Antibiotico-Resistenza: Scacco matto alla medicina ufficiale?

I batteri sono diventati refrattari agli antibiotici a causa del loro abuso da parte della medicina convenzionale. Di questo passo non riusciremo più a curare le infezioni nè a garantire la sicurezza degli interventi chirurgici: la fine della medicina ufficiale?

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Di Raffaele Varvara, per ComeDonChisciotte.org

I malanni di stagione sono per antonomasia i piccoli disturbi che si presentano nei mesi più freddi dell’anno. In questo periodo, raffreddore, mal di gola, tosse, dolori articolari, colpi di freddo e influenza, costringono a letto migliaia di persone. Per la guarigione, si ricorre facilmente all’antibiotico, anche in assenza di accertata infezione batterica.

I sacerdoti dello scientismo preconizzano da tempo nuove pandemie, la malattia X che potrà essere sostenuta da batteri multiresistenti. La resistenza non è solo quella in atto, dei popoli contro il potere, ma anche quella di virus e batteri contro gli antibiotici. Questi intelligenti microrganismi, stanno sviluppando meccanismi di resistenza anti-antibiotici che neutralizzano l’effetto terapeutico delle penicilline, con il risultato che i nostri sistemi immunitari si troveranno privati di un alleato decisivo per debellare le infezioni.

Questo naturale processo evolutivo di difesa, è accelerato e aggravato dall’abuso della medicina ufficiale degli antibiotici. Ogni batterio che sopravvive ad una cura antibiotica può diventare resistente, moltiplicarsi e trasferire la sua capacità di resistere ad altri batteri. Alcuni ceppi batterici si sono evoluti a tal punto da diventare resistenti a più antibiotici contemporaneamente (multi-resistenza) ed in questo caso, trovare una cura diventa molto difficile. Tra le specie batteriche più importanti divenute resistenti agli antibiotici ci sono lo Staphylococcus aureus, che può causare infezioni della cute e di tutto l’organismo (setticemia); la Klebsiella pneumoniae, che provoca setticemie, infezioni polmonari; il Campylobacter, che causa infezioni intestinali, e l’Escherichia coli che può provocare diversi tipi di infezioni, tra le quali le più comuni sono le infezioni urinarie.

La diminuzione dell’efficacia degli antibiotici esistenti, non è compensata dalla introduzione di nuovi antibiotici (tra la scoperta di nuove molecole e la loro utilizzazione trascorrono molti anni) e quindi con l’aumento della frequenza di batteri multi-resistenti diventerà sempre più difficile guarire dalle infezioni (1). Del resto per Big Pharma è molto più redditizio produrre terapie profilattiche (vaccini) elargite a tappeto su tutta la popolazione mondiale piuttosto che investire in ricerca.

L’antibiotico-resistenza non è un problema della singola persona infetta ma è oggi una vero e proprio problema sociale, di priorità assoluta per la sanità pubblica a livello mondiale. Secondo l’OMS, il fenomeno della antimicrobico-resistenza sarà responsabile di 2,4 milioni di morti soltanto nell’area OCSE con un impatto sull’economia pari a 3,5 miliardi di dollari l’anno, e un costo cumulativo di 120 trilioni di dollari, una catastrofe dunque per la tenuta dei conti sanitari.

“Secondo la Banca Mondiale l’impatto economico dell’ antimicrobico-resistenza potrebbe essere peggiore di quello della crisi finanziaria del 2008-2009. I paesi a basso reddito vedrebbero ridursi il PIL di oltre 5 punti percentuali, quelli a medio reddito del 4,4 per cento, i paesi industrializzati del 3,1 per cento. Basti pensare, inoltre, che sono già circa 33 mila le persone che ogni anno muoiono in Europa per infezioni causate dalla resistenza ai batteri con un impatto di circa un miliardo e mezzo di euro sul sistema sanitario e in termini di perdita di produttività” (2).

L’Italia, assieme alla Grecia e alla Romania, è uno dei paesi in Europa con i maggiori tassi di resistenza: negli ospedali italiani i ceppi della Klebsiella pneumoniae sono resistenti intorno al 50% ai carbapenemi, una classe di antibiotici ad ampio spettro d’azione con struttura simile a quella delle penicilline e cefalosporine. Per l’Acinetobacter si parla addirittura di un tasso di resistenza dell’80-90% (3).

La risposta a un problema globale è una soluzione globale, ma ancora una volta si tende a scaricare le responsabilità verso i singoli individui. Ci fanno credere che per ripristinare l’efficacia terapeutica degli antibiotici, basta limitarne l’utilizzo da parte dei singoli, allo stesso modo di come ci fanno credere che per salvaguardare il pianeta, basta limitare il consumo pro-capite di plastica. E’ un intero paradigma quello della medicina convenzionale, di stampo biomedico riduzionista, ad entrare ufficialmente in crisi. Urge una riflessione critica a tutti i livelli della medicina, dalla formazione alla clinica, nonchè una vera e propria rivoluzione epistemologica della scienza medica. Senza antibiotici efficaci potremmo tornare all’era pre-antibiotica, quando i trapianti di organi, la chemioterapia per il cancro, la terapia intensiva e tutte le altre procedure mediche, incluse alcune cure odontoiatriche, non sarebbero più possibili senza l’insorgenza di infezioni anche gravi. Le malattie batteriche si diffonderebbero e, non potendo più essere curate, causerebbero la morte (3).

L’ordine dei medici sarà presto convocato dal comitato “Di Sana e Robusta Costituzione” a rispondere in merito al fenomeno in oggetto. L’antibiotico resistenza è la frontiera giusta d’azione per lo scacco matto alla medicina convenzionale.

Di Raffaele Varvara, per ComeDonChisciotte.org

 

  1. https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/a/antibiotico-resistenza
  2. https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/da-non-perdere/antibiotico-resistenza-unemergenza-per-tutto-il-pianeta
  3. (ibidem)
  4. https://www.salute.gov.it/portale/p5_1_2.jsp?id=219&lingua=italiano
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