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Un anacronismo del nostro tempo
Il G20 ha avuto origine due decenni fa come risposta alla crisi finanziaria asiatica della fine degli anni ’90. Per dieci anni, i leader dei Ministeri delle Finanze e delle Banche Centrali dei Paesi partecipanti si sono riuniti nei summit annuali dei “venti”. E nel 2008, al culmine della crisi finanziaria globale, per la prima volta il summit dei 20 si è tenuto in modo diverso: i maggiorenti degli Stati si sono riuniti, la riunione ha avuto luogo a Washington. Da allora, gli incontri del G20 si sono tenuti proprio in due formati: dapprima (solitamente nella prima metà dell’anno) si tenevano riunioni dei capi delle autorità monetarie o [incontri] delle “venti economie principali”, poi gli incontri al livello più alto (nel secondo semestre dell’anno).
Nel 2018, l’Argentina presiede il G20. Le “venti economie principali” [hanno avuto incontri che] si sono tenuti a Buenos Aires a marzo, ma i partecipanti in quella sede sono stati paragonati a uno struzzo con la testa nella sabbia. Le questioni collegate alla minaccia, da parte degli Stati Uniti, di scatenare una guerra commerciale contro la Cina e forse altri Paesi, sono state attentamente eluse. I partecipanti agli incontri hanno scelto di “non notare” che Washington ha violato in maniera spudorata la Carta dell’OMC, introducendo sanzioni economiche contro la Russia e altri Paesi, e costringendo altri Stati ad aderire a queste sanzioni, senza l’approvazione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
A marzo, le “venti economie principali” non sono riuscite [negli incontri] a preparare le basi per il summit ad alto livello, che ha avuto luogo a Buenos Aires dal 30 novembre al 1° dicembre. Il terreno non poteva essere proprio essere preparato, perché non c’è mai stato un tale numero di fratture nei rapporti tra i Paesi membri del G20.
A tutt’oggi, la frattura principale è stata l’aggravarsi delle relazioni tra Stati Uniti e Cina, sulla base della guerra commerciale. Washington è passata dalle minacce all’azione: ha iniziato ad aumentare costantemente i dazi sulle importazioni di beni cinesi, costringendo Pechino a contromisure protezionistiche.
La seconda frattura è la controversia tra Washington e Mosca. Dopo il vertice del G20 ad Amburgo lo scorso anno, Donald Trump ha cercato di trasformare questa “frattura” in un “baratro”, quando nell’agosto 2017 ha firmato il “Countering America’s Adversaries Through Sanctions Act”. Tra gli “avversari” Washington ha iscritto la Corea del Nord, l’Iran e la Russia.
Ovviamente, se gli Stati Uniti e la Russia sono diventati “avversari” con il colpo di mano di Washington, allora è probabilmente difficile per loro concordare azioni comuni. Per cominciare, è necessario mettersi d’accordo per smettere di essere “avversari”. La storia della detenzione della Russia di navi e marinai ucraini nello Stretto di Kerch, dopo una provocazione organizzata da Kiev, ha aggiunto benzina sul fuoco. L’incidente ha dato a Donald Trump una scusa per affermare che avrebbe cancellato i colloqui con Vladimir Putin in programma al summit. Ma per lui, per Trump, è necessario capire questa storia.
Ci sono anche le più piccole fratture. Ad esempio, l’aggravarsi delle relazioni USA-Turchia e delle relazioni degli Stati Uniti con i loro alleati europei. Washington è uscito, in primavera, da un accordo multilaterale sul programma nucleare iraniano, ha ripristinato le sanzioni economiche contro questo Stato e ha minacciato l’Europa con sanzioni secondarie, se avesse continuato a cooperare con Teheran. Queste azioni dell’amministrazione Trump hanno generato un’ondata di proteste in Europa. Quanto vale una recente dichiarazione di E. Macron, secondo cui l’Europa ha bisogno del proprio esercito per difendersi da Cina, Russia e Stati Uniti!
E recentemente ha avuto luogo una frattura, la cui comparsa era impossibile da prevedere. Al summit di Buenos Aires è arrivato il Principe ereditario dell’Arabia Saudita, Mohammed bin Salman. Molti dettagli dell’omicidio del giornalista Jamal Kashoggi, nel consolato saudita a Istanbul, sono già noti e pochi dubitano che l’omicidio possa essere avvenuto senza l’autorizzazione del Principe ereditario. Forse solo il Presidente americano stringerà tranquillamente la mano al Principe. Trump è un bravo artista. Può parlare seriamente della storia nello Stretto di Kerch come “atto di aggressione russa” e non notare gli atti di terrorismo di Stato in Arabia Saudita. Tuttavia, tutto è legittimo: Trump ha detto che non vorrebbe rovinare i rapporti con Riyadh, perché ciò sarebbe un regalo a Mosca.
Enumerare tutte le fratture, che si sono definite ultimamente tra i membri del club, può essere una lunga faccenda. Uno dei giornalisti ha scherzato sul fatto che il summit si è tenuto in Argentina, considerata la patria del tango. Si sa che il tango è un ballo a coppie. Il canto collettivo, che risuonava in precedenza, non ci sarà più al summit del G20. Sono previsti molti incontri bilaterali. Il primo partner del Presidente russo Vladimir Putin sarà il Primo Ministro giapponese Shinzo Abe. Le questioni riguardanti il loro incontro non vengono divulgate, ma, ovviamente, si discuterà il tema della stipulazione di un trattato di pace.
Gli Stati Uniti, il Canada e il Messico hanno preparato, in modo piuttosto teso, un progetto di un nuovo accordo per sostituire l’accordo NAFTA (North American Free Trade Agreement). Nel 2016 Trump ha definito il NAFTA un documento “ingiusto” per gli Stati Uniti. Un nuovo accordo per sostituire il NAFTA è stato preparato esattamente per l’inizio del vertice a Buenos Aires. Si chiama USMCA (The United States – Mexico – Canada Agreement). E a margine del vertice, è prevista la solenne firma del nuovo documento.
Oltre alle riunioni e ai negoziati di coppia, ci saranno incontri nel quadro di gruppi di interesse dei Paesi. Ci sarà anche l’incontro tradizionale dei leader dei Paesi del BRICS.
Tra gli incontri (bilaterali) a coppie, il più importante, secondo la maggior parte degli esperti, è la riunione di Donald Trump e Xi Jinping prevista per il 1° dicembre. Per loro, in primo luogo vi è la questione della possibilità di fermare la guerra commerciale tra i due Paesi. La maggior parte degli esperti è scettica su questa possibilità.
In merito al fatto che i giorni del canto collettivo ai vertici del G20 siano finiti, si testimonia anche che una bozza del documento finale non era stata preparata alla vigilia dell’incontro di Buenos Aires (in precedenza tali progetti venivano preparati, nessuno ne faceva segreto). A proposito, due settimane fa è terminato il summit dell’Asia-Pacific Economic Cooperation (APEC), che ha avuto luogo in Papua Nuova Guinea. A seguito delle forti controversie tra gli Stati Uniti e la Cina anche lì sul commercio, per la prima volta in molti anni dei vertici APEC, la dichiarazione finale non è stata consensuale.
In conclusione, voglio citare me stesso. Nella primavera di quest’anno ho scritto un articolo «G20 – анахронизмнашеговремени» (“G20 – un anacronismo del nostro tempo”). Il commento finale in esso sono state le seguenti parole: “Per quanto riguarda gli incontri nell’ambito del summit del G20, ho il forte sospetto che nel prossimo futuro si trasformeranno definitivamente in una vuota fabbrica di chiacchiere … questo meccanismo, come ho detto, potrebbe estinguersi presto. Il mondo sta entrando in un periodo di caos.” Queste parole si addicono in pieno anche per il summit del G20 a Buenos Aires.
P.S. Nei primi anni dei vertici del G20, i Paesi ospitanti, di norma, hanno accolto i partecipanti in modo molto ospitale a questi incontri. Non solo politici, ma anche semplici abitanti. Nell’incontro a Buenos Aires, tutto è diverso. Le autorità hanno chiesto ai residenti della capitale, che possibilmente si allontanassero dalla città durante lo svolgimento del summit. Si scopre così che le persone non vogliono proprio vedere i leader mondiali a Buenos Aires.
Fonte: https://www.fondsk.ru/
1.12.2018
Scelto e Tradotto per www.comedonchisciotte.org da NICKAL88
Nota a cura del traduttore
- L’Asia-Pacific Economic Cooperation (APEC), ossia Cooperazione Economica Asiatico-Pacifica, è un organismo nato nel 1989 allo scopo di favorire la cooperazione (o, più in generale, la crescita) economica, il libero scambio e gli investimenti nell’area asiatico-pacifica.
L’APEC ha sede a Singapore, Paese considerato una delle tigri dell’Asia.
Dal punto di vista del diritto internazionale l’APEC si definisce organismo e non organizzazione internazionale perché, essendo composto da economie e non da Stati, è privo di una piena personalità giuridica.
Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Asia-Pacific_Economic_Cooperation