Un’unità segreta del Ministero degli Esteri britannico ha condotto una campagna di “propaganda nera” contro l’URSS dagli anni Cinquanta agli anni Settanta per minare la sua influenza globale, riporta il The Guardian, citando un ricercatore che ha studiato una serie di documenti di intelligence recentemente declassificati. Secondo l’accademico, Londra non ha lesinato di fomentare l’antisemitismo, il razzismo e il sentimento islamista per raggiungere i suoi obiettivi.
“Questi documenti sono tra i più importanti degli ultimi due decenni. Ora è molto chiaro che il Regno Unito si è impegnato in una propaganda nera maggiore di quanto gli storici ritengano e che questi sforzi erano più sistematici, ambiziosi e offensivi”, ha dichiarato al Guardian Rory Cormac, professore di relazioni internazionali all’Università di Nottingham.
Secondo il quotidiano, i documenti rivelano “centinaia di operazioni estese e costose” condotte dall’Information Research Department (IRD), un’unità segreta inizialmente istituita dal governo laburista del secondo dopoguerra per contrastare la propaganda comunista. L’unità “è andata ben oltre la semplice denuncia della disinformazione sovietica”, ha dichiarato Cormac, aggiungendo che il Regno Unito “intendeva sicuramente ingannare il pubblico per far passare il messaggio”.
L’IRD aveva un’unità editoriale speciale separata, altamente segreta, responsabile della cosiddetta “propaganda nera”, un tipo speciale di notizie false progettate per sembrare prodotte da una nazione o da un’organizzazione che il creatore reale vuole screditare.
Alcuni dei “rapporti” inviati ai governi e ai media occidentali includevano analisi presumibilmente provenienti da istituzioni indipendenti, che erano segretamente gestite dall’IRD, e mettevano in guardia le nazioni occidentali da una presunta “sovversione sovietica”. Secondo il Guardian, l’unità britannica ha anche falsificato almeno 11 rapporti che sarebbero stati pubblicati da agenzie di stampa statali sovietiche.
In particolare Londra ha cercato di creare una frattura tra Mosca e i suoi alleati nel mondo arabo, ma l’opera di propaganda si è rivolta anche in Africa, dove l’IRD cercò ripetutamente di trasmettere l’immagine dell’Unione Sovietica che vedeva gli africani come incivili.
I documenti declassificati nel 2021 e visionati dal The Guardian mostrano anche che la campagna di propaganda britannica ha avuto un ruolo nel massacro di massa dei comunisti in Indonesia negli anni Sessanta. Secondo varie stime, all’epoca furono uccisi tra i 500.000 e i tre milioni di sostenitori del Partito Comunista.
Questi sforzi ebbero il pieno sostegno di diversi governi britannici, fino al 1977 quando l’unità fu ufficialmente sciolta. Secondo Cormac però, il governo britannico è ancora impegnato in una “guerra dell’informazione”, soprattutto in questo momento storico di trasformazione degli equilibri geopolitici.
A febbraio, pochi giorni prima dell’inizio dell’operazione militare russa in Ucraina, il ministro degli Esteri britannico Liz Truss ha rivelato che il Regno Unito stava creando una nuova unità per combattere la “disinformazione” di Mosca. A marzo, il Telegraph ha riferito che l’unità, denominata Government Information Cell, stava raggiungendo i social media russi per diffondere il punto di vista di Londra sul conflitto in Ucraina.
Massimo A. Cascone, 15.05.2022