Di Glauco Benigni per ComeDobChisciotte.org
Il Neoliberismo è al tempo stesso un’ideologia politica e una teoria economica. La sua comparsa risale alla fine degli anni ’70. Il suo effetto apparve sin da subito subdolo e persuasivo e cominciò a influire non solo sui mercati finanziari e del lavoro, ma anche sull’organizzazione degli stili di vita e di pensiero. Il suo ideologo Friedrich von Hayek, che ricevette il Nobel per l’economia nel 1974, era assolutamente convinto che la Società si regge solo e unicamente grazie alle azioni di singoli individui. Una certezza che “risuona” con alcune affermazioni del Calvinismo: “la vocazione di ognuno si lega in positivo con la predestinazione e da vita ad una nuova etica della Società e del lavoro“. Una “chiave morale” che vede la crescita del capitale individuale quale “opera buona e giusta”, da cui molti studiosi vollero interpretare il messaggio calvinista quale modello ideale della borghesia occidentale contemporanea. Alcuni opinion makers di regime arrivano a sostenere che il Neoliberismo è “la fonte dei nostri valori“, alludendo con “nostri” ai valori di quelli che hanno un reddito annuo piuttosto importante e conti bancari nei paradisi fiscali.
L’ordine che tiene la società, secondo von Hayek, si genera spontaneamente dalla confluenza delle imprese e delle finalità dei singoli, e non ha niente a che vedere con qualsiasi forma di progettazione collettiva e/o di economia pianificata Ogni forma di controllo dall’alto, tipica delle visioni stataliste, è superflua, anzi dannosa. Talvolta si potrebbe confondere il Neoliberismo con l’anarchia del Potere – e infatti spesso le due pratiche si intersecano – ma von Hayek e i suoi seguaci puntualizzano che: invece no! la società – dicono – è regolata dalla proprietà privata: un fondamento naturale, un argine al caos. “La proprietà privata è l’unica soluzione – scrivono i sostenitori di von Hayek – finora praticata dagli umani per conciliare le libertà individuali con l’assenza di conflitti“. Machiavellici sognatori? Bugiardi consapevoli? Spudorati, osservatori di realtà molto parziali?…non sappiamo. Sappiamo che comunque le loro affermazioni non corrispondono a verità misurate e condivisibili.
Il Neoliberismo uscì dalla Sala parto della Storia nel periodo in cui si cominciarono a rottamare le Socialdemocrazie progressiste basate sul riformismo economico e sulla necessità dell’intervento pubblico, in ossequio alle teorie di John Maynard Keynes. Dalla fine della II Guerra Mondiale al 1973 qualcosa di buono era stato raggiunto, ma in quell’anno accaddero fatti che reindirizzarono la Storia. In gennaio, con gli Accordi di Pace di Parigi e il ritiro degli USA da Saigon, termina ufficialmente la Guerra del Vietnam. A maggio la Casa Bianca viene sconvolta dallo scandalo Watergate. A ottobre scoppia la Guerra dello Yom Kippur e i Paesi aderenti all’OPEC aumentano vistosamente il prezzo del greggio. A quel punto i Governi delle democrazie socialdemocratiche si svegliarono dal sogno, ancorchè agitato, del Welfare. La crisi petrolifera, che in Italia assunse il nome di Austerity e che si manifestò con il blocco totale del traffico domenicale, fu la scintilla perfetta che qualche anno dopo autorizzò i governi (in primis) angloamericani a sostenere il fallimento delle politiche di nazionalizzazione e/o coinvolgimento statale e parastatale e a sostituire quelle “pratiche da comunisti” con “le privatizzazioni”: un mantra, una parola magica che purtroppo risuonò alta e forte e che tutt’ora consente azioni di Governo depravate anche qui in Italia.
Con algida determinazione, dalle stanze di Downing Street la Lady di Ferro Mrs. Thatcher, negli anni tra il 1979 e il 1990, varò il Big Bang Act con il quale deregolamentò la Borsa britannica aprendo la strada a ogni possibile speculazione futura, e non contenta privatizzò, dando un esempio all’intera Europa, la linea aerea nazionale e le maggiori aziende di telecomunicazioni, energia e acciaio del Regno Unito. In sostanza risollevò, grazie ad alchimie amministrative, i conti dello Stato ridotto a “guardiano notturno”, lasciando però sul campo vittime collaterali di enorme rilievo, per esempio la classe operaia inglese e molti storici sindacati.
Raccontano le leggende che in una delle prime riunioni del suo Partito, nel 1975, Margareth Thatcher , mostrando una copia di “La società libera” di Friedrich von Hayek, affermò con vigore: “Qui c’è scritto tutto…Il nostro programma è riassunto qui“. E giù: tagli alla spesa pubblica, deregolamentazione a favore delle aziende, progressivo indebolimento dell’azione di Stato nell’economia e in generale.
In realtà il Neoliberismo, oltre a von Hayek, vanta molti alti illustri padri di origine francese che quindi lo definivano in un altro modo: “Laissez faire, laissez passer” (“lasciate fare, lasciate passare“). L’espressione viene attribuita all’economista J.C.M. Vincent de Gournay (1712-1759), Ministro del commercio francese, avversario del centralismo regolamentatore di Colbert. E non solo: secondo Keynes, il primo scrittore che usò l’espressione fu il marchese d’Argenson, ex Ministro di Luigi XV, verso il 1751. Ciò dimostra – come se ce ne fosse bisogno – che il concetto di Neoliberismo o laissez faire o “non disturbate il manovratore”, è un concetto molto, molto antico; si può dire che è esistito da sempre e si è manifestato ogni qualvolta il teorico, il filosofo, il governante o semplicemente il regolatore, abbia posto l’accento più sull’individuo, inteso quale mercante o imprenditore attivo, che non sulla collettività o società nella quale l’individuo si muoveva. Nell’instancabile braccio di ferro tra competizione e solidarietà, in ogni stagione in cui è prevalsa la prima, i “liberismi” hanno acquisito punteggio. La storia del Capitalismo è un fulgido esempio di come il talento, la fortuna, la buona salute e le capacità del singolo individuo possano condurre a situazioni bivalenti : da una parte buoni risultati e dall’altra accumulazione ed egemonia improvvida, sconsiderata e pericolosa.
Arroccato dietro una retorica esclusivamente positivista il Presidente USA Ronald Reagan, che restò in carica dal 1981 al 1990, ispirandosi a Milton Friedman e George Stigler, i maggiori esponenti della scuola dei Chicago Boys, propose e realizzò la “Reaganomics“, contribuendo a chiarire anche in modo esplicito la natura fortemente antidemocratica del Neoliberismo che infatti, al suo apice, considera la Democrazia rappresentativa e le sue Leggi un grave ostacolo alla libera manifestazione sia industriale che mercantile o finanziaria di Sua Maestà la Proprietà Privata.
Molti studiosi sostengono che il Neoliberismo sia una stagione finita negli anni ’90, con l’avvento delle cosiddette “terze vie” che hanno visto al timone Tony Blair e Bill Clinton. Molti altri però sostengono che ciò non sia vero e che il Neoliberismo nelle sue diverse forme e definizioni sia ancora vivo e vegeto: reincarnato nelle forme attuali di tecnofeudalesimo finanziario. Ne sappiamo molto noi in Italia, che dal 1994 al 2016 abbiamo ceduto quote azionarie di grandi aziende di stato e parastato – a seguito di ordini impartiti da NATO/DAVOS/G7 – per un totale di 110 miliardi di euro. Tra le tante nefandezze brilla per assurdità la sconcertante liquidazione dell’IRI, costituita nel 1933 e soppressa illogicamente nel 2000, dopo una campagna menzognera sulla inefficienza del settore pubblico.
I processi di globalizzazione e delocalizzazione della produzione, la creazione di catene transnazionali dell’offerta, la deregolamentazione del sistema finanziario, la riduzione della tassazione del grande capitale, l’occultamento di valore nei paradisi fiscali, la digitalizzazione esasperata, la svendita a privati di asset strategici di proprietà degli Stati…sono alcuni dei macrofenomeni indotti dal Neoliberismo, e i gruppi dirigenti – sia politici che economici – di tutti i Paesi dell’attuale G20 hanno dovuto confrontarsi, valutare imposizioni e mediazioni e fare i conti con essi. Molti dirigenti politici hanno semplicemente accettato di essere comprati spesso con fondi a sostegno delle campagne elettorali, altri hanno dovuto subire ricatti o sono stati paralizzati dalle minacce.
Oggi ciò che resta dell’ideologia neoliberista, fondata sul primato dell’individuo, delle aziende multinazionali e del mercato, appare un enorme sfasciacarrozze di dogmi e poteri arrugginiti che sono sopravvissuti grazie al “quantitative easy” (creazione di moneta delle Banche Centrali) e al plusvalore virtuale allocato nei listini di Borsa. Le scelte sono orientate di volta in volta da cocktails di mercantilismo, scuola classica, marginalismo, molto capitalismo, un po’ di collettivismo, spruzzate di teoria keynesiana: insomma un economia mista che fa i conti e descrive una scena apocalittica non più conciliabile con lo stato di crisi permanente come quello in cui siamo costretti a vivere. Il Neoliberismo esasperato degli ultimi anni ha creato una società profondamente divisa e classista, dove sono state soppresse le classi intermedie. Quasi tutti sanno e accettano ormai che l’1% più ricco del mondo detiene più del doppio della ricchezza netta posseduta da altri 7 miliardi di persone. Alle precedenti teorie economiche si è ormai sostituita la teoria dell’Emergenza permanente fondata sul terrore: pandemie, manipolazioni climatiche e guerre che nascono improvvise e si protraggono forzosamente, sono ormai diventati gli elementi fondanti dell’Economia planetaria. Con le Borse sull’orlo del default e con la moneta di riserva planetaria in uno stato di sofferenza mai registrato prima, il mondo rotola verso un orizzonte economico che appare caotico e rispetto al quale non è stata formulata ancora una nuova teoria complessiva accettabile. Mai come ora è valsa la Legge: “Chi prende il piatto ha ragione“, in ogni campo.
La dimensione collettiva, la fiducia negli Stati e nelle rappresentanze internazionali, la solidarietà e il vero Umanitarismo…sono concetti sempre più fragili e noi ci sentiamo sempre più soli e impotenti a gestire i rapporti di forza che vedono contrapposte le Elites e le classi subordinate. L’assurdo è che l’accento sull’individuo e sulla sua realizzazione, un valore di cui si fregiava l’ideologia neoliberista, non ci ha trasformati, come promesso, in esseri liberi e di successo, ma ha finito per illuderci e indebolirci. Le profezie di von Hayek e Compari sulle libertà riguardano solo i gradi di libertà delle Elites dominanti. Le favole sul pensiero positivo, sulle vacanze a tutti i costi, sulla meritocrazia, sul politically correct e sull’eguaglianza di genere, sono funzionali a questo sistema che ha creato delle nuove e sofisticate forme di dipendenza dalle Elites e ci ha trasformati da Soggetti attivi a Oggetti di sorveglianza.
Il sistema dei media sostenuti dalla pubblicità dell’attuale Caosliberismo ci sta convincendo che la Privacy non è più sostenibile; che la sorveglianza da sistemi remoti e invisibili, effettuata da parte delle Elites, fa bene alla sicurezza e quindi garantisce fiducia sociale; che la raccolta ossessiva dei nostri dati personali in fin dei conti è lecita perchè noi non dovremmo avere “niente da nascondere”; che il modo migliore per gestire i nostri risparmi è consegnarli nelle mani dei nostri peggiori sfruttatori mascherati da Grandi Banche e Investitori nelle Borse, i quali per qualche anno forse ci daranno dei profitti che altrimenti non avremmo, ma un bel giorno ci avvertiranno che “sorry, tutto è evaporato“; quindi: in progress non dobbiamo più possedere niente perchè tutto ciò che serve potremo prenderlo in affitto da quegli stessi Grandi Investitori nelle Borse che costruiscono anche beni e servizi indispensabili; e inoltre:
dobbiamo cominciare a pensare di metterci un bel microchip in testa per diventare veloci come i nostri computer; dobbiamo rinunciare all’uso del denaro contante perchè così si limita il lavoro nero e le attività mafiose; dobbiamo adottare lo European Digital Wallet, nel quale confluiranno tutti i nostri dati, in modo che le Autorità possano controllarci certo, ma per il nostro bene. E soprattutto ci dobbiamo abituare all’idea che l’Organizzazione Mondiale della Sanità avrà presto facolta di chiuderci tutti in casa a tempo indeterminato, dopo averci fatto vaccinare a forza, ogni qual volta i suoi esperti decreteranno uno stato di emergenza sanitaria e che se qualcuno tenterà di sfuggire alla sorveglianza, il Governo di turno (qualsiasi esso sia) ci bloccherà tutto: denaro elettronico, servizi internet, mezzi di spostamento, assistenza sanitaria, etc…
In compenso…udite, udite! l’Intelligenza Artificiale, gli algoritmi e la robotica ci assicurano che centinaia di milioni di lavoratori saranno finalmente e felicemente “disoccupati indipendenti” e potranno godersi una intera vita di tempo libero, purtroppo puntellata di piccoli lavori precari ma, sostenuta dal salario di cittadinanza.
Il Neoliberismo ci ha condotto a questo punto rivelandosi per ciò che era: una truffa colossale promossa e accreditata grazie all’esaltazione di teorie accademiche spacciate per scienza, in realtà ossequiose degli interessi di parte che le finanziavano. Ora però…se non ci sbrighiamo a rimettere a posto le cose, questo attuale Caosliberismo o S.O.S. liberismo fondato sulla paura, sull’imprevedibile e sulla sorveglianza, rischia di diventare un vero Inferno.
Di Glauco Benigni per ComeDonChisciotte.org
Per saperne di più sull’Autore: https://www.youtube.com/user/glaucobenigni
Glauco Benigni, laureato in Sociologia delle Comunicazioni di Massa, giornalista professionista, scrittore.
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