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La Redazione

 

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Boris Johnson – Un pericoloso Yes Man di Washington

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A cura di Markus
Il 27 Luglio 2019
1322 Views

 

strategic-culture.org

La figura clownesca di Boris Johnson si è presentata carica di bagagli anti-russi al suo arrivo, questa settimana, a Downing Street nella sua veste di nuovo Primo Ministro britannico.

La povera e sventurata Theresa May è stata sostituita da un tizio che sembra pensare che la geopolitica sia un circo dove ci prende a torte in faccia.

I suoi deplorevoli commenti sull’affare Skripal, quando l’anno scorso aveva accusato il presidente russo Vladimir Putin di aver ordinato un tentativo di omicidio in Inghilterra, oltre alla sua scandalosa denigrazione della Russia, organizzatrice della Coppa del Mondo di calcio, paragonata alla Germania nazista che aveva ospitato i Giochi olimpici nel 1936, dimostrano che questo politico non è adatto all’incarico. Può solo peggiorare ulteriormente le relazioni con la Russia.

Inoltre, la servile adulazione di Johnson nei confronti del presidente degli Stati Uniti Donald Trump aggiunge un nuovo, inquietante rischio di guerra con l’Iran.

Tutto, di questo polemista di 55 anni, che si era fatto una carriera giornalistica inventandosi immondizia sensazionalista, indica una personalità senza scrupoli ed egocentrica. A queste “qualità” si aggiungono la sua immane stupidità e l’insostenibile arroganza, tipica della viziata alta borghesia inglese.

Questo Johnson con la puzza sotto il naso, educato ad Eton-Oxford è un fautore dell’”hard Brexit” dall’Unione Europea. Nel suo discorso di accettazione di questa settimana ha dichiarato che la Gran Bretagna uscirà dall’UE nel prossomo ottobre, con o senza un accordo commerciale successivo con il blocco europeo. Johnson sembra abbia l’illusione che la Gran Bretagna sia, in qualche modo, in grado di ripristinare la sua presunta grandezza di nazione di libero scambio, come ai tempi dell’impero, più di un secolo fa. È pronto ad allontanarsi dall’UE con un “hard Brexit,” il che significa che il Regno Unito dovrà dipendere dall’amministrazione Trump per un nuovo “patto di libero scambio” con Washington. Johnson ha bisogno di ingraziarsi la Casa Bianca di Trump per trovare un grosso partner commerciale al di fuori dell’UE, dopo oltre quarant’anni di adesione al blocco. Mostra tutti i segni di voler diventare un patetico servitore di Trump.

Questo significa che, inevitabilmente, Johnson sarà legato ai capricci e alle richieste di Washington, non solo in materia commerciale, ma dovrà, in ogni modo possibile, seguire ed assecondare anche la politica estera degli Stati Uniti.

Negli ultimi mesi gli Inglesi hanno già mostrato una deferenza sconsiderata nei confronti della politica di aggressione di Trump all’Iran. Londra sta inviando sempre più navi da guerra nel Golfo Persico per “proteggere” il naviglio britannico che percorre questa strategica rotta commerciale. Un simile dispiegamento di importanti forze militari da parte della Gran Bretagna, al passo con l’escalation degli Stati Uniti, è una mossa incendiaria in una situazione già peraltro molto tesa.

Inasprisce ulteriormente le tensioni ed aumenta i rischi di un eventuale errore di calcolo, che porterebbe ad un confronto militare a tutto campo. Laddove leader più saggi sarebbero stati più moderati e avrebbero cercato trattative diplomatiche per risolvere uno scontro potenzialmente esplosivo, Boris Johnson sembra un po’ troppo succube di Trump e della sua politica aggressiva nei confronti dell’Iran.

Johnson è ampolloso, arrogante e mal informato, proprio come Trump, e questa è una combinazione molto pericolosa.

Per quanto riguarda la Russia, il nuovo Primo Ministro britannico aveva in precedenza dimostrato una stupefacente ignoranza della geopolitica, della storia e delle principali regole diplomatiche.

Ricordiamo che era stato Johnson che, in qualità di Ministro degli Esteri, l’anno scorso aveva promosso l’assurda narrativa sull’incidente occorso agli Skripal a Salisbury. A pochi giorni dal misterioso e apparente avvelenamento dell’ex spia russa Sergei Skripal e di sua figlia nel marzo 2018, Johnson aveva affermato, senza alcuna prova, che il Cremlino era il responsabile del tentativo di omicidio. Aveva anche accusato dell’incidente il presidente russo Vladimir Putin, che avrebbe di persona ordinato il presunto complotto.

Era presto emerso che Johnson stava mendacemente distorcendo informazioni di “intelligence,” con l’apparente intento di implicare del fatto agenti russi. L’intemperata e sconsiderata versione ufficiale britannica dell’incidente che, a più di un anno di distanza, rimane un evento strano ed inspiegabile, aveva portato all’espulsione da parte degli Stati Uniti e dei paesi europei di alcuni diplomatici russi e all’imposizione di sanzioni, nonchè ad un ulteriore deterioramento delle relazioni dell’Occidente con Mosca.

Johnson aveva reiterato i suoi sproloqui contro la Russia alcuni giorni dopo, quando, nel marzo 2018, aveva paragonato l’allora imminente Coppa del Mondo, che si sarebbe dovuta tenere in Russia, alle Olimpiadi del 1936 ospitate dalla Germania nazista. Questo politico britannico aveva continuato, paragonando il presidente Putin ad Adolf Hitler e aveva esortato gli Stati Uniti e l’Europa ad intraprendere azioni ancora più severe contro Mosca. Aveva anche fatto analogie storiche ridicole e pretestuose tra la presunta “annessione della Crimea” da parte della Russia e l’invasione nazista dei Sudeti cechi nel 1938, affermando che, se l’Europa “non resiste a Putin,” non avrebbe fatto altro che ricalcare la famigerata ed arrendevole politica degli anni ‘30 verso il Terzo Reich, che aveva portato alla Seconda Guerra Mondiale.

Nel fare dichiarazioni così strampalate e storicamente ottuse, Johnson dimostra di essere un buffone ignorante. Ironia della sorte, ha la pretesa di essere uno studioso di storia ed un grande ammiratore di Winston Churchill.

Johnson non è però solo un pagliaccio. È uno showman molto pericoloso ed erratico, il cui obiettivo principale sembra essere l’auto-esaltazione. Da una parte, questa settimana, la sua dubbia “elezione” a Primo Ministro da parte di un piccolo partito conservatore di minoranza (meno dell’1% della popolazione elettorale britannica) è una farsa. Buona fortuna alle sue fantasie di far risorgere la “grandezza imperiale” britannica. La maggior parte degli Inglesi ha la pelle d’oca per questo suo nuovo ruolo, secondo i sondaggi di opinione.

Per contro, la sua ascesa a Downing Street segna anche un inasprimento della follia delirante britannica. Le prospettive nelle relazioni internazionali, le tensioni con l’Iran e l’animosità occidentale nei confronti della Russia sono tutt’altro che divertenti. È triste pensare che a capo di una potenza nucleare ci sia un pagliaccio, la cui unica priorità è quella di essere uno Yes Man di Washington.

strategic-culture.org

Link: https://www.strategic-culture.org/news/2019/07/26/boris-johnson-dangerous-yes-man-to-washington/
26.07.2019
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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