Di Davide Amerio per Comedonchisciotte.org
Per cercare di fare chiarezza, abbiamo interpellato un Operatore commerciale del settore che si occupa di contratti sia per il privato cittadino, sia per le aziende: un attività che svolge da oltre 12 anni. Dialogando sul tema, ci ha mostrato un quadro semplice, ma reale, della situazione, ponendo l’accento su come si distribuiscono costi reali della filiera della produzione energetica, ovvero quelli che ricadono in capo al consumatore.
La struttura della Produzione/Distribuzione
Piaccia o meno, la strada intrapresa dai governi negli ultimi 30 anni (con la favoletta di quanto è bello il privato rispetto al pubblico), ha comportato la vendita (svendita?) degli Asset strategici, tra i quali quello dell’energia. Al fine di evitare operazioni di monopolio (cui tende in modo “naturale” il libero mercato neoliberista), il legislatore ha realizzato una tripartizione, differenziando le aziende in: Produttrici, Distributrici, e Commerciali.
I Produttori sono tutti coloro che, con sistemi diversi, producono energia e la rendono disponibile per la rete di distribuzione. Produttore può anche essere il singolo privato con il suo personale impianto fotovoltaico che “vende” l’eccedenza della sua produzione energetica.
La Distribuzione è ripartita in due sotto insiemi: quello dell’alta tensione (gestita da Terna SpA), e quello della media-bassa tensione (220-380V) gestita da distributori locali (proprietari dei cavi e dei contatori). Questi ultimi operano con concessioni governative. Essendo però la struttura fisica della distribuzione non facilmente riproducibile, il settore finisce per agire in un mercato di monopolio, pur dovendo rispettare una serie di paletti e controlli che sono imposti dal concessionario.
Dal lato commerciale abbiamo i Reseller e gli Operatori. I primi fanno parte di un gruppo di acquisto: c’è un Operatore capogruppo che acquista energia e gas, e la rivende agli altri Reseller del gruppo. L’Operatore acquista, attraverso delle gare, slot di stoccaggio del Gas.
Realizza poi con la vendita una marginalità di guadagno come differenza tra il prezzo di vendita e quello medio delle fasi di acquisto. Per la Luce non esiste immagazzinamento, ma operazioni di acquisto di “futures”, opzionando acquisti di quantitativi, per uso futuro, ad un prezzo prefissato.
Costi e Bollette
In questo contesto il soggetto prevalente è il Distributore, e dalla bolletta possiamo individuare una serie di costi che vengono imputati al consumatore. Teoricamente il costo della bolletta dovrebbe essere il risultato del computo tra il consumo e il prezzo di acquisto stabilito al momento del contratto (da parte del cliente). Ma in bolletta ci sono altri costi:
- Perdite di rete (Luce): è il 10%. La normativa prevede che le “perdite” della rete di distribuzione gravino sul consumatore. Sono soldi che incamera il Distributore e non l’Operatore
- Costi di dispacciamento e sbilanciamento
- Costo PCV (o CCV) ovvero il Costo di commercializzazione e vendita: rappresenta il costo amministrativo della gestione dell’Operatore/Reseller.
Se l’Operatore o il Reseller non paga il Distributore, questo può chiudere i “rubinetti” di rifornimento dell’energia o dell gas. In questo caso i consumatori clienti di un insolvente Operatore (o Reseller) vengono inseriti dal Distributore nel mercato di “ultima istanza” costituito dai cattivi pagatori.
Tipologia dei Mercati
Mercato di Tutela (o maggior Tutela) a seconda che si parli di Luce o Gas (ma sono equivalenti): il legislatore, per agevolare la transizione al libero mercato, ha posto tutti i clienti (provenienti dal precedente monopolista statale) nel Mercato di Tutela. In questo modo, nel corso del tempo, era previsto il passaggio graduale degli utenti verso il libero mercato. Questo passaggio avrebbe già dovuto essere realizzato da alcuni anni, e gli utenti avrebbero dovuto interessarsi per transitare verso operatori del libero mercato.
Ciò non è avvenuto: vuoi a causa di non sufficienti informazioni, vuoi per diffidenza da parte dei consumatori. I governi sono stati quindi costretti a prorogare la data di scadenza per il passaggio, sino ad oggi: stabilendo che per il Gas si doveva passare al libero mercato entro il 10 gennaio ‘24, mentre per la Luce la scadenza è fine Aprile ‘24.
Importante!: i clienti che non effettueranno il passaggio entro i termini precedenti, saranno messi “all’asta” dai Distributori, e subiranno l’applicazione di una tariffa “Placet” molto cara; inoltre rischiano di finire nelle mani di Operatori che non conoscono, ma che hanno partecipato alle aste di vendita dei lotti contrattuali.
Per le Aziende la transizione è già stata completata.
Mercato di Salvaguardia (o di Ultima istanza): mercato nel quale finiscono i cattivi pagatori (per scelta o involontari). Questo può dipendere dal privato in sé (anche azienda), oppure dall’Operatore o dal Reseller che non pagano il Distributore. In questo secondo caso, il Distributore sposta i clienti dell’Operatore insolvente all’interno del Mercato di Salvaguardia. In quest’area operano poche aziende che possono farsi carico delle insolvenze in corso (con un costo delle tariffe molto alto).
I clienti che finiscono in questo mercato si trovano a pagare tariffe esorbitanti. In questo mercato il consumatore dovrà pagare la tariffa base più alta, maggiorata di una quota che serve al Distributore per ammortizzare i mancati introiti dei soldi che non riesce a recuperare dai cattivi pagatori volontari.
Se il cliente è un pagatore corretto, ma è finito in questo mercato a causa dell’insolvenza dell’Operatore con cui avevano un contratto, deve assumere l’iniziativa di rivolgersi al Distributore (il reale creditore del debito insoluto dell’Operatore) chiedendo di passare al libero mercato, per valutare eventuali altre proposte. Dopo le opportune verifiche, il Distributore può fare direttamente una proposta commerciale migliorativa al cliente, oppure riammetterlo al libero mercato.
Il meccanismo può sembrare severo, ma bisogna mettere in conto che esistono Operatori, una minoranza, ma magari con molti clienti, che falliscono lasciando debiti cospicui da saldare: e i clienti ci vanno di mezzo.
Per i clienti che sono insolventi per una loro decisione, ovvero non hanno pagato delle bollette, magari prima rateizzate, e poi interrompendo i pagamenti, è previsto un meccanismo di tutela per gli Operatori. Se non si pagano le bollette, e poi si chiede il trasferimento su un altro Operatore, pensando di farla franca, oggi non è più possibile. L’Operatore che vanta il credito segnala il cliente al Distributore applicando il CMOR (costo di indennizzo); questo costo verrà comunicato dal Distributore al nuovo Operatore con il quale l’insolvente ha stipulato il nuovo contratto. Morale: alla prima bolletta che riceverà il consumatore inadempiente si troverà riportato tutto il costo del debito pregresso maturato con gli operatori precedenti.
Occhio al costo PCV!
In questo contesto un elemento che può pesare sulla bolletta, e fare la differenza importante tra i gestori, è il costo PCV. Costo della commercializzazione (amministrativo), che è sempre presente in bolletta anche se i consumi sono a zero. La questione è importante: in genere le aziende che ti propongono il contratto ti invogliano con il discorso del risparmio, dell’ordine di qualche decina di centesimi, sul prezzo dell’energia. Ma quasi nessuno ti menziona il costo PCV (costo fisso) che andrai a pagare ogni mese. Il rischio è quindi di “risparmiare” qualche centesimo sul costo dell’energia, e poi essere salassati con il costo amministrativo.
L’Operatore guadagna sul ricarico che applica al costo dell’energia (rispetto al costo di acquisto) e sulla quota PCV. Questo implica la necessità di trasparenza sui costi dell’Operatore nei riguardi dei propri clienti. Quando vi chiamerà l’ennesimo Operatore per farvi l’ennesima proposta miracolosa per farvi risparmiare, una delle domande magiche, che li metterà con le spalle al muro è: “Qual’è il costo PCV?”.
Consigli pratici
1) Rivolgersi a un commerciale preparato sulla materia, che conosca come funziona il mercato (come abbiamo spiegato prima), e sappia dettagliare tutti i costi del contratto.
2) È chiaro, per quanto abbiamo spiegato, che il costo della bolletta non può variare in modo stratosferico da un Operatore all’altro, quindi occhio alle troppo facili promesse; il mercato funziona un po’ come quello della benzina: le variazioni di costo del prodotto sono piuttosto contenute.
3) La differenza tra gli operatori si gioca nella bravura in fase di acquisto dell’energia (una fase che il consumatore non vede), e nella gestione dei costi della propria struttura e della organizzazione. Ci possono essere differenze tra operatori in base – per esempio- a:
- Quantità di eventuali punti vendita sul territorio: possono fornire un supporto diretto al cliente, ma comportano dei costi (retribuzioni e locali).
- Modalità pubblicitaria sui media: dalla radio, alla televisione, ai social (è bene ricordarsi, come regola generale, che i “testimonial” e gli “influencer” non prestano servizio gratuitamente, e ogni spazio pubblicitario ha un costo proporzionato al numero di persone che può raggiungere)
- Dimensione della struttura commerciale che, talvolta, può risultare sovradimensionata e quindi ridondante con costi superflui; ivi comprese le “sedi” magari ubicate in palazzi o luoghi prestigiosi (anche questi sono costi di struttura, e personale, che ricadono sul consumatore)
4) Se l’Operatore è serio, cercherà di acquisirvi come cliente a fronte di un confronto tra la proposta contrattuale del vostro attuale Operatore e quella che lui vi può offrire (non è detto che il confronto, nel momento in cui fate la verifica, sia a vostro favore). Questo richiede un esame dettagliato della bolletta per analizzare i consumi e tutti i costi del servizio: quindi la consulenza di un professionista veramente preparato sulla materia. Diffidare delle telefonate con proposte spot e troppo accattivanti.
5 ) Attenzione: Non esistono, attualmente, costi o penali per il cambio di Operatore! (tranne per i clienti business per le medie tensioni). È sempre comunque bene verificare il contratto – scritto- che vi viene proposto. Non si può escludere che qualche Operatore inserisca delle penali anche se le norme attuali non lo consentono.
La corretta gestione dei costi, da parte di un Operatore, è quindi fondamentale per offrire, realmente, un vantaggio ai propri clienti. Stiamo comunque parlando di qualche punto percentuale di risparmio sui costi complessivi, considerando che tutti comprano l’energia negli stessi posti, più o meno agli stessi prezzi. La differenza matura nella gestione dei costi gestionali sopra citati. Non sempre il nome altisonante, o conosciuto, è garanzia di tariffe competitive.
Il Prezzo della materia prima e le Tariffe
Il PUN (Prezzo Unico Nazionale) è il prezzo medio al quale viene acquistata l’energia offerta dai produttori, differenziato successivamente nella varie fasce orarie per il consumo. È un prezzo che cambia di ora in ora, e viene definito dal “mercato” internazionale. Il PUN viene calcolato per ogni mese da parte dell’ARERA (vedi oltre) riferendosi ai consumi del mese precedente a quello di fatturazione.
Sul PUN si dovrebbe aprire il dibattito politico. Esso è determinato dal mix delle diverse fonti energetiche (es. fossili, fotovoltaici, eoliche, nucleare…) che compongono lo stock acquistato. La descrizione delle fonti di provenienza dell’energia è presente in una delle pagine delle bollette, nella quale si specificano le percentuali che hanno contribuito a generare il KW/h.
Il problema dei costi risiede nel modo in cui viene computato il prezzo finale di uno stock di energia che si deve acquistare. Quando un Paese deve acquistare energia si rivolge a diversi produttori, ciascuno dei quali produce secondo determinate modalità, ciascuna con il suo prezzo. Per completare lo stock necessario, può capitare di doversi rivolgere a un produttore con un prezzo più alto rispetto a tutti gli altri (definito prezzo marginale). Qui si gioca la “porcata” sulle spalle dei consumatori da parte del Dio Mercato (e dei politicanti): questo prezzo marginale del mix, – meno conveniente -, viene attribuito a tutto lo stock, e comporta un livellamento verso l’alto del prezzo finale.
Il passaggio è trasparente ma il consumatore è tenuto all’oscuro di queste manovre.
Il meccanismo del Prezzo Marginale è stato concepito per incentivare la transizione da impianti a combustibili fossili a quelli basati su energie rinnovabili. La struttura normativa è stata ideata per generare profitti per coloro che hanno effettuato ingenti investimenti nelle energie rinnovabili, consentendo loro di recuperare il capitale inizialmente impiegato. Attualmente, coloro che commercializzano energia proveniente esclusivamente da fonti rinnovabili beneficiano di compensazioni significativamente più elevate a causa del sistema di Prezzo Marginale, generando utili consistenti. Gli investitori nel settore delle rinnovabili, grazie ai costi dell’energia così elevati, registrano profitti considerevoli.
Le tariffe, nel mercato tutelato, sono stabilite dall’ARERA: l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente; è un’autorità amministrativa indipendente della Repubblica Italiana che ha la funzione di favorire lo sviluppo di mercati concorrenziali.
Nel libero mercato, ogni Operatore stabilisce le proprie tariffe, sulla base delle considerazioni che abbiamo fatto. Quindi l’atteggiamento degli operatori è di particolare rilievo: come in ogni ambito commerciale ci saranno quelli che agiscono per acquisire clienti, e per fidelizzarli nel tempo, e i “mercenari” che cercheranno facili profitti nel breve periodo, sulle spalle dei consumatori.
Siate quindi accorti nella scelta dell’Operatore, e non siate precipitosi spinti da qualche “sollecitazione” lobbistica e/o pubblicitaria da parte delle aziende. Ci sono attualmente “piccoli” Operatori che si muovono correttamente in questo difficile mercato, cercando di offrire un buon servizio di qualità ai propri clienti.
Di Davide Amerio per Comedonchisciotte.org
Davide Amerio, analista di sistemi informatici, consulente aziendale, scrittore, blogger freelance (Tgvallesusa.it), studioso di Scienze Politiche, iscritto alla Facoltà di Scienze Internazionali dello Sviluppo e della Cooperazione di UniTo. Ha pubblicato “Saggista per Caso” (raccolta di articoli 2013-2021), e il volume di racconti “Storie di ordinaria umanità – Vol I”.