Malato il 90% dei polli venduti da un’azienda leader della grande distribuzione

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Il 90% dei petti di pollo venduti nei supermercati Lidl in Italia è risultata affetta da White Striping, striature bianche parallele alle fibre muscolari che stanno a indicare la sofferenza patita dagli animali negli allevamenti e la bassa qualità della carne. La segnalazione arriva da un Report dell’Associazione ‘Essere Animali’ che ha analizzato 603 campioni di confezioni di pollo di 38 punti vendita Lidl in 11 città del nostro Paese, da Torino a Bari.

Tutte le confezioni esaminate riportavano in etichetta definizioni riferite al benessere animale, ad esempio “prodotto certificato”, “filiera controllata”, “uso di luce naturale”, “arricchimenti ambientali per favorire comportamenti naturali”; tuttavia, l’analisi della carne ha mostrato in 9 campioni su 10 la presenza di queste striature bianche e, in base a quanto riferisce l’Associazione, metà dei campioni esaminati hanno evidenziato una condizione patologica con alti livelli di gravità.

Tali striature, infatti, sono indice di problematiche di salute. Possono essere riscontrabili non solo sui petti di pollo interi, ma anche sui filetti e sui muscoli delle cosce dei polli che vengono sottoposti a crescita rapida negli allevamenti intensivi. Certe razze sono state selezionate nel corso dei decenni per crescere nel più rapido tempo possibile, ma ciò comporta gravi problemi di salute tanto che gli animali addirittura arrivano ad avere difficoltà di deambulazione, sviluppano lesioni o deformità dolorose dovute al fatto che in poco più di quattro settimane mettono su una muscolatura enorme intorno a uno scheletro che, in realtà, è ancora è immaturo.
Spesso questi polli hanno anche problemi cardiovascolari, neurologici, respiratori con accumulo di liquidi nelle cavità peritoneali e più di un video ha documentato che vivono a contatto con le loro deiezioni perché urinano e defecano nella lettiera in cui si trovano stretti l’uno all’altro. Col passare dei giorni, l’ammoniaca che si sviluppa brucia le penne del petto e arrossa la arte inferiore dell’addome.

Purtroppo, queste razze a crescita rapida, tanto utilizzate negli allevamenti intensivi (attenzione: il problema non è legato al singolo marchio, come Lidl in questo caso, è un sistema intero che offre quantitativi enormi di carne a prezzi bassi), rappresentano la scelta più comune dei consumatori che, credendo di prendere una decisione salutare, puntano sulla carne bianca anche perché pensano di mangiare un alimento con un alto contenuto di proteine e pochi grassi; tuttavia, la composizione della carne di animali allevati in siffatta maniera cambia e lo fa oltretutto a favore dei grassi.
Inoltre, c’è il problema degli antibiotici: ogni volta che un animale si ammala gli viene somministrato l’antibiotico con il rischio di selezionare batteri resistenti, a maggior ragione se a ricevere gli antibiotici sono anche gli animali che in quel momento non sono effettivamente malati e ciò accade normalmente negli allevamenti intensivi, dal momento che i produttori trattano l’intero gruppo, composto da decine di migliaia di animali, senza distinguere chi è malato da chi non  lo è.
Infine, bisogna considerare quella carne anche da un punto di vista energetico e, dunque, anche mettere in conto di incamerare tutta la sofferenza e il male che hanno patito gli animali per via delle condizioni in cui sono stati costretti a vivere prima di morire.

Concludendo, se anche il prezzo sugli scaffali potrà risultare conveniente, non si potrà certamente pensare di aver introdotto nel nostro organismo qualcosa di salutare.
Diventa fondamentale, allora, informarsi il più possibile e fare scelte consapevoli. Questo sempre, a maggior ragione se parliamo di alimentazione, pilastro fondamentale della salute.

QUI il report dell’Associazione ‘Essere Animali’ citato a inizio articolo.

QUI il video che documenta le condizioni di un grande allevamento di polli in Germania appartenente a un fornitore di Lidl. È stato realizzato da Equalia, un’organizzazione spagnola che si batte – insieme ad altre riunite nella Open Wing Alliance – per porre fine alle pratiche più crudeli dell’industria avicola e ridurre la sofferenza di questi animali.

QUI il video con le immagini di due allevamenti di un fornitore Lidl italiano. È andato in onda nel novembre 2022 nel corso della trasmissione televisiva Cartabianca, il programma di approfondimento condotto da Bianca Berlinguer. 

QUI la campagna lanciata da alcune organizzazioni europee per la protezione degli animali con lo scopo di chiedere a Lidl di aderire allo European Chicken Commitments, un impegno che propone alle aziende di adottare una serie di criteri minimi di benessere animale. Oltre 300 aziende in tutta Europa hanno già aderito e tra questi anche Lidl Francia (nel resto d’Europa Lidl che è presente in 31 paesi del mondo con oltre 11.000 punti vendita non ha preso ancora nessuna decisione in merito). Al momento in cui scrivo hanno già firmato 60.416 persone.
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VB

 

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