Klaus Rüdiger Mai
tichyseinblick.de
Il 4 novembre 1989 l´attrice Steffi Spira, durante la grande manifestazione svoltasi a Berlino est nell´ambito della cosiddetta rivoluzione pacifica (che avevapreceduto la caduta del muro di Berlino, n.d.T.), incitava: “Mai più educazione civica di regime“. Il suo desiderio non è stato esaudito. Questa materia è ritornata sotto le spoglie di un costruttivismo interdisciplinare all´insegna dell´ideologia totalitaria, così come è ritornato il comunismo, grazie al contributo della sinistra occidentale ed al fallimento della CDU [l´Unione Cristiano-Democratica, n.d.T.]. Oggi, al posto della falce e martello su sfondo rosso, abbiamo le biciclette col portapacchi e le pale eoliche su sfondo arcobaleno. Nelle scuole non si devono formare cittadini provvisti di senso critico, bensì i fedeli di una determinata ortodossia civica, in pratica gli abitanti di Prenzlauer Berg o Kreuzberg, compreso il Görlitzer Park, estesi al territorio dell´intera repubblica [si tratta di quartieri di Berlino, oggi amati dai cosiddetti radical chic, e del parco in cui notoriamente viene spacciata e consumata droga a cielo aperto, n.d.T.].
Il totalitarismo della sinistra e della sinistra liberale si palesa nella loro concezione della persona umana, ma va detto che il liberalismo di sinistra va ormai inteso come liberalismo meno libertà. L´obiettivo formativo dei rosso-verdi non è il cittadino dotato di senso critico, pensante, che giudichi ed agisca grazie al proprio patrimonio cognitivo, bensi un soggetto indottrinato e dipendente dallo Stato, che si fidi ciecamente delle „elite dell’interpretazione,“ come le definisce il biografo del presidente della repubblica tedesco Steinmeier, riferendosi agli attivisti del panorama mediatico ed agli agitatori e propagandisti di sinistra e della sinistra liberale. Costoro hanno bisogno di persone che dipendano finanziariamente e spiritualmente dallo Stato, che credano a qualsiasi idiozia e siano pronti metterla in pratica.
Per raggiungere tale obiettivo e far sparire qualsiasi senso critico da scuole ed università, la sinistra e la sinistra liberale hanno proceduto ad una continua conquista dei settori della cultura, dell´informazione e dell´istruzione. La colpa storica della CDU, un tempo la più forte corrente liberal-conservatrice, consiste nell´avere permesso, e persino sostenuto, questa acquisizione ostile durante il cancellierato di Angela Merkel. Persino il „Centro nazionale per la formazione politica“, una volta rigorosamente neutrale, si è trasformato, nel frattempo, in un centro nazionale di educazione civica di regime, ovvero in uno strumento di propaganda rosso-verde.
Se, il prossimo 26 settembre, la CDU dovesse perdere le elezioni e la Germania precipitasse in una dittatura del pensiero, questo sarà dovuto, in modo decisivo, al fallimento della CDU nel campo della cultura, dell´informazione e dell´istruzione, vale a dire negli „apparati ideologici dello Stato“, come li chiamava Louis Althusser.
I rosso-verdi non hanno bisogno dell´istruzione, al contrario. L´istruzione rappresenta per loro un pericolo: essa mette in discussione la dittatura.
Nel frattempo l´indottrinamento nelle scuole procede a gonfie vele. Per esempio, se il clima e l´energia, con chiari obiettivi politici e non scientifici, vengono trattati, come materia, all´interno di fisica e geografia, l´insegnamento interdisciplinare sfocia nella catechesi di un´apocalisse climatica. Che Luisa Neubauer [la Greta Thumberg tedesca, n.d.T.] si sia vista riconoscere una laurea in geografia non stupisce più nessuno.
L´insegnamento della storia viene suddiviso inargomenti e privato dell´elemento cronologico. Se, tuttavia, gli alunni non imparano più quale, quando e perché un avvenimento sia successo, nonché cosa sia successo contemporaneamente in altri Paesi, quando, dunque, non esistono più diacronia e sincronia, gli alunni vengono scientemente privati della possibilità di orientarsi nella storia e nella società. Si impedisce ciò che, per l´ideologia rosso-verde, sarebbe letale, vale a dire che gli alunni acquisiscano la capacità di riconoscere le causalità. Se, dal periodo della Riforma, si salta direttamente alla Rivoluzione Francese, si ignora volontariamente il periodo della formazione degli Stati europei e del sorgere della democrazia, che si basa, appunto, sul cittadino autonomo. È indicativo come, quando nell´ora di storia viene trattato l´argomento „rivoluzione,“ in concomitanza alla Rivoluzione Francese vengano discusse questioni come la necessità di una rivoluzione climatica.
La perdita di competenza qualificata, l´indottrinamento e la diffusione di un nuovo revisionismo storico sono testimoniati in modo esemplare nel libro dell ´editore Cornelsen „Testi, temi e strutture“, libro di testo ufficiale di tedesco alle superiori. Qui nemmeno le parole lingua e letteratura, men che meno lingua e letteratura tedesca, compaiono nel titolo. E non vi devono comparire, in linea con la tendenza revisionistica del testo. Ed infatti: nell´indicibile brano „Conversazioni nel quotidiano – utilizzo di modelli di comunicazione“ si cominciano ad usare termini del linguaggio gender. Un inizio timido, è vero, ma pur sempre un inizio. Strizziamo l´occhio a Orwell. In effetti l´editore Cornelsen ha ragione quando, già nel titolo, fa capire che il libro non tratta della lingua tedesca. Se viene seguito questo percorso, timidamente intrapreso nel libro, la lingua tedesca sarà presto sostituita da un miscuglio di ideologie rosso-verdi. A quanto pare si punta ad una soluzione biologica, in quanto i più anziani, prima o poi, scompariranno e i più giovani non avranno imparato in nessun altro modo.
Se si dà un´occhiata alla parte dedicata alla letteratura è difficile immaginare che sia stata redatta da veri studiosi, ma piuttosto da cosiddetti esperti di didattica, i quali, di regola, rappresentano il contrario di quello che dovrebbe essere un germanista. Infatti, come esempio di prosa espressionista, viene proposto il racconto „Un fratricidio“ di Franz Kafka. E qui (ma non solo) stiamo toccando il fondo, visto che Kafka non c´entra nulla con l´espressionismo. Soprattutto, invece di analizzare il testo, gli alunni vengono chiamati a „costruire“possibili motivi dell´assassinio, liberamente, a seconda delle loro sensazioni. Ci si domanda cosa tutto ciò abbia a che fare con la struttura e la storicità dell´opera.
Non sarebbe opportuno e necessario insegnare ai ragazzi a leggere attentamente il testo e ad analizzarlo? Ma questo significherebbe che gli alunni, invece che imparare a ripetere l´ideologia, acquisirebbero una capacità analitica. Se si guarda alle capacità linguistiche dei candidati rosso-verdi ben si comprende perché il saper analizzare la lingua possa diventare un pericolo per lo stato.
Oltre tutto, l´analisi del testo viene impedita già dal fatto che le relative domande non riguardano la struttura dello stesso, quest´ultima non viene tematizzata, nonostante persino il titolo contenga le parole „testo“ e „struttura“, in questo caso vuote. Si passa, in modo revisionistico, dalla prospettiva del racconto alla strategia di un racconto, dal costrutto alla costruzione. Dal momento che il totalitarismo rosso-verde desidera costruire la società in base alle sue utopie, nel libro analizzato ci si esercita, appunto, a creare un´utopia, che, nella realtà, si dimostrerà una distopia. Al centro di tutto non sta più il mondo reale, in questo caso il testo e l´opera, bensì il costrutto, il mondo costruito da me, come io lo vorrei, come deve esistere nei miei sogni e nella mia ideologia. Obiettivo delle lezioni deve essere la perdità della realtà.
Ancora più chiaro risulta il revisionismo (dunque il carattere indottrinatorio del libro di testo) quando viene trattato il romanzo „Il suddito“ di Heinrich Mann, introdotto dal titolo „Democrazia senza democratici, una satira della società guglielmina“. Ora, certamente, si possono avere opinioni differenti sulla validità del concetto di „democrazia senza democratici“, ma finora è sempre stato chiaro che era riferito alla Repubblica di Weimar, per illustrare come questa repubblica sia potuta sfociare nella dittatura nazionalsocialista. Con l´impero degli Hohenzollern non ha mai avuto a che fare, eppure qui si nasconde il tentativo di attribuire all´impero liberale la responsabilità di questa caduta. Di più: si cerca di stilizzare, secondo le necessità, Martin Lutero o l´Impero Tedesco del 1871 come origini della deriva nazionalsocialista, così da interpretare la storia tedesca come un´unica, lunga premessa al nazionalsocialismo. E, come già con Kafka, anche qui si rinuncia ad un´analisi del testo. Al suo posto l´alunno è tenuto ad „immedesimarsi nei panni di un reporter che osservi il comportamento del protagonista Hessling durante la visita di stato“, descrivendolo in un „reportage“.
Ma l´alunno è reporter di quale giornale? Da quale prospettiva egli osserva e commenta? Con quale tendenza: Berliner Tageblatt o Simplicissimus? [il primo un quotidiano, l´altro un periodico satirico dell´epoca, n.d.T.]. Oppure, in modo anacronistico, dovrebbe immedesimarsi nel reporter di uno dei quotidiani attuali, tipo Welt, taz, Frankfurter Allgemeine? Deve semplicemente esprimere cosa prova? Le emozioni che gli richiede l´opinione dominante?
Del resto non ha bisogno di conoscere la storia dell´impero, in quanto l´insegnamento dell´editore Cornelsen gli ha già comunicato che qui ha a che fare con una democrazia senza democratici. Ma come è possibile riuscire a discernere? Attraverso la letteratura tedesca, appunto, e non attraverso le costruzioni di una discutibile didattica.
Un libro di testo come quello dell´editorre Cornelsen illustra benissimo una cosa: che la politica scolastica rosso-verde contribuisce alla realizzazione di una distopia ammantata dal benessere comune, cancellando dai programmi contenuti importanti e lavorando ad un´unica materia: l´educazione civica di regime.
Klaus Rüdiger Mai
Fonte: tichyseinblick.de
Link: https://tichyseinblick.de/meinungen/wie-aus-bildung-indoktrination-wird
09.09.2021
Scelto e tradotto da Paola per comedonchisciotte.org