Redazione ComeDonChisciotte.org
Cari La7 e FanPage.it,
siamo veramente colpiti di come chi rivendica l’attestato di vero giornalismo in realtà produca un servizio dove, nonostante un montaggio fatto ad arte, l’unica cosa che esce fuori è un incontro con una sedicente “gola profonda”. Le informazioni e le foto che ci sono state mostrate, apparendo fin dall’inizio sospette alla redazione di ComeDonChisciotte, non hanno prodotto alcun seguito d’indagine. La sera stessa la nostra redazione ha respinto tutte le “soffiate” al mittente, in una riunione a cui presenziava anche l’infiltrata di Fanpage che – guarda caso – non ha ritenuto opportuno riportare il fatto.
Il servizio costruisce, monta, mistifica. Attribuisce a Raffaele Varvara parole che sono invece pronunciate dal “fascista” incontrato al ristorante, e a cui, come si vede dal video, Varvara non fa neanche un cenno di assenso. Viene poi associata la “bufala” della “lobby di Potenza” ai nostri reporter Marco Di Mauro e Massimo Cascone, ma è tutta farina del loro sacco bucato. C’è pure un goffo tentativo di tirare in ballo un maldestro Russiagate, vengono rubate delle immagini in cui Jacopo Brogi rivendica di aver recentemente intervistato il noto filosofo Aleksandr Dugin nell’ambito del nostro documentario sulla Russia postsovietica. Si tratta di un caso da manuale di disonestà giornalistica. Del resto, è di Fanpage che stiamo parlando.
Una volta nello studio di Formigli, il conduttore introduce il dibattito in studio sentenziando che ComeDonChisciotte pubblica notizie non verificate, quando in realtà, con il servizio andato in onda, La7, Piazzapulita e FanPage hanno cercato di rifilarci una bufala con l’intento che la si pubblicasse. Come possono testimoniare i nostri lettori, tutte le bufale che questa persona ha cercato di rifilarci non sono mai state pubblicate.
È chiaro l’intento di manipolare gli eventi, nel momento in cui si fa credere al pubblico una falsità.
Quel che passa come “abboccare” all’esca potentina della “gola profonda”, è in realtà semplicemente un modo di condurre un’intervista con una persona che ci era stata presentata in modo evidente come un paranoide. Chiunque fa giornalismo è consapevole di potersi imbattere in interlocutori poco affidabili. In quei casi si può accondiscendere alla persona che si ha davanti, ma accondiscendere non significa validare una fonte. Lo stesso vale per la successiva telefonata con la redazione che si vede nel video, in cui si cela dietro l’entusiasmo una chiara volontà di condividere e vagliare con la redazione il materiale raccolto. L’entusiasmo era per non insospettire la giornalista infiltrata, poiché si era da settimane già iniziato a dubitare della buona fede di lei.
Cosa hanno ottenuto La7, Piazzapulita e FanPage da questa loro inchiesta? Non vi è un solo elemento utile a provare le loro tesi sulla nostra incompetenza e mancanza di deontologia. Tutto si regge sui soliti montaggi posticci. Hanno usato con noi la stessa tecnica di sempre, delle loro precedenti inchieste (Bloody Money e Lobby Nera): dal momento che non trovavano alcunché di compromettente, hanno pensato di costruirlo da sé, e di tendere una trappola ai nostri reporter: un servizio a reti unificate di tutti i canali di informazione libera, con il quale far passare per allocchi tutti, da Byoblu a Luogocomune, da Radio Radio a Visione TV. Tanto ci proponeva la “gola profonda” come condizione per darci il resto delle informazioni che possedeva. Quando hanno capito che non sarebbero riusciti nel loro intento, hanno realizzato il servizio con quello che avevano ossia nulla. Per fare ciò hanno pagato per sette mesi una giornalista per infiltrarsi nella nostra redazione, per un inchiesta contro un sito indipendente, dove lavorano tutti come volontari. In redazione ci si è chiesto quanto a lorsignori è costato in termini monetari questa operazione mal riuscita. A proposito: ma La7, Piazzapulita, FanPage ritengono un tale modus operandi come deontologicamente corretto come giornalisti?
Sicché, ci sentiamo persino di ringraziarli. Sono proprio FanPage e La7 che ci hanno appena fatto capire come lavorano: infiltrano una redazione per mesi, si mettono il passamontagna e sparano teoremi che alimentano la macchina del fango che conosciamo.
Cari giornalisti: la nostra inchiesta su di voi inizia adesso, proprio ora che sappiamo come lavorate: grazie alla manipolazione, alla menzogna, al travestimento sotto falsa informazione quale voi siete. Noi volevamo esplorare la macchina del fango di Fanpage, il modo in cui si infiltrano, avvelenano, inquinano, e grazie alla vostra “inchiesta” ora lo sappiamo bene. E lo utilizzeremo per codificare, e svelare ai lettori, cosa c’è dietro alle vostre inchieste più celebri.