DI ALCESTE
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O vs Blondet, oppure Mazzucco. Oppure contro l’ottimo Marco Della Luna.
Il risultato sarebbe un KO devastante sin dai primi pugni.
Il volto da cagnolone vittimista di Saviano non verrebbe offeso nemmeno da una scalfittura.
Perché i controinformatori ricercano la verità, o quello che ritengono la verità e credono, scioccamente, che la verità sia rivoluzionaria.
Purtroppo è vero il contrario. La bella menzogna lo è (non la verità) poiché nasce col germe della sovversione.
Ho osservato Saviano alla presentazione del suo ultimo libro. Calmo, paziente, empatico, corretto (è rimasto sin alla fine sopportando smancerie, selfie, autografi compulsivi). Le sue idee erano basiche, elementari. Risultavano, però convincenti, anzi: suadenti, esposte con la tranquillità piana e scipita d’un maestro di scuola diligente e che piace alle mamme. Dopo pochi minuti, se lo avesse voluto, avrebbe condotto il gregge dove voleva lui, magari in un fosso. Nel pubblico s’era, infatti, ingenerata da subito la certezza che lui fosse nel giusto: poiché era vittima e le vittime hanno sempre ragione; poiché era un bravo ragazzo; poiché era pulito, educato; e pugnace il giusto. Uno che accusa, ferocemente, senza circostanziare granché, ma lo fa con quella bonomia PolCor per cui tutte le vacche sono grigie.
Immaginiamo un deathmatch con Barnard: Paolino esagitato, scarmigliato, veemente, spaventevole: le nonne fuggirebbero subito. E pure le mamme. Rimarrebbe il suo pubblico, pochi gatti, in realtà. E lui, imprigionato nella torre d’avorio dell’inconcludenza: una torre isolata da cui scagliare gli anatemi dell’incomprensione come uno Sgarbi sempre più allucinato e sterile: Tech Gleba! Coglioni!! E, invece, Saviano …
Si immagini uno scontro Blondet-Gramellini. Un massacro. Blondet racconterebbe la verità: le Twin Towers, gli ebrei danzanti, i neo con, il programma repubblicano per il nuovo secolo americano … il pubblico si farebbe una risata. Gramellini pure. KO tecnico alla prima ripresa.
E Poletti? L’avete mai visto all’opera? La faccia più truce del governicchio Renzi è un simpatico e amabile signore dall’accento emiliano. Con gli artigli da psicopatico celati alla vista, beninteso. Un duello fra lui e Mazzucco? Mazzucco: “Non siamo andati mai sulla luna!”. Al primo “Soccia!” verrebbe giù il teatro dal ridere (contro il buon Massimo, s’intende).
La Littizzetto contro chiunque di Zero Hedge: Zero finirebbe groggy con gli occhi da panda dopo pochi secondi. “Zero, ma perché invece di queste fregnacce non visiti più spesso la Iolanda?”. Sghignazzi a crepapelle.
La controinformazione deve travestire il proprio assalto con le armi della menzogna. Di una bella menzogna. Un’ideologia, un’utopia. Popolare, calda, ancestrale. Solo allora potrà insinuare la verità e vincere.
La vedo dura, però.
Com’è impostata la CI non serve a nulla, non smuove nulla. Un arredo parolaio come un altro.
Alceste
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14.12.2017