Attentato Istanbul: “L’autrice è stata addestrata dal PKK, USA responsabili” dichiara il ministro dell’Interno turco.

Suleyman Soylu ha criticato le condoglianze dell'ambasciata statunitense: "È come quando l'assassino è tra i primi ad arrivare sulla scena dell'attacco".

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L’attentato a Istanbul del 14 novembre 2022 ha ucciso 6 persone e ferito 81 civili, responsabile dell’attacco terroristico è Ahlam Albashir, una donna siriana di 23 anni, arrestata ieri mattina.

Fin dall’inizio del tragico episodio il ministro dell’Interno turco Suleyman Soylu ha dichiarato il coinvolgimento della PKK, ovvero il Partito dei lavoratori del Kurdistan.
Questi però hanno negato prendendo le distanze dall’attentato, affermando che non prenderebbero di mira direttamente i civili e che sono un movimento che “persegue la ricerca di un futuro comune, democratico, libero e ugualitario nella società turca“.

Secondo le nostre valutazioni, l’ordine per l’attentato terroristico mortale è arrivato da Ayn al-Arab (Kobane) nel nord della Siria, dove il Pkk-Ypg ha il suo quartiere generale siriano.

Ha dichiarato Soylu, sottolineando la probabile collaborazione tra il PKK e lo YPG, ovvero la formazione curda siriana Unità di protezione del popolo.

Il quotidiano turco Sabah riporta inoltre la strana coincidenza rinvenuta dal Daily Mirror: la terrorista indossava una felpa simile all’attentatore che fece sanguinare Londra nel 2005, con la scritta New York sul petto.

Comunque dopo il tragico evento Ursula von der Leyen ha lanciato un messaggio di cordoglio:

Le mie più sentite condoglianze alla Turchia e al popolo turco dopo il brutale attentato di ieri a Istanbul, il mio pensiero va alle famiglie delle vittime.

Anche Putin ha inviato un messaggio di condoglianze a Erdogan sottolineando che Mosca è pronta alla più stretta collaborazione con i partner turchi per la repressione di tutte le forme di terrorismo.

La Turchia ha respinto invece le condoglianze degli Stati Uniti:

Abbiamo ricevuto il messaggio ma non lo accettiamo e rifiutiamo le condoglianze dell’ambasciata statunitense. Non siamo ostili a nessuno, se non avessimo catturato l’aggressore sarebbe fuggito in Grecia.
Vediamo l’insincerità di alcuni dei nostri cosiddetti alleati che danno rifugio ai terroristi o li lasciano esistere nei territori che occupano, oppure inviano loro ufficialmente denaro dai loro senati.

Ha affermato lunedì Soylu, anche se non è stato l’unico a svelare l’inquietante “sospetto” che Washington finanzi ancora oggi questi gruppi terroristici. Infatti anche Fahrettin Altun, direttore delle comunicazioni del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, ha lasciato una dichiarazione sulla questione:

Gli attacchi terroristi contro i nostri civili sono conseguenze dirette o indirette del sostegno di alcuni Paesi per organizzazioni terroristiche.
Se questi Paesi vogliono l’amicizia della Turchia, devono immediatamente fermare il loro sostegno diretto e indiretto al terrorismo.

Secondo Ankara infatti l’attacco è stato ordinato dal gruppo armato curdo PKK e dallo YPG, i quali anni fa furono sostenui economicamente dagli Stati Uniti e altri Paesi occidentali nella lotta all’Isis in Siria.

Peraltro la polizia turca ha ufficializzato la confessione di Albashir in cui durante l’interrogatorio ha ammesso di essere stata addestrata dal partito curdo armato PKK e di essere entrata illegalmente in Turchia dalla regione di Afrin nel nord della Siria.

È risaputo che, nonostante lo scoppio del conflitto in Ucraina, Erdogan abbia mantenuto rapporti stretti con la Russia nonostante le controversie tra quest’ultima e gli Stati Uniti.
Le dichiarazioni turche sull’attentato hanno però una nota minatoria che dovrebbero far preoccupare Washington poiché la Turchia è un alleato NATO e una frattura aprirebbe le porte a nuovi scenari.

 

FONTI:

Sara Iannaccone, 15.11.2022

 

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