Antitrust inglese: Big Tech sta manipolando le nostre vite?

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di Martin Robinson (dailymail) 20/01/21

Un’indagine sugli algoritmi usati da compagnie come Google, Facebook e Amazon è stata aperta oggi tra i timori che stiano ‘manipolando’ le vite e siano usati per ‘cambiare artificialmente le percezioni’ selezionando quali notizie gli utenti di internet vedono.

La Competition and Markets Authority (CMA) potrà dare fondamento ai timori che il software utilizzato dai giganti della tecnologia sta corrompendo vite e condizioni di vita limitando la scelta, aumentando i prezzi e influenzando il modo in cui si recepiscono le notizie d’attualità.

Gli algoritmi esercitano un potere enorme su milioni di britannici, ma c’è poca o nessuna assunzione di responsabilità per le aziende tecnologiche sui risultati che producono o su ciò che costringono i consumatori a vedere.

Il CMA, il guardiano britannico in materia di antitrust e di monopolio dopo la Brexit, esaminerà ora le preoccupazioni sul fatto che gli algoritmi vengono utilizzati per influenzare lo shopping, i viaggi, le scelte di hotel e cibo, valutare i candidati al lavoro e persino manipolare la vita amorosa attraverso le app di incontri.

Una delle questioni che esamineranno sarà l’uso di algoritmi da parte di Google e Facebook per decidere quali notizie vengono mostrate alle persone che utilizzano i loro siti web. Ci sono anche preoccupazioni che gli algoritmi siano usati per manipolare il mercato pubblicitario online del Regno Unito – che vale 14 miliardi di sterline, ed è dominato da Google.

Questi risultati di ricerca sono spesso basati sulla loro precedente navigazione e sui link che hanno cliccato, piuttosto che indirizzarli agli inserzionisti che offrono la corrispondenza più vicina alla ricerca. La stessa critica è stata rivolta a YouTube e ai video che suggerisce agli utenti di guardare dopo.

Il gruppo di consumatori Which? ha anche sollevato la preoccupazione che gli algoritmi utilizzati da Amazon per dare ai prodotti una raccomandazione “Amazon Choice” possono influenzare le abitudini di acquisto e potenzialmente far pagare di più i prodotti. Il gigante online prevede anche ciò che qualcuno potrebbe comprare in base agli acquisti precedenti, al loro sesso, se hanno figli e cosa guardano sul loro lettore Prime.

Questi cosiddetti “nudge” sui siti web “possono essere manipolati per ridurre la scelta o cambiare artificialmente le percezioni dei consumatori” e persino portare a “prezzi personalizzati”, ha dichiarato la CMA, che sta cercando prove da accademici ed esperti del settore sui potenziali danni alla concorrenza e ai consumatori causati dall’uso improprio, intenzionale o meno, degli algoritmi.

Ha inoltre dichiarato: “Gran parte della vita delle persone viene trascorsa online, sia che si tratti di consultare notizie, socializzare, uscire, ordinare cibo o organizzare viaggi. Molte di queste attività online e i mercati che le sostengono non potrebbero esistere senza algoritmi, spesso sotto forma di intelligenza artificiale, e questi hanno permesso notevoli guadagni in efficienza ed efficacia. Tuttavia, possono avere un impatto negativo sui consumatori in vari modi.”

Gli algoritmi possono essere usati per personalizzare i servizi in modi che sono difficili da rilevare, portando a risultati di ricerca che possono essere manipolati per ridurre la scelta o cambiare artificialmente le percezioni dei consumatori. Le aziende possono anche usare gli algoritmi per cambiare il modo in cui classificano i prodotti sui siti web, dando una valutazione più alta ai propri prodotti ed escludendo i concorrenti.

I pericoli degli algoritmi sono stati messi a nudo l’anno scorso, quando gli algoritmi sono stati abbandonati a seguito di una protesta pubblica dopo che sono stati utilizzati per decidere i risultati GCSE e A-level degli adolescenti [e dunque la loro ammissione all’università NdT], il che avrebbe potuto avere conseguenze disastrose sul loro futuro. Durante quella crisi, i ministri come il Segretario per l’Educazione, Gavin Williamson, hanno ribadito che gli algoritmi erano il modo migliore e più giusto di decidere i voti.

La direttrice del reparto di Scienza dei Dati al CMA, Kate Brand, ha dichiarato: “Gli algoritmi giocano un ruolo fondamentale in rete ma, se non usati responsabilmente, hanno il potere di arrecare un danno esponenzialmente grande ai consumatori e alle attività.” Which? ha sollevato preoccupazioni sul fatto che l’algoritmo di Amazon può essere manipolato da venditori sleali per ricevere la raccomandazione Amazon’s Choice, così da incoraggiare le persone a comprare prodotti al di sotto degli standard di qualità, sprecando grandi quantità di denaro.

Rocio Concha, direttore legale e amministrativo di Which?, ha detto: “Gli algoritmi possono aiutare i consumatori a trovare prodotti e servizi adatti a loro così come buoni affari, ma possono anche essere usati per tracciare e monitorare i loro comportamenti senza che loro se ne accorgano, conducendoli ad essere manipolati  o ingannati – sia accidentalmente che di proposito. Dalle tattiche di vendita pressanti da parte dei siti di prenotazione di alloggi online ai venditori senza scrupoli che usano recensioni false per giocare a modo loro verso un prezioso attestato Amazon’s Choice, troppo spesso gli algoritmi possono portare i consumatori a rimetterci.

La nuova indagine della CMA è venuta settimane dopo che ha annunciato che il dominio di Google sui 14 miliardi di valore del mercato pubblicitario britannico sarà posto sotto indagine, tra i reclami che sta usando Chrome per far abuso della sua posizione come potere dominante nelle ricerche e nella navigazione.

L’indagine valuterà se l’eventuale rimozione di cookie di terze parti e altre funzionalità da Chrome potrebbe essere anticoncorrenziale e colpire ulteriormente le imprese britanniche decimando le loro entrate pubblicitarie online.

L’indagine della CMA è stata annunciata giorni dopo essere diventata il garante della Gran Bretagna in materia di antitrust e di monopolio dopo che il paese ha lasciato completamente l’UE e l’influenza di Bruxelles sulle leggi britanniche sulla concorrenza è formalmente finita.

Andrea Coscelli, amministratore delegato della CMA, ha detto: ‘Come la CMA ha appurato nella sua recente indagine di mercato, le proposte di Google sulla Privacy Sandbox avranno potenzialmente un impatto molto significativo su editori come i giornali, e sul mercato della pubblicità digitale. Ma ci sono anche preoccupazioni per la privacy da considerare, ed è per questo che continueremo a lavorare con l’Information Commissioner’s Office (ICO) mentre portiamo avanti questa indagine, mentre ci confrontiamo direttamente con Google e altri partecipanti al mercato riguardo alle nostre preoccupazioni”.

Marketers for an Open Web ha chiesto ripetutamente alla CMA di bloccare il controverso progetto “Privacy Sandbox” del gigante tech. Il gruppo di pressione dice che senza l’intervento del governo per proteggere la pluralità dei media nel Regno Unito, i loro membri potrebbero vedere le entrate diminuire del 75 per cento perché Google controlla fino al 98 per cento del traffico dei motori di ricerca del Regno Unito su PC, tablet e telefoni cellulari.

Il garante della concorrenza del Regno Unito esaminerà come la possibile rimozione di cookie di terze parti e altre funzionalità da Chrome potrebbe distorcere la concorrenza. Gli editori online, come i giornali, si affidano ai cookie di terze parti per indirizzare efficacemente la pubblicità e finanziare i loro contenuti. Ma l’uso di questi cookie comporta preoccupazioni per la privacy, in quanto permettono di tracciare il comportamento dei consumatori in tutto il web.

L’anno scorso, Coscelli ha detto che era necessario che i ministri istituissero urgentemente un regime normativo per contrastare il monopolio di Big Tech sui mercati della ricerca e degli annunci digitali o avrebbe agito da solo. Il denaro accumulato da Google con i suoi algoritmi pubblicitari e il suo straordinario potere di mercato lo ha già messo nel mirino della CMA. Google ha scioccato il mondo della pubblicità online nel 2020 quando ha annunciato che avrebbe eliminato gradualmente i cookie di terze parti. Questi permettevano alle aziende di utilizzare la pubblicità mirata basata sui siti web che un cliente aveva visitato o su quelli su cui aveva cliccato per navigare o comprare.

Google insiste che i cambiamenti sono principalmente per proteggere la privacy – i critici dicono che il suo scopo è quello di cementare il controllo di Google sui mercati della pubblicità online, perché negherà ai rivali l’accesso ai dati degli utenti necessari per vendere annunci. I browser web come Mozilla e Safari di Apple Inc. hanno già bloccato i cookie di terze parti. Ci sono preoccupazioni che siano usati per influenzare lo shopping, i viaggi, le scelte di hotel e cibo, valutare i candidati al lavoro e persino manipolare le vite amorose attraverso le app di incontri. Il gruppo di consumatori Which? ha sollevato la preoccupazione che gli algoritmi utilizzati da Amazon per dare ai prodotti una raccomandazione “Amazon Choice” possano influenzare le abitudini di acquisto.

Tradotto da Marco Di Mauro per ComeDonChisciotte

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