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La Redazione

 

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Finché non perdono sapore

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Il 4 Febbraio 2023
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Finché non perdono sapore

Se si deve costruire un edificio non è indifferente la natura del materiale impiegato e così non è indifferente la natura dei cibi e delle bevande sul nostro organismo. Infatti, non vanno a incidere soltanto sul corpo, ma anche sulla sfera psichica e più spirituale dal momento che gli alimenti si trasformano in energia positiva o distruttiva a seconda della loro composizione.

SIAMO CIO’ CHE MANGIAMO, proclama una celebre massima. Per questo motivo dovremmo essere molto accorti quando facciamo la spesa. Dovremmo essere molto attenti anche quando poi ci mettiamo a tavola non dimenticando la regola fondamentale della corretta masticazione: il cibo va accolto e gustato fino in fondo e non divorato dal momento che la prima digestione si verifica in bocca.

“Mangiare come se si bevesse e bere come se si mangiasse” dice un antichissimo precetto.
Mangiare come se si bevesse” significa che bisognerebbe ingoiare solo dopo aver reso quasi liquido il cibo che abbiamo in bocca attraverso la ripetuta triturazione ad opera dei denti e la combinazione con la saliva che contiene ptialina, un enzima capace di scindere i polisaccaridi ad alto peso molecolare (amidi) in composti più semplici (destrina, maltosio).
Per quanto riguarda i liquidi e quindi le bevande, queste (compresa l’acqua) dovrebbero essere trattate da solidi, da qui l’espressione “Bere come se si mangiasse” perché non è funzionale a una buona digestione, e nemmeno a una buona idratazione, bere troppo tutto insieme (perché magari ce lo siamo dimenticati durante il giorno), né bere troppo durante i pasti perché si diluirebbero troppo i succhi gastrici: meglio se lo si fa fino a una mezzoretta prima o almeno un’ora e mezzo dopo. Distribuire l’acqua, bevendo a piccoli sorsi, durante tutto l’arco della giornata e bere poco o nulla a tavola è la cosa migliore.

In base a un’altra indicazione importante (che deriva sempre dall’antica sapienza orientale) “i cibi devono essere masticati a lungo e le bevande trattenute in bocca finché non perdono sapore”, in questo modo, possiamo assorbire anche l’energia sottile che apportano. Secondo questa visione se un alimento o una bevanda emana sapore vuol dire che c’è ancora energia vitale da estrarre.
C’è da dire che nelle medicine tradizionali orientali la concezione della masticazione va ben al di là del nostro approccio occidentale che la concepisce unicamente come un mezzo per facilitare la digestione nello stomaco e nell’intestino e, riflettendoci, realmente è così: non si dovrebbe pensare di mangiare solo per ricostruire il nostro corpo fisico, ma anche per rifare il pieno alle nostre batterie energetiche e per soddisfare l’anima.

È un obiettivo che possiamo raggiungere solo se iniziamo a nutrirci con maggiore attenzione scegliendo i cibi, preparandoli e anche sedendosi a tavola in uno stato di maggiore consapevolezza ma non è affatto facile perché, soprattutto nei paesi cosiddetti sviluppati, il rapporto con l’alimentazione è diventato fortemente squilibrato.
Da un lato siamo bombardati da una continua offerta di alimenti prodotti industrialmente che hanno solo una lontana parentela con ciò che una volta veniva coltivato o allevato.
In secondo luogo ogni cibo è disponibile in qualsiasi stagione grazie a un sistema di distribuzione che lo fa arrivare da grandissime distanze in pochi giorni, il che non è naturale.
Infine, bisogna considerare la presenza negli alimenti di centinaia di composti chimici che l’organismo umano non ha mai incontrato in precedenza nel corso della sua evoluzione. Sostanze – come, ad esempio, residui di concimi e pesticidi, additivi e conservanti aggiunti dall’industria alimentare o sostanze tossiche provenienti da un ambiente sempre più inquinato che passano nella catena alimentare – che nel tempo possono produrre squilibri nell’omeostasi e danni alle cellule ai tessuti.

L’alimentazione occupa indubbiamente un posto di primo piano nella nostra vita. Togliere il pilota automatico e iniziare ad agire con maggiore presenza ponendosi alcune domande importanti (Quando mangio/bevo? Cosa mangio/bevo? Che sapore ha ciò che mangio/bevo? Da dove viene? Che cosa contiene? Come mi fa sentire dopo averlo mangiato/bevuto?) è qualcosa che dovremmo cominciare a fare quotidianamente perché può contribuire in modo determinante alla nostra salute fisica, psichica ed emotiva.

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VB

 

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Giornalista professionista specializzata in tematiche di salute e ambiente. Naturopata membro FNNP (Federazione Nazionale Naturopati Professionisti). “Percepisco il mio lavoro come una sottile indagine fatta di domande, di chiedersi il perché. Comprendere la causa è sempre il primo passo da fare.”
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