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La Redazione

 

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“Il Parlamento italiano ospita terroristi”. E l’Iran convoca l’ambasciatore

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A cura di Redazione CDC
Il 14 Luglio 2023
11452 Views

Giovedì 13 luglio, l’Iran ha convocato l’ambasciatore italiano a Teheran Giuseppe Perrone dopo che nella Sala Regina della Camera dei deputati in Roma è stato promosso e ospitato un convegno con quello che Teheran considera un capo del gruppo terroristico dei Mojahedin-e Khalq (MEK): la signora Maryam Rajavi (l’altro leader era il marito Massoud).

L’ondata di impiccagioni in Iran. La responsabilità dell’ Europa “, questo il titolo del convegno avente per moderatore l’Onorevole di Fratelli d’Italia Emanuele Pozzolo, che ha visto intervenire vari deputati e senatori, tra cui Carlo Cottarelli (ex Fondo Monetario Internazionale), Giulio Terzi (Ex Ambasciatore d’Italia in Israele, ex Ministro degli Esteri del governo Monti, oggi Senatore del partito di Giorgia Meloni), Marco Scurria, Giangiacomo Calovini, Gisella Naturale, Lucio Malan, Elisabetta Zamparutti (Radicali italiani). Poteva mancare John Bercow, speaker del parlamento inglese?

“Tutti hanno ribadito l’importanza di continuare la lotta contro il regime iraniano e rimanere uniti e forti, aspettando quel passo falso del regime che sicuramente arriverà”.

Così dicono le cronache parlamentari (1), mentre Teheran protesta ufficialmente col nostro ambasciatore, “a seguito dell’azione di diversi parlamentari italiani nell’ospitare un terrorista nel parlamento del Paese” (2).

Ma cosa rappresenta l’Organizzazione Mojahedin del Popolo dell’Iran (PMOI), ciò che oggi le nostre istituzioni celebrano come resistenza iraniana?

L’iniziativa, secondo l’On. Pozzolo di Fdi “Lancia un segnale importante, inedito e trasversale. L’Iran, in queste condizioni disumane e criminali, non soltanto va stigmatizzato  ma combattuto, combattuto lasciando libero il popolo iraniano e riconoscendo al popolo il diritto di autodifesa rispetto a una teocrazia criminale“.

Poi però ci arriva in redazione il pezzo del giornalista iraniano Alireza Niknam e si scopre che i “Mojahedin”, che tanto piacciono ai nostri politici, sono responsabili dell’uccisione di più di 15.000 cittadini iraniani e di un numero imprecisato di cittadini iracheni, oltrechè rappresentare attivamente una storia legata a doppio filo con l’Occidente per scopi, magari non così nobili come quelli dichiarati ai quattro venti.

Quindi chi abbiamo ospitato e celebrato alla Camera dei Deputati, che funzione politica e geopolitica ha il MEK e da chi è favorito e per quali fini?

Segue l’articolo del reporter investigativo Alireza Niknam.

Buona lettura.

Il risultato più importante dell’Organizzazione Mojahedin del Popolo dell’Iran (MEK): la repressione dei diritti umani

Di Alireza Niknam

L’Organizzazione Mojahedin del Popolo dell’Iran (MEK, d’ora in poi PMOI, ndt) è un’organizzazione paramilitare che ha iniziato a operare in Iran nel 1965. Dopo la vittoria della Rivoluzione islamica iraniana nel 1979, questa organizzazione affermò che la Rivoluzione islamica dell’Iran era stata realizzata grazie a loro. Eppure, non hanno vinto in nessuna elezione e per questo motivo hanno cercato di vendicarsi del popolo e hanno iniziato a combattere contro la Repubblica islamica dell’Iran nel 1981.

Il PMOI ha compiuto molti atti terroristici contro la Repubblica islamica. Ha condotto operazioni terroristiche grandi e piccole. In totale, più di 17.000 iraniani sono stati assassinati dal PMOI. Il più importante attacco è stato il bombardamento dell’ufficio del Primo Ministro e dell’ufficio del partito della Repubblica Islamica dell’Iran.

Il Presidente Mohammad Ali Rajaie, il Primo Ministro Mohammad Bahonar e il capo della Corte Suprema della Repubblica Islamica dell’Iran furono uccisi in questi due attacchi. Il PMOI fuggì dall’Iran in Iraq e, con il sostegno di Saddam Hussein, il dittatore dell’Iraq, imbracciò le armi contro il proprio Paese e prese parte a due operazioni contro la Repubblica Islamica dell’Iran.

Dopo il cessate il fuoco tra l’Iran e l’Iraq, l’Organizzazione Mojahedin del Popolo dell’Iran (PMOI), sostenuta da Saddam Hussein, attaccò l’Iran con l’obiettivo di conquistare Teheran in pochi giorni. Una volta arrivato in Iran, questo gruppo commise atti efferati, persino arrivando a impiccare persone o bruciarle.

Questa organizzazione si ritiene ora la sostenitrice dei diritti umani, un’alternativa per l’Iran e tenta con tutte le sue forze e con tutti i mezzi di attaccare la Repubblica islamica.

Alla fine del regime di Saddam Hussein, dopo circa 25 anni di presenza in Iraq, con il sostegno finanziario di alcuni Paesi arabi e l’appoggio diretto degli americani, il PMOI è stato espulso dall’Iraq e si è stabilito in Albania, da dove cerca di presentare una nuova definizione di sé alla comunità mondiale, attaccando con tutte le sue forze e con tutti i mezzi la Repubblica Islamica dell’Iran. Nella sua nuova immagine, l’OMPI cerca di dimostrare che questioni come i diritti umani sono di grande importanza.

Nella definizione di diritti umani, troviamo: I diritti umani sono l’insieme dei diritti fondamentali innati di cui ogni persona gode in quanto essere umano. Di conseguenza, appartengono a tutte le persone, ovunque nel mondo, e nessuno può essere privato dei diritti umani semplicemente a causa dell’area geografica in cui vive, mentre tutte le persone, a prescindere da fattori come la razza, la nazionalità, il genere, ecc. Questi diritti includono i diritti legali o i diritti naturali che esistono nelle leggi nazionali e internazionali. Questa definizione, che è come una regola, può essere utilizzata per misurare l’adesione di Paesi e gruppi come l’Organizzazione Mojahedin del Popolo alla regola dei Diritti Umani.

Dall’inizio della sua esistenza fino ad oggi, questa organizzazione finge e afferma di rispettare i diritti umani in tutto il mondo e attacca costantemente gli altri in caso di sospetta violazione dei diritti umani, giustificando le sue azioni in tal senso, ma non sottolinea la distruzione dei diritti fondamentali dei suoi stessi membri e dei loro oppositori.

Il PMOI viola spesso i diritti umani senza mai ammettere un solo caso di violazione dei diritti stessi.

Nell’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo dell’Iran, nessuno ha il diritto di uscire. Nessuno ha il diritto di separarsi dalla vita politica e di condurre una vita normale. All’interno della PMOI, i membri sono come schiavi che devono pagare il prezzo delle loro scelte sbagliate per il resto della loro vita e sopportare una prigione eterna, da vivi o da morti.

Nessuno ha il diritto di opporsi segretamente o apertamente agli ordini e alle azioni dei leader dell’organizzazione.

Qualsiasi opposizione viene severamente repressa. Secondo la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, l’Organizzazione Mojahedin del Popolo è definita come una “organizzazione indipendente”, all’interno della quale coloro che si oppongono e criticano l’organizzazione vengono trasferiti in prigioni e centri di tortura.

Le persone che criticano l’Organizzazione Mojahedin del Popolo vengono molestate, picchiate, terrorizzate sia moralmente che fisicamente, all’interno e all’esterno di Camp Ashraf. I Mojahedin del Popolo e i loro leader dipingono i membri critici e isolati di questo gruppo come spie della Repubblica islamica dell’Iran, semplicemente perché li hanno criticati o hanno raccontato una storia che a loro non piaceva.

A questo proposito, qualsiasi membro disertore che critichi questa organizzazione o faccia qualcosa contro la volontà della leadership del PMOI è considerato un nemico e, secondo l’ordine della stessa leadership del PMOI, versare il sangue di queste persone è un ordine organizzativo, anche se si trovassero in un Paese europeo.

Secondo numerose relazioni di membri disertori, Massoud e Maryam Rajavi, leader della PMOI, hanno affermato che i dissidenti e gli individui che hanno svolto attività contro la loro organizzazione sono peggiori dell’IRGC e del Ministero dell’Intelligence della Repubblica Islamica, ordinando a tutti i membri: “Inseguiteli, ovunque li troviate, uccideteli con tutti i mezzi e rimanete sui loro cadaveri fino all’arrivo della polizia”. Non abbiate paura, le prigioni europee sono hotel stellati che vi piaceranno sicuramente”.

All’interno del PMOI, nessuno può sposarsi o avere una famiglia. Secondo Massoud e Maryam Rajavi, nel processo di rivoluzione ideologica, la famiglia è come un veleno, un grande ostacolo. Una persona che si è unita ai Mujahedin e si considera un membro del PMOI non riconosce nessun altro, non conosce più suo padre, sua madre, i suoi figli, le sue sorelle e i suoi fratelli, tranne i leader e i colleghi dell’organizzazione. A questo proposito, citando la Bibbia e il Corano e paragonando se stesso e Maryam Rajavi a Gesù Cristo e Maria, Massoud ha detto: “Chi ama la sua famiglia più di me non è degno di me”. Nell’Organizzazione Mojahedin del Popolo, per i membri, anche solo pensare alla casa e alla famiglia è considerato un crimine.

All’interno dell’Organizzazione Mojahedin del Popolo, a nessuno è permesso studiare scienze o imparare una lingua straniera. A nessuno è permesso avere un dispositivo personale come un telefono cellulare o un computer e comunicare liberamente con il mondo esterno. A nessuno è permesso di chiamare i propri familiari.

Alcune persone che sono riuscite a contattare le loro famiglie dalla base dei Mojahedin sono state accusate di spionaggio, poi condannate a morte per ordine di Rajavi. Come affermano le donne che hanno abbandonato il Mojahedin, non ci sono confini all’abuso sessuale. Alcune delle donne che hanno lasciato il Paese hanno parlato di gravi violazioni dei diritti umani e altre hanno raccontato di aver dormito insieme a Massoud Rajavi in nome della rivoluzione ideologica.

Ora, come possiamo credere allo slogan della protezione dei diritti umani e delle libertà individuali da parte di questa famigerata organizzazione che si è macchiata di questi atti durante tutta la sua storia?

Di Alireza Niknam

14.07.2023

Alireza Niknam, reporter e ricercatore nel campo dei gruppi terroristici, in particolare il gruppo terroristico di Mujahedin-e Khalq (MEK). Ha conseguito una laurea in scienze politiche presso l’Università di Teheran e scrive articoli per diverse agenzie di stampa internazionali. Oltre al giornalismo è commentatore politico e consulente del TerrorSpring Institute nel campo dell’antiterrorismo.

Traduzione a cura della Redazione di ComeDonChisciotte.org

NOTE

(1) = https://www.targatocn.it/2023/07/13/leggi-notizia/argomenti/attualita/articolo/cervasca-a-fianco-delliran-nella-ribellione-anche-lassessore-martini-a-roma-per-lincontro-con-ma.html

(2) = https://www.lapresse.it/ultima-ora/2023/07/13/iran-media-ministero-esteri-convoca-ambasciatore-italiano-perrone/

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