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La Redazione

 

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FORSE IL GRAFICO PIU' IMPORTANTE DEL MONDO

A cura di
Il 30 Marzo 2014
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DI TYLER DURDEN
Zero Hedge
Effetto Risorse

Avendo discusso i collegamenti fra crescita economica e limiti delle risorse energetiche e con gli attuali fuochi d’artificio geopolitici in gran parte per l’energia (costo, fornitura e domanda) piuttosto che per i diritti umani, sembrerebbe che il grafico seguente potrebbe ben diventare l’indicatore più importante delle tensioni future…

ZERO1

Fonte: Goldman Sachs
Non è la prima volta che parliamo di “autosufficienza”: nientemeno che Bridgewater’s Ray Dalio l’ha osservata in un contesto leggermente diverso:

L’autosufficienza incoraggia la produttività legando la capacità di spesa con la necessità di produrre.

Le società in cui gli individui sono più responsabili per sé stessi crescono di più di quelle in cui lo sono meno”. L’indicatore a fattore nove dell’autosufficienza fornisce alcuni spunti interessanti su quelle nazioni che è più probabile che sperimentino una crescita continua al di sopra della media rispetto a quelle che non lo faranno, come i paesi europei, cioè Italia, Francia, Spagna e Belgio, tutti posizionati molto in basso nella classifica dell’autosufficienza.

Ne abbiamo discusso in E se le nazioni fossero meno dipendenti l’una dall’altra?

La capacità di sopravvivere senza scambi o aiuti da parte delle altre nazioni, per esempio, non è la stessa cosa del raccogliere enormi profitti o far crescere la propria economia senza scambi con altre nazioni. In altre parole, “l’autosufficienza” in termini di sopravvivenza non implica necessariamente la prosperità, ma implica libertà di azione senza dipendenza dall’approvazione, dai capitali, dalle risorse e dalle competenze straniere.

La libertà di azione fornita dall’indipendenza/autarchia implica anche una riduzione della vulnerabilità dal controllo straniero dei costi e/o delle disponibilità di beni essenziali come cibo ed energia, e dal potere conseguente dei fornitori di poter ricattare o influenzare le priorità nazionali e le politiche.

Considerate il petrolio/combustibili fossili come esempio. Le nazioni benedette da grandi riserve di combustibili fossili sono autosufficienti per il consumo interno, ma il valore delle loro risorse sul mercato internazionale porta generalmente a dipendere dalle esportazioni di petrolio/gas per finanziare il governo, le élite politiche e il welfare in generale. Questa dipendenza dai proventi derivanti dall’esportazione di petrolio/gas porta a quella che è nota come “maledizione delle risorse”. Gli altri settori delle economie delle nazioni esportatrici di petrolio appassiscono perché il capitale e il favoritismo politico si concentrano sui proventi dell’esportazione di petrolio, e questa distorsione dell’ordine politico porta a clientelismo, corruzione e cattiva distribuzione della ricchezza nazionale su una scala così vasta che le nazioni che hanno abbondanza di risorse da poter vendere spesso degradano nella povertà e nell’instabilità.

L’altra strada per l’autarchia è quella di selezionare e finanziare politiche progettate per aumentare direttamente l’autosufficienza. Un esempio potrebbe essere il perseguimento da parte della Germania dell’energia alternativa attraverso delle politiche di stato come i sussidi.

E’evidente che una simile autarchia, trainata dalla politica, richieda compromessi nel relativo successo della Germania nell’aumentare la produzione di energia alternativa; i sussidi che hanno incentivato la produzione di energia alternativa ora vengono considerati più costosi dei presunti guadagni in autosufficienza, visto che la generazione da combustibili fossili è ancora necessaria come riserva per la fluttuante produzione di energia alternativa.

Anche se la dipendenza dall’energia straniera è diminuita, la Germania rimane completamente dipendente dai suoi fornitori stranieri di energia e, siccome i costi di quell’energia aumentano, la posizione della Germania come potenza industriale competitiva è minacciata: la produzione industriale si sta spostando dalla Germania verso zone con minori costi energetici, tra cui gli Stati Uniti.

L’aumento della produzione interna di energia è stata pensata per ridurre la vulnerabilità implicita nella dipendenza da fornitori energetici stranieri; tuttavia, l’aumento della produzione interna di energia non ha ancora raggiunto la soglia critica in cui la vulnerabilità agli shock dei prezzi si riduca in maniera significativa.

La capacità dell’America di proiettare potenza e mantenere la propria libertà di azione presuppone sia una rete di alleanze diplomatiche, militari ed economiche, e anche i rapporti di scambio che hanno alimentato (non per caso) i profitti senza precedenti delle multinazionali americane.

Il passato recente ha creato un presupposto, secondo il quale gli Stati Uniti possono soltanto prosperare se importano petrolio, beni e servizi su grande scala.

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TYLER DURDEN
Zero Hedge
23.03.2014
29.03.2014
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