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Donald Trump è un buon Presidente (Prospettiva di uno straniero in USA)

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A cura di Bosque Primario
Il 18 Dicembre 2018
373 Views

DI MICHEL HOUELLEBECQ

harpers.org

In tutta sincerità, gli americani mi piacciono molto. Ho incontrato molte lovely people negli Stati Uniti e  posso rendermi conto della vergogna che molti americani (e non solo gli “intellettuali di New York”) sentano per avere come loro capo un pagliaccio terrificante.

Tuttavia, devo chiedere — e so che questo non sarà facile per gli americani —  di considerare per un momento, le cose da un punto di vista non americano. Non intendo “da un punto di vista francese”, che sarebbe chiedere troppo, ma, diciamo,  “dal punto di vista del resto del mondo”.

Nelle numerose occasioni in cui mi hanno chiesto un parere sull’elezione di Donald Trump, ho risposto che non me ne frega un cxxxo. La Francia non è il Wyoming o l’Arkansas. La Francia è un paese indipendente, più o meno, e tornerà ad esserlo di nuovo del tutto quando l’Unione europea si sarà sciolta (prima è,  meglio sarà).

Gli Stati Uniti d’America non sono più la potenza più importante del mondo, lo sono stati per molto tempo, per quasi tutto il corso del ventesimo secolo, ma non lo sono più.

Rimangono una potenza importante, una tra le tante.

Ma questa non è necessariamente una cattiva notizia per gli americani.

È un’ottima notizia per il resto del mondo.

La mia risposta è un po’ esagerata. Uno dovrebbe avere almeno un minimo di interesse per la vita politica americana. Gli Stati Uniti sono ancora la principale potenza militare del mondo e sfortunatamente devono ancora perdere l’abitudine di  intervenire al di fuori dei loro confini. Non sono uno storico, e non so molto della storia (antica) – per esempio, non potrei dire se la triste vicenda del Vietnam sia stata più colpa di Kennedy o Johnson – ma ho l’impressione che sia passato parecchio tempo dall’ultima volta che gli Stati Uniti hanno vinto una guerra, e per almeno cinquant’anni i suoi interventi militari all’estero, riconosciuti o clandestini, non sono stati altro che una successione di disgrazie finite in un fallimento.

Ma torniamo all’ultimo intervento moralmente indiscutibile e militarmente vittorioso degli Stati Uniti, vale a dire la sua partecipazione alla seconda guerra mondiale: cosa sarebbe successo se gli Stati Uniti non fossero entrati in guerra ? …. Sgradevole storia alternativa: Senza dubbio, il destino dell’Asia sarebbe stato notevolmente differente. Anche il destino dell’Europa, ma probabilmente un po ‘meno. In ogni caso, Hitler avrebbe perso lo stesso. La cosa più probabile è che gli eserciti di Stalin sarebbero arrivati fino a Cherbourg.  Eppoi a qualche paese europeo è stato risparmiato il calvario del comunismo.

Uno scenario sgradevole, lo ammetto, ma di breve durata. Quarant’anni dopo, l’Unione Sovietica sarebbe crollata comunque, semplicemente perché si basava su un’ideologia sterile e fasulla. Qualunque siano state le circostanze, qualunque sia stata la cultura in cui il comunismo ha messo radici, non è riuscito a sopravvivere per un secolo – in nessun paese del mondo.

La gente ha la memoria corta. Gli ungheresi, i polacchi, i cechi di oggi – si ricordano davvero di essere stati comunisti? Il modo in cui vedono loro la posta in gioco in Europa, è tanto differente dal punto di vista degli altri paesi dell’Europa occidentale? Sembra estremamente improbabile. Per adottare per un momento il linguaggio del centro-sinistra, il “cancro populista” non è affatto limitato al Gruppo Visegrád. Soprattutto, gli argomenti messi in campo in Austria, in Polonia, in Italia e in Svezia sono esattamente gli stessi. Una delle costanti nella lunga storia dell’Europa è la lotta contro l’Islam; oggi quella lotta è semplicemente tornata in primo piano.

Ho letto qualcosa solo nei romanzi (quasi esclusivamente romanzi americani) sulle tattiche ripugnanti  usate dalla CIA in Nicaragua e in Cile , quindi non posso essere attendibile su questi argomenti. I primi interventi militari USA che mi ricordo davvero sono quelli dei due Bush, in particolare quelli del figlio. La Francia si rifiutò di unirsi alla sua guerra contro l’Iraq, una guerra che era in parti uguali immorale e stupida; la Francia aveva ragione, e lo faccio notare con piacere, perché la Francia raramente ha avuto ragione . . . diciamo, dai tempi di de Gaulle.

Enormi progressi sono stati fatti sotto Obama. Forse gli è stato assegnato un po’ troppo presto il Nobel per la pace; ma per quanto mi riguarda, dopo se lo è veramente guadagnato, il giorno in cui si è rifiutato di appoggiare l’attacco alla Siria proposto da Francois Hollande. I tentativi di Obama per la riconciliazione delle razze hanno avuto meno successo, ma non conosco abbastanza bene gli USA per capire esattamente perché; tutto ciò che posso fare è rimpiangere il fatto che non ci sia riuscito. Ma per lo meno, dobbiamo congratularci con Obama per non aver aggiunto la Siria alla lunga lista (Afghanistan, Iraq, Libia e altri che senza dubbio dimentico) di terre musulmane dove l’Occidente ha commesso atrocità.

Trump sta perseguendo e amplificando la politica di disimpegno avviata da Obama; questa è un’ottima notizia per il resto del mondo.

Gli americani si stanno togliendo di mezzo.

Gli americani ci stanno lasciando esistere.

Gli americani hanno smesso di cercare di spargere democrazia nei quattro angoli del globo. Ma poi, quale democrazia? Votare ogni quattro anni per eleggere un capo di stato è questa la democrazia? Dal mio punto di vista, c’è un solo paese al mondo (uno, non due) che gode di istituzioni parzialmente democratiche, e quel paese non sono gli USA, ma è la Svizzera. Un paese degno di nota anche per la sua lodevole politica di neutralità.

Gli americani non sono più pronti a morire per la libertà di stampa. E comunque, quale libertà di stampa? Ho cominciato a vedere sempre meno opinioni differenti, quando io avevo dodici anni (ora sto scrivendo poco dopo che in Francia è cominciata una nuova caccia alle streghe lanciata contro lo scrittore notoriamente anti-liberale Éric Zemmour).

Gli americani fanno sempre più affidamento sui droni, che – se sapessero come usarli – avrebbero potuto permettere di ridurre il numero di vittime civili (ma il fatto è che gli americani sono sempre stati incapaci, praticamente da quando è iniziata l’aviazione, a fare un bombardamento adeguato).

Ma la cosa più notevole sulla nuova politica americana è sicuramente la posizione presa sul commercio, e lì  che Trump è stato una benefica boccata d’aria fresca; avete fatto veramente bene ad eleggere un presidente che arriva da quella che viene chiamata “società civile”.

Il Presidente Trump strappa trattati e accordi commerciali quando pensa che siano sbagliati. Ha ragione su questo; i leader devono vedere come funzionano le cose durante il periodo di riflessione e tirarsi indietro se le offerte non sono buone.

A differenza dei liberals del libero mercato (che sono, a modo loro, fanatici come i comunisti), il presidente Trump non considera che il libero scambio globale sia il punto arrivo del progresso umano. Quando il libero scambio favorisce gli interessi americani, il presidente Trump è a favore del libero scambio; nel caso contrario, trova del tutto appropriate le antiquate misure del protezionismo.

Il presidente Trump è stato eletto per tutelare gli interessi dei lavoratori americani e sta salvaguardando gli interessi dei lavoratori americani. Negli ultimi cinquant’anni in Francia, ci sarebbe piaciuto che qualcuno avesse assunto più spesso questo tipo di atteggiamento .

Il presidente Trump non ama l’Unione europea; pensa che non abbiamo molto in comune, specialmente pensa che non abbiamo “valori”; e io sono d’accordo con lui, perché, di quali valori parliamo? Dei “Diritti umani”? Sul serio? Lui preferirebbe negoziare direttamente con i singoli paesi, e credo che questo sarebbe decisamente meglio; non penso che l’Unione faccia necessariamente la forza. Credo che in Europa non abbiamo né una lingua comune, né valori comuni, né interessi comuni, che, in una parola, l’Europa non esista, e che non costituirà mai un popolo o che non sosterrà una possibile democrazia (vedi l’etimologia del termine), semplicemente perché non vuole creare un popolo. In breve, l’Europa è solo una idea stupida che si è gradualmente trasformata in un brutto sogno, da cui alla fine ci risveglieremo. E nelle sue speranze per gli “Stati Uniti d’Europa” – faccio un ovvio riferimento agli Stati Uniti- Victor Hugo diede solo un’altra prova della sua magniloquenza e della sua stupidità; mi fa sempre un po’ di bene criticare Victor Hugo.

Logicamente, il presidente Trump è stato soddisfatto della Brexit. Logicamente, lo sono stato anch’io; il mio unico cruccio è stato che gli inglesi si siano dimostrati di nuovo più coraggiosi di noi di fronte all’impero. Gli inglesi mi danno sui nervi, ma non si può negare che abbiano coraggio.

Il Presidente Trump non considera Vladimir Putin una persona con cui sia indegno negoziare. Nemmeno io. Non credo che alla Russia sia stato assegnato il ruolo di guida universale dell’umanità – la mia ammirazione per Dostoevskij non arriva tanto lontano – ma ammiro la perseveranza dell’ortodossia nelle sue stesse terre, penso che il cattolicesimo romano farebbe bene a trarne ispirazione, e credo che il “dialogo ecumenico” possa essere utilmente limitato a un dialogo con la sola Chiesa ortodossa (il cristianesimo non è solo una “religione del Libro”, come si dice troppo superficialmente, è anche, e forse soprattutto, la religione della Incarnazione). Sono dolorosamente consapevole del fatto che il Grande Scisma del 1054 per l’Europa cristiana fu l’inizio della fine; ma d’altra parte, credo che la fine non sia mai certa finché non arriva.

Sembra che il Presidente Trump sia persino riuscito a domare il matto nordcoreano; ho trovato che in questa impresa ci abbia messo un tocco di classe.

Sembra che il Presidente Trump abbia recentemente dichiarato: “Sapete che cosa sono? Sono un nazionalista! ” Me lo sono anche io, proprio così. I nazionalisti possono parlare tra loro; con gli internazionalisti, stranamente, parlare non funziona altrettanto bene.

La Francia dovrebbe uscire dalla NATO, ma forse sarà inutile se la NATO scomparirà da sola per mancanza di fondi operativi. Questa sarebbe una cosa in meno di cui preoccuparsi, e un altro motivo per cantare le lodi del presidente Trump.

In sintesi, il presidente Trump mi sembra uno dei migliori presidenti americani che abbia mai visto.

A livello personale, è, ovviamente, piuttosto ripugnante. Se si è sposato con una porno star, questo non è un mio problema e chi se ne frega, ma prendere in giro le persone handicappate è una cosa brutta. Con un programma simile al suo, un vero conservatore cristiano – cioè una persona onorata e con principi morali – sarebbe stata molto meglio per l’America.

Ma forse potrebbe succedere la prossima volta, o quella dopo ancora, se gli americani insisteranno a tenersi Trump. In sei anni, Ted Cruz sarà ancora relativamente giovane, e sicuramente ci saranno altri conservatori cristiani di buon livello. Sarete, voi americani, un po ‘meno competitivi, ma riscoprirete la gioia di vivere entro i confini del vostro magnifico paese, con onestà e virtù. (Con qualche infedeltà coniugale, perché nessuno è perfetto, ma dovrete farvene una ragione e rilassarvi. Anche nei migliori thriller americani, ci sono scene di pentimento sponsale difficili da reggere, specialmente quando si mettono in mezzo i bambini. Non voglio fare il “Francese licenzioso”, personaggio che detesto, sto solo cercando di  mantenere almeno un livello minimo di ipocrisia, senza il quale non è possibile una vita nella società umana.

Voi americani esporterete dei prodotti (marchi indispensabili: Marshall, Klipsch, Jack Daniel’s) e ne importerete degli altri (anche noi in Francia abbiamo cose da vendere). Alla fine, questi scambi non saranno molti, sia per volume commerciale che per valuta estera, ma una riduzione del commercio globale è un obiettivo desiderabile, che potrebbe essere raggiunto in breve tempo.

Qualche protesta potrebbe rendere più veloce il processo. Senza molta difficoltà, potrebbe limitarsi a merci e proprietà. Sono pochi i marinai a bordo di qualsiasi nave container, in caso di attacco, basterebbe avvisare il comandante di farli evacuare, evitando qualsiasi conflitto.

Il vostro militarismo messianico sparirebbe completamente e il mondo tirerebbe solo un sospiro di sollievo.

Silicon Valley e, in misura minore, anche Hollywood dovranno confrontarsi con nuovi formidabili concorrenti; ma la Silicon Valley, come Hollywood, manterrà importanti settori del suo mercato.

La Cina ridimensionerà le sue smisurate ambizioni e questo sarà il risultato più difficile da raggiungere, ma alla fine la Cina si limiterà nelle sue aspirazioni e l’India farà lo stesso. La Cina non è mai stata una potenza imperialista globale, né lo è stata l’India – a differenza degli Stati Uniti – e i loro obiettivi militari sono sempre stati a carattere locale. I loro obiettivi economici, è vero, sono globali e dovranno anche prendersi qualche rivincita economica che, veramente, si stanno già prendendo e questa cosa è davvero un motivo di preoccupazione; Donald Trump ha perfettamente ragione a non lasciarsi trascinare. Ma alla fine, le polemiche diminuiranno e il loro tasso di crescita scenderà.

Tutto ciò avverrà nel breve lasso di una vita umana.

Dovrai abituarti all’idea, Tu prode popolo americano: in ultima analisi, forse Donald Trump sarà stata una esperienza necessaria per te. E tu, popolo americano, sarai sempre il benvenuto, come turista.

 

Michel Houellebeq – John Cullen (Translator)

Fonte : https://harpers.org/archive/2019/01

Link: https://harpers.org/archive/2019/01/donald-trump-is-a-good-president/

gennaio 2019

Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte  comedonchisciotte.org  e l’autore della traduzione Bosque Primario

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