Aumento di tumori fra i giovani: no ad analisi viziate e parziali

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di Valentina Bennati
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In merito a quanto dichiarato dal professor Burioni nei giorni scorsi, circa il preoccupante aumento di tumori in giovane età, fa riflettere – e merita condivisione – ciò che fa notare la dottoressa Patrizia Gentilini, oncologa ed ematologa, la quale sul sito di ASSIS, Associazione di Studi e Informazione sulla Salute precisa che il problema è noto da anni e che già nel 2004 un articolo su Lancet lo aveva evidenziato, mostrando una costante crescita dell’incidenza di cancro da 0 a 14 anni in Europa dal 1970 al 1990.

La dottoressa Gentilini rileva che anche un successivo lavoro, sempre degli stessi autori, ha analizzato a livello globale l’incidenza di cancro in giovane età dimostrando che, dal 1980 al 2010, questa è continuamente aumentata e commenta: “Ci sarebbe da rallegrarsi del fatto che finalmente la questione sia emersa all’attenzione del grande pubblico, ma ci si domanda perché l’analisi del Prof Burioni si fermi al 2019 e non prenda in esame quanto avvenuto dal 2020 in poi, gli anni bui della pandemia. Eppure, da dati di recente presentati, relativi a tutte le età, si parla di una vera ondata di tali malattie, con un incremento nel triennio 2020-2023 a 18.000 casi, rispetto ai 7.700 del triennio 2015-2019.”

A questo punto arriva la domanda scomoda ma, a logica, inevitabile: “Cosa è successo di diverso nell’ultimo triennio che ha aggravato in modo così drammatico una situazione già di per sé preoccupante? Esattamente un anno fa mi ero occupata del problema e devo dire che, dopo un anno, le fosche previsioni fatte circa il ruolo causale dei prodotti a m RNA in tema di cancerogenesi hanno trovato preoccupanti conferme. Sono forse queste le scomode verità che portano il Prof. Burioni a stoppare le sue riflessioni sull’aumento di cancro al 2019? Prendere in esame ciò che succede dopo tale data sarebbe forse troppo dirompente?”

L’articolo prosegue citando due testimonianze: quella della dell’anatomo-patologa svedese Ute Kruger, esperta di tumori mammari che nell’agosto 2022 coniò il termine “Turbo Cancer” per indicare tumori molto aggressivi, di grandi dimensioni, spesso in giovane età, che comparivano entro pochi mesi dalla vaccinazione e che sempre più frequentemente osservava; e quella di Angus Dalgleish, Direttore del Di­partimento di Oncologia della St George’s University di Londra che ha scritto una lettera aperta al British Medical Journal denunciando l’inconsueta ripresa di tumori o la comparsa ex novo a seguito della vaccinazione a mRNA.

Sono poi richiamati una ventina di lavori scientifici che riportano l’insorgenza di tumori (soprattutto linfomi e leucemie) a distanza di pochi giorni/settimane dalla somministrazione dei preparati contro COVID19 e altri studi eseguiti su soggetti sani, prima e dopo la somministrazione dei vaccini mRNA anti COVID-19, dai quali sono emerse “profonde alterazioni nelle funzioni delle cellule coinvolte nella risposta immunitaria, con esiti addirittura controproducenti per l’immunocompetenza sia a breve che a lungo termine”. Inoltre, la dottoressa Gentilini fa cenno ai molteplici meccanismi patogenetici “attraverso cui la trasformazione neoplastica può essere indotta dai preparati con tecnologia a mRNA”.

Infine, conclude così il suo intervento: “Utilizzare questa tecnologia su soggetti sani nel corso della recente pandemia attraverso ‘vaccini’ da somministrare fin dai primi mesi e in tutte le età della vita, compreso soggetti fragili e donne in gravidanza, nonostante queste categorie fossero state escluse negli studi registrativi, e soprattutto continuare a insistere con queste raccomandazioni, mi appare un atto di inaudita sfrontatezza”.
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Patrizia Gentilini è Medico oncologo ed ematologo, ha lavorato per oltre 30 anni nel reparto di Oncologia di Forlì. Si occupa di problematiche ambientali ed è impegnata attivamente nel Comitato Scientifico della Fondazione Allineare Sanità e Salute e nella Commissione Medico Scientifica Indipendente.
L’articolo citato, ‘Meglio tardi che mai …’, è stato pubblicato sul sito di ASSIS, Associazione di Studi e Informazione sulla Salute. Cliccare QUI per leggerlo nella sua versione integrale.
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