Di Tiziano Tanari per ComeDonChisciotte.org
Un fatto “drammatico e sconvolgente” ci giunge dal Regno Unito, Birmingham ha dichiarato lo stato di crisi finanziaria: hanno a disposizione 21 giorni di tempo per stilare un piano di rientro del debito, valutato in 760 milioni di sterline, si rischia una bancarotta de facto, anche se la legge federale le dovrebbe impedire un reale default (1).
Forse la Brexit ha creato danni all’economia inglese?
La situazione impone al comune l’obbligo di appianare il debito accumulato a qualsiasi costo. Le opzioni sul tavolo sono: tutti i servizi che comportano nuovi costi verranno sospesi, tagli ai servizi pubblici, licenziamenti e riduzioni salariali dei dipendenti pubblici, vendita di asset e, qualora tutto questo non fosse sufficiente, si richiederebbe l’intervento statale o federale. Potremmo definirla una catastrofe finanziaria che costringerà gli abitanti della città a vedersi ridurre drasticamente i servizi sociali, a subire aumenti di tasse e ad assistere alla svendita di asset della loro città e al suo depauperamento? In ultimo, come ciliegina sulla torta, la vice-presidente del consiglio comunale Sharon Thompson ha denunciato la responsabilità del Partito Conservatore al governo di aver tagliato un miliardo di sterline di trasferimenti alla città.
A questo punto, sorge spontanea una domanda: ma questi politici, amministratori, economisti, responsabili finanziari ci sono o ci fanno? Anche il lettore meno esperto si renderà conto del grottesco paradosso quando saprà che la catastrofe annunciata si può risolvere semplicemente con.. un bonifico!!
Ebbene si, basterebbe riattivare quel finanziamento precedentemente stabilito dal governo di un miliardo di sterline e il debito verrebbe saldato, addirittura con un avanzo di oltre 200 milioni che rimarrebbe a disposizione per future spese del Comune. Quindi non ci sarebbe più la necessità dei tagli ai servizi, di nuove tasse e di svendere parte del patrimonio della città.
Tornando al lettore meno esperto, probabilmente si chiederà: dove si possono prendere quei soldi? La risposta è semplice: il governo inglese ha la facoltà, attraverso una procedura chiamata monetizzazione del debito, di emettere titoli di stato per l’importo necessario e farli acquistare dalla sua Banca Centrale (BC) la quale, scrivendo il numero richiesto sul suo computer centrale, può emettere un bonifico al Ministero del Tesoro di pari importo creando la moneta necessaria dal nulla, avete letto bene: i soldi, la BC li crea dal nulla e li accredita direttamente sul conto corrente del governo che, da quel momento, ha le risorse necessarie per finanziare la propria spesa pubblica.. qualsiasi sia l’importo!!
Incredibile ma vero, il problema non esisterebbe ma viene artificiosamente creato per mantenere nell’immaginario collettivo un’idea: il denaro è un bene scarso e le risorse finanziarie per la spesa pubblica si possono ricavare solo dalle tasse pagate dai cittadini o dai finanziamenti degli investitori. Da questa visione del sistema monetario chiaramente falsa e pericolosa, ne derivano una serie di imposizioni che limitano la capacità di spesa pubblica di uno Stato e, a caduta, anche delle varie amministrazioni locali. Pareggio di bilancio, patto di stabilità, rapporto Debito Pubblico/Pil da ridurre, sono tutti dogmi che non hanno nessun fondamento scientifico nè logico: uno Stato con una propria valuta può sostenere qualsiasi spesa che si traduca, all’interno della propria economia, in lavoro, beni e servizi; ogni impedimento o restrizione alla spesa pubblica di una nazione è un crimine contro il suo Popolo oltrechè un formidabile strumento di ricatto in mano al mondo finanziario internazionale. Un esempio classico a sostegno di questa tesi è rappresentato dall’Unione Europea e, più specificamente, dall’Eurozona dove le regole di spesa pubblica degli Stati sono, di fatto, imposte dai Mercati Finanziari. Ricordiamo che il mondo finanziario, cosmopolita e sovranazionale, ha interessi completamente diversi, se non addirittura opposti, rispetto a quelli dell’ economia reale delle Nazioni in genere; questo toglie ogni possibilità di autodeterminazione ai Popoli azzerando ogni processo democratico.
Torniamo, ora, nell’Eurozona dove ci troviamo in un’assurda situazione in cui abbiamo la Banca Centrale Europea che detiene il potere di emettere moneta, ma gli è impedito dai Trattati Europei di finanziare direttamente gli Stati attraverso quel processo, sopra indicato, di monetizzazione del debito; questo comporta che l’unica possibilità di finanziamento del debito pubblico può avvenire solo tramite i Mercati finanziari i quali, come abbiamo visto, impongono regole restrittive alle economie (austerity) nel loro unico interesse.
Come ricaduta sulla nostra economia nazionale, questo comporta, ad esempio, una spesa annua per interessi a carico dei contribuenti italiani di circa 80 miliardi di €uro. Possiamo immaginare l’insostenibilità di questo sistema che si dimostra, da ormai vent’anni, un coacervo di leggi e norme distruttive che stanno, lentamente ma costantemente, impoverendo le economie europee, tutte, compresa la Germania ritenuta, a torto, la locomotiva d’Europa.
Il comune denominatore tra le economie del Regno Unito e dell’Eurozona è la politica economica e monetaria improntata sulle regole del liberismo globalizzato e del relativo “mercato libero”, dove lo Stato deve avere un ruolo sempre più marginale per non condizionare la libera concorrenza e la competizione che ne consegue, come motore di benessere e progresso; ma, come abbiamo visto, lo Stato ha un ruolo fondamentale e imprescindibile che le permette, attraverso le sue politiche fiscali e monetarie, di porre le fondamenta su cui fare sviluppare e prosperare il mercato e, senza le quali, il Settore Privato (famiglie e imprese) non può avere le risorse finanziarie necessarie per svilupparsi al suo massimo potenziale. E’ per questo motivo che dobbiamo augurarci che, a seguito di una ormai infinita serie di crisi economiche, si cambi registro e si torni alle più proficue politiche keynesiane di un recente e glorioso passato. Per risollevarci da questa situazione recessiva però dobbiamo staccarci dal potere soffocante della finanza internazionale e dobbiamo ridare forza e potere agli Stati in modo che possano tornare a lavorare per il bene dei loro cittadini e in un clima di cooperazione internazionale. Questa è l’unica possibilità per tornare ad un futuro di benessere diffuso e giustizia sociale.
Ed ecco perchè, non può essere vero che la città di Birmingham rischia il fallimento. A meno che, non si persegua una precisa volontà politica in tal senso.
Di Tiziano Tanari per ComeDonChisciotte.org
26.09.2023
NOTE
https://www.bbc.com/news/uk-england-birmingham-66715441
https://www.bbc.co.uk/news/live/uk-england-birmingham-66717957
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Per chi volesse approfondire i fondamenti della macroeconomia può collegarsi al seguente link:
https://mmtitalia.info/2020/03/06/manuale-mmt-di-macroeconomia-per-i-cittadini/