Chris Hedges
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CAIRO, Egitto: I palestinesi sono topi da laboratorio per l’esercito israeliano, i servizi di intelligence e le industrie di armi e tecnologia. I droni israeliani, la tecnologia di sorveglianza – compresi i software di spionaggio, di riconoscimento facciale e le infrastrutture di raccolta biometrica – insieme alle recinzioni intelligenti, alle bombe sperimentali e alle mitragliatrici controllate dall’intelligenza artificiale, vengono sperimentati sulla popolazione prigioniera di Gaza, spesso con risultati letali. Armi e tecnologie che poi vengono certificate come “testate in battaglia” e vendute in tutto il mondo.
Israele è il 10° rivenditore di armi del pianeta e offre la sua tecnologia e le sue armi a circa 130 nazioni, comprese le dittature militari in Asia e America Latina. Lo scorso anno, le vendite di armi israeliane hanno totalizzato 12,5 miliardi di dollari. Lo stretto rapporto di Israele con le agenzie militari, di sicurezza interna, di sorveglianza, di raccolta di informazioni e di applicazione della legge, spiega il pieno sostegno che gli alleati di Israele danno alla sua campagna genocida a Gaza. Quando il presidente colombiano Gustavo Petro si era rifiutato di condannare l’attacco del 7 ottobre da parte dei gruppi di resistenza palestinesi come “attacco terroristico” dicendo che ” è il terrorismo che sta uccidendo bambini innocenti in Palestina”, Israele aveva immediatamente interrotto tutte le vendite alla Colombia di sistemi di difesa e sicurezza. Questa cabala globale, dedita alla guerra permanente e al controllo delle popolazioni, ha un fatturato di centinaia di miliardi di dollari all’anno. Queste tecnologie stanno consolidando un totalitarismo sovranazionale, un mondo in cui le popolazioni sono schiavizzate in modi che i regimi totalitari del passato potevano solo immaginare.
L’assalto genocida a Gaza è un altro capitolo della secolare pulizia etnica nei confronti dei palestinesi da parte del progetto coloniale israeliano. È accompagnato, come tutti i progetti coloniali di sostituzione etnica, dal furto di risorse naturali, terra, acqua e del gas naturale dei giacimenti sottomarini di Gaza, a 20 miglia nautiche dalla costa di Gaza, che potrebbero contenere fino a 1.000 miliardi di piedi cubi di gas naturale. In un mondo in cui le risorse diminuiscono, soprattutto l’acqua in Medio Oriente, e con le dislocazioni causate dalla crisi climatica, Gaza è il preludio di un nuovo spaventoso ordine mondiale. Mentre le democrazie avvizziscono e muoiono, mentre la disuguaglianza economica si espande, mentre la povertà e la disperazione aumentano, la classe dirigente globale farà sempre più spesso a noi – quando ci ribelleremo – quello che sta facendo ai palestinesi.
Non c’è molta distanza tra Gaza e i centri di detenzione allestiti per i migranti che fuggono in Europa dall’Africa e dal Medio Oriente. Non c’è molta distanza tra i bombardamenti a tappeto su Gaza e guerre infinite in Medio Oriente e nel Sud del mondo. Non c’è molta distanza tra le leggi antiterrorismo usate per criminalizzare il dissenso in Israele e leggi antiterrorismo introdotte in Europa e negli Stati Uniti.
Il 7 ottobre, i palestinesi di Gaza sono scappati dalla gabbia del loro laboratorio. Si sono scatenati in una serie di omicidi contro i loro sadici padroni. Dal 7 ottobre, quasi 12.000 palestinesi sono stati uccisi e circa 30.000 feriti, tra cui 4.700 bambini, nell’uragano di granate, proiettili, bombe e missili che stanno trasformando Gaza in una terra desolata. Quasi 3.000 palestinesi sono dispersi o sepolti sotto le macerie. Presto i palestinesi saranno colpiti dalle malattie infettive e dalla fame. Quelli che sopravviveranno, se Israele riuscirà nella sua pulizia etnica, diventeranno rifugiati, ancora una volta, oltre il confine con l’Egitto. In Cisgiordania rimangono ancora molte cavie palestinesi. A Gaza cesseranno tutte le attività commerciali.
Israele, che non è firmatario del Trattato sul commercio di armi, da tempo ha fornito e fornisce armi ad alcuni dei regimi più odiosi del pianeta, tra cui il governo dell’apartheid del Sudafrica e il Myanmar. L’India è il maggior acquirente di droni militari di Israele. Israele ha venduto UAV, missili e mortai all’Azerbaigian per l’invasione e l’occupazione del Nagorno-Karabakh, che ha causato lo sfollamento di 100.000 persone, più dell’80% dell’enclave di etnia armena. Israele ha venduto napalm e armi all’esercito salvadoregno e al regime omicida del generale José Efraín Ríos Montt in Guatemala. Quando seguivo le guerre degli anni ’80 in America centrale i mitragliatori Uzi di fabbricazione israeliana erano le armi preferite dagli squadroni della morte centroamericani. Israele ha venduto armi anche ai serbi bosniaci, nonostante le sanzioni internazionali, in un conflitto che ha causato la morte di 100.000 persone.
“Israele è un attore chiave nella battaglia dell’UE per militarizzare i propri confini e scoraggiare i nuovi arrivi, una politica che ha subito un’enorme accelerazione dopo il massiccio afflusso di migranti nel 2015, dovuto principalmente alle guerre in Siria, Iraq e Afghanistan“, scrive Anthony Loewenstein in “The Palestine Laboratory: How Israel Exports the Technology of Occupation Around the World“, “L’UE ha stretto una partnership con le principali aziende di difesa israeliane per l’utilizzo dei suoi droni e, naturalmente, gli anni di esperienza in Palestina sono un vantaggio commerciale fondamentale“.
“Le somiglianze tra il confine tra Stati Uniti e Messico e il muro che separa Israele dai territori occupati aumentano di anno in anno“, scrive. “L’uno informa e ispira l’altro, con le aziende tecnologiche sempre alla ricerca di nuovi modi per colpire e catturare i nemici percepiti. L’uso di strumenti di sorveglianza ad alta tecnologia per monitorare il confine è stato sostenuto sia dai Repubblicani che dai Democratici. Durante l’amministrazione Trump, la Brinc, un’azienda sostenuta dal miliardario Peter Theil, aveva testato la possibilità di dispiegare lungo il confine tra Stati Uniti e Messico droni armati che avrebbero stordito i migranti con il taser“.
I droni Heron TP “Eitan”, prodotti dalla Israel Aerospace Industries – la più grande azienda israeliana aerospaziale della difesa e il più grande esportatore di armi del Paese – sono utilizzati da Frontex, l’agenzia per le frontiere esterne e le coste dell’Unione Europea, per monitorare e scoraggiare le imbarcazioni di migranti e rifugiati nel Mediterraneo. I droni, con un’autonomia di volo fino a 40 ore, possono essere modificati per trasportare quattro razzi Spike con maniche a frammentazione contenenti migliaia di cubetti di tungsteno da 3 mm che perforano il metallo e “provocano il distacco dei tessuti dalla carne”, in pratica fanno a pezzi la vittima. Vengono usati abitualmente sui palestinesi.
Elbit Systems, la più grande azienda privata israeliana di armi, fornisce alla Customs and Border Protection (CBP) degli Stati Uniti torri di sorveglianza ad alta tecnologia che vengono utilizzate lungo il confine con il Messico. Inoltre, nel 2004, aveva fornito al CBP il suo drone Hermes per testarne la fattibilità nel monitoraggio del confine.
Pegasus, uno strumento di hacking telefonico prodotto dall’israeliana NSO Group, un’agenzia di cyber intelligence, era stato utilizzato dai cartelli della droga messicani per prendere di mira la giornalista Griselda Triana, dopo che il marito Javier Valdez Cárdenas, anch’egli reporter investigativo, era stato assassinato nel 2017. Secondo la ricerca e l’analisi del Citizen Lab canadese, il governo messicano è direttamente coinvolto negli attacchi a giornalisti e a membri della società civile con il software spia Pegasus. Dopo l’uccisione e lo smembramento del reporter Jamal Khashoggi nel consolato saudita di Istanbul nell’ottobre 2018, si era scoperto che un cliente della NSO aveva preso di mira il telefono della sua fidanzata, Hanan Elatr. Pegasus trasforma un telefono cellulare in un dispositivo di sorveglianza mobile, con microfono e telecamera attivati all’insaputa dell’utente.
L’acqua all’odore di puzzola, un liquido nauseabondo, è stata testata e perfezionata sui palestinesi, spesso con troupe israeliane che filmavano gli attacchi per mostrare ai potenziali clienti l’efficacia della sostanza chimica.
“Le forze israeliane inondano abitualmente interi quartieri palestinesi di acqua puzzolente, spruzzandola deliberatamente in case private, aziende, scuole e funerali, in quella che il gruppo israeliano per i diritti umani B’Tselem definisce ‘una misura punitiva collettiva’ contro i villaggi palestinesi che protestano contro la violenza coloniale di Israele“, aveva riportato The Electronic Intifada nel 2015. Nello stesso anno, il Dipartimento di Polizia Metropolitana di St. Louis aveva acquistato 14 bombole di acqua di puzzola da utilizzare contro i manifestanti a seguito delle proteste scoppiate dopo l’uccisione da parte della polizia dell’adolescente afroamericano disarmato Michael Brown, a Ferguson, nel Missouri.
Israele ha creato un sofisticato sistema di riconoscimento facciale, Red Wolf, per identificare ogni singolo palestinese nei territori occupati. La tecnologia “viene utilizzata ampiamente per consolidare le pratiche esistenti di polizia discriminatoria, segregazione e limitazione della libertà di movimento, violando i diritti fondamentali dei palestinesi“, spiega Amnesty International nel suo recente rapporto intitolato “Apartheid automatizzata“. L’agenzia investigativa francese Disclose ha rivelato che da otto anni la polizia francese utilizza illegalmente un software di riconoscimento facciale fornito dall’azienda tecnologica israeliana BriefCam. La tecnologia di BriefCam consente agli utenti di “rilevare, tracciare, estrarre, classificare e catalogare in tempo reale le persone che appaiono nei filmati di videosorveglianza“.
Le mitragliatrici AI, prodotte dall’azienda israeliana SMARTSHOOTER, possono sparare granate stordenti e proiettili con punta di spugna, oltre che gas lacrimogeni. Sono state perfezionate provandole sui palestinesi in Cisgiordania. SMARTSHOOTER si è recentemente aggiudicata un contratto per fornire all’esercito britannico il suo “sistema di puntamento e sparo automatico” SMASH, che può essere montato su armi di piccolo calibro, come i fucili automatici.
Secondo Jeff Halper, nel suo libro “War Against the People“, Israele ha svolto un lavoro all’avanguardia sui soldati cyborg e ha sviluppato un sistema radar che vede attraverso i muri. Come spiega The Electronic Intifada, il complesso militare-industriale israeliano ha costruito “un carro armato chiamato Crudeltà, un drone di 20 grammi a forma di farfalla, una “barca delle meraviglie” stealth chiamata Squalo della Morte, una serie di armi che prendono il nome da insetti o fenomeni naturali (calabroni bionici, polvere intelligente, droni libellula e robot intelligenti ‘rugiada’), insetti cibernetici, un centro di addestramento alla “guerra urbana” di 600 edifici soprannominato Chicago e una bomba da un megatone capace di emettere un forte impulso elettromagnetico”.
Harper fa notare che, durante l’occupazione dell’Iraq, l’esercito statunitense aveva replicato le tattiche usate da Israele contro i palestinesi. Aveva costruito una barriera di sicurezza intorno alla Zona Verde di Baghdad, aveva imposto la chiusura di città e villaggi, compiuto omicidi mirati, copiato le tecniche di tortura israeliane e aveva utilizzato checkpoint e blocchi stradali per isolare città e villaggi.
Israele addestra ed equipaggia le forze di polizia statunitensi e insegna tattiche aggressive, supportate da hardware e veicoli militari pesanti che erano stati utilizzati a Ferguson e ad Atlanta durante gli scontri della polizia con gli attivisti che protestavano contro Cop City.
Halper chiama questo fenomeno la “palestinizzazione” dei conflitti globali.
“Con così tante aziende israeliane coinvolte nel mantenimento delle infrastrutture collegate all’occupazione, queste imprese hanno trovato modi innovativi per vendere i loro servizi allo Stato, testare le ultime tecnologie sui palestinesi e poi promuoverle in tutto il mondo”, spiega Loewenstein. “Le industrie della difesa sono sempre più in mani private e, dopo decenni di privatizzazione neoliberale, continuano ad agire come un’estensione dell’agenda di politica estera di Israele, sostenendo i suoi obiettivi e l’ideologia a favore dell’occupazione“.
La classe dirigente globale contrasterà le forze destabilizzanti della disuguaglianza, la limitazione delle libertà civili, il crollo delle infrastrutture, il fallimento dei sistemi sanitari e la crescente penuria causata dall’accelerazione della crisi climatica, bollando come “animali umani” tutti coloro che resistono . Questo nuovo ordine mondiale è iniziato a Gaza. Terminerà a casa nostra.
Chris Hedges
Fonte: chrishedges.substack.com
Link: https://chrishedges.substack.com/p/israel-is-shutting-down-its-human
17.11.2023
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org
Chris Hedges è un giornalista vincitore del Premio Pulitzer, è stato corrispondente estero per 15 anni per il New York Times, periodo in cui è stato capo ufficio per il Medio Oriente e capo ufficio per i Balcani. In precedenza aveva lavorato all’estero per il Dallas Morning News, il Christian Science Monitor e la NPR. È il conduttore del programma “The Chris Hedges Report.”