Vaccini anti Covid-19, la Corte Costituzionale deciderà il 30 novembre: obbligo o libertà?

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di Valentina Bennati
comedonchisciotte.org

Lo scorso settembre, a Roma, si è svolto il convegno scientifico-giuridico ‘Scienza e Costituzione: le verità sull’obbligo vaccinale anti Covid-19’, una due giorni ricca di interventi interessanti. Medici, avvocati, giuristi, costituzionalisti, ricercatori e biologi si sono confrontati su un tema delicato di stretta attualità, dal momento che a fine novembre la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi sulla costituzionalità o meno dell’obbligatorietà della vaccinazione anti-Covid.
L’evento è stato organizzato dal Coordinamento 15 ottobre, C15O (associazione nata a seguito delle proteste di Trieste nell’ottobre 2021), dall’Associazione Avvocati Liberi, ALI (che riunisce giuristi e avvocati italiani impegnati nella tutela dei diritti naturali fondamentali e delle libertà attribuite alle persone dalla Costituzione, dal Diritto Internazionale ed Europeo), dall’Associazione Operatori Sicurezza Associati, OSA (composta principalmente da membri delle Forze dell’Ordine, Forze Armate e da tutte le categorie che concorrono alla sicurezza e all’ordine pubblico) e infine dalla Federazione Italiana Sindacati Intercategoriali, FISI.

Tra i relatori il dottor Giuseppe Tritto, medico e microchirurgo, già professore di Microtecnologie e Medicina presso la Aston University di Birmingham e di Nanomedicina presso la Amity University di New Delhi e Presidente della World Academy of BioMedical Sciences and Technologies; la dottoressa Laura Teodori, biologa, già Direttore di ricerca Laboratorio Diagnostica e Metrologia ENEA, che ha insegnato in varie Università e autrice di numerosi articoli; il professor Carlo Iannello, associato di Diritto Costituzionale presso l’Università della Campania Luigi Vanvitelli; il dottor Alberto Donzelli, medico, già membro del Consiglio Superiore di Sanità e Presidente della Fondazione Allineare Sanità e Saluteil dottor Aldo Rocco Vitale, docente di Filosofia del Diritto e autore di numerose pubblicazioni scientifiche e molte altre divulgative; il professor Marco Cosentino, ordinario di Farmacologia presso la facoltà di Medicina dell‘Università degli Studi dell’Insubria di Varese dove è anche direttore del Centro di Ricerca in Farmacologia Medica; la dottoressa Alessandra Chiavegatti, magistrato di Cassazione in servizio presso il Tribunale per i Minorenni di Bologna; il professor Mariano Bizzarri, ordinario di Patologia Clinica all’Università La Sapienza, autore di centinaia di pubblicazioni scientifiche e divulgative; il dottor Massimo Formica, Presidente della sezione della provincia di Terni dell’ISDE (International scientific doctors for environment) e autore di numerosi saggi in ambito medico scientifico; il dottor Daniele Cenci, magistrato della Corte di Cassazione, autore di numerosi articoli in materia di Procedura Penale, Diritto Penale e Ordinamento Giudiziario; il professor Ciro Isidoro, ordinario di Patologia Generale e Patologia Clinica e anche responsabile del Laboratorio di Patologia Molecolare e Nanobioimaging presso l’Università del Piemonte Orientale; l’avvocato Fulvio Di Blasi già professore di Filosofia presso la University of Notre Dame (USA), bioeticista, autore di numerose pubblicazioni e Coordinatore Scientifico del Convegno.

Sono solo alcuni dei partecipanti che, nelle due giornate, sono intervenuti esponendo lo stato delle cose in materia di scienza, diritto ed obbligo vaccinale. Un evento indubbiamente significativo per l’alto profilo scientifico-giuridico di tutte le personalità presenti (chi lo desidera può recuperare gli interventi dei vari relatori cliccando QUI) e che, si auspica, possa essere d’ispirazione anche per la Corte Costituzionale, dal momento che alcuni interventi di questo Convegno (insieme ad altri, fatti nel corso di ulteriori precedenti convegni che si sono susseguiti dallo scorso maggio in poi) sono stati fatti confluire all’interno di un libro recentemente pubblicato che è stato già donato alla biblioteca della Consulta e le cui copie sono state consegnate anche ai singoli Giudici della Corte. Un testo corposo che racchiude il contributo che vari esperti in campo medico-scientifico e giuridico hanno ritenuto opportuno dare offrendo, ognuno dal proprio punto di vista, elementi che considerano essenziali per una decisione giusta.

Sarebbe davvero molto importante che i giudici della Corte ne prendessero visione, specie adesso che velocemente si sta avvicinando l’udienza del 30 novembre prossimo in cui dovranno esprimersi proprio sull’incandescente materia della legittimità o meno dell’obbligo vaccinale in riferimento al trattamento Covid, viste le numerose ordinanze di rinvio che hanno sollevato dubbi di costituzionalità (come, ad esempio, quelle del TAR Lombardia, del giudice del lavoro di Padova e del CGA siciliano, solo per citarne alcune).
La sentenza che emetteranno sarà cruciale poiché porrà un punto fermo nella battaglia giocata in questi lunghi mesi per la libertà di scelta e di cura e anche perché da questa  decisione potranno derivare una serie di conseguenze in merito alle discriminazioni e agli effetti che sono conseguiti all’obbligo imposto a sanitari, insegnanti e forze dell’ordine. Senza considerare il fatto che molte persone sono state sospese e hanno dovuto rinunciare allo stipendio per non aver voluto subire un trattamento sperimentale che ritenevano pericoloso e ciò in palese violazione degli articoli 4, 35 e 36 della Costituzione che tutelano il diritto al lavoro.

Ora se, DA UN LATO, l’unica sentenza possibile sembra essere quella dell’accoglimento della rilevata incostituzionalità per tutta una serie di motivi (ad esempio, l’efficacia calante e negativa dei vaccini a mRNA; la mancanza di dati di genotossicità, epigenotossicità, embriotossicità, carcinogenesi; il fatto che il consenso firmato non sia stato in realtà né libero né informato; l’eccesso crescente di eventi avversi e, in particolare, l’aumento  notevole di miocarditi, pericarditi e morti improvvise negli ultimi due anni;  l’esistenza di altri mezzi efficaci e sicuri, ovvero le cure domiciliari precoci, per combattere la COVID fin dai primi sintomi),  DALL’ALTRO si deve anche considerare che la maggioranza della Corte è di elezione politica (1/3 eletto dal Parlamento e 1/3 eletto dal Presidente della Repubblica).

INOLTRE, dettaglio non trascurabile, negli ultimi tempi la Consulta ha visto cambiare la propria composizione: è arrivato un nuovo membro, Marco D’Alberti, docente emerito di Diritto Amministrativo della Sapienza nominato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e c’è una nuova Presidente, Silvana Sciarra, professore ordinario emerito di Diritto del Lavoro e Diritto Sociale Europeo presso l’Università di Firenze e l’Istituto Universitario Europeo. Nuove nomine che, in più di una persona, hanno suscitato dubbi e perplessità: D’Alberti, infatti, è stato consigliere giuridico di Mario Draghi a Palazzo Chigi, il che significa che in qualche modo ha certamente consigliato il Presidente dal punto di vista giuridico anche su quelle scelte su cui adesso la Corte Costituzionale è chiamata a pronunciarsi (difficile pensare quindi che si pronunci a sfavore della legittimità dell’obbligo vaccinale) e anche Silvana Sciarra potrebbe rivelarsi un pò troppo vicina sia all’Europa (ha collaborato con la Commissione Europea in numerosi progetti di ricerca) che ai precedenti Governi, dal momento che è stata eletta giudice costituzionale dal Parlamento in seduta comune il 6 novembre 2014, indicata dal Movimento 5 Stelle, votata anche dal PD e da una parte di Forza Italia.

Vedremo cosa succederà il 30 novembre. 

La Corte avallerà quanto fatto dal precedente esecutivo oppure no?
Si lascerà condizionare dall’esigenza di chiudere il varco ad azioni risarcitorie e all’esercizio dell’azione penale nei confronti dei responsabili di determinate misure adottate nel corso della pandemia oppure si atterrà unicamente alla Costituzione con una sentenza coraggiosa e libera che pacificherà il Paese sul tema fondamentale della libertà di scelta e di cura?
La decisione è importante ed è in gioco il destino del nostro Stato di diritto.

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