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La Redazione

 

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America, lo stato fallito

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A cura di Markus
Il 12 Luglio 2018
1995 Views

 

CHRIS HEDGES

truthdig.com

TORONTO—Il nostro “colpo di stato corporativo al rallentatore,” come lo definisce lo scrittore John Ralston Saul, ha scoperchiato il malefico vaso di Pandora che sta trasformando l’America in uno stato fallito. “L’empia trinità della corruzione, dell’impunità e della violenza,” afferma Saul, non può più essere tenuta a bada. Le elites al potere si sono meschinamente messe al servizio del potere corporativo per sfruttare ed impoverire la popolazione. Le istituzioni democratiche, compresi gli organi giudiziari, sono diventati strumenti di repressione corporativa. Frodi fiscali e reati societari godono della massima impunità. Il degrado è esacerbato dall’indiscriminato ricorso alla violenza, all’estero come in patria, dove le forze dell’ordine, corrotte e violente, tormentano ed arrestano cittadini e clandestini e spesso uccidono persone disarmate. Una popolazione depressa e infuriata, tenuta in trappola da disoccupazione e sottocupazione cronica, viene decimata dalle overdosi di oppiodi e dai tassi di suicidio sempre più alti. Si dà ad atti di violenza nichilista, sparatorie di massa comprese. I gruppi che incitano all’odio si moltiplicano. La ferocia, il caos, le grottesche distorsioni familiari, tipiche delle propaggini più remote dell’impero, caratterizzano sempre di più il modo di vivere americano. E su tutto questo domina la versione americana di Re Ubu, l’ingordo, stupido, narcisista ed infantile re del commediografo Alfred Jarry, che aveva trasformato la politica in burlesque.

Il Congresso lavora attraverso la corruzione,” mi aveva confidato Saul, autore di testi come “Voltaire’s Bastards: The Dictatorship of Reason in the West” [I bastardi di Voltaire: la dittatura della ragione in Occidente] e “The Collapse of Globalism and the Reinvention of the World” [Il collasso del globalismo e la reinvenzione del mondo] quando ci eravamo visti a Toronto. “Guardo il Congresso e vedo il parlamento inglese com’era alla fine del 18° secolo, i ‘borghi putridi’. C’erano le elezioni? Erano elezioni emozionanti? Certo. Erano molto emozionanti.”

I borghi putridi erano la versione ottocentesca del gerrymandering [metodo ingannevole per ridisegnare i confini dei collegi nel sistema elettorale maggioritario – N.d.T.]. Gli oligarchi inglesi avevano creato distretti elettorali, dove i villaggi spopolati (50 di essi avevano meno di 50 votanti) erano facilmente manipolabili dai ricchi proprietari terrieri, allo scopo di mantenere il controllo della Camera dei Comuni. Negli Stati Uniti, la nostra classe dirigente ha fatto praticamente la stessa cosa, creando distretti dove i titolari (incumbents), che spesso non hanno avversari, ritornano continuamente al Congresso, un’elezione dopo l’altra. Solo per 40 dei 435 seggi della Camera dei Rappresentanti esiste una vera e propria competizione. E, vista la composizione della Corte Suprema, sopratutto con Donal Trump che sta per nominare un altro giudice, la situazione peggiorerà.

La corruzione del sistema politico (inglese) era stata corretta da quella che Saul ha definito “un’onda verso l’alto.” Il Reform Act del 1832 aveva abolito la prassi con cui gli oligarchi, come Charles Howard, l’11° Duca di Norfolk, controllavano i risultati elettorali di 11 distretti. Per aprire veramente il parlamento inglese c’era voluto quasi un secolo. Negli Stati Uniti, secondo Saul, la distruzione della democrazia fa parte di “un’onda verso il basso.”

I due partiti politici sono in realtà un partito unico, il partito corporativo. Non si scontrano sui problemi importanti. Tutti e due sostengono l’espansione delle guerre imperiali, l’ipertrofico bilancio militare, i dettami del capitalismo globale, il bailing out per salvare le banche di Wall Street, le misure punitive di austerità, l’attacco ai diritti civili fondamentali tramite la sorveglianza totale da parte del governo, l’abolizione del diritto ad un processo equo e un percorso elettorale che ha consolidato un sistema di corruzione legalizzata. Si scontrano su metafore culturali come l’aborto, i diritti dei gay e la preghiera nelle scuole. Eleggiamo i politici sulla base di idee che ci vengono inculcate dall’industria delle pubbliche relazioni. La politica è antipolitica.

Il Partito Repubblicano, in queste guerre culturali, ha costruito la sua base politica sui fascisti cristiani, sui nativisti e sui suprematisti bianchi. Il Partito Democratico lo ha fatto con i sostenitori dei diritti dei lavoratori, del multiculturalismo, della diversità e della parità di genere. La base di ciascun partito è stata usata e manipolata dalle elites. Le elites del Partito Repubblicano non hanno nessuna intenzione di mettere al bando l’aborto o di trasformare l’America in una “nazione cristiana.” Le elites del Partito Democratico non hanno nessuna intenzione di proteggere i lavoratori dal corporativismo predatorio. Si sono venduti tutti quanti. Secondo Saul, l’ascesa di una destra populista, dominata da razzisti e bigotti, è il risultato inevitabile di questo colpo di stato corporativo. Ci ha avvertiti che non dobbiamo compiacerci per l’imbecillità del Presidente Trump. Trump è pericolosissimo. “Insulso – aveva scritto Thomas Mann nella ‘Montagna magica’ – non è sinonimo di innocuo.”

“Come ha potuto una civiltà basata sull’organizzazione, sulla professionalità e sulla ricerca delle soluzioni evolversi in niente più di un assembramento di categorie professionali?” Si è chiesto Saul in Voltaire’s Bastards. “Come fa allora l’individuo a non essere visto come un serio impedimento all’attività mercantile? Tutto questo è stato oscurato dall’introduzione di nozioni astratte, incredibilmente semplificate e distaccate da ogni realtà sociale, che vengono presentate come valori.”

Le elites razionali, ossessionate dagli schemi, sono diventate sempre più autoritarie, in maniera moderna e burocratica,” ha scritto in un’altro capitolo del libro. “I cittadini si sentono insultati ed isolati. Cercano qualcuno che scagli pietre al posto loro. Andrebbero bene anche delle pietre vecchie. Più sono spigolose, più vanno bene per spezzare la spavalderia di quegli uomini oscuri e i loro oscuri metodi. La Nuova Destra, con la sua parodia dei valori democratici, è stata una pietra grezza, ma devastante, con cui punire le elites moderne.”

Tutti i regimi dispotici, secondo Saul, combattono la loro battaglia finale per il controllo scontrandosi con i funzionari pubblici e i burocrati statali, il cosiddetto “Deeep State,” che vede con preoccupazione l’ascesa al potere dei demagoghi e dei loro sordidi fiancheggiatori. Questi tradizionali cortigiani, spesso cinici, ambiziosi, amorali e sottomessi al potere corporativo, si cimentano tuttavia nel decoro e nel linguaggio della democrazia. Qualcuno, con un minimo di coscienza, riesce a vincere qualche scaramuccia e a rallentare l’ascesa della tirannia. I despoti considerano questi cortigiani e queste istituzioni democratiche, non importa quanto anemiche esse siano, alla stregua di una minaccia. Questo spiega gli attacchi al Dipartimento di Stato, al Ministero della Giustizia, all’Agenzia per la Protezione Ambientale, alla Pubblica Istruzione e alla Giustizia. I despoti usano i loro incaricati per scalzare e distruggere queste istituzioni, ridicolizzando la loro esistenza e mettendo in discussione la lealtà dei professionisti che vi lavorano. I funzionari pubblici, vilipesi e neutralizzati, si arrendono o se ne vanno dalla disperazione. L’anno scorso, ha rassegnato le dimissioni l’intero gruppo dei dirigenti di alto livello del Dipartimento di Stato. Le dimissioni continuano a dissanguare il corpo diplomatico, ed anche altre agenzie e dipartimenti; la settimana scorsa (è toccato a) James D. Melville Jr., l’ambasciatore americano in Estonia e a Susan Thornton, il sottosegretario incaricato per gli affari dell’Asia Orientale.

“Il fatto che il Presidente dica che l’UE è stata ‘istituita per avvantaggiarsi sugli Stati Uniti, per attaccare il nostro salvadanaio’ o che la NATO ‘è pessima quanto il NAFTA’, non solo è oggettivamente sbagliato, ma, per me, è la prova che è arrivato il momento di andarsene,” ha dichiarato Melville nel messaggio in cui annunciava le sue dimissioni.

Una volta che il processo di decostruzione è stato completato, il sistema si calcifica nella tirannide. Non rimane più nessun meccanismo interno, neanche di nome, in grado di portare avanti qualche riforma. Questa corrosiva funzione è svolta quotidianamente dalle sfuriate, dalle bugie e dalle calunnie dei tweet di Trump e dal bombardamento di insulti che scatena contro i funzionari pubblici, compresi alcuni nominati da lui, come il Procuratore Generale Jeff Sessions, oppure contro le stesse istituzioni, come l’FBI.

Di fronte a questo, Saul rimprovera anche i media americani che, secondo lui, fanno volentieri la loro parte in questa farsa per gli indici di ascolto e i dollari della pubblicità.

“Trump tiene queste stupefacenti conferenze stampa alla maniera di Mussolini,” dice Saul. “Dice alla stampa, ‘Zitti. Basta così!’” I giornalisti gli urlano contro come una folla inferocita, un branco di bestiame. Come si fa a prenderli sul serio? E’ come la fine della Repubblica di Roma. I senatori importanti, e anche i loro avversari, giravano per Roma con 50 guardie del corpo. Scene che, proprio come i rapporti di Trump con la stampa, hanno caratterizzato la fine della Repubblica Romana. Nessuno sapeva che cosa stesse succedendo. Non c’era più dignità. Non ci può essere democrazia senza un minimo di rispetto e di dignità. C’è solo il caos. Questo caos, alla fine, invoca l’ordine autocratico. Trump trae vantaggio dalla confusione, anche se assomiglia ad un cartone animato di una storia buffa, uno dei personaggi di ‘The Balcony’ di Jean Genet, però senza la loro autoconsapevolezza.

La decisione di Trump di scatenare una guerra commerciale (il Canada prenderà, come risposta, contromisure punitive per 12,63 miliardi di dollari sulle importazioni americane) è un esempio del danno che può fare un despota che capisce poco o nulla di economia, politica, leggi e relazioni internazionali. Queste ferite auto-inflitte, secondo Saul, permettono ai despoti di intensificare gli attacchi sui vulnerabili e sui demonizzati, come i mussulmani e i clandestini. I despoti cercano freneticamente dei capri espiatori per i danni che loro stessi arrecano, spesso, per placare la rabbia montante, incitano alla violenza i loro sostenitori.

“Mi sono sempre opposto agli accordi commerciali, non perché io sia contrario al commercio,” ha ribadito Saul, “o perché pensi che servano a mantenere gli scambi in un giusto equilibrio, ma perché gli accordi commerciali sono tutt’altra cosa. Vengono fatti per favorire la deregulation. Vengono fatti per trasferire il potere alle multinazionali e alle banche. Non hanno nulla a che vedere con il commercio. Trump ha attaccato più volte il sistema lattiero-caseario canadese. Nessuno lo ha fermato per chiedergli: ‘Perchè ti opponi a questo sistema, invece di adottarlo tu stesso?’ Moltissimi produttori di latte americani preferirebbero avere il sistema canadese.”
L’approccio liberista all’agricoltura causa la formazione del surplus, che abbassa i prezzi e distrugge gli introiti dei contadini,” afferma Saul. “Ci sono due modi per rispondere a questo. Uno è quello delle sovvenzioni. L’Europa, seguendo la vecchia impostazione socialdemocratica, sovvenziona il suo comparto agricolo. Ciò fa calare ancora di più gli introiti degli agricoltori, così (i governi) sovvenzionano (l’agricoltura) ancora di più. Hanno degli enormi surplus. Periodicamente gettano in strada milioni di pomodori.”

“Gli Stati Uniti dicono di aderire al libero mercato, ma fanno la stessa cosa degli Europei,” ha affermato Saul. “Anch’essi sovvenzionano pesantemente l’industria agroalimentare. Questo porta i produttori lattiero-caseari americani a produrre troppo latte. Questo modo di concepire l’economia significa che, per vincere, bisogna produrre in massa beni a basso costo. Così ragiona Wallmart. Il prezzo del latte o del formaggio non è sufficiente per guadagnarsi da vivere. Alla fine, anche con le sovvenzioni, gli agricoltori fanno bancarotta. Si suicidano. Nella comunità (americana) dei produttori lattiero-caseari c’è una terribile infelicità.”

“In Canada abbiamo un sistema di gestione molto efficiente, che tiene i prezzi alti, non così alti da impedire alla gente della classe lavoratrice l’acquisto di latte e formaggi, ma abbastanza alti da consentire una vita dignitosa agli agricoltori,” ha affermato Saul. “Dal momento che i contadini riescono a guadagnarsi da vivere, non si suicidano. Quello che Trump sta dicendo ai Canadesi è che dovrebbero rinunciare ad un sistema che funziona, in modo che gli agricoltori canadesi possano suicidarsi come quelli americani.”

“Il problema del mondo occidentale è il surplus produttivo,” secondo Saul. “Abbiamo un’eccedenza di produzione praticamente in ogni settore. Ma c’è un sistema distributivo terribile, con gente in tutto il mondo che soffre e muore di fame. Questo è un problema di distribuzione, non di produzione.”

Secondo Saul, l’imposizione di dazi doganali e i rozzi insulti di Trump nei confronti degli alleati dell’America (ha chiamato il Primo Ministro canadese, Justin Trudeau, ‘disonesto e debole’) stanno rapidamente distruggendo il prestigio e la posizione dell’America nella gerarchia mondiale. Questo comportamento sta avendo conseguenze politiche, economiche e sociali assai negative per gli Stati Uniti.
“Il mondo intero, il mondo occidentale in particolare, ha sempre fatto affidamento sull’idea che gli Stati Uniti fossero il leader,” ha affermato Saul. “L’idea è che gli Stati Uniti dovessero essere ammirati. La cosa triste è che gli Americani danno per scontato che il mondo li ami. Non hanno mai pensato alla responsabilità che comporta l’essere leader. E’ quello che ci si aspetta da un buon padre di famiglia. Ti devi comportare in un certo modo. La gente vuole identificarsi con gli Stati Uniti. E’ stato così fin dalla Seconda Guerra Mondiale. Ora, tutto questo viene gettato alle ortiche. Che piaccia o no, Obama aveva ricostruito gran parte dell’ammirazione del mondo per gli Stati Uniti. So quali sono stati i suoi fallimenti. Ma conosco anche i suoi punti di forza. Era un presidente capace di agire e di parlare come l’Americano intelligente e civile che tutti vorrebbero ammirare.”

Ma anche la torre più luminosa getta un’ombra,” aveva continuato Saul. “Trump sta rendendo quell’ombra sempre più scura, ‘Gli Americani sono stupidi. Gli Americani sono corrotti. Gli Americani non sono istruiti. Degli Americani non ci si può fidare.’ Tutto il repertorio. Più il caos continua, peggiore diventa.”

Il collasso degli organi di stato legislativi ed esecutivi è stato seguito da quello del sistema giudiziario. La perdita di una magistratura indipendente, ha ammonito Saul, è particolarmente inquietante.

“Il problema maggiore negli Stati Uniti è una Corte Suprema molto potente e profondamente corrotta,” ha affermato Saul. “Farà tendenza per decenni. Sarà difficile rimediare a tutto il male fatto.”

Saul, allo stesso tempo, si è detto pessimista riguardo all’attacco, da parte dell’amministrazione Trump, all’educazione pubblica, che ha definito “il servizio statale fondamentale, quando si tratta di democrazia.

Che cosa sorregge la democrazia?” Si è chiesto Saul. “Cos’è che fa funzionare la democrazia? L’educazione pubblica è il fattore numero uno. Un cittadino istruito. (Il Segretario all’Educazione) Betsy DeVos la sta rovinando. Per lei ci sarà un posto speciale all’inferno.”

I partners commerciali e gli alleati degli Stati Uniti, come il Canada e gli stati europei ridurranno, secondo Saul, la loro dipendenza dal mercato americano. I tradizionali legami strategici e politici con Washington si indeboliranno sempre di più. E quando arriverà la prossima crisi finanziaria, e Saul se ne aspetta una, gli Stati Uniti si troveranno senza alleati, proprio nel momento del bisogno.

Se tratti i tuoi alleati più stretti come se fossero una minaccia, chi rimarrà poi al tuo fianco?” si è chiesto.

 

Chris Hedges

Fonte: www.truthdig.com

Link: https://www.truthdig.com/articles/america-the-failed-state/

01.07.2018

Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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