Gli Houthi yemeniti dichiarano ufficialmente guerra a Israele

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Di Fabrizio Bertolami per comedonchisciotte.org

Nella giornata del 31 ottobre, il portavoce militare degli Houthi yemeniti, Yahya Saree, ha ufficialmente dichiarato guerra ad Israele. Nei giorni immediatamente precedenti l’annuncio, diversi missili avevano cercato di raggiungere Eilat, sul Mar Rosso, finendo intercettati dai missili del sistema israeliano Arrow (1). Eilat è una città portuale e turistica sul Mar Rosso, di fronte alla penisola del Sinai, e funge da sbocco per i traffici commerciali ed energetici di Israele (3). Gli impianti petroliferi dell’oleodotto che parte dagli Emirati Arabi Uniti sono già stati oggetto nei giorni scorsi di attacchi più ravvicinati, con l’ausilio di droni (4). Già il 19 ottobre la marina statunitense aveva intercettato tre missili da crociera in partenza dallo Yemen.

Tel Aviv ha quindi deciso di schierare una fregata lanciamissili nell’area di mare antistante la città, e i suoi confini, per intercettare futuri attacchi (2).

La dichiarazione di Saree allarga la crisi israelo-palestinese sino al golfo di Aden, all’imbocco del Mar Rosso, distante da Gaza ma vicino agli interessi israeliani. Lo stretto è infatti passaggio obbligato sia per i traffici internazionali che passano per Suez, quanto per i rifornimenti e le esportazioni israeliane. C’è da chiedersi se d’ora in poi le navi battenti la bandiera con la stella di David o legate ad interessi israeliani (come le assicurazioni sulle navi, ad esempio), possano essere in pericolo navigando al largo dello Yemen.

L’intervento yemenita rappresenta un ulteriore avvertimento iraniano a Tel Aviv, dopo l’entrata di Hezbollah nell’agone (5) e i sommovimenti che già si manifestano in Siria, con attacchi alle basi USA nel nord della Nazione e attacchi “preventivi” israeliani sia sulle maggiori città che in aree più contigue al suo territorio.

Gli Houthi yemeniti, sciiti e supportati dall’Iran, si sono imposti sulle forze avversarie, appoggiate invece dall’Arabia Saudita, durante la guerra civile tra 2014 e 2015 e da allora sono stati una spina nel fianco di Riad, con ripetuti attacchi agli impianti petroliferi, sinora però senza ostacolare la navigazione commerciale verso lo Stretto di Aden.

La situazione innescatasi a Gaza si sta espandendo per cerchi concentrici a tutte le nazioni dell’area: l’Iran chiamato in causa immediatamente dopo il 7 Ottobre, il Libano e la Siria, l’Egitto sotto forti pressioni per lasciar “tracimare” i due milioni di palestinesi di Gaza nel Sinai, il Qatar, crocevia di incontri tra Hamas, USA, ed Emirati.

Poi c’è la Turchia, che per bocca del suo Presidente, Erdogan, si dice pronta a denunciare Tel Aviv alla Corte Penale Internazionale per i suoi crimini (pur se nessuno dei due Paesi ne sia sottoposto all’autorità, non essendone firmatari). Ankara e Tel Aviv si erano riavvicinate nel 2022 dopo i fatti della “Gaza Flotilla” del 2010 e la rottura delle relazioni diplomatiche del 2018 (6), ma Israele aveva comunque rifiutato di dare a Erdogan un ruolo di mediatore nella questione palestinese (7) , ruolo che anche Hamas aveva criticato e cercato di boicottare (8).

E infine c’è l’Arabia Saudita che, sebbene abbia “congelato” le trattative per una possibile normalizzazione dei rapporti con Israele (9) e abbia già condannato le violenze israeliane a Gaza, fatica ad esprimersi più duramente, stretta com’è tra l’alleanza con gli USA e le masse arabe musulmane, che guardano ad essa come custode dei luoghi santi dell’Islam. Inoltre c’è il rapporto con l’Iran, che segna punti di apertura, come i primi colloqui diretti tra le due nazioni, mediati dalla Cina (9), che hanno portato alla possibilità per Raisi e Mohammed Bin Salman di potersi confrontare telefonicamente nei giorni scorsi sulla guerra a Gaza (10).

Ricordiamo che entrambe le Nazioni saranno, a partire dal 2024, membri del gruppo BRICS allargato.

Più il conflitto si dilunga, più la necessità di schierarsi delle Nazioni dell’area diverrà impellente e Israele potrebbe trovarsi entro breve di fronte a un blocco compatto, fondato sulla comune appartenenza all’Islam, che lascia da parte le differenze dottrinarie tra Sciiti e Sunniti per unirsi contro il nemico comune, il “piccolo Satana“.

Un incubo geopolitico che Tel Aviv ha cercato di scongiurare sempre in questi 70 anni, arrivando a firmare accordi con quasi tutti i suoi nemici, dall’Egitto e la Giordania con gli Accordi di Camp David a Bahrein, Marocco e Emirati con gli Accordi di Abramo. Mancava solo l’Arabia Saudita per accreditarsi tra i Paesi arabi “che contano” e formare un blocco sunnita contro gli sciiti in Iran, Libano e Siria. Con la sua repentina azione, Hamas, che è finanziato da molti degli attori sopra citati, ha messo tutto questo scenario in pausa, se non addirittura minandolo per sempre. Tutto dipenderà da quanto durerà lo scontro a Gaza e, probabilmente in Cisgiordania.

Il tempo non gioca dalla parte di Israele.

Di Fabrizio Bertolami per comedonchisciotte.org

02.11.2023

Fonti:

1. https://www.aljazeera.com/news/2023/10/31/israel-says-it-shot-down-aerial-target-near-red-sea-city-of-eilat

2. https://www.telegraph.co.uk/world-news/2023/11/01/israel-yemen-houthis-red-sea-missile-boats-iran-backed/

3. https://www.reuters.com/article/emirates-israel-pipeline-int-idUSKBN275152

4. https://tg.la7.it/esteri/droni-dallo-yemen-gli-houti-entrano-in-guerra-contro-israele-31-10-2023-197528

5. https://www.liberoquotidiano.it/news/esteri/37395705/israele-hamas-diretta-guerra-1-novembre.htmlhttps://www.reuters.com/world/middle-east/yemens-houthis-enter-mideast-fray-hardening-spillover-fears-2023-10-31/

6. https://www.euronews.com/2022/08/17/turkey-and-israel-mark-milestone-by-restoring-full-diplomatic-ties

7. https://www.timesofisrael.com/israel-rejects-turkey-as-possible-peace-broker/

8. https://www.al-monitor.com/originals/2022/08/hamas-condemns-turkey-israel-normalization

9. https://www.aljazeera.com/news/2023/10/14/saudi-arabia-puts-israel-deal-on-ice-amid-war-engages-with-iran-report

10. https://www.aljazeera.com/news/2023/10/12/irans-raisi-saudi-arabias-mbs-discuss-israel-hamas-war

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