Trump a New York: Crepa!

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DI JENNIFER SENIOR

NewYorktimes.com

Saranno migliaia quelli che probabilmente moriranno,  senza un intervento federale. E accadrà proprio adesso. Perché il presidente non offre nessun aiuto?

Praticamente siamo a questo punto: il presidente Trump, come faceva in televisione (nel suo “The Apprentice” ) – sta mettento ognuno dei  50 stati in concorrenza – mettendoli  l’uno contro l’altro per accaparrarsi le scarse risorse, sfidandoli a vedersela tra loro – anziché mobilitare la nazione e dare una risposta nazionale e univoca alla pandemia.

In questo episodio vediamo che è New York a perdere. Il coronavirus sta infestando tutto lo stato a un ritmo terrificante, in particolare New York City. Abbiamo bisogno di personale, di ventilatori e di dispositivi di protezione individuale e ci servono subito.

Ma la risposta di Trump è stata la stessa che  il presidente Gerald Ford ci diede nel 1975, quando la città, vacillando sull’orlo dell’insolvenza, chiese aiuto a Washington e anche allora fu brutalmente respinta: fu un momento che resta scritto per sempre sulle pagine del Daily News “FORD TO CITY: DROP DEAD “.

Ora Trump ci sta dicendo lo stesso. Letteralmente.

Saranno migliaia quelli che probabilmente moriranno, senza un intervento federale – non  solo per il bene della città, ma per il bene della nazione. Il presidente deve creare un precedente nella sua città natale.

Martedì mattina, il Gov. Andrew Cuomo ha aperto il suo briefing giornaliero sul coronavirus con una nota molto più cupa del solito, osservando che il numero di casi stava aumentando a un ritmo più veloce di quanto avevano previsto persino gli esperti, quasi raddoppiando ogni tre giorni. “L’apice è più alto di quanto pensassimo e sta arrivando prima di quanto pensassimo”, ha detto. “E questa è una brutta combinazione di fattori.”

Parlando chiaramente: I nostri ospedali presto saranno pieni di pazienti con il Covid-19. Il governatore ha già detto che mancano 30.000 ventilatori. L’unico modo per acquisire il volume di cui abbiamo bisogno – consegnato nei tempi di cui abbiamo bisogno – è  con un intervento federale, il che significa mandarci la maggior parte dei ventilatori che stanno nei magazzini della scorta strategica nazionale (circa 20.000 pezzi), e applicare il Defence Production Act per obbligare la produzione privata ​​a produrre di più.

Ma non è quello che sta facendo il presidente che si rifiuta di appellarsi al Defence Production Act, per paura di mettere troppi vincoli al business e, contemporaneamente, sta mantenendo lo stretto controllo sulla scorta federale. Martedì mattina, Cuomo ha confermato che la FEMA manderà allo stato solo 400 ventilatori (“Che cosa di faremo con 400 ventilatori quando ce ne servono 30.000?” Ha chiesto).  Più tardi il vicepresidente Mike Pence ha detto che avrebbe inviato a New York 4000 ventilatori – un buon inizio, ma troppo lontano da quanto ha bisogno New York.

Che sta aspettando il presidente, e perché sta ammassando – o per essere benevoli perché sta risparmiando – le sue risorse? Il bilancio delle vittime di New York non è ancora così disastroso e aspetta di vedere altre prove? Sta cercando di dare un esempio proprio sulla pelle della sua ex casa?

“Mi prendo la responsabilità personale di riportare i 20.000 ventilatori in qualsiasi parte del paese, appena avremo superato il nostro apice”, ha affermato Cuomo. “Ma non lasciamoli chiusi nei magazzini e non diciamo: Bene, aspettiamo e poi vedremo come distribuirli in tutto il paese. Non è così che funziona.”

Sarebbe differente se altri stati fossero nella stessa terribile situazione di New York. Ma non è così.  Qui abbiamo un numero di casi 10 volte superiore a quelli di Washington e otto volte più alti della California. I newyorkesi ora sono chiusi dentro casa e aspettano  che arrivi l’ondata. Da martedì scorso, la dot.ssa Deborah Birx, coordinatrice della Task Force del Coronavirus della Casa Bianca, raccomanda ai newyorkesi di mettersi in quarantena-volontaria se lasciano lo stato. Il Gov. della Florida, Ron DeSantis, sta ordinando a chiunque arrivi da New York di mettersi in quarantena volontaria per 14 giorni dopo l’atterraggio.

Immagino che a Trump piaccia leggere i numeri. Bene, ho delle notizie per lui: non resteranno come li legge oggi. L’idea che New York sia un’eccezione e una apripista è pura follia.

Il resto del paese può guardare a New York come a un disperato che grida perché ha bisogno, ma la realtà è sempre stata il contrario; abbiamo sempre versato alla Federazione più di quanto riceviamo in servizi. Nel 2018, secondo dati dell’ufficio del controllore di stato, abbiamo versato a Washington US$ 26.6 miliardi in più di quanti ne siano stati restituiti in servizi, lasciando NY in fondo alla classifica per benefits federali ricevuti.

Ora, finalmente abbiamo alla Casa Bianca un newyorkese di nascita che dovrebbe fare qualcosa per riallineare questa disparità. Invece, è il peggior nemico e questa volta le conseguenze saranno letali.

Una parte di me non può fare a meno di chiedersi se Trump stia solo giocando con il suo elettorato, che vede le città con sospetto e, forse più delle altre, New York. Siamo il multiculturalismo personificato – siamo la sede delle Nazioni Unite, un luogo dove si parlano 637 tra lingue e dialetti.  Noi siamo un puré mentre il resto della nazione è una zuppa di verdure, come diceva affettuosamente Spalding Grey, nei suoi monologhi.

Il fatto è che anche se Trump è egli stesso una creatura di New York, è uno di un’altra dimensione di New York. È quello dei Tabloid di New York, dei real estate di New York (e nel modo più beffardo) è quello di una New York globale, quella da dove è partito con i suoi hotel e con i suoi progetti di costruzione fatti di acciaio made in China e con i suoi  prestiti dalla Deutsche Bank.  Ora sta vedendo una New York che non riconosce, è una New York che oggi non gli piace.

Ma è stata proprio New York a farlo diventare una vera star della televisione e abbiamo imparato che quello che la reality TV premia più di ogni altra cosa è una mentalità darwiniana. I concorrenti non sono in TV per farsi degli amici, sono lì per distruggersi a vicenda. Sono lì per vincere. – Only the best win – Solo i migliori vincono.

Ma questo non è un gioco. Trump non ha idea di come mettere in campo le forze del governo federale, che ormai ha ridotto all’osso, non ha nessun istinto per la solidarietà. New York resterà senza fiato e presto resteranno senza fiato anche gli altri stati. A meno che non agisca, ora.

***

Fonte: https://www.nytimes.com/

Link: https://www.nytimes.com/2020/03/24/opinion/trump-nyc-coronavirus.html?fbclid=IwAR2vYDAIFC2B9Fq50jL2NIQei_pM5OBtemxoNKJTl3W3zoJvb8HF1uDyMNk

24.03.2020

Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte  comedonchisciotte.org  e l’autore della traduzione Bosque Primario

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