Come vi avevo preannunciato ieri, questa mattina, giovedì 23 giugno, il governo tedesco ha avviato la seconda fase di “allarme” del suo piano di emergenza a tre livelli, preparato per far fronte a possibili interruzioni delle forniture di gas, dichiarando ufficialmente che il Paese sta affrontando una crisi del carburante a causa della diminuzione dei flussi dalla Russia.
Il Ministro dell’Economia Robert Habeck ha descritto la carenza di gas russo come un “attacco economico” al suo Paese da parte del Presidente Vladimir Putin. “Ci difenderemo da questo. Ma il nostro Paese dovrà ora percorrere una strada di difficile percorribilità”, ha dichiarato.
Come detto nel precedente articolo, mentre Berlino accusa Mosca di aver volontariamente ridotto le forniture, i russi si difendono sottolineando che Gazprom non è in grado di mantenere in sicurezza il flusso di gas, e la colpa è ancora una volta delle sanzioni unilateralmente imposte dall’UE. Una turbina è stata inviata da Siemens Energy in Canada per la manutenzione ma non è mai tornata indietro. Nonostante Ottawa dica che sta studiando un modo per risolvere il problema – poichè “l’intento delle sanzioni non è mai stato quello di causare un danno significativo alla Germania, che è uno dei nostri amici e alleati più stretti”, come dichiarato a Bloomberg dal Ministro canadese Jonathan Wilkinson – attualmente la fase di stallo si trascina.
Al momento, gli impianti di stoccaggio del gas tedeschi sono pieni al 58% della capacità, ha dichiarato Berlino introducendo la fase di “allarme”. Si tratta comunque di una percentuale superiore a quella registrata in questo periodo dell’anno scorso ma la Germania vuole raggiungere il 90% di capacità entro dicembre.
Se dovesse scattare la terza fase del piano di emergenza gas, la Germania introdurrà il razionamento.
Massimo A. Cascone, 32.06.2022
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