Lo stress ha un odore e i cani lo rilevano

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Secondo un recente studio, coordinato dalla Queen’s University di Belfast nel Regno Unito e pubblicato sulla rivista scientifica Plos One, i cani sono in grado di rilevare lo stress degli esseri umani avvertendone l’odore nel respiro e nel sudore. Non è la prima ricerca a fornire la prova che i cani siano capaci di annusare lo stress, ma è interessante perché ha evidenziato che possono farlo anche quando hanno di fronte qualcuno che non conoscono e, inoltre, ha mostrato che questi animali non hanno bisogno di segnali visivi o sonori per capire quando una persona si trova in uno stato di tensione. Il che è importante per i cani da terapia che, ad esempio, vengono affiancati alle persone con disturbo da stress post traumatico e che invece attualmente vengono addestrati a rispondere principalmente a stimoli visivi.

I cani hanno una quantità enorme di recettori olfattivi nel naso per questo sono in grado di percepire livelli di odore minimi anche se questi costituiscono solo una frazione di miliardo delle sostanze presenti nell’aria o in un liquido. Non tutti i cani, però, hanno lo stesso naso: quelli con il muso lungo e profondo hanno infatti una maggiore capacità rispetto a quelli con il muso schiacciato o corto. Da generazioni questi animali vengono usati per scoprire stupefacenti ed esplosivi e anche per ritrovare persone evase o scomparse, negli ultimi anni però sono stati addestrati anche per la salute, ad esempio, per fiutare i tessuti cancerosi o gli alimenti di contrabbando.

Al di là di questo, in generale i cani sono di grande aiuto per migliorare la salute e il benessere delle persone, specialmente dei bambini, degli anziani, dei portatori di disabilità. I benefici che sono in grado di portare sono appurati, tanto che in Italia l’impiego di questi animali da compagnia a fini di pet therapy (in realtà non solo cani, ma anche gatti, cavalli, delfini, asini, tanto per citare i più usati e studiati) è stato riconosciuto come cura ufficiale dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 28 febbraio 2003.

I cani, in particolare, sono generalmente molto empatici e collaboranti e facilitano tanto le persone con deficit cognitivi o motori, possono anche aiutare bambini e ragazzi autistici a entrare in contatto con il mondo esterno ed essere di grande giovamento ai pazienti oncologici e agli anziani affetti da Alzheimer, come anche alle persone in coma vegetativo. Ovviamente devono aver fatto prima una determinata preparazione, con un percorso educativo e di addestramento specifico che tenga conto anche del benessere animale, essendo il coinvolgimento del cane in alcuni contesti molto impegnativo e stressante.

Al di là di queste specifiche condizioni di salute, in ogni caso trascorrere attivamente del tempo a contatto con un animale è salutare. Gli scienziati hanno osservato che il semplice atto di accarezzarlo promuove il rilascio di serotonina, prolattina e ossitocina, ormoni collegati al piacere, al benessere e alla felicità che migliorano notevolmente lo stato d’animo.

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VB

 

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