FAHRENHEIT 451: A CHE TEMPERATURA BRUCIA IL PENSIERO?

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DI EMANUELA LORENZI

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Non dimenticate che i militi del fuoco sono raramente necessari. Lo stesso pubblico ha cessato di leggere di sua iniziativa. Per cui sono ben pochi quelli che oggi sono disposti a un’azione ribelle. E di questi pochi, la maggior parte, come me, si spaventano facilmente.

(Fahrenheit 451, Ray Bradbury 1951)

Il Panopticon e i due minuti di odio contro i criceti ribelli

Bastano davvero poche settimane di irregimentazione dei cervelli perché si spengano le sentinelle della libertà e gli anticorpi al virus della Pensée Unique, quelle flebili vocine che questo esperimento di ingegneria sociale ha spento, aumentando il carico con interventi di sorveglianza military-grade dai droni ai tracciamenti (captazione dati) delle nostre piccole vite, stato di eccezione che nel suo protrarsi dichiara di fondarsi sul substrato ontologico del bio-fascismo.

Morpheus: Matrix è ovunque, è intorno a noi. È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità.
– Neo: Quale verità?
– Morpheus: Che tu sei uno schiavo, Neo. Come tutti gli altri sei nato in catene. Sei nato in una prigione che non ha sbarre, che non ha muri, che non ha odore. Una prigione, per la tua mente.”

Mentre 60 milioni di italiani permangono agli auto-arresti domiciliari accendendo candeline più o meno virtuali (sorvolando sui potenziali danni di quelle reali rosario-related) in un inquietante riflesso pavloviano che dopo aver acquietato tormentosi dubbi su possibili virus informatici (malware) o satanici (il 24 marzo sarebbe il giorno della bestia), non se ne pone altri, ben più rilevanti, sulla soglia di immunità anticorpale al terrore, ridotta ai minimi termini[1], ecco che il Ministro della Difesa israeliano sentenzia che la cosa più importante adesso è “NON ENTRATE IN CASA”. In realtà il ministro Naftali Bennet specifica, abbracciando peraltro la tesi sostenuta da molti epidemiologi non prezzolati, che la soluzione migliore per sconfiggere il virus non è forse la quarantena indiscriminata o il testing indiscriminato (sulla cui validità scientifica si sono espressi esperti) ma “separare gli anziani dai giovani” e “far circolare il virus tra i più giovani in modo che si sviluppi la cosiddetta immunità di gregge oltre la quale il virus non trova più nuovi ospiti e muore”. Ribadiamo che questo concetto, di per sé fake storico se riferito ai vaccini e con esiti persino paradossali per cui avendo liberato la nicchia ecologica il genotipo vaccinale ha scalzato quello selvaggio creando focolai proprio nelle ormai inermi popolazioni vaccinate (che NON è sinonimo di immunizzate) o disastri come quello della polio provocata proprio dal virus vaccinale dove i bambini paralizzati dall’antipolio, che hanno superato i casi di virus selvaggio, sono stati definiti uno spiacevole singhiozzo[2] da Michel Zaffran, direttore OMS dell’eradicazione della polio) diviene empiricamente accettabile se si pensa alla ‘immunizzazione’ passiva data dalla effettiva esposizione alla malattia naturale che conferisce immunità a vita senza bisogno di continui e inutili boost. Nel caso del Covid19 tuttavia qualunque tipo di immunità, più o meno naturale, è invece in dubbio secondo i virologi (come lo è del resto per gli altri Coronavirus che scatenano influenze e raffreddori), non fosse altro che per la sua mutevolezza. Del resto non si sa nulla con certezza, e ora che il Corona virus è diventato anche “virus della Corona” (di Inghilterra) vedremo se Camilla diventerà positiva o se anche la teoria del contagio dovrà essere rivista.

Questo approccio, opinabile e soprattutto falsificabile (come ogni postulato scientifico dovrebbe essere, epistemologicamente parlando, se la scienza non è episteme ma doxa, non è verità ma falsificabilità, checché ne dica il Grande Inquisitore nazionale), di certo malamente espresso in precedenza anche dal premier britannico, è in apparente distonia rispetto al diktat nazi-contiano globale che nella sua pseudo-scientista e sinofila assolutezza (Cina e Italia non sono paragonabili né culturalmente né economicamente, mentre la Corea con la sua strategia di tracciamento e profilazione biotecnologica crea altri e più inquietanti interrogativi Corea li chiamano ‘contagi di ritorno’?) proprio non riesce a mettere a tacere quei due neuroni ribelli che si chiedono, forse ingenuamente: ma se poi dopo il lockdown riaprono questa o quella zona (paesino/provincia/regione/stato), considerato che non siamo comparti stagni e che persino le formiche creano pertugi ovunque, ostinate colonizzatrici per sopravvivere parassitando la nostra (almeno la mia) casa, come si può pensare che il ‘virus’, il male assoluto non torni a circolare a contagiare ad ammalare ad uccidere, pur in alleanza con patologie pregresse, più o meno latenti nei giovani? Per inciso, al netto della reiterata o eccessiva esposizione alla carica virale che probabilmente ha un suo peso, chi lo dice che un giovane anche sportivo sia per definizione “in salute”? Bisognerebbe vedere il livello ossidativo delle sue cellule, il livello di acidità della sua alimentazione e della sua psiche (l’intera PNEI ricordiamo determina effetti concreti sul soma!), le ‘fetenzie’[3] ingerite a pasticche soppressive delle reazioni fisiologiche del nostro organismo nei vari anti- (antipiretici/antiinfiammatori/persino anti vita, gli anti-biotici il cui abuso è all’origine dei superbug che entro il 2050 uccideranno 10 milioni di persone, più del cancro).

Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare.

Siate voci fuori dal coro. Siate il peso che inclina il piano. Siate sempre in disaccordo perché il dissenso è un’arma. Siate sempre informati e non chiudetevi alla conoscenza perché anche il sapere è un’arma. Forse non cambierete il mondo, ma avrete contribuito a inclinare il piano nella vostra direzione e avrete reso la vostra vita degna di essere raccontata.
Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.

(Bertrand Russell)

Come usciremo, se mai ne usciremo, da questa reclusione muta nella quale l’esterno delle nostre 4 (o 25 se siamo ricchi e fortunati) mura assomiglia tanto al Panopticon, carcere ideale benthamiano, realizzato nel mai troppo citato “1984” di George Orwell la cui “televisione bidirezionale” non è più fantascienza da quando abbiamo le ‘Smart TV’ che ci spiano in salotto per non parlare delle altre protesi di cui non possiamo fare a meno (vi è mai capitato che Google vi parlasse dal vostro cellulare senza essere stato interpellato? Ora i trojan di Stato col decreto intercettazioni fatto passare alla chetichella sono una realtà). Secondo il giurista Ugo Mattei ne usciremo di certo in condizioni culturalmente molto peggiori: rinunciando per legge all’ermeneutica del sospetto, rinunciando completamente alle nostre possibilità di pensare criticamente smettiamo di essere cittadini. Ma anche esseri umani sociali. Vogliamo parlare della promozione della delazione degna dei peggiori totalitarismi o restiamo nella retorica di regime di un ipotetico livellamento così volgarmente propagandata da vip di vario tipo (che siano nostrani Modà o una Madonna silicon-valley truccata e ingioiellata che filosofeggia da una vasca circondata di petali su quanto il Coronavirus sia “the great equalizer” – qualcuno le spieghi che c’è chi ha perso o mai avuto né vasca né casa né lavoro e chi non ha neppure l’acqua potabile)? Ed ecco che i due minuti di odio di orwelliana memoria vengono tele-diretti (sia nel senso fisico della scatola più che mai appiattita e sempre cattiva maestra, sia nel senso del condizionamento a distanza senza che nessuno si avveda più dei fili, del resto siamo un mondo cordless e wireless – non a casa mia dove ho ancora cornetta classica ‘aspetta un secondo che torno subito’ e cablaggio perché il wifi è citotossico). Di qui le appropriate citazioni dai Promessi Sposi per comprendere culturalmente l’odierna caccia al runner nuovo untore, ma anche al placido camminatore sprovvisto di cane o non fumatore (paradosso dei paradossi mentre lottiamo contro la polmonite che toglie il respiro teniamo aperti i tabaccai e consideriamo necessità la sigaretta!), a colui o colei che per non impazzire con il nemico in casa deve allontanarsene fosse anche di pochi metri temendo il prossimo passaggio della furgonetta di solerti vigili o carabinieri senza più daffare, come a chiunque per preservare la salute fisica e mentale non accetti supinamente l’obbligo di fare il criceto in gabbia. Ma ci rendiamo conto dell’assurda equiparazione di chi vive in pochi metri quadri, o magari deve confrontarsi con situazioni esistenziali di una pesantezza insostenibile dalla violenza domestica alle coppie separate in casa o con figli realmente problematici, fermo restando che permane valido il grido di dolore dell’infanzia, di ogni infanzia, rubata al sole, al movimento all’aria aperta e alla relazione? Vogliamo pensare ai danni, ai potenziai omicidi e suicidi, ai tumori ed alle malattie mentali e fisiche – PNEI PNEI PNEI – che questo comporterà in queste categorie di persone?:

 «Gli animi, sempre più amareggiati dalla presenza de’ mali» e «irritati dall’insistenza del pericolo, abbracciavano più volentieri quella credenza: ché la collera aspira a punire: […] le piace più d’attribuire i mali a una perversità umana, contro cui possa far le sue vendette, che di riconoscerli da una causa, con la quale non ci sia altro da fare che rassegnarsi». E quindi: «Con una tal persuasione che ci fossero untori, se ne doveva scoprire, quasi infallibilmente: tutti gli occhi stavano all’erta»[4]

 La rana che bolle e l’asfissia

 Articolo 21. Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

 Ed ora, di libertà in libertà, come la famosa rana che bolle, ci rimaneva solo la libertà di pensare (diversamente, criticamente) ecco che ci attendono prima la militarizzazione della sorveglianza fisica (i droni? manderanno i droni ad inseguire il runner che osa attraversare la strada sino all’aiuola?), e poiché wittgensteinianamente i limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondo, si noti il linguaggio militare: da Repubblica che parla di “chiamata alle armi contro le fake news”, combattiamo frodi e disinformazione sul virus”, alla “creazione di task force” del Sole24ore con “Una chiamata (alle armi? Ndr) all’industria e ai centri di ricerca per trovare il modo di usare l’intelligenza artificiale e i big data per modellare meglio la policy” (chi invoca la soluzione ‘coreana’ forse dimentica che il tracciamento lì partiva da un focolaio di religiosi abbastanza definito), per non parlare delle varie “non dobbiamo mollare la presa”, “non molliamo la stretta” che ci fanno sentire sempre più il senso di soffocamento generato dal cappio al collo della libertà di respirare ed emettere voce-pensiero all’interno di un’eggregora asfissiante.

Fino al richiamo di Mattarella all’Unità (di Pensiero?) ed al sublime:

“La privacy? Sono cazzate, siamo in guerra”[5]

 di Gianni Rezza dell’ISS. A questo proposito, ancora Ugo Mattei sollevava in una recente intervista di Claudio Messora la significatività della questione dell’individuazione e responsabilizzazione di qualcuno: le tecnologie disponibili, al di là di ogni wishful thinking sull’uso limitato di dati e metadati sensibili, sono già tecnologie distopiche, nonché auto-esecutive di provvedimenti (si pensi, dice Mattei, al beep delle cinture divenuto oggi realtà o al red-boxing con emissione di frequenze disturbanti o scosse all’avvicinamento) e la violazione delle “cazzate”, per usare il lessico istituzionale di Rezza, avviene tramite algoritmi e a protocolli la cui misteriosità è semplicemente incompatibile con qualunque democrazia. Per non parlare del Quis custodiet ipsos custodes? (Chi controlla i controllori?).

Arturo di Corinto denuncia la mancanza di consapevolezza dei rischi informatici, ma se si parla da tempo di cyber-resilienza delle aziende, cosa dire dell’individuo che concedendo i propri dati concede la possibilità di interpretare non solo il proprio presente, ma il proprio passato ed il proprio futuro (è il tema del diritto all’oblio, di fatto impossibile tecnologicamente ma solo politicamente)? Altro che distensio animi agostiniana.

L’asfissia è la cifra di questa emergenza, sia in termini biologici che giuridici: se guerra è, è guerra all’essere umano come entità senziente e pensante, il cui respiro è inizio e fine, ciò che i greci chiamano psiche (soffio vitale, anima), i polmoni sono un albero capovolto con le foglie (gli alveoli) in basso, connessione tra Uomo e Natura, fra microcosmo e macrocosmo nel radicamento alla terra e nella propensione allo spirito.

Colui che controlla il respiro, controlla la mente, colui che controlla la mente controlla il respiro.
(Upanishad)

Non mi azzardo a lanciare un grido di allarme sul tentativo di toglierci il respiro (ergo il pensiero). Tuttavia, se si continua a dire di sì (e perché poi inasprire misure già incredibili – peraltro tramite l’ennesimo decreto d’urgenza notturno, quanta fretta dopo un mese di inerzia istituzionale dalla dichiarazione dello stato d’ emergenza del 31 gennaio, decreti non trasmessi alle Camere e un Parlamento rimpiazzato da Facebook – quando il 95% del gregge accetta di buon grado di essere gendarme di sé e degli altri?), arriveremo grado per grado ad aumentare la temperatura della pentola in cui la rana siamo noi, sino ad una sospensione totale della costituzione, della democrazia, della libertà in nome della ‘salute’, ovviamente per chi non sarà letteralmente morto di fame in casa (i cittadini che non possono vivere di rendita appendendo arcobaleni o cantando dai balconi finiranno col mangiarsi la casa in cui hanno accettato di restare?).

Il regime censura quando ha paura (e il virus è amico della clausura)

 “La letalità di questa malattia è bassissima. È confrontabile, anzi inferiore, a quella dell’influenza”

(F. Pregliasco, 23 febbraio 2020)

Ci risiamo. Chi di noi si è battuto per la difesa della Costituzione e di una manciata di altre carte e trattati internazionali all’epoca del medioevo targato vaccinopoli119 sa bene di cosa stiamo parlando. Ecco che dopo la denuncia del Ministero della Verità nei confronti dell’infettivologa Gismondo, rea di aver espresso la sua opinione in base ai dati disponibili al momento (ripetiamo per chi non avesse capito che la Scienza non è episteme, verità assoluta, bensì pratica di doxa, congetture falsificabili, e si basa sul dubbio e sul confronto che deve essere piuttosto auspicato che avversato!), peraltro la stessa opinione che esprimeva il virologo del MinVer Pregliasco, fra i depositari dell’Ascienza, quando il 23 febbraio dichiarava[6]: “La letalità di questa malattia è bassissima. È confrontabile, anzi inferiore, a quella dell’influenza”, ora tocca al solito Stefano Montanari, che ormai è avvezzo a fare da capro espiatorio alle capre belanti che si associano e non sanno più come giustificare la propria esistenza come associazione se non dirigendo la propria Santa Inquisizione contro qualunque pensiero (non allineato non serve neppure come specifica: basta pensare e già si commette reato, Orwell docet). Fra le indicibili cose dette da Montanari intervistato da Byoblu ma di cui consiglio anche solo questa Intervista del 25 marzo (magari prima che venga oscurata), ci sarebbero i dubbi relativi alla protezione fornita dai guanti nonché concetti base di immunologia ed epidemiologia come l’indicazione a stare all’aperto per poter sintetizzare la vitamina D (vedi sotto), strada finalmente indagata, quella fra vitamina D e Covid19, anche da altri medici ed accademie. Indagando l’aggressività del virus in particolare nel nostro Paese rispetto ai vicini europei, questi ricercatori hanno riscontrato nell’ipovitaminosi della D una causa (lo studio è ripreso anche da Repubblica[7]), questo anche, come sottolineato dal Dr Orlandini che si occupa da tempo dei benefici dell’integrazione della D, per via del meccanismo di iperattivazione della Interleuchina6 che è una citochina pro-infiammatoria solitamente prodotta per difendere l’organismo da un’infezione, che il Covid19 innescherebbe in eccesso, originando il danno polmonare (determinato quindi non tanto dal virus in sé ma dalla eccessiva reazione infiammatoria del sistema immunitario): di qui l’uso in Cina del farmaco per l’artrite reumatoide (malattia autoimmune) i cui effetti di rischioso azzeramento totale dell’IL-6 sarebbero del tutto evitabili usando la vitamina D che funge invece da regolatore (non azzeratore) della produzione delle citochine fra cui la IL-6.

In pratica: LA CLAUSURA PUO’ UCCIDERE e la vitamina D scotta come il sole che ne è fonte principale (non sarà certo perché non brevettabile…)

Non è finita. Fra i libri messi all’Indice da questa Nuova Inquisizione che puzza di déjà-vu come un’imperfezione di Matrix, ecco comparire BYOBLU , il canale di Claudio Messora, che con le sue interviste e servizi da anni svolge un lavoro puntuale e al contempo approfondito (non scontato in tempi di pseudo informazione fatta di post e analfabetismo messaggistico) di valore inestimabile ed ineccepibile dal punto di vista deontologico (avrebbe da insegnare a molti giornalistucoli di regime), unico per qualità e ampiezza di informazione nel sempre più ristretto panorama delle voci alternative (leggi indipendenti). Qualora l’oscuramento invocato venisse effettivamente implementato, saremmo di fronte al punto più oscuro della nostra democrazia. O forse siamo già oltre. La TV dei cittadini deve essere spenta!

Homo electricus

Gli alberi emanano vibrazioni non solo a livello psico-energetico (attinente alla sfera della conoscenza) e simbolico, ma anche di Risonanza a livello fisico, tangibile: l’albero è un ricevitore e ripetitore di onde elettromagnetiche benefiche e in assonanza con le frequenze dei nostri organi. Gli effetti fisiologici prodotti dal tree-hugging (che ha origini antiche quanto lo sono le culture vedica, cinese, aborigena) sull’organismo umano sono stati studiati e la silvoterapia è stata riconosciuta ufficialmente dalla scienza (Bubboni medievali aprite il ricevitore).

Gli alberi perciò possiedono dei campi elettromagnetici che emanano frequenze analoghe a quelle che produce il corpo umano, e per questo capaci di interagire tra di loro.

Pensate ai benefici che si hanno nell’earthing o grounding (una camminata nei boschi, in montagna, al mare, nella Natura insomma) che significa frequentare luoghi con alta densità di ioni negativi, gli ioni buoni. Benefici a livello cardiaco con riduzione del cortisolo e della pressione arteriosa, tanto invisa ai produttori di antipertensivi, i quali, nonostante l’AIFA si sia affrettata a rassicurare, senza fornire peraltro prove di innocuità e non interazione, potrebbero forse peggiorare le manifestazioni cliniche del Covid19 al pari degli antinfiammatori per l’utilizzo degli stessi recettori (non lo dico io ma se lo chiedono[8], quantomeno osavano chiederselo prima dell’Inquisizione, i cardiologi con curriculum e bibliografia riconosciuti anche dall’Ascienza con A maiuscola). Benefici per il sistema immunitario: il forest bathing aumenta l’attività e numero delle cellule Natural Killer (o linfociti NK) e dei livelli di proteine anticancro. Benefici per i disturbi dell’attenzione: l’Università dell’Illinois ha dimostrato che nei bambini con ADD e ADHD (parolaccia dei DSM) si ha una riduzione dei sintomi dopo che questi hanno trascorso del tempo all’aria aperta. Benefici in termini di vitamina D, la cui carenza nell’emisfero Nord è endemica e causa non solo di vari disturbi mentali, depressione, alcuni tipi di cancro, obesità, ma di problemi cardiaci (l’80% dei pazienti colpiti da infarto presentano un deficit, totale o parziale, di vitamina D), malattie reumatiche autoimmuni (per le quali si hanno picchi di incidenza e recidive proprio nei mesi invernali), e, leggete bene, per le malattie infettive fra cui la TBC:

«Questa vitamina ha una grande importanza nel prevenire e migliorare malattie infettive come la tubercolosi, malattie cardiovascolari, autoimmuni e alcuni tumori come quelli intestinali – spiega Vincenzo Bruzzese, presidente della SIGR. – Già agli inizi del secolo scorso nei sanatori i pazienti affetti da TBC venivano invitati ad esporsi al sole perché era stata notata una correlazione con un netto miglioramento della patologia, il che fece ipotizzare che il bacillo fosse sensibile proprio alla luce della nostra stella più luminosa. Oggi sappiamo che quel miglioramento è dovuto proprio all’incremento nella produzione di vitamina D che sviluppa un peptide, denominato catelicidina in grado di distruggere il bacillo tubercolare».

La carenza endemica di vitamina D potrebbe diventare un problema di salute pubblica segnalava non Stefano Montanari ma la SIGR, società di Gastro Reumatologia[9], fra i tanti enti e istituti sciiientifici con tripla ‘i’ accettati dal Patto Scellerato per l’Ascienza, quella cosa sostenuta anche dall’ex grillino (lo stesso che ha una parte curiosa nella grottesca vicenda del microscopio sottratto ai due scienziati Montanari e Gatti, che hanno osato mettere il naso nell’annosa questione dei danni vaccinali) e il cui Grande Inquisitore manciuriano, quello che si esaltava indegnamente per la radiazione dei Medici con la schiena diritta (nella folle epurazione di stampo nazifascista che colpiva i firmatari della lettera del 2015 – che consiglio ancora di leggere attentamente per la ragionevolezza delle perplessità sollevate da ben 150 medici esperti, a proposito di Ragionevole Dubbio), presenta, nella sua filantropia, come già denunciato[10] in precedenza, qualche conflitto d’interesse ingombrante come il famoso elefante nella stanza. Quell’associazione che già tentava all’epoca dell’illegittima e anticostituzionale legge 119 (si può ancora dire anticostituzionale?) di imporre una visione unica declassando come ascientifiche le terapie cosiddette alternative quali omeopatia e fitoterapia (proprio quelle vietate dal Rapporto Flexner, il Diktat di Rockfeller e soci mondialisti nel lontano 1910)..

 Ora, pensando alla consistenza elettromagnetica dell’uomo ed alla complessità e fragilità dei suoi equilibri ed interconnessioni con la Natura e con gli altri esseri umani e non, considerate la mostruosità e pericolosità del 5G ormai dimostrata da ricerche indipendenti (ricordando che Wuhan è stata la prima città ad aver introdotto questa tecnologia mentre in Italia la sperimentazione è partita proprio da qualche mese in 120 comuni italiani, molti dei quali concentrati in Lombardia) e ascoltate questo breve video in cui il Prof Thomas Cowan parla del Covid19 in questi termini, citando Steiner e la connessione fra epidemie vitali ed elettrificazione della Terra affrontata nel libro The Invisible Rainbow: A History of Electricity & Life di Arthur Firstenberg.

Informazioni elettriche, chi le tocca rischia grosso.

 Homo microchippato

Intanto (ma sull’accoppiata di vaccinazione e biometria digitale aveva già scritto Marcello Pamio in un articolo di qualche giorno fa), apprendiamo che il più grande filantropo del globo, il quale ha appena abbandonato (si fa per dire) Microsoft con la minacciosa promessa «Farò di più per [ANNIENTARE, ndr] salute globale, istruzione e ambiente», ha offerto la soluzione a tanti nostri “problemi” annunciando che impianterà i microchip per combattere il Covid-19 e per tracciare le vaccinazioni, intanto per risolvere il “problema” di identificare coloro che non sono stati vaccinati:

I tatuaggi a punti quantici implicano l’applicazione di microneedle a base di zucchero dissolvibili che contengono un vaccino e “punti quantici” a base di rame fluorescente incorporati all’interno di capsule biocompatibili su scala micron.

I tatuaggi a punti quantici saranno probabilmente integrati con un’altra azienda di Bill Gates chiamata ID2020, che è un ambizioso progetto di Microsoft per risolvere il problema di oltre 1 miliardo di persone che vivono senza un’identità ufficialmente riconosciuta.

ID2020 sta risolvendo questo problema attraverso l’identità digitale. Attualmente, il modo più fattibile per implementare l’identità digitale è tramite smartphone o impianti di microchip RFID.

Questo progetto, anch’esso guidato dal MIT, è un impianto di microchip anticoncezionale che consentirà alle donne di controllare gli ormoni contraccettivi nei loro corpi

 [del resto non ha fatto abbastanza per la riduzione della popolazione che auspicava nella sua ormai famosa TED sull’uso dei vaccini ai fini del “necessario” depopolamento sia con sperimentazioni[11] varie su bambini indiani, africani etc, ma ricordiamo ancora e ancora l’uso dei vaccini proprio per sterilizzare tramite la Task force sui vaccini per la regolazione della fertilità ad opera di OMS -partner del GAVI, Banca Mondiale e Fondo per la popolazione delle Nazioni Unite, con il tossoide del tetano come veicolo dell’ormone hcg che ostacola l’impianto]

 E come ciliegina ecco i compagni di merende, niente meno che GAVI, Rockfeller, l’ONU:

Per quanto riguarda ID2020, per farcela, Microsoft ha stretto un’alleanza con altre quattro società, vale a dire; Accenture, IDEO, Gavi e la Fondazione Rockefeller. Il progetto è sostenuto dalle Nazioni Unite ed è stato incorporato nell’iniziativa degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.

Nel novembre 2019, una società tecnologica con sede in Danimarca che aveva contratti per la produzione di impianti di microchip per il governo danese e la Marina degli Stati Uniti, ha dovuto annullare il lancio del suo presunto impianto di microchip basato su Internet of Things apparentemente “rivoluzionario” dopo l’attacco di attivisti cristiani i suoi uffici a Copenaghen.

Adesso è forse più chiaro perché proprio la Danimarca ha recentemente varato una legge di emergenza (in vigore sino a marzo 2021) che obbliga a vaccinarsi per il coronavirus (qui la traduzione)?

E allora, in questo presente iperdistopico che ci attanaglia polmoni e anima, forse non ci resta che abbracciare un albero, in attesa che sia il nostro turno alla inoculazione del microchip.

Oppure, essere il peso che inclina il piano.

 

Emanuela Lorenzi

Fonte: www.comedonchisciotte.org

27.03.2020

 

NOTE

 

[1] “Togli per il momento la foto del tuo profilo e metti quella della candela della speranza, inviala a tutti i tuoi amici così che per 24 ore abbiano lo stesso profilo per tutti i malati del Covid-19 e così alla fine vedremo quante candele sono state accese” vedremo quante teste non condizionate sono rimaste in giro, ex egregora

[2]Quindi è un singhiozzo … uno spiacevole singhiozzo per i poveri bambini che sono stati paralizzati, naturalmente, ma per quanto riguarda l’intera iniziativa, sappiamo che non è qualcosa di inaspettato“. (Michel Zaffran, direttore dell’eradicazione della polio all’Organizzazione Mondiale della Sanità).

È davvero una scoperta interessante: lo strumento che stai usando per l’eradicazione della polio sta causando il problema“. (Raul Andino, professore di microbiologia presso l’Università della California a San Francisco esperto di mutazioni dei virus).

[3] Omaggio a Vincenzo d’Anna, ex presidente dell’ordine dei biologi, nei suoi lodevoli interventi in Senato sull’abominevole decreto Lorenzin poi convertito in legge 119 andateveli a sentire (sempre che non li abbiano oscurati)

[4] Dall’articolo di Dario Accolla sul bisogno di odiare chi esce di casa: «Sono stanca. Psicologicamente e fisicamente stanca. Esco dal lavoro e mi fermo al semaforo rosso. Ho giù il finestrino, mi godo il sole. Sento un urlo “stai a casa assassina! Dovete stare a casa sennò ci uccidete tutti!” «Una tizia che non mi conosce, che non sa nulla della mia vita, non sa perché sono fuori casa, si sente in diritto di gridarmi le sue frustrazioni dalla finestra. Non ci siamo mai viste prima ma lei, sicura tra le mura domestiche intenta a salvare il mondo, giudica me, l’assassina fuori casa senza motivo». Non è l’unico caso. Tra le bacheche dei miei amici, il “restare a casa” è più di un obbligo dovuto a una misura governativa. È un discrimine morale. Fa la differenza tra la vita e la morte. E se esci diventi un assassino. In automatico.

[5] https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/ldquo-privacy-sono-cazzate-siamo-guerra-rdquo-ndash-direttore-230918.htm

[6] https://tg24.sky.it/cronaca/2020/02/23/coronavirus-italia-virologo-pregliasco.html

[7]https://torino.repubblica.it/cronaca/2020/03/26/news/coronavirus_studio_dell_universita_di_torino_assumere_piu_vitamina_d_per_ridurre_il_rischio_di_contagio-252369086/

[8] “Il coronavirus per entrare nelle vie aeree dell’organismo utilizza la stessa via (recettori) che usiamo normalmente per controllare la funzione cardiovascolare; per la precisione la stessa via che viene comunemente utilizzata dai farmaci che controllano l’ipertensione arteriosa e lo scompenso cardiaco (ACE inibitori e Sartani).

Per un meccanismo fisiologico se noi con questi farmaci lavoriamo sui recettori ACE1 si verifica un aumento degli ACE2 aprendo la via al coronavirus

È dunque sicuro oggi prendere ACE inibitori e Sartani per il trattamento dell’ipertensione e dello scompenso cardiaco?
Al momento non abbiamo la risposta

[9] https://www.notiziariochimicofarmaceutico.it/2016/06/27/vitamina-d/

[10] https://comedonchisciotte.org/olocausto-vaccinale-alcuni-bambini-sono-meno-uguali-degli-altri/#_ftnref2

[11] Che i pianificatori vaccinali mondiali “filantropi” (Gates Foundation e OMS in primis) non abbiano scrupoli è evidente dalla lunga scia di sperimentazioni sulle bambine indiane, sia con l’anti-HPV che con l’antipolio, che hanno portato a migliaia di bambini con paralisi flaccida postvaccinica in India (47.000 solo nel 2011), sui bambini pachistani, per non parlare dell’antimeningite A ai bambini africani (500 bambini chiusi dentro la loro scuola e costretti a ricevere un vaccino sperimentale all’insaputa dei genitori, tutti danneggiati in modo più o meno grave, nessuno ha pagato, nessuno ha parlato di eugenetica), o dei 14 (troppo pochi?) bambini argentini morti.

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