La notizia della vendita di Magneti Marelli mi ha ricordato quello che scrissi tempo fa, quando scrissi il post sul piano B degli altri : e’ inutile aspettare il momento del crollo, perche’ l’ Italia e’ un problema che verra’ gestito senza arrivare alla crisi. Sta avvenendo sotto i vostri occhi, e il caso di Magneti Marelli e’ solo uno di una lunga serie. Ma non e’ ne’ il primo ne’ l’ultimo.
La prima convinzine errata e’ che l’ Italia sia “too big to fail”. E quindi, chi fa una politica pseudo-suicida costringera’ l’avversario alla ritirata. In questo caso l’avversario e’ l’eurozona.
Bene. Allora ho una brutta notizia per voi: l’ Euro e’ molto piu’ “too big to fail”. E a volerla dire tutta e’ MOLTO piu’ “too big” dell’Italia. Diciamo che e’ “too enormous to fail” . Cosa significa? Significa che il giorno in cui si dovesse scegliere tra il “too big to fail”-Italia e il “too enormous to fail”-Euro, si lascierebbe fallire l’Italia e tutti gli sforzi si concentrerebbero nel proteggere l’Euro dal botto italiano.
Di conseguenza, mettere l’Eurozona di fronte alla terribile eventualita’ di un fallimento italiano non ha l’effetto desiderato, perche’ essendo l’ Euro ancora piu’ “too big to fail”, nessuno lasciera’ che la minaccia di fallimento dell’italia diventi una minaccia di fallimento per l’Euro.
Quindi, per i grandi notabili dell’ Eurozona e’ fuori di dubbio che tra salvare l’Italia e salvare l’Euro , sia meglio concentrarsi per salvare l’Euro. Il che significa, gestire un eventuale crollo dell’Italia.
Se un paese e’ determinato ad usare il proprio crollo come minaccia per tutti, la cosa migliore da fare e’ trasformare il crollo in una demolizione controllata.
Sia chiaro, non sto parlando di complotti: sto parlando di razionalissime misure che gli operatori finanziari piu’ grandi prenderanno per tutelare i loro risparmi. Per un operatore di breve termine il problema e’ cosa comprare o cosa vendere, ma per chi ha fatto investimenti a medio e lungo termine uscirne non e’ facile, per cui si muoveranno allo scopo di proteggere gli investimenti che hanno in Europa.
Non e’ un complotto ordito da Soros: la “demolizione controllata” non e’ altro che una strategia messa in campo dai grandi investitori per proteggere i propri investimenti in Euro. Non credo proprio che loro la chiamino “demolizione controllata”, e non penso proprio che sia frutto di un odio verso l’Italia: se l’italia si gestisse bene da se’, per gli investitori sarebbe ancora meglio perche’ i loro soldi sarebbero al sicuro senza sforzo.
Quindi, ricapitoliamo: questo piano che io definisco “demolizione controllata” ha lo scopo di proteggere gli investimenti in Euro dal collasso dell’Italia, minacciato dal governo italiano in una strategia molto “Varoufakis-like”. Quali sono gli obiettivi di questa strategia? possiamo indovinarne alcuni:
- Rallentare il “botto” dell’Italia in modo da dare il tempo agli operatori di mercato di attuare contromisure, spostare investimenti e riassicurarli.
- Per evitare che l’Eurozona perda il valore delle aziende italiane, occorre spostare le aziende italiane nel resto d’europa, o addirittura del mondo. Cioe’ serve che siano vendute a stranieri.
- Per evitare un default del debito, occorre forzare il governo italiano ad usare i risparmi degli italiani come garanzia, in modo da poterli usare in caso di fallimento di un’asta. Occorre cioe’ forzare il governo italiano a riempire le banche di debito.
- Se possibile , farci due soldi.
Ora, sull’ultimo punto non ho una visione ben chiara: esistono molti metodi per far soldi sul calo progressivo e prevedibile di valore di qualcosa. Gli altri punti, pero’, sono sotto i vostri occhi.
Come avete visto, Moody’s non e’ stata molto aggressiva nel confronto della manovra italiana. Anzi, e’ stata insolitamente tollerante . Se avessero spinto la mano un pochino di piu’ sarebbe stato il botto, ma hanno fatto in modo da esercitare una lieve pressione, che ha lasciato invariati i mercati.
Quando una cosa del genere avviene, si dice che “i mercati l’avevano scontata prima”, cioe’ significa che “sapendo che tu sarai messo peggio fra tre mesi, ti faccio pagare interessi piu’ alti da subito”. Quindi lo spread non e’ aumentato, ma e’ rimasto attorno ai 300pb. Potrebbe anche calare attorno ai 290: chi (specialmente all’opposizione) spera in un disastro finanziario che ripeta l’esperienza Monti, si sbaglia di grosso.
Il primo punto della strategia e’ gia’ sotto i vostri occhi: “evitare le crisi improvvise”. L’italia sta venendo spolpata lentamente, a furia di interessi alti sul debito, che lentamente compenseranno qualsiasi danno fatto all’Eurozona nel complesso.
Il secondo punto e’ la spoliazione dell’ Italia. Immaginate che l’Italia esca dall’Euro. Si potrebbe pensare che l’Euro ci abbia perso molto, ma questo e’ vero soltanto se insieme all’italia dall’Euro escono le sue aziende. Se le aziende italiane fossero, per esempio, molto globalizzate , basterebbe comprarle ed esse non uscirebbero dall’Euro insieme all’Italia. Se poi a comprarle fossero aziende extra-europee, le aziende uscirebbero dall’ Euro ancora prima dell’Italia. Lo farebbero in una maniera controllata, senza scossoni di mercato, porterebbero liquidita’ ai vecchi proprietari (in un periodo ove la liquidita’ comincia a scarseggiare) e alla fine, se anche l’italia uscisse dall’Euro, ne uscirebbe poco piu’ di una lattina vuota. Per l’Eurozona sarebbe una perdita da poco.
Per diminuire la dimensione della crisi in una eventuale uscita dell’Italia dall’Euro, quindi, stanno lentamente portando all’estero tutte le aziende di valore. significa che stanno creando le condizioni che portano le proprieta’ a venderle. In questo modo, tra un paio di anni, se anche l’italia uscisse , ad uscire sarebbero solo gli anziani e l’amministrazione pubblica. Il resto, sarebbe gia’ uscito dall’Italia , cioe’ di proprieta’ di stranieri, e l’uscita dell’italia dall’Euro non cambierebbe lo scenario economico.
Questo e’ il motivo per il quale la chiamo “demolizione controllata”: se tutte le aziende vendute a stranieri negli ultimi 2 anni fossero state vendute in un giorno solo, si sarebbe parlato di apocalisse. Ma se la facciamo succedere lentamente, in molti anni, questa apocalisse diventa “un lento declino” che non allarma piu’ nessuno. C’e’ tutto il tempo per prendere provvedimenti.
L’altra parte e’ quella di costringere il governo ad usare i risparmi degli italiani per coprire il debito. Se infatti andassimo verso una brusca crisi e si chiamasse il default, sarebbe un disastro sia per l’italia sia per i possessori di debito, sia per gli investitori.
Ma adesso immaginiamo di procedere lentamente . Lo spread rimane alto, ma non troppo alto, per anni. Prima iniziano a boccheggiare le banche, le quali cominciano ad aver bisogno di ossigeno. A quel punto ci sono molte strade: o si convertono i bond in azioni, o il governo interviene con soldi pubblici, oppure le banche si mettono in vendita, oppure si fa pagare l’aumento di capitale ai risparmiatori, oppure…
…oppure, qualsiasi cosa si fara’, la pagheranno i risparmiatori italiani. Ma se facciamo un grosso crash improvviso, i risparmiatori si vedono togliere tutto di botto. Se invece lasciamo che le banche boccheggino, hanno il tempo di “spennare” i risparmiatori. Alti costi ai correntisti, bassi interessi ai risparmiatori nel settore private banking, qualche perdituccia qui e li’, e meno zerovirgola qui e meno zerovirgola la’, alla fine dei conti se tutto avviene lentamente, giocando sugli interessi si fanno i soldi.
Occorre capire una cosa: tutto cio’ che si basa sul pagamento degli interessi rende remunerativo il tempo. Diluire gli eventi nel tempo serve a guadagnare sugli interessi.
Ad un certo punto, pero’, succedera’ che le aste del governo saranno sempre piu’ costose, oppure andranno deserte. Ma non e’ ancora allarmante: prima di fare le aste, c’e’ sempre un gruzzoletto da parte, in modo che se l’Asta fallisse, il governo ricomprerebbe il debito. Il debito, cioe’, non viene messo in vendita tutto insieme. l’italia ne vende circa ~400 miliardi in un anno, cioe’ meno di 40 miliardi al mese. Essi sono divisi in diverse aste. Quindi non e’ che se ti fallisce una sola asta sei gia’ in default.
Ma che succede se falliscono aste per, diciamo, 40 miliardi in un anno? Occorre che il governo, se vuole pagare quegli stipendi e quelle pensioni, recuperi quei 40 miliardi. E come fa? Beh, lo ha detto Di Maio chiaramente: gli italiani hanno un sacco di risparmi. E lo stesso capita se l’asta di titoli a breve scadenza richiede molti interessi da pagare.
Tra uno, due anni (non prima) qualche asta fallira’ sistematicamente, oppure richiedera’ uno yeld molto alto con una certa regolarita’. In questo caso,il governo mettera’ le mani sui risparmi degli italiani. Non deve essere per forza un prelievo forzoso: basta alzare qualche tassa sui depositi di tipo X, poi sugli investimenti di tipo Y, e piano piano si recuperano i soldi.
Per ottenere tutto questo , basta semplicemente rendere molto lento tutto il processo.
I politicanti che sperano nei crolli “dopo il rating delle agenzie” o dopo “la fine del QE della BCE” non hanno capito nulla. Questo non e’ un crollo , e’ una demolizione controllata.
Non mi aspetto grosse variazioni dello spread o degli interessi sul debito italiano, ovvero non tali da mettere il governo a rischio. Perche’ se cadesse il governo ora, prima della legge finanziaria (cosa che la rinvierebbe di mesi e mesi), allora sarebbe davvero un crollo. Ma se lo spread rimane ad una distanza di sicurezza dal 400, abbastanza alto da pagare begli interessi ma abbastanza basso da non causare una crisi politica, gli investimenti sono salvi e fruttano anche molto bene.
Non ci sara’ nessuna apocalisse: chi aspetta il biblico redde rationem si illude. Sara’ una demolizione controllata, esattamente come la trattativa infinita del brexit, che sta lasciando alle aziende inglesi il tempo di delocalizzarsi senza venire danneggiate troppo.
L’ultimo punto, “come guadagnarci dei soldi sulla demolizione controllata”, e’ molto confuso. Nel senso che i beneficiari sono tanti.
Per esempio, un paio di anni coi mercati che gridano “L’europa ha un problema italiano” tengono basso l’euro e quindi aiutano l’esportazione. Una demolizione controllata della durata di 2-3 anni e’ un toccasana per l’export europeo. Non per quello italiano visto che le aziende vengono comprate quindi non vanno piu’ nel conto “export”, ma rimane un toccasana per i paesi che hanno export forti.
Altri beneficiari saranno coloro che comprano il debito messo in vendita dai disperati che hanno bisogno di liquidita’. Se alla scadenza il debito paga 10.000 , per fare un esempio, ma oggi sul mercato ne vale 8500, conviene comprarlo sul mercato e poi aspettare la scadenza. Quindi sara’ pieno di speculatori che offrono debito italiano a meno del valore alla scadenza, e per ottenere questo effetto utilizzeranno il gioco delle vendite allo scoperto.
Un altro modo che vedo e’ di comprare CDS sul mercato non regolato (i CDS si vendono solo off the counter) in modo da guadagnarci dei bei soldi mano a mano che il rating del debito pubblico e delle aziende peggiora.
Di per se’, quindi, Di Maio puo’ anche evitare di parlare di “piani A ” e “piani B”: il “Piano B degli altri” (magari lo chiameranno “contingency plan” ,o roba simile) e’ gia’ in atto, sotto gli occhi di tutti. Solo che viene ignorato, perche’ e’ lento. Essendo lento non colpisce le opinioni pubbliche che sono fatte di depressi e chiedono adrenalina. Loro vogliono il crollo, l’apocalisse, lo scontro. Un piano di demolizione controllata della lunghezza di anni, non eccita le masse e non finisce sui giornali.
Ed e’ proprio nel piano di contingenza degli investitori, che vogliono fare profitto e proteggere gli investimenti, che si infrange la mania di coloro che tifano per l’Apocalisse.
Non si sara’ nessuna apocalisse. Quello che vedete , sotto i vostri occhi, e’ gia’ il piano di contingenza. E’ la demolizione controllata.
Fonte: https://keinpfusch.net
Link: https://keinpfusch.net/2018/october/22/il-piano-b-degli-altri-parte-ii/
22.10,2018