L’assassinio di Soleimani: che cosa potrebbe accadere dopo?

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The Saker
thesaker.is

Dobbiamo iniziare riassumendo rapidamente ciò che è appena accaduto:

1. Il generale Soleimani era a Baghdad in visita ufficiale per partecipare ai funerali degli Iracheni assassinati dagli Stati Uniti il 29 dicembre.
2. Gli Stati Uniti hanno ora rivendicato ufficialmente la responsabilità di questo omicidio
3. Il leader supremo iraniano, l’Ayatollah Ali Khamenei, ha dichiarato ufficialmente che “In ogni caso, una grave rappresaglia attende i criminali che hanno hanno sporcato le loro corrotte mani con il sangue suo e dei suoi compagni martirizzati ieri sera.

Gli Stati Uniti hanno messo se stessi,  e l’Iran, con le spalle al muro

Gli Iraniani, semplicemente, non avevano altra scelta che dichiarare che ci sarà una rappresaglia. Ci sono alcuni problemi fondamentali riguardo a ciò che potrebbe succedere in seguito. Vediamoli uno per uno:

1. In primo luogo, è abbastanza ovvio dagli sproloqui patriottardi che si sentono negli Stati Uniti che lo zio Shmuel è “pronto e carico” per azioni e reazioni ancora più violente. In effetti, il segretario Esper ha sostanzialmente infilato gli Stati Uniti in quello che definirei un “vicolo cieco di iper-reazione” quando ha dichiarato che “il gioco è cambiato” e che gli Stati Uniti prenderanno “misure preventive” ogni volta che si sentiranno minacciati. Pertanto, gli Iraniani devono presumere che gli Stati Uniti reagiranno in modo eccessivo a qualsiasi cosa che, anche lontanamente, sembrerà una rappresaglia iraniana.

2. Non meno allarmante è il fatto che ciò crea le condizioni assolutamente perfette per un false flag come quello della “USS Liberty.” In questo momento, per i militari e le strutture statunitensi in tutto il Medio Oriente  gli Israeliani sono diventati un pericolo almeno altrettanto grande degli stessi Iraniani. Come mai? Semplice! Sparate un missile, un siluro, una mina contro una qualsiasi nave della flotta americana e incolpatene l’Iran. Sappiamo tutti che se ciò dovesse accadere, le élite politiche statunitensi faranno ciò che hanno fatto l’ultima volta: lasciare che i militari statunitensi muoiano e proteggere Israele a tutti i costi (informatevi su ciò che era successo alla USS Liberty, se ancora non lo sapete).

3. Esiste anche un rischio molto reale di “ritorsioni spontanee” da parte di altri attori (non da parte dell’Iran o degli alleati iraniani). In effetti, nel suo messaggio, l’Ayatollah Ali Khamenei ha dichiarato espressamente che “Il martire Soleimani è un volto internazionale della Resistenza e tutti gli amanti della Resistenza condividono una richiesta di ritorsione per il suo sangue. Tutti gli amici, così come tutti i nemici, devono sapere che la strada del Combattimento e della Resistenza continuerà con il doppio della volontà e la vittoria finale sta decisamente aspettando coloro che lottano in questo cammino.” Ha ragione, Soleimani era amato e venerato da molte persone in tutto il mondo, alcune delle quali potrebbero decidere di vendicare la sua morte. Ciò significa che potremmo vedere qualche genere di ritorsione che, naturalmente, verrebbe attribuita all’Iran ma che potrebbe non essere affatto il risultato di una qualche azione iraniana.

4. Infine, se gli Iraniani dovessero decidere di non vendicarsi, allora possiamo essere assolutamente sicuri che Zio Shmuel lo vedrebbe come una prova della sua putativa “invincibilità” e lo considererebbe una licenza per intraprendere azioni ancora più provocatorie.

Se esaminiamo insieme questi quattro fattori, dovremmo giungere alla conclusione che l’Iran deve reagire e deve farlo pubblicamente.

Perché?

Perché, che gli Iraniani reagiscano o no, è quasi certo un altro attacco da parte degli Stati Uniti come risposta a qualsiasi cosa assomigli ad una rappresaglia iraniana, indipendentemente dal fatto che l’Iran ne sia, o meno, coinvolto.

Le dinamiche della politica interna degli Stati Uniti

Diamo poi un’occhiata alle dinamiche della politica interna degli Stati Uniti.

Ho sempre sostenuto che Donald Trump, per i Neoconservatori, è un “presidente usa e getta“. Che cosa intendo con questo? Intendo dire che i Neoconservatori hanno usato Trump per fare ogni sorta di cose veramente stupide (praticamente TUTTE le sue decisioni politiche nei confronti di Israele e/o della Siria) per una ragione molto semplice. Se Trump dovesse fare qualcosa di estremamente stupido e pericoloso [ci sono due possibilità], o riuscirà a farla franca, e la cosa andrebbe benissimo ai Neoconservatori, o fallirà e le conseguenze delle sue decisioni saranno catastrofiche e, a quel punto, i Neoconservatori lo metterebbero da parte e lo sostituirebbero con un individuo ancora più sottomesso (diciamo Pence o la Pelosi). In altre parole, per i Neoconservatori fare in modo che Trump faccia qualcosa di fantasticamente pericoloso e stupido è una situazione comunque vantaggiosa!

In questo momento, i Democratici (ancora il partito favorito dei Neoconservatori) sembrano essere assolutamente decisi a commettere un suicidio politico con quella ridicola (e insidiosa!) stupidaggine dell’impeachment. Ora, mettetevi nei panni dei Neoconservatori. Potrebbero essere in grado di indurre i goyim americani a colpire l’Iran e a liberarsi di Trump. Suppongo che il loro pensiero potrebbe svilupparsi più o meno così:

Trump sembra destinato a vincere nel 2020. Non lo vogliamo. Tuttavia, abbiamo fatto tutto il possibile per scatenare un attacco degli Stati Uniti contro l’Iran, fin dal 1979. Facciamo in modo che sia Trump a farlo. Se “vince” (con qualsiasi definizione del termine, ma ne parleremo più avanti), vinceremo. Se perde, gli Iraniani saranno comunque in una situazione dolorosa e possiamo sempre gettarlo via come un preservativo usato (presumibilmente usato per fregare qualcuno senza rischi personali). Inoltre, se la regione esplode, questo aiuterà il nostro amato Bibi e unirà gli Ebrei statunitensi a sostegno di Israele. Alla fine, se Israele verrà attaccato, chiederemo immediatamente (e, ovviamente, otterremo) un massiccio attacco degli Stati Uniti contro l’Iran, supportato da tutto l’establishment politico e dai media statunitensi. E, infine, se Israele dovesse essere colpito duramente, potremo sempre usare le nostre armi nucleari e dire ai goyim che “l’Iran vuole gasare 6 milioni di Ebrei e cancellare dalla faccia della Terra l’unica democrazia in Medio Oriente” o qualcosa di ugualmente insulso.

Da quando Trump è entrato alla Casa Bianca, lo abbiamo visto leccare il culo alla lobby israeliana con un godimento che è eccessivo anche per gli standard statunitensi. Suppongo che questo calcolo sia sulla linea di “con la lobby israeliana alle mie spalle, sono al sicuro alla Casa Bianca“. È ovviamente troppo stupido e narcisista per rendersi conto che è stato usato, da sempre. A suo merito (o per uno dei suoi consiglieri principali), NON ha permesso ai Neoconservatori di iniziare una guerra vera contro Russia, Cina, Corea del Nord, Venezuela, Yemen, Siria, ecc. Tuttavia, l’Iran è un caso totalmente diverso, dal momento che è il bersaglio “numero uno” che i Neoconservatori ed Israele voleva colpire e distruggere. I Neoconservatori avevano persino questo motto “i ragazzi vanno a Baghdad, i veri uomini vanno a Teheran“. Ora che Zio Shmuel ha perso tutte le guerre che aveva scelto di combattere, ora che le forze armate statunitensi non hanno più credibilità, ora è il momento di ripristinare l’autostima da “macho” di Zio Shmuel e, in effetti, di “andare a Teheran,” per così dire.

I Democratici (Biden) stanno già dicendo che Trump ha appena “gettato un candelotto di dinamite in una polveriera,” come se si preoccupassero di qualsiasi cosa al di là dei loro meschini obiettivi politici e di potere. Tuttavia, devo ammettere che la metafora di Biden è corretta, questo è esattamente ciò che Trump (e i suoi veri mandanti) hanno fatto.

Se diamo per scontato che abbia ragione nella mia valutazione di Trump come “presidente usa e getta” dei Neoconservatori/Israele, allora dobbiamo anche accettare il fatto che le forze armate statunitensi sono le “forze armate usa e getta” dei Neoconservatori/Israele e che gli Stati Uniti come nazione sono anch’essi la “nazione usa e getta” dei Neoconservatori/Israele. Questa è davvero una brutta notizia, poiché ciò significa che, dal punto di vista neoconservatore/israeliano, non ci sono rischi reali nel gettare gli Stati Uniti in una guerra contro l’Iran.

In verità, la posizione di Democratici è un capolavoro di ipocrisia che può essere riassunto così: l’assassinio di Soleimani è un evento meraviglioso, ma Trump è un mostro per averlo reso possibile.

Bellissimo, vero?

Quale sarebbe il probabile esito di una guerra degli Stati Uniti contro l’Iran?

Ho scritto così spesso su questo argomento che non entrerò ora in tutti i possibili scenari. Tutto ciò che dirò è il seguente:

  • Per gli Stati Uniti, “vincere” significa ottenere un cambio di regime o, in mancanza di ciò, distruggere l’economia iraniana.
  • Per l’Iran, “vincere” significa semplicemente sopravvivere all’attacco degli Stati Uniti.

Questa è un’asimmetria ENORME e, sostanzialmente, significa che gli Stati Uniti non possono vincere e l’Iran può solo vincere.

E, no, gli Iraniani non devono sconfiggere CENTCOM/NATO! Non hanno bisogno di impegnarsi in operazioni militari su larga scala. Tutto quello che devono fare è: rimanere “in piedi” una volta che il polverone si sarà dissolto.

Ho Chi Minh aveva detto una volta ai Francesi “Potete uccidere dieci dei miei uomini per ognuno dei vostri, ma anche con questa disparità, voi perderete e io vincerò“. Questo è esattamente il motivo per cui l’Iran alla fine prevarrà, magari ad un costo enorme (Amalek deve essere distrutto, giusto?), ma sarà comunque una vittoria.

Ora diamo un’occhiata a due tipi più elementari di scenari di guerra: al di fuori dell’Iran e all’interno dell’Iran.

Gli Iraniani, incluso lo stesso generale Soleimani, hanno dichiarato pubblicamente molte volte che, nel loro tentativo di circondare l’Iran e il Medio Oriente con numerose forze e basi militari, gli Stati Uniti hanno fornito all’Iran un lungo elenco di obiettivi di valore. Il campo di battaglia più ovvio per una guerra per procura è chiaramente l’Iraq, dove ci sono un sacco di forze pro e anti-iraniane che forniscono le condizioni per un lungo, sanguinoso e prolungato conflitto (Moqtada al-Sadr ha appena dichiarato che l’Esercito del Mahdi sarà rimobilitato). Ma l’Iraq non è certo l’unico posto dove può avvenire un’esplosione di violenza: tutto il Medio-Oriente è ben all’interno della zona a “portata di mano” dell’Iran, sia per un attacco diretto che da parte di forze simpatizzanti/alleate. Accanto all’Iraq c’è anche l’Afghanistan e, potenzialmente, il Pakistan. Per quanto riguarda la scelta degli strumenti, le opzioni iraniane vanno dagli attacchi missilistici, alle azioni dirette delle forze speciali, al sabotaggio e a molte, molte altre possibilità. L’unica limitazione qui è la fantasia degli Iraniani e, credetemi, di quella ne hanno veramente un sacco!

Se si verificasse una simile rappresaglia, gli Stati Uniti avrebbero due opzioni di base: colpire gli amici e gli alleati iraniani al di fuori dell’Iran o, come ha suggerito Esper, colpire all’interno dell’Iran. In quest’ultimo caso, possiamo tranquillamente presumere che un tale attacco comporterebbe una massiccia rappresaglia iraniana contro le forze e le strutture statunitensi in tutta la regione ed una chiusura dello Stretto di Hormuz.

Tenete presente che il motto dei Neoconservatori “i ragazzi vanno a Baghdad, i veri uomini vanno a Teheran” implicitamente riconosce il fatto che una guerra contro l’Iran sarebbe qualitativamente (ed anche quantitativamente) un conflitto assai differente da una guerra contro l’Iraq. E, in verità, se gli Stati Uniti avessero seriamente intenzione di colpire in Iran si troverebbero di fronte ad un’esplosione che farebbe impallidire al confronto tutte le guerre successive alla Seconda Guerra Mondiale. Ma la tentazione di dimostrare al mondo che Trump e i suoi servi sono “uomini veri,” e non dei “ragazzi,” potrebbe essere troppo forte, specialmente per un presidente che non capisce di essere uno strumento usa e getta nelle mani dei Neoconservatori.

Ora diamo rapidamente un’occhiata a ciò che NON accadrà

La Russia e/o la Cina non saranno coinvolte militarmente. Né gli Stati Uniti useranno questa crisi come pretesto per attaccare la Russia e/o la Cina. Il Pentagono, chiaramente, non ha lo stomaco per una guerra (convenzionale o nucleare) contro la Russia e la Russia non ha alcun desiderio di una guerra contro gli Stati Uniti. Lo stesso vale per la Cina. Tuttavia, è importante ricordare che la Russia e la Cina hanno altre opzioni, politiche e nascoste, per fare veramente male agli Stati Uniti ed aiutare l’Iran. C’è il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in cui Russia e Cina bloccherebbero qualsiasi risoluzione americana che condanni l’Iran. Sì, lo so, a Zio Shmuel non frega niente delle Nazioni Unite o del diritto internazionale, ma alla maggior parte del resto del mondo si e molto. Questa asimmetria è ulteriormente esacerbata dalla soglia di attenzione di Zio Shmuel (al massimo di qualche settimana) in confronto a quella di Russia e Cina (decenni). È importante?

Assolutamente!

Se gli Iracheni dichiarano ufficialmente che gli Stati Uniti sono una forza di occupazione (e lo è), una forza di occupazione impegnata in atti di guerra contro l’Iraq (e li fa) e che il popolo iracheno vuole che Zio Shmuel, con tutti i suoi discorsi ipocriti sulla “democrazia,” faccia i bagagli e se ne vada, cosa può fare il nostro Zio Shmuel? Cercherà di resistere, ovviamente, ma una volta che la piccola foglia di fico della “costruzione della nazione” sarà sparita, sostituita da un’altra malvagia e brutale occupazione americana, la pressione politica sugli Stati Uniti affinché se ne vadano diventerà estremamente difficile da gestire, sia fuori che dentro gli stessi Stati Uniti.

In effetti, la televisione di stato iraniana ha definito l’ordine di Trump di uccidere Soleimani “il più grande errore di calcolo da parte degli Stati Uniti” dalla Seconda Guerra Mondiale. “La popolazione della regione non permetterà più agli Americani di rimanere,” ha affermato.

In un secondo tempo, sia Russia che Cina possono aiutare militarmente l’Iran con intelligence, sistemi d’arma, consiglieri ed anche economicamente, in modi palesi e nascosti.

Infine, sia Russia che Cina hanno i mezzi per, diciamo, “suggerire fortemente” ad altri attori nella “lista degli stati-bersaglio” degli USA che ora è il momento perfetto per colpire gli interessi degli Stati Uniti (diciamo, nell’Estremo Oriente asiatico).

Quindi, Russia e Cina possono aiutare e aiuteranno, ma lo faranno nel modo che la CIA ama definire “negabilità plausibile.”

Ritorniamo al grande interrogativo: cosa può fare o farà l’Iran dopo?

Gli Iraniani sono giocatori di gran lunga più sofisticati degli (per lo più) sprovveduti Americani. Quindi, la prima cosa che suggerirei è che è improbabile che gli Iraniani facciano qualcosa che gli Stati Uniti si aspettano da loro. O faranno qualcosa di completamente diverso, o agiranno molto più tardi, una volta che gli Stati Uniti avranno abbassato la guardia (come sempre dopo aver cantato “vittoria“).

Ho chiesto ad un amico iraniano ben informato se fosse ancora possibile evitare la guerra. Ecco cosa mi ha risposto:

Sì, credo che una guerra su vasta scala possa essere evitata. Credo che l’Iran possa provare ad usare la sua influenza politica per unire le forze politiche irachene per chiedere ufficialmente la rimozione delle truppe statunitensi in Iraq. Cacciare gli Stati Uniti dall’Iraq significherà che non potranno più occupare nemmeno la Siria orientale, dal momento che le loro truppe sarebbero in pericolo tra due stati ostili. Se gli Americani lasciassero la Siria e l’Iraq, questa sarebbe la vendetta finale dell’Iran, senza aver sparato un solo colpo.

Devo dire che sono d’accordo con questa analisi: una delle cose più dolorose [per gli USA] che l’Iran potrebbe fare sarebbe quella di usare questo evento veramente pericoloso per cacciare  gli Stati Uniti prima dall’Iraq e poi dalla Siria. Una simile opzione, se fattibile, potrebbe anche proteggere la popolazione e la società iraniana da un attacco diretto degli Stati Uniti. Infine, un risultato del genere darebbe all’omicidio del generale Soleimani un significato molto diverso e bellissimo: il sangue di questo martire ha liberato il Medio Oriente!

Infine, se questa è davvero la strategia scelta dall’Iran, ciò non significa affatto che, a livello tattico, gli Iraniani non faranno pagare un prezzo alle forze statunitensi nella regione o anche altrove nel mondo. Ad esempio, ci sono alcune voci piuttosto credibili che lo schianto del volo PanAm 103 sulla Scozia non sia stata un’azione libica, ma iraniana, come rappresaglia diretta per l’abbattimento deliberato da parte della Marina Americana dell’Airbus Iran Air 655 sul Golfo Persico. Non sto dicendo di esserne assolutamente certo, dico solo che l’Iran ha opzioni di ritorsione che non si limitano al Medio Oriente.

Conclusione: aspettiamo la prossima mossa dell’Iran

Il parlamento iracheno dovrebbe discutere una risoluzione che richiede il ritiro delle forze statunitensi dall’Iraq. Dirò solo che, anche se non credo che gli Stati Uniti acconsentiranno da veri gentiluomini a tali richieste, una risoluzione del genere trasporterebbe il conflitto nel regno politico. Questo è, per definizione, molto più desiderabile di qualsiasi forma di violenza, per quanto giustificata possa sembrare. Quindi consiglio vivamente a coloro che vogliono la pace di pregare che i parlamentari iracheni mostrino un po ‘di onore e di spina dorsale e dicano a Zio Shmuel ciò che ogni paese ha sempre desiderato dire agli Stati Uniti: Yankee, go home!

Se ciò accadrà, sarà una vittoria totale per l’Iran e l’ennesima, miserabile (in realtà auto-inflitta) sconfitta di Zio Shmuel. Questo è il migliore di tutti gli scenari possibili.

Ma, se ciò non dovesse accadere, allora la partita è chiusa e il momento di forza innescato da questo ultimo atto di terrorismo statunitense comporterà molte più morti.

In questo momento (19:24 UTC del 3 gennaio), penso ancora che ci sia circa l’80% di possibilità di una guerra su vasta scala in Medio Oriente e questo lascia un 20% di “eventi inaspettati” (speriamo positivi).

The Saker

Fonte: thesaker.is
Link: https://thesaker.is/soleimani-murder-what-could-happen-next/
03.01.2020

 

Scelto e tradotto per comedonchisciotte.org da MARKUS

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