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La Redazione

 

Lo scandalo Weinstein ci dice cos’è veramente Hollywood

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A cura di Davide
Il 14 Ottobre 2017
640 Views

FONTE: RT.COM

Weinstein era un potentissimo produttore cinematografico, co-fondatore di Miramax Films e grande finanziatore di politici Democratici. È stato licenziato dal suo incarico di co-presidente della Weinstein Company dopo che il New York Times ha pubblicato un articolo che rivelava le sue seriali molestie sessuali verso impiegate donne. La sua storia è una tale tempesta perfetta di corruzione, depravazione ed ipocrisia che rappresenta alla perfezione il decadimento morale dell’America.

Il pezzo del Times ha rivelato che Weinstein negli anni ha patteggiato almeno otto diverse cause legali per molestie sessuali. L’articolo era solo la punta di un iceberg veramente grottesco, perché a séguito è emersa una serie di altre accuse.

In un articolo del New Yorker, ironia della sorte scritto da Ronan Farrow, figlio del presunto pedofilo Woody Allen, emergono ulteriori conferme del comportamento predatorio di Weinstein. Sarebbero state coinvolte anche l’attrice/regista italiana Asia Argento ed altre due donne che dicono di esser state violentate.

Le accusatrici più famose sono Gwyneth Paltrow, Angelina Jolie, Ashley Judd, Rose McGowan e Rosanna Arquette.

Praticamente ogni personaggio pubblico ora sta facendo il proprio ipocrita teatrino di denunce. Tutte le star del cinema, membri dei media e politici che ora rimproverano aspramente Weinstein, durante il suo grottesco regno non avevano mostrato altro che vile codardia.

Molti pesi massimi di Hollywood, come Meryl Streep, George Clooney, Ben Affleck e Jennifer Lawrence, fingono di non sapere che Weinstein era un depravato. Il rotondo e ripugnante Harvey è noto nell’industria cinematografica per il suo approccio petulante ed imperioso, che comprende l’abuso fisico dei propri sottoposti e l’essere una bestia lasciva con le donne. I racconti dei suoi cattivi comportamenti sono così numerosi che anche un signor nessuno come me li conosceva.

Allora come ha fatto Harvey a fare il pervertito impunemente per così tanto tempo? La ragione principale è che possedeva un talento raro che tutta Hollywood brama, cioè la capacità di far guadagnare ai propri film candidature all’Oscar. I suoi film sono stati nominati per Best Picture 26 volte negli ultimi 28 anni e sono stati nominati complessivamente per oltre 300 Academy Awards. In altre parole, Harvey poteva rendere le persone ricche e famose al di là dei loro sogni più selvaggi, motivo per cui tanti ad Hollywood guardavano dall’altra parte quando si comportava da troglodita. Per citare Upton Sinclair, “è difficile far capire qualcosa ad un uomo quando il suo stipendio dipende dal suo non capire”.

La cieca ambizione non è l’unica ragione per cui Hollywood ha lasciato fare Weinstein, anche l’opportunità politica ha giocato un ruolo. Weinstein è un vecchio sostenitore dei Democrats, in particolare di Obama e della Clinton, ed ha donato un sacco di soldi per le loro campagne.

Un esempio perfetto di patto col diavolo con Weinstein per motivi politici è Lena Dunham. La Dunham, grande sostenitrice della Clinton e femminista devota, ha ammesso che conosceva la reputazione di Weinstein, ma che nonostante ciò gli ha stretto la mano e si è esibita ad una raccolta fondi per la campagna di Hillary. La Dunham ha dichiarato di aver tradito i propri valori da femminista perché “voleva disperatamente sostenere la Clinton”.

I liberal di Hollywood hanno chiamato i Cristiani Evangelici ipocriti per aver sostenuto Trump, nonostante la sua depravazione morale e misoginia. Concordo che lo siano, ma lo sono anche i liberal di Hollywood per aver lasciato fare Weinstein. Entrambe le parti dovrebbero scendere dal piedistallo e leggere Matteo 7:5: “Ipocrita, prima togli la trave dal tuo occhio, poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello”.

https://twitter.com/RT_America/status/917647562244526080?ref_src=twsrc%5Etfw&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.rt.com%2Fop-edge%2F406478-weinstein-hollywood-scandal-women%2F

3 decenni di molestie sessuali: gli scandali del pezzo grosso di Hollywood ‘coperti’ per anni https://t.co/vbVjPTCywp pic.twitter.com/tf8cyHafhd
– RT America (@RT_America) 10 ottobre 2017

Lo scandalo di Weinstein mi ha portato alla mente un verso di una canzone degli U2: “se cerchi qualcuno da incolpare, lancia un sasso in aria, colpirai un colpevole”. Quando lancio il mio sasso, spesso ricade sui media, e così è anche in questo caso.

Ronan Farrow ha pubblicato la sua storia sul New Yorker solo perché la NBC, sua datrice di lavoro, ha rifiutato di seguire la storia. NBC è in affari con Weinstein su vari progetti cinematografici e televisivi e senza dubbio non ha voluto infastidire un uomo tanto potente. Questa storia quindi ci dice molto anche dei media.

Anche il New York Times, che per primo ha diffuso la cosa, ne è uscito profumando più come un mucchio di letame che come una rosa. Si è infatti saputo che nel 2004 il giornale aveva insabbiato una storia simile su Weinstein dopo le minacce dei suoi avvocati.

Il NYT che omette una storia importante nei primi 2000 non dovrebbe sorprendere nessuno che abbia seguito le nefandezze di Bush. La cosa scioccante è chi ha contruibuito a nascondere il suddetto articolo del 2004. Matt Damon. Sì, Matt Damon, il signor Will Hunting e presunto bravo ragazzo, chiamò il giornalista del Times per difendere Weinstein e fermare la storia. Lo stesso fece Russell Crowe. Mi chiedo come Damon e Crowe facciano a dormire di notte, sapendo di esser stati complici di ulteriori tredici anni di donne abusate?

È scomodo dirlo, ma un altro gruppo di persone che avrebbero potuto fermarlo ma non l’hanno fatto sono le sue vittime più famose, cioè Gwyneth Paltrow, Angelina Jolie, Mira Sorvino ed Ashley Judd. Avrebbero potuto fermarlo se si fossero fatte avanti anni fa. Il motivo per cui punto verso di loro e non verso le altre vittime è perché erano sia in grado di difendersi sia di sfidare Weinstein. Voglio dire che la Paltrow, la Jolie, la Sorvino e la Judd provengono tutte da famiglie dell’entertainment, ben conosciute ed apprezzate nell’industria. Non erano impotenti perché hanno forti alleati e connessioni profonde nel settore. Queste donne, a parte la Judd, hanno anche vinto Oscar, il che dava loro, ancor di più, credibilità e visibilità per fare le loro affermazioni. Non “incolpo” queste donne di esser state molestate o aggredite da Weinstein, vorrei solo che fossero andate oltre le proprie ambizioni ed avessero salvato altre da quel terribile destino.

La carrellata di condanne per Weinstein continuerà senza sosta nei prossimi giorni e settimane, a ragione, ma vederlo solo come bersaglio di derisione sminuisce quel che lui rappresenta. Weinstein è semplicemente un sintomo della più ampia malattia che io chiamo “reality show America”. Essa vede gli esseri umani come cose usa e getta e merci il cui valore è misurato in termini di utilità per intrattenimento o piacere.

Questa storia ci conferma che il “reality-show America”, che impera nell’ambiente politico-culturale, è una raccolta di ipocriti egocentrici ed amorali, rapidi a condannare gli altri ma incapaci di guardarsi allo specchio.

Gli abitanti di “reality-show America” ad Hollywood, Washington e nei giornali si chiederanno quanto abbiano contribuito alla cultura che ha coltivato un uomo come Harvey Weinstein? Sinceramente ne dubito, perché l’elusione, la miopia emotiva e l’amnesia storica sono americani quanto la torta di mele.

Questo scandalo è un’opportunità, non solo di vedere Weinstein per quel che è veramente, ma anche di vedere l’America per quel che siamo diventati… un branco di codardi senza più etica, allergici all’introspezione ed alla verità.

Questa “reality-show America”, attualmente interpretata dai Trump e dalle Kardashian (con special guest i Clinton) e prodotta da Harvey Weinstein, rivela quanto l’America sia moralmente caduta in basso e quanto tutti noi cittadini non abbiamo più alcuna autorità etica perché, come i nostri padroni, siamo incapaci di essere onesti con noi stessi.

È dura ammetterlo, ma se trovassimo il coraggio di vederci come siamo veramente, riconosceremmo che Harvey Weinstein è l’America e l’America è Harvey Weinstein. Entrambi sono tronfi, corrotti, bulletti ambiziosi, pieni di paura e di odio, che usano il proprio ingombrante potere per sfruttare gli indifesi alimentando i loro impulsi più scuri

 

 

Fonte:

LInk: https://www.rt.com/op-edge/406478-weinstein-hollywood-scandal-women/

12.10.2017

Traduzione per  www.comedonchisciotte.org a cura di HMG

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