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La Redazione

 

Una prognosi infausta per il colonialismo anglosassone

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A cura di Redazione CDC
Il 17 Gennaio 2024
16235 Views

 

Il colonialismo anglosassone ha attraversato diverse iterazioni “rituali”, ciascuna delle quali esprimente un diverso tipo di pirateria. Nella sua forma iniziale, esso comportava l’abbordaggio e il saccheggio delle navi in ​​mare (galeoni spagnoli in particolare) e le scorrerie nelle comunità costiere, spesso tramite corsari, un eufemismo per ridefinire e pseudolegalizzare i pirati, ufficialmente sanzionati.

Nella sua forma intermedia, si verificava l’occupazione delle comunità costiere, la nomina di un governatore e lo stazionamento di truppe, mantenendo intatto l’obiettivo generale dell’impresa, cioè la pirateria con l’appropriazione delle ricchezze, ma con l’ulteriore vantaggio di mantenere monopoli di mercato per le industrie nazionali nel centro imperiale, l’Inghilterra.

Dopo moltissimi anni, vari movimenti di liberazione nazionale nel corso del XX secolo posero fine a questo tipo di pirateria e le industrie nazionali, per rimanere redditizie, furono costrette a delocalizzare la loro produzione, rinunciando alla maggior parte delle esportazioni fisiche ,ad eccezione di armi, merci e rifiuti, a favore dei servizi, soprattutto finanziari – un eufemismo per vari tipi di usura ed estorsione.

Invece di un vero e proprio controllo coloniale, emerse un sistema piuttosto raffinato di controllo politico, finanziario, militare e logistico.

Il controllo politico è stato esercitato attraverso l’uso di varie tecnologie politiche impiegate sotto la maschera della libera impresa e della democrazia. A recente esempio, quando è stato rivelato che l’Argentina non era più solvibile come entità sovrana, un certo Xavier Milei è entrato in scena con il preciso scopo di annullare i servizi sociali argentini e di smantellare ed espropriare la ricchezza pubblica del grande paese sud americano. Le tecnologie politiche di persuasione di massa sono così efficaci che gli argentini hanno eletto lo stesso Milei a presidente del paese, come tante mucche da macello disposte a essere mangiate.

Invece di inviare un governatore a governare una colonia come prassi d’altri tempi, ora è divenuto possibile impiegare “talenti” locali, formati in luoghi come la Kennedy School of Government. Questi talenti locali sono scelti per il loro alto livello di sociopatia, mancanza di empatia e facilità di manipolazione. Sono generalmente tenuti a mantenere la loro ricchezza personale presso il Centro imperiale e a mandare i loro figli alle scuole imperiali, il che consolida il controllo sul loro comportamento. Costoro vengono prima sedotti dalle teorie sulla sacralità della proprietà privata, prima di apprendere che la loro proprietà può essere portata via all’istante se si comportano male […]. Però, proprio qui sta il pericolo: a un certo punto, la popolazione locale si rende conto che il proprio leader è un traditore e lo uccide (politicamente o materialmente) prima che abbia la possibilità di mettersi in salvo.

C’è stata una pletora reiterata di questi sociopatici non specialisti come candidati per posizioni di alto livello. Alcuni di loro non hanno mai raggiunto le più alte cariche: Svetlana Tikhanovskaya, della Bielorussia e Juan Guaidó, del Venezuela, stanno ora languendo nell’oblio. In altri casi la scommessa è riuscita: la rumena Maia Sandu sta distruggendo la Moldova e lo stagista di Soros, Nikol Pashinyan, sta facendo lo stesso con l’Armenia. E un successo davvero clamoroso è stato ottenuto in Germania, dove il Bundeskanzler è un modesto Bürgermeister- borgomastro, il ministro degli Esteri è una ginnasta e il ministro dell’Economia è un autore di libri per bambini: una tripletta di somari (per il ruolo che ricoprono).

Queste tecnologie politiche possono ancora funzionare, ma c’è un problema: l’immagine degli USA, degni eredi dell’Inghilterra dei corsari, e dell’Occidente con essi, presentata come una città splendente sulla collina, un faro di libertà e democrazia, l’unico portatore del sogno americano e un potente baluardo contro la dittatura e il dispotismo, è offuscata; tutto questo marchio politico occidentale non è più in grado di proiettare un’immagine positiva di sé. Tutti i popoli del mondo, tranne quella parte in malafede o in confusione mentale, ora vedono l’Occidente per quello che è: una corporatocrazia corrotta e un’oligarchia i cui capi di stato, molto impopolari e spesso non eletti, sono legati a interessi stranieri e transnazionali senza avere la capacità di definire, e ancor meno di far valere, gli interessi specifici e prioritari delle nazioni di cui sono responsabili e dei loro popoli.

Inoltre, ci sono elementi decisamente tossici della cultura politica occidentale contemporanea: il “neomarxismo” culturale – pseudo sinistra e la “follia” LGBT.

Il “neomarxismo” culturale tenta ancora di presentare e di dividere la società in oppressori (per lo più uomini bianchi) e oppressi (praticamente tutti gli altri). L’obiettivo della giustizia sociale è fermare e/o invertire l’oppressione. La maggior parte delle persone nel mondo, però, considera molti tratti del dogma culturale “neomarxista” – “gli oppressi non possono essere anche gli oppressori” oppure, ancora ad esempio “i neri non possono essere razzisti” – come pura sciocchezza e li respinge del tutto.

Lo stesso vale per le persone LGBT con varie ed eventuali perché la maggior parte del mondo è socialmente conservatrice e tradizionalista in senso sano e rifiuta categoricamente la teoria confusa di genere, preferendo attenersi alla naturale partizione “vecchio” stile. Gli umani sanno a priori che gli animali hanno tre sessi – maschio, femmina e castrato – e non ammettono argomenti contrari.

Brevemente, secondo i più, il sesso è una caratteristica genetica di un animale determinata al momento del concepimento, a seconda che lo zigote portato dallo sperma fecondante contenga un cromosoma X o un cromosoma Y. Questo cromosoma si replica nel nucleo di ogni cellula di un organismo. Il genere è un termine grammaticale (maschile, femminile, neutro) che si applica a nomi e articoli (der, die, das). Nella maggior parte delle lingue indoeuropee, il genere generico predefinito di una cosa o di un essere di sesso indefinito è maschile. Inutile cercare di contestare questi fatti quando si esce nel grande mondo non anglofono, e oltremodo inutile cercare di impressionare le persone nel mondo con i presunti “valori umani universali” teorizzati da un certo Occidente, sempre intesi in modalità di comodo.

Come risultato di questi fallimenti politici, l’Occidente ha perso il suo status di guida della civiltà a favore di Russia, Cina, India, Mondo musulmano, Africa e gran parte dell’America Latina. A questo punto, l’espressione “civiltà giudaico-cristiana” suona come eco di uno scherzo feroce alla maggior parte delle persone e dovrebbe essere abbandonata del tutto. Mentre tutti i suoi aspetti attraenti svaniscono, ciò che traspare sono la sua decadenza, il suo parassitismo e, con il recente aiuto di Israele, le sue tendenze genocide. Mentre la decadenza si risolve facilmente erigendo barriere culturali e politiche, il parassitismo e le tendenze genocide devono, secondo l’opinione della maggior parte delle persone nel mondo, essere fermati.

Il controllo finanziario veniva esercitato attraverso la gestione delle valute di riserva: la sterlina, poi il dollaro.

Poiché si sapeva che nel centro imperiale era possibile bloccare tutto il commercio estero, gli uomini d’affari delle ex colonie sapevano esattamente come comportarsi per evitare di essere sanzionati. Quando però, il centro imperiale ne ha sentito improvvisamente il bisogno, esso ha potuto ribaltare la situazione limitando l’accesso al credito, congelando le riserve in dollari ed euro e adottando altre misure simili. Alcune economie coloniali – Libia?- ne furono sconvolte e  un’ondata di ricchezza fluì  nelle casse imperiali, presentate come un rifugio cautelativo sicuro, rivelatosi vano. Un altro modo di drenaggio della ricchezza coloniale, ancora più subdolo, è stato organizzato attraverso la formulazione di deficit commerciali strutturali (cioè permanenti) e fornendo un solo mezzo per accumulare il surplus: l’acquisto del debito pubblico imperiale, che veniva poi gradualmente e strumentalmente gonfiato.

Questo metodo di controllo sta fallendo. La Russia e la Cina sono riuscite a de-dollarizzare (almeno parte del) loro commercio, aprendo la strada ad altri paesi, molti dei quali sono ora desiderosi di unirsi ai BRICS, che sono il centro di know-how in questo agire emancipante.

Cercando di costringere i loro avversari attraverso sanzioni economiche, gli Stati Uniti e l’Unione Europea si sono sostanzialmente messi fuori gioco e ora possono fare quello che vogliono con i loro soldi: usarli per gli incendi o come carta igienica (mi si perdoni il linguaggio piuttosto rozzo), guarnire con esso le gabbie dei canarini… Ma quello che non potranno fare ancora per molto è prestarlo affinché esista e poi utilizzarlo per importare tutto ciò che desiderano.

Ora sono la Cina, la Russia, l’Arabia Saudita e, in una certa misura, l’Iran a prendere le decisioni. Gli argentini eleggono un presidente che ha posto fine al processo di adesione dell’Argentina ai BRICS: in risposta, la Cina ha rapidamente cancellato il suo cambio di valuta con l’Argentina, frenando così i suoi scambi con quel paese.

Negli Stati Uniti, i membri sconvolti del Congresso stanno affrontando la questione del possibile blocco delle importazioni di uranio arricchito dalla Russia, che sono essenziali per mantenere la luce negli Stati Uniti. In risposta, i parlamentari russi pongono la domanda: “Perché la Russia fornisce tali materiali strategici al nemico?”

Si diceva, quasi provocatoriamente, qualche anno fa: “Verrà il giorno in cui provare a dare a qualcuno un milione di dollari farà correre il rischio di prendersi un pugno in faccia”. Quel giorno non è lontano: al meeting dei BRICS della prossima estate, ospitato dalla Federazione Russa nella bellissima e moderna città di Kazan, capitale della Repubblica del Tatarstan, si prevede che il dollaro sarà sostituito da un’unità monetaria nozionale concettuale – non proprio una valuta – che servirà da riferimento negli scambi commerciali. Dopodiché difficilmente verrà utilizzata l’espressione “in termini di dollari”.

Dietro il termine “valuta di riserva” ci sono molte cose non direttamente collegate alle riserve: ci sono, ovviamente, banche centrali, banche commerciali e società di investimento; ma ci sono anche le agenzie di rating, i broker, le borse, le società di consulenza, le agenzie di assicurazione, le società di carte di credito e molte altre cose che hanno fatto sì che Londra e New York non producessero nulla e galleggiassero economicamente, per così dire, sulla nuvola della “ economia dei servizi”. L’intera nuvola sta ora per dissolversi, e ciò che diventa visibile molto più in basso sono le rocce affilate dell’economia fisica – mineraria, di raffinazione e produzione – che Russia, Cina e gli altri BRICS, presenti e futuri hanno in mano, a differenza dell’Occidente.

 

Il controllo militare veniva esercitato mantenendo basi militari in tutti i territori che cadevano sotto il controllo imperiale. I mezzi militari potevano essere utilizzati quando i controlli politici e finanziari si rivelavano inefficaci, anche se nella maggior parte dei casi non lo erano, tenuti di riserva come una minaccia implicita che rendeva i controlli politici e finanziari più efficaci. Periodicamente, un paese piccolo e relativamente indifeso veniva distrutto per ragioni inventate e la sua popolazione massacrata, semplicemente per mantenere tutti gli altri sulla retta via. Tutto ciò ha funzionato a lungo, poi sempre meno frequentemente: ha funzionato in Jugoslavia e Libia, ma non ha funzionato in Siria, Afghanistan o Yemen.

Il problema con questa modalità è che un esercito del Primo mondo (sic!) non può mantenere la propria supremazia su avversari come Russia e Cina mentre lotta senza successo contro eserciti mediocri, scarsamente equipaggiati e scarsamente addestrati in paesi lontani. Questo piano è ottimo per rimpinguare le tasche degli azionisti del complesso militare-industriale e per finanziare le campagne elettorali dei politici associati, ma non può riguardare obiettivi militari. Per uscire da questo vicolo cieco concettuale, l’establishment della difesa statunitense ha sviluppato una posizione dottrinale che sancisce la propria indiscussa supremazia e tutti i fatti che la contraddicono (come l’azione riuscita, anche se molto limitata, della Russia contro l’Isis in Siria o la sconfitta di Israele nel Libano meridionale) possono essere considerati impossibili e inesistenti.

In altre parole, gli Stati Uniti, e con loro la NATO, non hanno avuto gli input necessari per migliorare. La scienza e la pratica militare avanzano attraverso una serie di sconfitte tattiche e vittorie strategiche, facendo e imparando da piccoli errori nel processo di raggiungimento di grandi successi. Ma ciò che gli Stati Uniti sono riusciti a ottenere in un conflitto dopo l’altro è una serie di vittorie tattiche seguite da sconfitte strategiche. Come ha sottolineato Andrei Martyanov, in assenza degli input necessari, l’esercito americano ha assorbito le dottrine apprese dai resti della Wehrmacht della Germania nazista; in particolare, la sua fissazione sull’idea di Blitzkrieg, ignorando completamente il fatto che il Blitzkrieg morì a Stalingrado.

Condannati a ripetere la storia, gli Stati Uniti hanno rilanciato la guerra lampo in quella che un tempo era l’Ucraina orientale, trasformando una tragedia- pur vera per molti poveri giovani arruolati (e per parte della popolazione civile) – in una farsa. Lì lo schema fu finalmente rotto: una serie di sconfitte tattiche ha portato a una sconfitta strategica davvero massiccia. Ma questo ultimo aspetto può aspettare, perché la Russia non sembra avere fretta di finire il lavoro ed è perfettamente contenta di continuare ad accumulare le sue vittorie tattiche, poiché ciò renderà la sua massiccia vittoria strategica, quando arriverà, ancora più massiccia.

Gli Stati Uniti non sono ancora pronti a fare le valigie e tornare a casa, e questo è un bene per i loro avversari: più tempo impiegherà Washington a capirlo, più soldi e risorse verranno sprecati, e tanto più indeboliti saranno gli Stati Uniti e i loro alleati una volta che diventerà impossibile ignorare la verità della situazione. Se tutto andrà come è probabile, il fallimento militare all’estero porterà anche alla guerra civile in patria, e ci sarà una superpotenza egemonica globale in meno da temere.

Controllo della logistica. Fortunatamente, la mancanza di supremazia militare indebolì economicamente, in modo automatico, l’impero anglosassone. L’impero anglo-pirata esercitava il controllo sul commercio mondiale attraverso il controllo delle rotte marittime: era imperativo che ogni sorta di bottino imperiale potesse essere restituito ai centri imperiali anglosassoni:” Britannia… lascia perdere… L’America governa le onde… o no?”

In particolare, il controllo di vari punti di strozzatura nelle grandi vie di transito commerciale – il Canale di Suez, lo Stretto di Hormuz, il Canale di Panama, Gibilterra, Malacca e , sorpresa, Bab-el-Mandeb – è assolutamente essenziale.

Le recenti azioni navali statunitensi vicino a Bab-el-Mandeb non sono riuscite a impedire la chiusura virtuale del Canale di Suez, portando a lunghi ritardi ed enormi aumenti delle tariffe di nolo per la maggior parte delle navi occidentali mentre queste si dirigono verso il Capo di Buona Speranza. Tale situazione è il risultato di alcune minacce e di atti piuttosto limitati di ostilità contro il trasporto marittimo internazionale da parte degli Houthi yemeniti, che hanno promesso di continuare le loro azioni contro il trasporto marittimo associato a Israele a meno che non vengano forniti aiuti umanitari e attrezzature mediche non inizino a raggiungere Gaza: la loro missione è, palesemente, una missione di misericordia, quindi non si deve osare chiamarli terroristi.

Anche bombardare lo Yemen da parte delle navi della Marina statunitense, che attualmente navigano senza meta nel Golfo di Aden o nel Mar Rosso, non servirà a nulla: gli Houthi sono stati bombardati dai Sauditi per anni e ora sono completamente insensibili a questo trattamento. E se gli Stati Uniti dovessero organizzare un’invasione via terra dello Yemen… è difficile immaginare un luogo sulla Terra più adatto all’umiliazione degli invasori americani – molto migliore anche delle montagne dell’Afghanistan.

Va notato che i trasporti russi attraverso Suez non sono soggetti ad alcuna restrizione. Forse i russi ora navigano con speciali transponder forniti dall’Iran, come parte di un sistema di identificazione “amico o nemico” che l’Iran ha fornito anche agli Houthi. Inoltre, il traffico nel porto israeliano di Ashdod, che costituisce la principale fonte di reddito dell’Entità sionista, è diminuito dell’80% e le relazioni commerciali di Israele con il suo principale partner commerciale sono seriamente messe in discussione. Tutto ciò che resta è il rischio che Hezbollah lanci attacchi missilistici sull’aeroporto internazionale Ben Gurion, distruggendone i serbatoi di carburante e la torre di controllo, e lasciando Israele fisicamente isolato – un blocco virtuale.

Orbene, c’è da chiedersi quanto tempo ci vorrà perché gli ebrei israeliani abbandonino il progetto dell’Eretz Israel e cerchino pascoli più verdi, come hanno fatto in circostanze simili per migliaia di anni?

Assistendo alla scomparsa del loro Mini-io israeliano, le autorità americane rimarrebbero ovviamente inconsolabili per un buon quarto d’ora, ma come dimostrano i fatti, non c’è nessuno al mondo che gli Stati Uniti non sarebbero pronti a tradire quando le condizioni lo suggeriscono: né Ucraina né Israele. Non si tratta mai di qualcosa di personale, ma strettamente di affari.

Va notato che il Canale di Suez non è l’unico punto di strozzatura marittima attualmente in crisi o a rischio di fallimento: anche il traffico attraverso il Canale di Panama è limitato a causa della mancanza di precipitazioni, mancanza che sta determinando una carenza d’acqua nel Lago Gatun necessaria per riempire le chiuse; il che costringe invece le navi a passare attraverso Capo Horn. C’è anche lo Stretto di Hormuz, dominato dalle forze iraniane, e ciò rende improbabile un’azione militare contro l’Iran. Esistono alternative a queste rotte marittime? Sì, esiste la rotta marittima settentrionale della Russia, molto più breve e perfettamente difesa. Ma per percorrerla è necessaria una scorta rompighiaccio, che solo la Russia è in grado di fornire.

Controllo politico, finanziario, militare e logistico… Ciascuno di questi meccanismi di controllo imperiale non è semplicemente di rigore: è anche una questione di funzionamento imperiale. Ciascuno di essi è strettamente necessario al meccanismo imperiale anglosassone: senza controllo politico, senza controllo finanziario, senza basi militari e senza rotte marittime, l’organismo imperiale si troverà presto in grande difficoltà, come si troverebbe qualcuno che subisse una perforazione del cranio, rottura del midollo spinale, rottura di un’arteria o perforazione del tratto intestinale. Ma se tutti questi traumi si verificano contemporaneamente, probabilmente non è più utile portare questo paziente nel reparto di terapia intensiva e, nonostante le sue lamentose e patetiche proteste “Ma non sono ancora morto”, la sua destinazione sarà l’obitorio.

Come suggerisce l’analisi di cui sopra, oggi, alla fine di dicembre 2023, tutti questi meccanismi di controllo imperiale anglosassone sono effettivamente in bancarotta. Cosa accadrà alle società imperiali anglosassoni una volta fallite? Se la storia ci insegna qualcosa, potremmo vedere il ripetersi di ciò che accadde in Gran Bretagna dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente: un completo collasso verso livelli di sussistenza sempre più primitivi e una possibile sostituzione della popolazione.

Scelto e tradotto da Gianfranco Bosco per ComeDonChisciotte.org

Fonte: A bad prognosis for Anglo-Saxon colonialism .. | Sarah Scott | VK.

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