Mike Whitney
unz.com
Immaginate se, a tutti gli effetti, il vaccino Covid contribuisse alla diffusione dell’infezione invece che ad arrestarla. Riuscite ad immaginare che catastrofe sarebbe? Sfortunatamente, ci sono segnali che è proprio quello che sta succedendo nei paesi che hanno attuato i programmi di vaccinazione più aggressivi.
Prendiamo Israele, per esempio. Nelle ultime 6 settimane, Israele ha vaccinato circa il 40% della sua popolazione di 9 milioni di persone, compresa la quasi totalità di quelle nella fascia di età più vulnerabile, quella degli ultrasessantenni.
È un bel risultato. Inoltre, secondo il dottor Daniel Landsberger, medico capo del Maccabi Healthcare Services.
“Solo 1 su 10.000 di quelli che hanno ricevuto il vaccino si è infettato con il Covid e nessuno di loro è stato ricoverato. Speriamo che, per la metà di marzo, si possa tornare alla vita normale.” (NBC News)
Sembra tutto così bello, ma allora dobbiamo chiederci perché [in Israele] le vaccinazioni hanno di recente rallentato il passo e come mai il governo è alla ricerca di modi per costringere il pubblico a farsi vaccinare.
Perchè cosa del genere? Perché la gente esiterebbe a farsi vaccinare di fronte ad un successo così sorprendente? Leggete questo estratto da un articolo del Times of Israel intitolato “Mentre la domanda dei vaccini crolla, Israele può ricorrere a programmi di incentivazione.”
“Mentre lo sforzo vaccinatorio di Israele, leader mondiale, sta rallentando a causa di un crollo della domanda, il Ministero della Salute e alcune aziende private stanno cercando dei modi per incentivare gli Israeliani a farsi vaccinare…. È stato deciso che sarà presentato per l’approvazione del Ministero delle Finanze un piano che permetterebbe alle HMO [Health Maintenance Organizations] di dare un’incentivazione economica ai membri del personale che convinceranno i pazienti a farsi vaccinare.
Il comune di Givatayim offrirà una detrazione fiscale sulle tasse comunali ad ogni famiglia vaccinata.
Pelephone, Yes! e Bezeq International [aziende di telefonia] hanno annunciato una collaborazione con la società di beneficenza “Latet,” a cui doneranno un pasto caldo destinato ai bisognosi per ognuno dei loro 4.000 dipendenti che accetterà di farsi vaccinare
Ci sono stati anche segnali preoccupanti da parte di operatori medici che hanno rifiutato di farsi vaccinare… La domanda è scesa del 50% da quando, il 12 gennaio, era stato vaccinato il numero record di 240.000 Israeliani. Non abbiamo spiegazioni sul perché la gente non venga….” (“As demand for vaccines plummets, Israel may resort to incentive programs“, The Times of Israel)
Che ve ne pare? Pasti gratis, detrazioni fiscali e persino ricchi bonus in busta paga. Chi non coglierebbe l’opportunità di farsi iniettare un intruglio sperimentale che è stato sviluppato in soli 8 mesi, ha saltato i test critici sugli animali, non ha mai terminato la fase 3 della sperimentazione sugli esseri umani e che è stato commercializzato in modo molto più stravagante di qualsiasi altro presidio farmaceutico della storia?
Sono tutti pazzi cospirazionisti e anti-vax o sono solo persone comuni che seguono le notizie e traggono le loro conclusioni sull’efficacia e la sicurezza di questi “innovativi” vaccini mRNA? La scorsa settimana, lo scrittore Alex Berenson ha riassunto così la situazione sul suo account Twitter:
“In Israele la campagna vaccinale è crollata. Gli Israeliani NON sono anti-vax. I normali vaccini per l’infanzia vengono somministrati fino al 98% [della popolazione]. Ma sanno che i vaccini Covid sono diversi. E sono abbastanza intelligenti da chiedersi perché la loro epidemia non sia ancora terminata dopo quasi due mesi di vaccinazioni di massa.” Alex Berenson.
Il punto è proprio questo. Non c’è alcuna indicazione che la strategia vaccinale di Israele stia funzionando, anzi, il contrario. Guardate questo trafiletto da un articolo di Gilad Atzmon alla Unz Review:
“Ynet sottolinea che… dopo sei settimane di isolamento la situazione non è migliorata affatto. Nonostante Israele sia in testa all’esperimento mondiale di vaccinazione di massa, il suo tasso di trasmissione del COVID è tra i peggiori del mondo occidentale.
L’articolo di Ynet riporta che “domani alle 7:00 del mattino finirà il terzo lockdown, un mese e mezzo dopo il suo inizio, e i dati sul COVID sono oggi assai peggiori rispetto alla situazione iniziale… All’inizio del terzo lockdown, alla fine di dicembre, la percentuale dei test positivi era del 4,9%, i pazienti critici ricoverati erano 949, i casi verificati 4.010….. Martedì, il tasso di positività era dell’8,9%, i pazienti 1.101 e i casi verificati erano 7.183. Anche il numero R, che determina se l’epidemia si sta diffondendo, negli ultimi giorni è risalito nuovamente a 1.” (“Israel’s Third Lockdown- a Spectacle of Failure,” The Unz Review)
Ok, quindi, secondo ogni standard oggettivo, la situazione è peggio di prima. E ciò che è particolarmente preoccupante è che il vaccino potrebbe benissimo avere un ruolo nel perpetuarsi della crisi.
Come potrebbe essere? Ecco come continua l’autore:
“Il numero combinato di Israeliani vaccinati e di quelli che, in passato, erano guariti dal COVID avrebbe dovuto fornire ad Israele un’immunità di gregge relativamente forte, sufficiente a sconfiggere il virus o almeno a ridurre il suo tasso di riproduzione. Ma le esperienze sul campo suggeriscono l’esatto contrario. In Israele il tasso di trasmissione è più alto che in qualsiasi altro Paese. Infatti, la preoccupante correlazione tra vaccinazione di massa e aumento della patologia suggerisce che più si vaccina, più casi di COVID si trovano…
In breve, se dobbiamo imparare qualcosa dall'”esperimento israeliano,” si può concludere che, meno si vaccina, più l’intera comunità è sana.
Considerando il dato di fatto che i vaccinati si sono dimostrati relativamente immuni, almeno al momento attuale, l’unica spiegazione (che mi viene in mente) per il picco dei casi, dei decessi e dei mutanti negli stati dove viene praticata la vaccinazione di massa è l’orribile possibilità che i vaccinati stiano effettivamente diffondendo il virus e, soprattutto, le sue forme mutanti (in particolare quella inglese). Questa possibilità deve essere indagata. E’ supportata da dati certi raccolti in paesi sottoposti a vaccinazione di massa, come gli Emirati Arabi, gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e il Portogallo. Subito dopo l’inizio di una campagna di vaccinazione di massa si rileva un aumento esponenziale dei casi e, tragicamente, anche delle morti….” (“Israel’s Third Lockdown- a Spectacle of Failure“, The Unz Review)
Questo è un punto importante che deve essere sottolineato: gli unici Paesi dove stiamo vedendo questo “aumento esponenziale dei casi” sono “quelli che vaccinano in massa, come gli Emirati Arabi, gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e il Portogallo.” È interessante notare che il forte aumento dei casi non segue il normale andamento delle infezioni respiratorie. L’analista dati britannico Joel Smalley, il 30 gennaio ha postato su questo argomento un video informativo in cui si documenta un improvviso picco di morti in tutta l’Inghilterra subito dopo il rilascio del vaccino; proprio così, i decessi sembrano corrispondere al lancio del vaccino. (England Mortality Analysis, Joel Smalley: vedi i minuti da 22 a 27)
Ancora da Atzmon:
“Da quando, a dicembre, Israele ha lanciato la sua vasta campagna di vaccinazione, abbiamo assistito ad un aumento esponenziale dei casi e dei decessi da COVID-19….le comunità ebraiche ortodosse, che erano state vaccinate in massa, hanno visto i casi di COVID aumentare di 16 volte, mentre gli Arabi israeliani, che si sono in larga parte astenuti dalla vaccinazione, hanno visto il numero di casi di COVID diminuire bruscamente….
Esaminando la situazione nei Paesi che erano impegnati nella vaccinazione di massa, come Israele, Gran Bretagna, Stati Uniti ed Emirati Arabi Uniti, si nota che questi paesi avevano avuto un netto calo dei casi e dei decessi da COVID durante la fine di novembre e l’inizio di dicembre. Tuttavia, solo pochi giorni dopo che questi Paesi avevano iniziato le loro campagne di vaccinazione, il numero di casi di COVID, e di conseguenza dei decessi, erano schizzati in alto….
Sarebbe fondamentale verificare, per esempio, se l’aumento delle mutazioni letali che abbiamo visto in Gran Bretagna è legato alla vaccinazione di massa e alle sperimentazioni sui vaccini in corso nel Paese fin dalla scorsa estate. Anche il rapido cambiamento dell’età dei casi di COVID-19 che vediamo in Israele e in Gran Bretagna sembra essere correlato alla vaccinazione di massa.”
(A Brief Examination of Some Facts Related to Mass Vaccination, The Unz Review)
Quindi, quale potrebbe essere la causa di questo fenomeno? C’è qualche sostanza nel vaccino che potrebbe essere neutralizzata, in modo che la gente possa essere inoculata in modo sicuro senza paura di subire danni o di tramettere il virus?
Non ne ho idea, ma, il mese scorso, c’era un interessante articolo su Children’s Health Defense che sembrava proprio prevedere questo genere di eventi. Purtroppo, l’autore non forniva alcun rimedio alla crisi generata dai vaccini che potrebbe potenzialmente causare la morte di molti milioni di persone. Ecco un estratto esteso dell’articolo intitolato “In Rush to Create Magic-Bullet COVID Vaccines, Have We Made Matters Worse? [Nella fretta di creare un vaccino magico per il COVID, abbiamo forse peggiorato le cose?]
“Lo studio ha scoperto che i vaccini che non impediscono la trasmissione virale possono accelerare l’evoluzione di ceppi più virulenti e questo implicherebbe che i principali vaccini candidati potrebbero addirittura peggiorare la crisi COVID….
Quando un virus infetta una popolazione umana, sopravvivono solo i virus che hanno un ospite umano vivo. Se un virus è così patogeno da uccidere l’ospite che ha infettato, muore anch’esso. Pertanto, la mortalità dell’ospite, nel tempo, fa sparire le forme più gravi di qualsiasi virus. I tassi di infezione possono salire, ma la mortalità scende.
In uno studio del 2015 pubblicato su PLOS Biology, i ricercatori avevano ipotizzato che la vaccinazione può sovvertire questo processo, permettendo ai ceppi virali più virulenti (cioè più patogeni e potenzialmente mortali) di vivere in ospiti vaccinati per periodi di tempo prolungati senza uccidere gli ospiti stessi. Questi ospiti vaccinati, mentre sono infetti, rilascerebbero e diffonderebbero il virus, causando un’ulteriore trasmissione della malattia.
I ricercatori avevano dimostrato questa ipotesi con esperimenti su polli vaccinati per una malattia chiamata malattia di Marek, una patologia virale nota per decimare le aziende avicole. I polli vaccinati messi a contatto con ceppi più virulenti del virus della malattia di Marek si erano infettati ed erano rimasti infetti per periodi di tempo più prolungati. Erano anche diventati “super diffusori” del virus e avevano trasmesso il virus ai polli non vaccinati alloggiati insieme a quelli che avevano ricevuto il vaccino.
A causa della maggiore virulenza della malattia di Marek diffusa dai polli vaccinati, i polli non vaccinati di solito morivano subito dopo l’infezione.
Tuttavia, la parziale immunità parziale raggiunta dai polli vaccinati prolungava la loro sopravvivenza ed estendeva il periodo in cui erano infettivi e potevano continuare a diffondere la malattia.
Senza la vaccinazione, questi ceppi più virulenti della malattia di Marek sarebbero morti con il loro ospite e non avrebbero più fatto circolare il virus nella popolazione. Invece, i polli vaccinati erano diventati l’ospite perfetto per il virus, permettendogli di moltiplicarsi e diffondersi.
Questo fa sorgere la domanda sull’uso dei vaccini che non impediscono la trasmissione del virus o che non sono noti per impedire la trasmissione del virus. Nessuno degli attuali vaccini COVID-19 in distribuzione (Pfizer e Moderna) ha dimostrato di prevenire la trasmissione. Infatti, nei loro affrettati studi clinici portati a termine alla velocità della luce, la prevenzione della trasmissione non era tra gli end point contemplati.
Entrambi i vaccini erano stati invece testati per la loro capacità di prevenire i sintomi più gravi. In entrambi i casi, alcuni pazienti vaccinati si erano dimostrati ancora infetti. Senza la prevenzione della trasmissione, questi individui hanno diffuso il virus che doveva essere eradicato. Come affermano gli autori della ricerca del 2015 nel loro riassunto:
“Quando i vaccini impediscono la trasmissione, come è il caso di quasi tutti i vaccini usati nell’uomo, questo tipo di evoluzione verso una minor virulenza è bloccata. Ma quando i vaccini ‘hanno delle perdite’, permettendo almeno una certa trasmissione del patogeno, potrebbero creare le condizioni ecologiche che consentirebbero ai ceppi attivi di emergere e persistere.”
Con l’emergere delle forme più infettive di COVID-19 in circolazione in Europa, sembra che abbiamo creato la tempesta perfetta per prolungare la pandemia, piuttosto che ridurla. Nella nostra fretta di creare vaccini magici, abbiamo invece creato uno scenario che sta causando più dolore e più sofferenza?” (“In Rush to Create Magic-Bullet COVID Vaccines, Have We Made Matters Worse Worse?“, Brian Hooker Ph.D, Children’s Health Defense)
Non ho nulla da aggiungere.
Mike Whitney
Fonte: unz.com
Link: https://www.unz.com/mwhitney/covid-vaccine-the-nightmare-scenario/
10.02.2021
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org