Dal 2 giugno scorso è online su ScienceDirect una recensione sull’applicazione tradizionale e sui moderni meccanismi farmacologici della fitoterapia a base di oli essenziali per contrastare le malattie cardio-cerebrovascolari che rappresentano forse la principale causa di morte e di declino della qualità della vita. Negli ultimi anni, infatti, l’incidenza di queste patologie è riscontrabile sempre di più anche tra i giovani e il carico dei pazienti è in aumento. Utilizzare trattamenti efficaci e sicuri è, quindi, di grande importanza.
C’è da dire subito che le soluzioni farmacologiche di sintesi non stanno dando risultati soddisfacenti. A tal proposito si legge nello studio che “vi sono alcune carenze nell’uso a lungo termine di farmaci chimici, ad esempio controindicazioni, reazioni allergiche, effetti collaterali e anche resistenza ai farmaci stessi”. E ancora: “Funzionalità epatica e renale anormali, dispnea e aritmia sono reazioni avverse comuni dei farmaci per le malattie cardiovascolari. Alcuni farmaci anti-piastrinici hanno effetti collaterali come l’erosione gastrica (aspirina) e la granulocitosi (ticlopidina) o scarsa separazione tra effetti terapeutici e complicanze emorragiche (inibitore del recettore della glicoproteina IIb/IIIa)”. Inoltre, scrivono gli autori, “i pazienti con più malattie necessitano di una combinazione di più farmaci e l’interazione tra medicinali può produrre più reazioni avverse.”
Per tutti questi motivi è importante trovare alternative sicure ed efficaci. Gli OLI ESSENZIALI, composti volatili ottenuti da diverse parti delle piante (fiori, semi, foglie, radici, steli), sono utilizzati da tempi immemorabili in tutto il mondo per trattare vari problemi di salute. Nella medicina tradizionale cinese medicine a base di erbe ricche di oli essenziali sono usate, in particolare, per il trattamento delle malattie cardio-cerebrovascolari e il lavoro scientifico appena pubblicato ne ha confermato la “notevole efficacia”. Inoltre, scrivono gli autori, “i giovani pazienti con malattie cardiovascolari sono spesso accompagnati da depressione e gli oli essenziali possono svolgere un ruolo importante nell’alleviare anche le malattie emotive, sono pertanto di grande valore per il trattamento e miglioramento della prognosi delle malattie cardio-cerebrovascolari”.
L’articolo offre una buona base scientifica per l’applicazione dell’aromaterapia a questo tipo di patologie. Le popolazioni antiche, dall’Egitto all’Arabia alla Grecia, ricorrevano frequentemente a piante che contenevano oli essenziali. Se solo ci fosse maggiore volontà di investire denaro in questa direzione, si scoprirebbe che le medicine tradizionali hanno molto da insegnare e si potrebbero curare la maggior parte delle patologie, non solo quelle a carico del sistema cardio-vascolare, con sostanze naturali con indubbi vantaggi per la salute e piccoli o nulli effetti collaterali.
P.S.
Ancora più potenti e complete degli oli essenziali sembrano essere le quintessenze spagyriche ottenute attraverso un’antichissima tecnica a partire da piante essenziere. Si tratta di una lunga e sapiente preparazione che porta, alla fine, a prodotti liberi da ogni impurità che hanno anche potenzialità elettromagnetiche e informazionali in grado di modulare, cedendo o catturando elettroni, le condizioni alterate del terreno biologico di partenza. Interessanti a tal proposito gli studi condotti da Claude Vincent, Jean Valnet, Michel Faucon, Pierre Franchomme e altri che hanno argomentato sul fatto che le molecole aromatiche possano funzionare come “emettitori e ricevitori di onde” e siano, quindi, portatrici di una ben determinata vibrazione o “intelligenza”.
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VB