La premessa, doverosa, è che in certe situazioni gli antibiotici salvano la vita.
È anche vero, però, che troppo spesso sono male usati, cioè utilizzati in modo improprio. Il che significa:
– Contro infezioni virali (caso in cui sono completamente inutili)
– Contro il batterio sbagliato
– Come agente ad ampio spettro quando il batterio coinvolto nell’infezione non è stato identificato
– Con pazienti che hanno incompatibilità nei loro confronti
– In dosi eccessive
– In dosi insufficienti
– Per periodi troppo lunghi
– Per periodi troppo brevi
Con l’andare del tempo gli effetti dell’uso ripetuto e scorretto degli antibiotici sull’ecologia interna delle persone sono devastanti.
Innanzitutto, viene danneggiata la normale flora batterica del corpo. E ciò crea il terreno favorevole per svariate malattie. In secondo luogo, compaiono ceppi batterici ultraresistenti, i cosiddetti ‘superbugs’, ovvero batteri in grado di resistere a qualsiasi antibiotico. Mietono milioni di vittime ogni anno in tutto il mondo e costituiscono un problema a cui la medicina attuale non sa come far fronte.
C’è da dire che le problematiche che derivano da un abuso di antibiotici sono anche causate dall’utilizzo sconsiderato che se ne fa nella maggior parte degli allevamenti dove gli animali si ammalano per le condizioni innaturali in cui vengono allevati per il macello.
La responsabilità è IN OGNI CASO nostra perché, da consumatori, accettiamo gli alimenti a buon mercato della produzione industriale e, da pazienti, ricerchiamo la veloce via alla guarigione rappresentata dai farmaci quando, invece, dovremmo preoccuparci di nutrirci in modo migliore e sostituire le abitudini che inducono alla malattia con consuetudini igieniche e pratiche comportamentali che favoriscono l’efficienza del sistema immunitario e il benessere.
__
VB