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La Redazione

 

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Una visione dall’interno della difesa giapponese

Da un canadese al servizio dell'Imperatore
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A cura di CptHook
Il 23 Settembre 2023
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sdf_tokyo

 

Julian Macfarlane – News Forensics – 18 settembre 2023

 

Tra i miei clienti in Giappone ho avuto il Ministero della Difesa e aziende come la Mitsubishi, che forniscono armi alle Forze di Difesa Giapponesi (FDG).

In effetti, la mia minuscola stanza si trova in un condominio proprio di fronte al quartier generale dell’FDG (foto del titolo), anche se non lavoro più per loro da molto tempo.

Detto questo, non è cambiato molto, anche se hanno costruito un nuovo edificio dall’altra parte della strada.

Viene da chiedersi, che tipo di paese colloca il suo principale centro di comando e controllo su una collina nel centro esatto della sua città più grande, nel pieno centro governativo?

Un Paese che non pensa di combattere guerre?

Forse, ma forse c’è dell’altro.

Il mio lavoro nel campo della difesa consisteva nel facilitare la comunicazione in inglese su varie questioni, alcune tecniche, altre no. I documenti di non divulgazione mi proibiscono di entrare nei dettagli, compresi i nomi delle parti o i contenuti, ma posso comunque offrire opinioni “informate”, proprio come chiunque altro abbia lavorato in questo campo.

Vengo chiamato quando i miei clienti non vogliono che qualcuno si limiti a dire loro quello che vogliono sentirsi dire, cosa che molti scrittori possono fare a Tokyo senza riflettere o fare una vera analisi o capire il quadro generale. Questo non mi fa ottenere molto lavoro rispetto ad altri, ma un lavoro più interessante, in una maggiore varietà di campi.

Soprattutto nelle questioni di difesa, è il quadro generale che conta, e le differenze tra il modo di pensare dei giapponesi e quello del resto del mondo.

Contraddizioni, contraddizioni. Le persone “disturbate” (traduzione approssimativa, l’inglese “on the spectrum” indica i disordini autistici, N.d.T.) crescono con questa consapevolezza. Può distruggervi o aiutarvi a crescere.

Mettere il proprio centro di comando e controllo in uno dei luoghi più visibili e vulnerabili della città più importante e più grande è una contraddizione assurda da un certo punto di vista, ma ha senso per altri versi, se, e solo se, si è giapponesi.

In un certo senso, questa è anche una metafora della difesa nazionale del Giappone.

Difendere un arcipelago

Nel caso del Giappone, oltre il 50% della popolazione vive in due sole città: la Grande Tokyo e la Grande Osaka.

greater_tokyo

Il resto dell’arcipelago è montuoso, ad eccezione di ampie porzioni di Hokkaido. Il Giappone ha molte isole, ma solo tre grandi: Honshu, Kyushu e Hokkaido.

Di queste tre isole, è Honshu quella che conta di più, ma è anche la meno vulnerabile.

Hokkaido è l’isola più facile da invadere, cosa che i sovietici avevano previsto di fare quando dichiararono guerra al Giappone, come avevano promesso a Yalta. Avrebbero impiegato circa 10 giorni. Con il bombardamento atomico e la minaccia di Stalin di impiccare l’Imperatore, quest’ultimo decise che il giudizio era la parte migliore del valore.

Poiché Honshu è il luogo in cui vive la maggior parte della popolazione, è anche il luogo in cui si trova la maggior parte dell’industria e, naturalmente, il governo, compreso l’Imperatore, che ha un’enorme proprietà terriera non lontana dal quartier generale della Difesa e dal quartiere degli affari.

Naturalmente, bisogna chiedersi perché qualcuno vorrebbe invadere un gruppo di isole altamente sismiche, piene di vulcani e prive di risorse.

Bisogna anche chiedersi come le basi americane a Okinawa – quasi il 40% della sua superficie – a 2.000 km da Tokyo, servano a difendere la città, che “ospita” già diverse basi americane.

E Okinawa non era giapponese fino alla fine del XIX secolo.

Come ho detto, contraddizioni, contraddizioni.

La Costituzione della Pace

L’articolo 9 della Costituzione giapponese vieta la guerra come mezzo per risolvere le controversie internazionali. Tuttavia, la Corte Suprema del Giappone interpreta le “controversie internazionali” come una guerra offensiva, come attaccare Pearl Harbor con gli Zero invece che con i turisti.

Quindi, che dire di un territorio conteso come le isole Diaoyu, che i giapponesi chiamano Senkakus, proprio al largo della costa di Taiwan?

Se i cinesi decidessero di prendere quelle isole, cosa farebbero i giapponesi?

Probabilmente nulla di rilevante dal punto di vista militare.

senkaku_islands

I giapponesi non hanno la capacità di proiettare forze a tale distanza nel Mar Cinese Meridionale, giustamente chiamato così. Quegli scogli appartengono davvero a Taiwan.  Che non insiste sulla proprietà. E, in ogni caso, Taiwan appartiene alla Cina quindi…

Nessun giapponese si preoccupa di questi scogli, così come non si preoccupa delle Curili che, se appartengono a qualcuno, appartengono al popolo Ainu che i giapponesi hanno cercato di spazzare via, ma a tutti piace sventolare le bandiere. Non importa quale bandiera!

rainbow_flag

Così come non si può essere una vera nazione senza una bandiera, al giorno d’oggi non si può nemmeno essere una vera persona senza una bandiera.

Diventare una vera nazione

La bandiera del Giappone è una grande macchia di sangue su sfondo bianco. Di chi sia il sangue, non lo so.

japan_flag

Il partito al governo sotto Abe voleva eliminare l’articolo 9 e dare al Giappone un esercito “normale” invece di quello attuale, che non assomiglia in alcun modo all’esercito di altri Paesi. Come può il Giappone essere una vera nazione senza un vero esercito?

Certo, è vero che il Giappone ha una delle più grandi forze militari del mondo. Ma bisogna guardare oltre le statistiche.

japan_SDF

Qui non ci sono parate scioviniste come quelle che si vedono in altri Paesi. Non ci sono soldati giapponesi in kilt che cantano Kimigayo, l’inno nazionale.

Possa il tuo regno

continuare per mille, ottomila generazioni,

finché i piccoli sassolini

diventino massicci massi

rigogliosi di muschio

Nessun “grazie per il tuo servizio” perché…

a.) è solo un lavoro

b.) bi militari giapponesi non è consentito indossare uniformi fuori dal servizio e dalla base.

Questo non vuol dire che i giapponesi non amino le uniformi!

army_calendar

Infermiere, studentesse, poliziotti e soldati.  Persino le maestre. Ma c’è un tempo e un luogo per il cosplay. Sì, questa è la stessa ragazza del poster. Alla faccia della (sedicente) ideologia woke.

jap_model

Devo ripetermi: contraddizioni, contraddizioni

I giapponesi ovviamente reclutano in modo diverso dal Corpo dei Marines, dove gli uomini sono uomini – e anche le donne.

usa_marines

Quando ho visitato le FDG per le conferenze, non c’erano ragazze come quelle del poster/calendario di reclutamento giapponese. Era come visitare una normale azienda, parlando con uomini con stipendi normali, solo che alcuni di loro sapevano pilotare elicotteri. C’erano anche alcune donne, che sgranocchiavano numeri piuttosto che ossa. Niente spade.

Quando Yukio Mishima si suicidò in una base delle FDG , gli uomini che ascoltavano il suo discorso lo derisero. Forse non aveva mai avuto intenzione di suicidarsi fino a quel momento. Ma dopo è stato più o meno costretto a farlo. Chi lo sa?

A parte questo, l’eliminazione dell’articolo 9 permetterebbe ai giapponesi di produrre armi e di venderle all’estero. Potrebbero permettersi più facilmente di produrre armi per soddisfare le proprie esigenze e condizioni, piuttosto che acquistare armi americane di serie, troppo costose e troppo pubblicizzate.

La capacità di difesa giapponese.

Superficialmente, potrebbe sembrare che i giapponesi abbiano un esercito capace. Ma potrebbe davvero scoraggiare un’invasione?

Il Giappone dispone di una piccola flotta di sottomarini piuttosto validi, tra i quali i più recenti sono la classe Sōryū a propulsione anaerobica (AIP) e la classe Taigei a propulsione [con batterie] al litio, che sono silenziosi, furtivi e possono lanciare sia missili che siluri. Al momento della loro introduzione erano tra i migliori al mondo, anche se non nucleari, che in ogni caso non fa molta differenza nelle guerre convenzionali.

Ma i cinesi hanno recuperato terreno negli ultimi due anni grazie ai progressi nella tecnologia delle batterie al litio, mutuati dall’industria delle auto elettriche. Stanno cercando di convertire l’intera flotta – che è numerosa – di sottomarini AIP con batterie al litio e hanno fatto diversi progressi nei materiali e nella progettazione, dando loro un enorme vantaggio. I sottomarini non sono più quelli di una volta.

yuan_submarine

 

I giapponesi semplicemente non hanno la capacità industriale per tenere il passo, e questo vale anche per gli americani.

Questo non vuol dire che i giapponesi non possano fare ottimi mezzi.

gdp_growth_rate

 

china_industrial_production

Ad esempio, il loro nuovo T90 è un buon carro armato, alla pari di quelli cinesi e russi, con alcune caratteristiche innovative. È più leggero di un carro armato americano o britannico, ha un ottimo cannone e un caricatore automatico, per non parlare della buona elettronica. Ma è stato progettato pensando alla Seconda Guerra Mondiale, ipotizzando un’invasione di terra in Hokkaido, che è il posto migliore per i carri armati, ma non necessariamente dove verrebbe lanciata un’invasione,

ew_T90_tank

D’altra parte, i cinesi producono eccellenti carri armati da combattimento (MBT) di classe mondiale, come lo ZTZ-99. Questo è un po’ più pesante, forse meglio corazzato della sua controparte giapponese, ha un cannone più grande e può sparare missili anticarro (ATGM).

ztz_99_tank

I giapponesi stanno pubblicizzando il loro lavoro su un caccia di sesta generazione, il Mitsubishi F-X, in fase di sviluppo dal 2015, con il primo volo previsto per il 2028 e la produzione nel 2035, il che, visto come vanno le cose in Giappone, significa che l’intero progetto sarà cancellato a un certo punto per mancanza di denaro.  Se non si riesce a venderli a qualcuno, che senso ha?

mitsubishi_FX_fighter

Per la cronaca, tutte le nuove tecnologie devono mostrare il Monte Fuji sullo sfondo, ma da lontano, perché la cima è piena di rifiuti.

rubbish_on_fuji

I giapponesi avrebbero bisogno di finanziamenti americani per costruire questo costosissimo sogno alato per giocatori di guerra, ma gli americani stanno lavorando alla loro versione e vogliono che i giapponesi contribuiscano a pagarla, il che ovviamente significa che vorranno anche che i giapponesi la comprino.

Nel frattempo, i giapponesi hanno già acquistato l’F 35 americano, che è del tutto inadatto alle loro esigenze: un camion-bomba volante a raggio relativamente corto, inferiore agli equivalenti cinesi. Troppo costoso da usare, troppo costoso da perdere, e furtivo solo in condizioni perfette, cosa che non avverrà mai in Giappone. Se lo si fa volare troppo velocemente, il suo rivestimento antiradar si stacca. Non è una “fabbrica di vedove” (ovvio riferimento al vecchio Lockeed F104, così soprannominato, N.d.T.), ma solo perché i giapponesi non si sposano più,

Non importa, i giapponesi devono accontentare gli americani, se non altro per consentire a Mitsubishi e Kawasaki di accedere alle più recenti tecnologie americane, che vengono fornite assieme al “pacchetto” F 35.

Per esempio, i rivestimenti ad assorbimento radar appena citati sono utilizzati anche per tablet, smartphone, computer, automobili e in campo medico. Si tratta di un grande mercato. Ci sono anche sensori ed elettronica di ogni tipo. I giapponesi sanno come rubare senza dare l’impressione di farlo.

In quanto aziende zaibatsu, Mitsubishi e Kawasaki possono applicare questa tecnologia a qualsiasi altro settore, oltre che a quello militare: le società del loro gruppo coprono ogni campo.

Chi vuole la guerra?

La realtà è che nessuno nel Pacifico occidentale vuole la guerra.  I cinesi non la vogliono. Non la vogliono i coreani, né a nord né a sud. E naturalmente non la vogliono nemmeno i giapponesi. La guerra è negativa per gli affari in Asia – anche se per gli Stati Uniti è l’unico affare – e fa girare l’economia.

Perciò, solo gli Stati Uniti d’America, disuniti e scombussolati, parlano di guerra – con l’avvertenza che qualcun altro, oltre agli americani, dovrebbe combatterla.

Di questo i giapponesi sono consapevoli.

Sono anche consapevoli del fatto che la Cina è il loro principale partner commerciale e che questa relazione è destinata a crescere sempre di più. Un giorno probabilmente dovranno unirsi ai BRICS.

Nel frattempo, manterranno le attuali relazioni con gli americani finché potranno. I giapponesi sono conservatori naturali: non amano i cambiamenti. Il loro rapporto con gli Stati Uniti è come un matrimonio tradizionale giapponese: il romanticismo è morto quando sono nati i bambini, ma nessuno vuole divorziare.

Gli americani sono idealisti ideologici. I giapponesi sono situazionisti pragmatici.

Quando i giapponesi vorranno scaricare gli americani lo saprete.

Questo avverrà quando gli Stati Uniti saranno chiaramente al collasso e non ci saranno più stipendi. Sarà allora che il Giappone modificherà l’articolo 9. Per sviluppare un esercito indipendente, se non una capacità nucleare, potrebbero bastare sei mesi. A quel punto rivedranno il loro accordo di difesa con gli americani.

j_macfarlaneJulian Macfarlane è un analista di strategia e media, di base a Tokyo

 

 

Link: https://julianmacfarlane.substack.com/p/an-inside-view-of-japanese-defense

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