Di Fabrizio Bertolami per comedonchisciotte.org
Si è aperto oggi, e durerà fino a domani, il Forum “Belt and Road for International Cooperation” di Pechino, dopo aver già ospitato con successo il primo Forum nel 2017 e il secondo nel 2019.
Presenti almeno 20 capi di Stato tra cui il Presidente russo Putin, che lì non rischia la cattura da parte del Tribunale Penale Internazionale non essendo la Cina firmataria del Trattato. Assenti invece rappresentanti delle nazioni occidentali. La partecipazione di Orban all’evento, come unico rappresentante tra i Paese UE, rende bene la differenza con l’edizione del Forum del 2019, quando l’allora Primo Ministro italiano Paolo Gentiloni presenziò per l’Italia, in quanto Paese formalmente aderente all’iniziativa (1).
Secondo il Ministro degli Esteri Wang Yi, citando la Banca Mondiale, entro il 2030 le infrastrutture di trasporto della BRI – “Belt and Road Initiative”, se pienamente implementate, dovrebbero aumentare il reddito reale globale dallo 0,7% al 2,9%, sollevando 7,6 milioni di persone dalla povertà estrema e 32 milioni di persone dalla povertà moderata.
La BRI è il grande progetto cinese di interconnessione tra i mercati dell’Eurasia, dell’Africa e l’Asia Pacifica che, partito nel 2013, sia avvia ad poter diventare l’asse portante dei BRICS e del nuovo mondo multipolare sognato da Russia e Cina.
Quest’anno, però, il meeting si svolge una settimana dopo lo scoppio della guerra di Gaza e vedrà per la prima volta Russia e Cina nella posizione di poter criticare l’Occidente da una posizione di forza, con la guerra in Ucraina in uno stallo che favorisce i russi, con Mosca che pare non aver risentito delle sanzioni e con con le trattative sui BRICS+ in fase avanzata. A tal proposito non è di poco rilievo che sia l’Arabia Saudita che Iran – due potenze del Medio Oriente prossime all’ingresso nei BRICS – siano al fianco della Palestina nello scontro con Israele.
Cina e Russia potrebbero anche rivolgersi all’ONU a un certo punto, e porre la questione palestinese ai voti, gettando gli USA sotto i riflettori. La sensazione che il “mood” revisionista inaugurato da Putin ha acquisito sempre più forza negli ultimi tempi, e una Cina che si schiera così apertamente, anzichè nicchiare come in passato, per una parte che non sia vicina agli USA ne è un segno.
Quello di Pechino non è un Forum ‘da grandi dichiarazioni’, ma ha già offerto spunti di analisi geopolitica sin dal discorso di apertura di Xi Jinping (5).
Dopo il discorso di Putin al meeting di Valdai, tutto incentrato sulla competizione di “civilizzazioni” (Huntington e Dugin ringraziano) e sul principio che un’era multipolare sia in vista (4), Xi Jinping, nel suo discorso iniziale, parla di sfide enormi per l’umanità:
“Questa è un’era di promesse e un’era di sfide. Di fronte all’ennesimo bivio della storia, dobbiamo scegliere tra unità e divisione, tra apertura e chiusura, tra cooperazione e confronto. Con in gioco gli interessi generali dell’umanità, questa scelta mette alla prova la saggezza di tutti i Paesi“. (5)
Rendendo merito al sistema aperto del commercio in atto dagli anni 2000 ha poi continuato dicendo:
“La globalizzazione ha migliorato l’allocazione dei fattori produttivi a livello mondiale, inclusi capitale, informazione, tecnologia, lavoro e management. Come se collegasse laghi e ruscelli sparsi in una distesa d’acqua ininterrotta, fa uscire le nazioni dall’isolamento e dal modello obsoleto di autosufficienza, fondendo i loro mercati individuali in uno globale e combinando le loro rispettive esperienze nella storia del mondo“.
Xi ha poi parlato di un mondo in fase di cambiamento come non avveniva da un secolo, che porta con sè squilibri e “deficit“:
- deficit di pace
- deficit di sviluppo
- deficit di sicurezza
- deficit di governance
La Cina riconosce l’emergere in questo momento di problemi condivisi ma sottolinea la mancanza di un’adeguata leadership condivisa. Xi ha addirittura rassicurato che Pechino non sta cercando di scalzare Washington dal trono di potenza globale:
“Non possiamo più interpretare la realtà in cui viviamo o trovare soluzioni soddisfacenti agli enigmi che ci troviamo ad affrontare attraverso gli approcci tradizionali alle relazioni internazionali. È sempre più evidente che l’idea che ‘tutti i Paesi forti cercheranno l’egemonia’, l’ossessione per una forza superiore e la mentalità della somma zero sono in conflitto con le esigenze dei nostri tempi. Non esiste una legge ferrea che imponga che una potenza in ascesa cerchi inevitabilmente l’egemonia”.
La scelta è quindi tra una visione di contrapposizione e quella di un impulso alla interconnessione e alla condivisione di responsabilità sullo scacchiere internazionale:
“Trovandosi a un bivio, l’umanità si trova di fronte a due opzioni opposte. Il primo è ritornare alla mentalità della Guerra Fredda che approfondisce la divisione e l’antagonismo e alimenta il confronto tra i blocchi. L’altro è agire per il benessere comune dell’umanità, rafforzare la solidarietà e la cooperazione, sostenere l’apertura e risultati vantaggiosi per tutti e promuovere l’uguaglianza e il rispetto. Il tiro alla fune tra queste due opzioni modellerà profondamente il futuro dell’umanità e del nostro pianeta“.
La risposta cinese è un Mondo Multipolare:
“La risposta della Cina a questa domanda dei tempi è costruire una comunità globale di futuro condiviso. Significa che con i loro futuri strettamente interconnessi, tutte le nazioni e i paesi dovrebbero restare uniti, condividere il bene e il male, vivere insieme in armonia e impegnarsi in una cooperazione reciprocamente vantaggiosa. L’idea si basa su un disegno ragionevole delle relazioni tra Stato e Stato.
In questo villaggio globale, tutti gli esseri umani sono una grande famiglia. Con i loro interessi intrecciati e i futuri intrecciati, i paesi si stanno trasformando in una comunità dal futuro condiviso. Tale visione va oltre le regole esclusive della politica dei blocchi, la nozione di ‘forza che fa bene’ e i ‘valori universali’ definiti da una manciata di Paesi occidentali. Si conforma alla tendenza dei tempi, fa eco all’appello alla cooperazione globale e contribuisce a un ordine internazionale più giusto ed equo“.
La comunità globale dal futuro condiviso pensata da Xi prevede un mondo caratterizzato da:
- apertura
- inclusività
- equità
- giustizia
- coesistenza armoniosa
- diversità e apprendimento reciproco
- unità
- cooperazione
La sensazione che la Storia stia facendo una delle sue curve è nel punto in cui Xi afferma che:
“Il nuovo tipo di relazioni internazionali è diverso in quanto ha creato un nuovo percorso per le interazioni tra i Paesi, ha aperto un nuovo capitolo della storia mondiale in cui diverse civiltà e Paesi con sistemi diversi convivono in pace e cercano uno sviluppo comune, e ha aperto la strada a costruire una comunità globale di futuro condiviso“.
Affermazioni che rafforzano il concetto già espresso da Putin nel suo discorso.
La Globalizzazione ha portato ricchezza in Paesi che in altri tempi avremmo chiamato ‘in via di sviluppo’. Questi stanno rivalutando la loro cultura tradizionale, facendone un punto di forza della loro ‘crescita‘. L’ascesa di così tanti centri di potere, grandi e medi, non può più essere gestita da consessi limitati come il G7, il G20 o dalla volontà dei soli Paesi occidentali, che sono ormai le nazioni più indebitate sulla Terra.
Ogni civiltà ha il diritto di esistere e di non doversi difendere dall’eradicazione. I cinesi propongono la BRI come una collana di perle che colleghi i Paesi produttori e i mercati del Sud del Mondo e del mondo ricco, via nave, treno e strade, mantenendo il sistema aperto. Entro luglio 2023, più di tre quarti dei Paesi del mondo e oltre 30 organizzazioni internazionali avevano firmato accordi di cooperazione sulla Nuova Via della Seta con la Cina.
Xi ha però rassicurato che:
“La BRI è un’iniziativa per la cooperazione economica, non per alleanze geopolitiche o militari. È un processo aperto e inclusivo che non prende di mira né esclude alcuna parte. Piuttosto che formare cricche esclusive o un ‘club cinese’, mira ad aiutare la Cina e il resto del mondo a cogliere le opportunità e perseguire uno sviluppo comune. Piuttosto che un percorso privato per una sola parte, si tratta di un ampio percorso a cui possono aderire tutti i Paesi interessati per lavorare insieme per vantaggi condivisi“.
proponendo la collaudata formula del multilateralismo:
“Costruire una comunità globale di futuro condiviso richiede la pratica del vero multilateralismo. Costruire cricche in nome del multilateralismo non è altro che una politica di blocco. Cercare la supremazia in nome del multilateralismo è ancora un pensiero unilaterale. Il ‘multilateralismo selettivo’ pratica un doppio standard. Il mondo dovrebbe essere giusto e libero da pratiche dominanti. La Cina si oppone a tutte le forme di unilateralismo e alla formazione di fazioni e cricche esclusive che prendono di mira Paesi specifici, e si oppone ad azioni che minano l’ordine internazionale, creano una nuova guerra fredda o alimentano il confronto ideologico in nome del cosiddetto ordine basato sulle regole“.
Le tre iniziative Global Development Initiative, Global Security Initiative e Global Civilization Initiative supporteranno la Cina nella costruzione di questo sistema multipolare, di cui la BRI sarà la spina dorsale.
Si moltiplicano quindi i ‘manifesti dell’era multipolare’ , in un momento in cui il Soft Power degli USA non sembra più essere sufficiente a mantenere in piedi l’attuale era unipolare, ma anzi li costringe a dover fare uso di Hard Power per procura o, forse presto, direttamente. Di fronte al dilagante disordine, Cina e Russia costruiscono il loro ordine politico ed economico (e con la SCO, militare), per affrontare gli effetti dello sgretolarsi del ‘Momento unipolare americano’.
Di Fabrizio Bertolami per comedonchisciotte.org
17.10.2023
Fonti:
1. https://www.usnews.com/news/world/articles/2023-10-17/here-are-the-key-leaders-joining-the-belt-and-road-forum-and-their-wish-lists-to-beijing
2. https://english.www.gov.cn/news/202308/31/content_WS64f04b9bc6d0868f4e8def6c.html
3. http://www.beltandroadforum.org/english/n101/2023/1010/c127-916.html
4. https://sputnikglobe.com/20231006/vladimir-putins-2023-speech-at-valdai-discussion-club-1113976280.html
5. http://www.beltandroadforum.org/english/n101/2023/1010/c127-916.html