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I governi ansiosi di approvare leggi sulla censura per privare i cittadini della libertà di parola.
Al via la più terribile forma di repressione mai registrata nella storia.
Sconfitta del pensiero liberale da parte del totalitarismo di Woke.
Prima che Elon Musk comprasse Twitter, pare che Twitter stesse censurando informazioni veritiere volendo farci capire quali agenzie governative e quali aziende tecnologiche lavorino insieme per imbavagliare gli utenti dei social media. Ora, i principali Paesi stanno cercando di codificare esplicitamente le proibizioni in rete mediante una legge.
In tutto il mondo, i politici hanno appena approvato o sono in procinto di approvare nuove leggi radicali che consentirebbero ai governi di censurare i cittadini comuni sui social media e su altre piattaforme Internet. Con il pretesto di prevenire i “danni”, diversi Paesi stanno creando un vasto e interconnesso apparato di censura.
I politici, le ONG e i loro sostenitori mediatici affermano che il loro obiettivo è solo quello di proteggere il pubblico dalla “disinformazione” e dalle “fake-news”.
In Irlanda, ad esempio, il governo potrebbe presto essere in grado di arrestare i cittadini semplicemente per il possesso di materiale ritenuto “odioso”.
Negli Stati Uniti, con il Restrict Act, il governo potrebbe presto essere in grado di monitorare l’attività su Internet di qualsiasi americano qualora lo ritenga un rischio per la sicurezza.
In Canada, un’agenzia statale può filtrare e manipolare ciò che i canadesi vedono online.
In Australia, un singolo funzionario governativo può costringere i social media a rimuovere i post.
I governi e le ONG amiche vogliono costringere le aziende tecnologiche a rispettare le loro regole.
In Inghilterra I legislatori hanno minacciato di incarcerare gli amministratori dei social network che non riescono a censurare un numero sufficiente di contenuti.
Il Brasile sta per introdurre sanzioni severe alle piattaforme che non rimuovono le “fake news”.
Ma il principale campo d’azione è l’Unione Europea.
L’Unione Europea sta cercando di ottenere nuovi poteri per regolamentare le società di social media. L’Europa potrebbe così cambiare il modo in cui i social media operano nel mondo, data la forza economica e l’influenza globale che l´Europa possiede.
In base al Digital Services Act dell’UE, le grandi aziende tecnologiche devono condividere i loro dati con “ricercatori accreditati” di organizzazioni no-profit e accademiche, che diventerebbero i moderatori dei contenuti delle ONG e dei loro sponsor statali.
Lo US Restrict Act, promosso dal senatore Mark Warner del partito di Biden, minaccia 20 anni di carcere o una multa di 250.000 dollari per chiunque acceda ai siti web della lista nera tramite “reti private virtuali” o VPN.
Gli agenti governativi hanno introdotto queste politiche di censura come ladri che entrano in casa nel cuore della notte, con poca pubblicità e senza farsi notare. I principali organi di informazione hanno praticamente oscurato quanto sta accadendo, e molti di essi appoggiano le nuove leggi.
Come rivelato nei Twitter Files, il complesso industriale della censura mira sia a screditare i fatti assodati, le narrazioni veritiere e i creatori di contenuti che minacciano il potere globalizzato, nello stesso tempo a dare spazio ai fatti che fanno comodo a loro.
Stiamo quindi assistendo all’emergere di un apparato governativo a livello globale con il potere di controllo sull’informazione in modo da determinare ciò che la gente deve credere che sia vero o falso.
Non è quindi esagerato affermare che l’Occidente è sull’orlo di una forma di totalitarismo molto piu potente del comunismo o del nazismo.
Ma perché i governi cercano di reprimere la libertà di parola dalla Nuova Zelanda ai Paesi Bassi, dal Brasile al Canada? Perché ora? E perché ci stanno riuscendo?
La tempistica del giro di vite globale sulla libertà di parola non sembra essere una coincidenza.
L’anno scorso, la presidenza Biden ha tentato di creare un dipartimento di censura (“Disinformation Governance Board”) all’interno del Dipartimento di Sicurezza Nazionale che ha provocato una reazione molto forte da parte dell’opinione pubblica. Il DGB è stato subito chiuso.
Il comitato di censura era nato da un’idea di Renee DiResta, ( https://fsi.stanford.edu/people/renee-diresta ) un “ex” membro della CIA che lavora all’Osservatorio Internet di Stanford, e dei suoi alleati, tra cui il senatore Warner, il Consiglio Atlantico (un think tank di politica internazionale), l’Università di Washington e Graphika (una società di analisi dei social media).
Ciò che sta accadendo ora è il raggruppamento delle richieste di censura che si sono registrate finora. Con alcune eccezioni di rilievo, la richiesta di censura è ora guidata dai partiti di sinistra e di centro-sinistra, con le ONG che svolgono un ruolo subordinato di staffetta.
I politici invocano una difesa woke (woke significa qualcosa come “lacerante” o “identitario”) della “prevenzione dei danni” per la “sicurezza nazionale” molto diversa dal vecchio pretesto per la censura. La pressione si basa sull’immigrazione (ad esempio in Irlanda), le questioni trans (ad esempio in Irlanda e Australia) la sicurezza o la salute (ad esempio nell’UE).
In base a questa legge, anche se gli individui non comunicano o distribuiscono il materiale sui loro dispositivi, saranno considerati colpevoli fino a prova contraria. Potrebbero rischiare fino a cinque anni di carcere.
Nessuno dei politici che sostengono la censura sembra essere di elevato livello intellettuale, tanto meno un leader. Sembrano invece tutti strumenti di potenti interessi governativi e finanziari, compresi i leader militari e dei servizi segreti, che si nascondono nell’ombra.
In Canada, i politici difendono la censura in nome della promozione della cultura e dei contenuti canadesi, ma alcuni critici del disegno di legge ipotizzano che sia stato redatto in risposta al “Convoglio della Libertà” dei camionisti nel 2021. ( https://www.ilsole24ore.com/art/coronavirus-oggi-riapre-ponte-canada-usa-bloccato-convoglio-anti-restrizioni-AEvxbtDB?refresh_ce=1 ). Il convoglio era stato celebrato su YouTube e sui social media e ingiustamente diffamato come “razzista” dalla stampa canadese filo-governativa..
Nel Regno Unito si punta a espandere i poteri di censura dello Stato col pretesto di proteggere i bambini.
Ma le azioni peggiori saranno in Europa, dove si cerca di ottenere ampi poteri per censurare le opinioni indesiderate e affidare le decisioni sulla moderazione dei contenuti a ONG private, che potrebbero di fatto regolamentare le società di social media. (Possiamo immaginare la faccia di un George Soros in attesa di questi provvedimenti! …)
La legge darebbe “diritti di azione collettiva alle ONG”, ha dichiarato un importante lobbista europeo della proposta di legge durante un evento allo Stanford Internet Observatory, che è guidato, come abbiamo visto, intellettualmente anche se non ufficialmente, da DiResta.
Perché i politici cercano di reprimere la libertà di parola? Perché si sentono minacciati dalla “rivolta pubblica” resa possibile da Internet e stanno lavorando per orchestrare la più terribile forma di repressione mai registrata nella storia.
Possono essere fermati e come?
L’aspetto piu scioccante di questa storia è che gli aspiranti moderni dittatori la stanno facendo franca.
Con la sconfitta del pensiero liberale da parte del totalitarismo di Woke, i crescenti livelli di libertà e di libertà di parola di cui hanno goduto tutti nelle società occidentali, in particolare negli Stati Uniti, per centinaia di anni stiano per finire.
Ma noi non rinunceremo alle nostre libertà senza combattere.
A metà giugno si terrà un evento pubblico a Londra con MattTaibbi di Racket ( https://substack.com/@russiandissent )per costruire il movimento globale di resistenza al totalitarismo.
La resistenza sta crescendo a destra e a sinistra.
In Irlanda, il deputato Paul Murphy ha sostenuto che qualunque legge censoria “è crimine di pensiero”. Murphy ha proposto degli emendamenti che sono stati respinti, mentre il deputato conservatore Peadar Tóibín ha affermato: “Questa legge è una minaccia per la funzione democratica a lungo termine della nostra società”. Il gruppo Free Speech Ireland, ( https://freespeechireland.ie/ ) fondato dagli studenti dell’Università di Cork, ha lanciato una petizione contro la legge.
In Canada, la famosa scrittrice Margaret Atwood (autrice di “The Handmaid’s Tale”) ha criticato la censura, dichiarando al Globe and Mail: “I burocrati non hanno il diritto di dire a nessuno cosa scrivere”. “La legge è pericolosa di per sé, ed è anche un precedente per un governo che vuole estendere questa forma di controllo tecnocratico ad aree diverse dai contenuti online. Pone le basi e il terreno di sperimentazione per l’intelligenza artificiale e gli algoritmi da utilizzare per il controllo delle masse”.
La pressione pubblica può ancora influenzare la politica e salvaguardare la libertà di parola.
In Brasile una prima bozza della legge sulle “Fake News” conteneva una disposizione che avrebbe permesso alle autorità di mandare in prigione per cinque anni chiunque avesse condiviso contenuti che minacciavano “la pace sociale e l’ordine economico”. Dopo un’enorme protesta pubblica, questa disposizione sembra essere stata accantonata.
I cittadini di tutto il mondo debbono agire per difendere la libertà di espressione dagli aspiranti dittatori che cercano di prendere il potere in tutto il mondo. La richiesta globale di censura da parte dei totalitari ci sta facendo capire quanto sia preziosa la nostra libertà.
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Segnalato e tradotto da Mystes per il forum dei lettori di ComeDonChisciotte.org