Di Sara Iannaccone per ComeDonChisciotte.org
Qualche giorno fa, precisamente il 18 agosto, due studenti di Torino, Fabio e Viviana, erano in vacanza a Venezia desiderosi di visitare la laguna e hanno acquistato due biglietti per spostarsi col vaporetto. Mentre salivano sul mezzo, hanno avuto un diverbio con il personale ACTV (Azienda del Consorzio Trasporti Veneziano) per via della mascherina: a bordo va obbligatoriamente indossata. I giovani si sono rifiutati ed ecco lo scontro.
In questa paradossale situazione, non tutto il personale era imbavagliato e neanche qualche altro passeggero, perlopiù turisti.
Eppure, dalla registrazione della diretta che i due ragazzi hanno fatto su Instagram, è possibile vedere l’accanimento che c’è stato nei loro confronti. È evidente di come il personale abbia travalicato ergendosi al di sopra del proprio ruolo.
La dinamica dell’evento è complessa poichè – come ci hanno raccontato i due studenti – appena saliti, il vaporetto è rimasto fermo: “sarà guasto” dicevano alcuni, ma in realtà si era già realizzata l’intenzione di bloccare la partenza a causa della presenza a bordo dei criminali senza bavaglio.
“Se non indossate la mascherina il vaporetto non partirà” ha d’improvviso annunciato il personale ACTV rivolgendosi ai giovani.
Fabio e Viviana, coraggiosi e determinati a non sottomettersi a quel potere così autoritario, sono rimasti al loro posto, pretendendo di usufruire del servizio che avevano regolarmente pagato. A questo punto, la compagnia si è vista costretta a mobilitare un altro mezzo per farvi trasferire i viaggiatori mascherinati, con lo scopo evidente – ci dicono i due ragazzi – di isolare i non conformi dal resto dei passeggeri.
E Fabio e Viviana, con ottima lettura della situazione, hanno seguito tutti gli altri, impedendo involontariamente che potesse partire pure il secondo vaporetto, visto che adesso pure loro avevano preso posto sul nuovo natante.
“Andate via!” “Ammazzatevi!” hanno iniziato a gridare gli altri passeggeri: obbedienti contro dissidenti.
Questa era l’aria che tirava – ci hanno raccontato – e la paura era addirittura che qualcuno, prima o poi, li potesse pure aggredire.
Ecco arrivate le forze dell’ordine: hanno voluto fin da subito identificarli, senza chiarire se vi fosse intenzione di denunciarli penalmente “per interruzione di pubblico servizio”.
Dopo alcuni minuti, è spuntato un terzo battello per rifare il “giochetto” precedente. E durante lo spostamento dei viaggiatori sul nuovo, il personale ha bloccato fisicamente Fabio, con aggressività, aumentando lo sconcerto e lo sdegno di chi era in diretta Instagram e assisteva all’ingiustizia che i due giovani stavano subendo.
Purtroppo, per i ragazzi le cose non sono finite bene: non hanno potuto usufruire del servizio e sono stati denunciati penalmente.
Dopo il racconto dei fatti, la parola passa direttamente a Fabio e Viviana:
- Passati alcuni giorni dall’accaduto, cosa vorreste dire ai passeggeri che non sono stati solidali con voi?
“Di ritrovare l’umanità e l’empatia verso l’altro. Di ritornare a vederci come persone e non più come portatori di un virus, e soprattutto di ritrovare i valori umani come l’amicizia ed il rispetto reciproco.”
- A parte voi, ricordate quante persone non indossavano la mascherina?
“Soltanto 5, mentre alcuni la portavano abbassata. Possiamo immaginare che siano passate inosservate poichè non erano di alta statura: uno di noi arriva a 2 metri. Siamo stati notati subito.
Per quanto riguarda il personale, tutti la indossavano tranne uno, ovvero proprio quello che ci minacciava!
Infatti, anche se durante la diretta non riprendevamo mai le persone in volto, ad un certo punto si vede benissimo che costui non la stava indossando. Ed era proprio colui che ci stava cacciando dal vaporetto… assurdo!”
- Quindi, il personale vi ha minacciati nonostante esso stesso non rispettasse le “regole”?
“Esattamente.“
- La vostra vicenda dimostra come tanti italiani siano ancora fortemente condizionati dai vissuti degli ultimi due anni. Quali considerazioni avete tratto da questa incredibile vicenda?
“Abbiamo capito innanzitutto che nulla è finito, nulla di questi due anni è finito, è sempre lì latente, temiamo che questa assurda situazione stia diventando la nuova normalità, radicalizzandosi nelle persone. Soprattutto l’utilizzo illogico della mascherina: sembra davvero di stare in un’emergenza infinita per un virus endemico che non se ne va più.
Il potere si attacca a qualunque regola, anche se ingiusta, pur di consolidarsi, imponendosi.
Inoltre, la cosa più importante che abbiamo imparato è che dobbiamo continuare a farci valere, ad ogni costo! La voce di ognuno di voi merita di esprimersi, non dobbiamo sottometterci ma agire!”
- Fabio e Viviana, sembra proprio che, dopo tutto questo, la voglia di continuare a ribellarsi alle discriminazioni e ai soprusi non si sia affatto esaurita..
“Esattamente. E vorremmo concludere con una citazione di Hannah Arendt:
Non fece che constatare la famosa “banalità del male”, vide un mediocre burocrate nel processo, dal quale molti si aspettarono un processo al nazismo piuttosto che a un uomo. Costui non si sentì colpevole ovviamente, come tanti esecutori dell’annientamento nei lager nazisti, perché aveva “ubbidito a ordini” e “agito secondo legge“. “
Di Sara Iannaccone per ComeDonChisciotte.org
22.08.2022
NOTE
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