimento nazionale che sarebbe poi arrivato ad agosto.

Durante il mese di settembre, abbiamo avuto un incremento di casi positivi, che non si è fortunatamente tradotto in un proporzionale aumento di ricoveri.

Nella Tabella 1, da noi elaborata tramite i dati forniti dalla Regione Toscana, si nota il picco dei tamponi effettuati nell’ultimo periodo, rispetto ai primi mesi dell’anno; nonostante l’aumento dei test, abbiamo avuto il crollo del numero dei soggetti positivi e dei ricoverati nelle terapie intensive.

 

Tabella 1: Elaborazione CDC su dati A.R.S.

Periodo 15 marzo – 30 aprile

Totale casi positivi 8722
Totale tamponi 137254
Rapporto casi positivi/tamponi [%] 6,35
Rapporto ricoveri terapie intensive/casi attivi (media periodo) 6,07 %
Periodo 15 agosto – 30 settembre
Totale casi positivi 4066
Totale tamponi 276775
Rapporto casi positivi/tamponi [%] 1,47
Rapporto t.i./casi attivi (media periodo) 0,60 %

 

Possiamo osservare l’andamento dei ricoveri in terapia intensiva per tutto il periodo che va dall’inizio dell’emergenza al 30 settembre (Figura 4). A seguito della già menzionata normalizzazione dei ricoveri, è possibile dedurre che l’attuale incremento di casi positivi sia semplicemente dovuto ad un netto aumento del numero di tamponi effettuati.

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Figura 4: Andamento ricoveri in terapia intensiva per Covid-19, 25/02 – 30/09 – Elaborazione CDC su dati A.R.S. 

 

Tale incremento, pur tralasciando i dubbi relativi alla classicazione dei malati Covid [3], è più che evidente.

Non stiamo certo svelando un mistero, ce lo mostra – tramite il suo sito – la stessa Regione Toscana (Figura 5).

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Figura 5: Tamponi giornalieri effettuati, fonte: Protezione Civile e Regione Toscana

Quello che però manca nel sito dell’A.R.S., alla sezione I dati del Covid-19 in Toscana e in Italia“, è una contestualizzazione più ampia degli eventi. Proviamo a fare chiarezza su questo punto, considerando il periodo semestrale che va da gennaio a giugno, comprendente quindi anche i mesi di marzo e aprile, e per tale periodo ricaviamo le statistiche relative alle persone decedute per ogni tipo di causa, con riferimento agli anni che vanno dal 2015 al 2020 (dati ISTAT).

Iniziamo dal basso, da un piccolo comune della lucchesia, Borgo a Mozzano (Figura 6).

 

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Figura 6: Andamento decessi, Comune di Borgo a Mozzano (LU)-, Elaborazione CDC su dati Istat

Nei primi sei mesi del 2020, possiamo osservare un numero di decessi inferiore rispetto a quello degli ultimi cinque anni.

Estendendo lo studio e sommando i valori parziali relativi ai singoli comuni, ricaviamo la situazione per l’intera provincia, sintetizzata nei grafici sotto riportati (Figura7, Figura 8): la curva relativa al primo semestre del 2020 (di colore rosso) non evidenzia significative differenze in termini di andamento rispetto al semestre gennaio-giugno degli ultimi sei anni. Quindi, ciò significa che il numero totale dei decessi è inferiore rispetto al passato.

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Figura 7: Andamento decessi, Provincia di Lucca – Elaborazione CDC su dati Istat
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Figura 8: Decessi totali, semestre gennaio-giugno, anni 2015-2020, Provincia di Lucca – Elaborazione CDC su dati Istat

Nel grafico di Figura 8 sono evidenziati i valori finali, al 30 giugno, relativi alle persone decedute per ogni tipo di causa in provincia di Lucca.

Possiamo osservare, come il totale relativo al 2020 sia prossimo alla media calcolata con riferimento al periodo 2015-2020 (in particolare abbiamo avuto 16 decessi in più rispetto alla media, su un totale di oltre 2300).

Inoltre, i valori risultano inferiori rispetto a quelli raggiunti negli anni 2015 e 2017.

Al fine di ampliare lo studio, per osservare eventuali differenze con le altre zone della Toscana, abbiamo quindi esteso la ricerca alle città vicine, ed infine alla regione nel suo insieme.

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Figura 9: Decessi totali, semestre gennaio-giugno, anni 2015-2020, Elaborazione CDC su dati Istat

 

Da tale lavoro, sintetizzato nell’elaborato riportato in figura 9, si ricava come in ogni provincia e nell’intera regione, i decessi complessivi verificatisi nei primi sei mesi dell’anno siano perfettamente inquadrabili in una situazione in linea con quanto avvenuto nei 5 anni precedenti (in particolare abbiamo avuto circa 164 decessi in più rispetto alla media del periodo 2015-2020, su un totale di oltre 22.200).

Addirittura si evidenziano numeri inferiori agli anni 2015 e 2017, fatto riscontrabile sia in ogni singola provincia, sia a livello regionale.

Visto quanto osservato in questo studio, eventuali e localizzati episodi di emergenza sanitaria verificatisi negli ospedali toscani, non sarebbero quindi da addebitarsi alla qualità dell’emergenza Sars-Cov-2, ma alla gestione politica e organizzativa del comparto Sanità: mancanza di strutture, di personale, di mezzi, di linee guida chiare e coerenti.

Guardando invece al contesto nazionale, non possiamo dimenticare le autopsie sconsigliate dal Ministero della Salute [4] e tutte le altre problematiche relative a quelle cure che sono state ostacolate [5]: ciò ha indubbiamente contribuito all’aggravamento della situazione.  Nonostante tale contesto, i nostri medici ed i nostri infermieri, sempre in prima linea, hanno dimostrato il loro grande valore all’intera comunità.

Alla luce di quanto descritto in questo report, dati alla mano, possiamo affermare che la Toscana non ha vissuto e non sta vivendo un’emergenza Covid-19.

Proprio per queste considerazioni, è ancora più importante, oggi, capire quali siano le scelte politiche più opportune da compiere per salvaguardare la salute e la vita civile. Prima della paura, del panico e delle notizie dai focolai di Parigi e Madrid, sarebbe importante capire veramente cosa è successo e cosa sta accadendo nei nostri territori.

Tutto questo, per il rispetto che dobbiamo a chi non c’è più e a chi ha subito e sta subendo i danni più gravi da tutta questa triste, preoccupante ed epocale vicenda.

L’Italia intera attende risposte serie e responsabili, per il futuro di tutti.

Di Filippo Della Santa, ComeDonChisciotte.org

05.10.2020

Filippo Della Santa. Ingegnere, appassionato di musica. Insofferente alla mancanza di logica e agli abusi di potere, trascorre le sue giornate immerso nell’attualità, cercando rifugio nelle “Terre dell’Eterno Inverno” per ricaricare le energie.

 

PER APPROFONDIRE SCARICA LA DOCUMENTAZIONE ELABORATA PER LO STUDIO:

NOTE:

[1]= https://www.ars.toscana.it/banche-dati/dati-sintesi-sintcovid-aggiornamenti-e-novita-sul-numero-dei-casi-deceduti-tamponi-per-provincia-e-per-asl-della-regione-toscana-e-confronto-con-italia-con-quanti-sono-i-decessi-per-comune?provenienza=home_ricerca&dettaglio=ric_geo_covid&par_top_geografia=090

[2]= “Ordina di dare mandato ai Dipartimenti della Prevenzione delle Aziende sanitarie di effettuare, per ogni nuovo caso positivo, una valutazione puntuale dell’ambiente domiciliare per l’isolamento domiciliare del caso positivo e, in caso di sovraffollamento o di situazione logistica sfavorevole che non permetta una gestione in sicurezza di tale provvedimento, e di contestuale rifiuto all’isolamento volontario in albergo sanitario, di proporre al Sindaco, in qualità di Autorità Sanitaria Locale, l’emissione di un’ordinanza contingibile e urgente a tutela della salute pubblica che prescriva, ai sensi dell’articolo 50 del D.lgs. 18 agosto 2000, n. 267 (TUEL), l’isolamento in albergo sanitario

[3]

  • https://www.globalresearch.ca/what-is-covid-19-sars-2-how-is-it-tested-how-is-it-measured-the-fear-campaign-has-no-scientific-basis/5722566
  • https://www.nytimes.com/2007/01/22/health/22whoop.html
  • https://archive.is/YTAqF
  • Dott. Stefano Scoglio – https://www.nogeoingegneria.com/effetti/salute/i-tamponi-covid-19-producono-fino-al-95-di-falsi-positivi-confermato-dallistituto-superiore-di-sanita/

[4]= “Per l’intero periodo della fase emergenziale non si dovrebbe procedere all’esecuzione di autopsie o riscontri diagnostici nei casi conclamati di COVID-19, sia se deceduti in corso di ricovero presso un reparto ospedaliero sia se deceduti presso il proprio domicilio.”  – fonte: https://www.trovanorme.salute.gov.it/norme/renderNormsanPdf?anno=2020&codLeg=73832&parte=1%20&serie=null

[5] =

SITOGRAFIA

Sito ufficiale ISTAT

Sito ufficiale Istituto Superiore di Sanità
Sito ufficiale Regione Toscana
Sito Il Sole 24 ore, sezione”Coronavirus in Italia, i dati e la mappa

Pubblicato da Jacopo Brogi per ComeDonChisciotte.org

 

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