DI GEORGE MONBIOT
La storia sarebbe stata clemente con i dimostranti che avrebbero voluto fermare i voli all’aeroporto di Heathrow. Sarebbero stati gli eroi del clima, ma rimarranno nell’oblio, forse li hanno arrestati senza clamore e non è successo niente, ma il loro sarebbe stato un atto veramente rivoluzionario ( NdR)
Obbedire è pericoloso. Obbedire favorisce ogni forma di oppressione istituzionale e di violenza. Ogni avanzamento nel cammino della giustizia, della pace e della democrazia è sempre stato possibile grazie alla disobbedienza. L’evoluzione dell’etica è irrealizzabile quando facciamo solo quello che ci dicono di fare.
Noi dobbiamo il nostro diritto di voto, la nostra libertà dalla soggezione, il nostro benessere e la sicurezza personale a quelle persone che, ai loro tempi, furono considerate dei malfattori e degli scellerati. Infrangere la legge per il bene degli altri è una tradizione lunga e onorevole.
La prossima settimana, alcune decine di attivisti senza legami politici intendono dar inizio a qualcosa che chiamano Heathrow Pause. Ognuno di loro farà volare un drone-giocattolo in una zona off-limit (uno spazio di 5 miglia nautiche/ 9 km)intorno all’ aereoporto di Heathrow. I droni voleranno senza nessuna meta vicino alle rotte di volo e ad altezza uomo, per non creare rischi per nessuno. Ma qualsiasi attività di droni, nell’area aeroportuale, obbliga a sospendere tutti i voli. Gli attivisti sanno che saranno arrestati e che, forse, rischiano anni di carcere.
Il loro obiettivo è lanciare i droni, uno dopo l’altro, per fermare i voli il più a lungo possibile: forse per qualche giorno. Con questo gesto, cercheranno di de-normalizzare una delle attività più distruttive sulla terra. Una volta volare era impensabile, poi divenne una bizzarra novità, poi un gran lusso, una speranza per molti, una aspettativa. Volare – e volare spesso – ormai sembra essere un diritto. In tutto il mondo, il numero dei voli dovrebbe raddoppiare nel giro di 20 anni. Nel Regno Unito, se la crescita del trasporto aereo resterà senza controllo, presto sarà responsabile della maggior parte delle emissioni di carbonio concesse agli UK dagli obblighi del Trattato di Parigi. Ma anche oggi la quantità di voli aerei sono un nonsense, se pensiamo agli accordi internazionali da rispettare. Però ovunque, i governi stanno cercando di accrescere la capacità degli aeroporti.
Chi difende l’industria aerea dice che loro producono “solo” il 2,4% delle emissioni mondiali. Questo perché fino ad oggi ha volato solo il 20% delle persone nel mondo. In termini di impatto individuale, prendere un aereo, per effetto del carburante che si deve bruciare per quel volo, si fanno più danni qualsiasi altro essere potrebbe fare alla vita sul pianeta.
Anche nelle nazioni più ricche, il volo è fortemente concentrato tra la parte più ricca della popolazione. Nel Regno Unito, il 15% della popolazione riempie il 70% dei voli. Secondo una ricerca della House of Commons, chi ha più probabilità di volare spesso, possiede una seconda casa e dispone di un reddito familiare di oltre £ 115.000. Ci dicono che volare è libertà, ma è la libertà di distruggere la vita dei poveri.
Con l’aumento della quantità dei voli, volare sta diventando una delle principali cause del riscaldamento globale. L’impatto è già maggiore di quanto dice quel 2,4% delle emissioni, visto che il volo degli aerei crea dei cirri che fanno quasi raddoppiare il riscaldamento generale. Ci sono alternative tecnologiche per la maggior parte delle attività che fanno danni alla terra, ma non ci sono alternative gli aerei. I biocarburanti stanno causando più danni di quelli che dovrebbero risolvere. Grandi aerei elettrici, con tutto il gran parlare che se ne fa, sono lontani ancora molti anni e potrebbero non arrivare nemmeno.
I correttivi per il carbonio ormai sono fin troppi: l’unico modo perché il clima non riscaldi ancora più 1,5 °C è ridurre drasticamente le emissioni e contemporaneamente proteggere e rinvigorire la natura per richiamare il carbonio dall’atmosfera. Una cosa non sostituisce l’altra: dobbiamo farle al meglio entrambe, così l’unica opzione realistica è viaggiare di meno.
Eppure, volare per capriccio sta diventando normale, anzi più che normale. Secondo Tatler Magaziner, il cui target di lettori è estremamente ricco, ” I Long-Haul Long Weekend sono ormai una cosa da fare.” Si può scappare dalla “grigia Inghilterra” per andare alle Seychelles in quattro giorni, o in Kenya, o a Antigua o a Città del Capo: solo 11 ore. “Parti giovedì-notte e rientra martedì con un’avventura da raccontare ad alta voce”.
Il direttore della rubrica Viaggi dell’Indipendent, cerca di giustificare i 67 voli che ha preso lo scorso anno con il fatto che ha volato per lavoro: “Non mi sento in colpa per questo”, ha dichiarato. Forse però dovrebbe chiedersi a cosa serve il suo lavoro, ma la cosa più deprimente che ho visto l’anno scorso è stata Jane Goodall nella pubblicità della British Airways. Quando una ambientalista ben conosciuta si mette a far pubblicità per una compagnia aerea, ci rendiamo conto di essere nel bel mezzo di un profondo problema morale.
La soluzione socialmente giusta sarebbe una tassa per i frequent flyer , come proposto dalla coalizione Free Ride. Nessuna tassa aerea sul primo volo dell’anno, ma per ogni altro volo la tassa aumenta in progressione. Calibrando bene il livello del prelievo, gli aeroporti dovrebbero valutare bene quanto possono espandersi realmente e l’industria aeroportuale dovrebbe ridursi costantemente. Ma non aspettiamoci che il governo li ascolti. Il nuovo segretario ai trasporti, Grant Shapps, un ex-presidente del British Infrastructure Group, faceva lobby “per garantire di non perdere nessuna opportunità di crescita”.
Non cambierà niente fin quando l’impatto dell’aereo non perderà il suo fascino. Una delle attiviste di Heathrow Pause, Valerie Brown, mi ha detto ” Certo che ho paura … Non è facile affrontare l’idea della prigione, ma per me è ancor più spaventoso pensare ai miei nipoti e a tutti i bambini del mondo, per quello che troveranno tra 20 o 30 anni. “Un altro attivista, James Brown (che non è parente), ha detto che si è deciso ad agire quando si è accorto che sua figlia grande si sentiva male nel vedere la distruzione ecologica. “Sono pronto ad affrontare le conseguenze. Non so come sarà la prigione, ma come alternativa a quello che ci aspetta, è un piccolo prezzo da pagare “.
Rischiano la libertà nella speranza di liberare noi dalle conseguenze catastrofiche della crisi climatica. La storia sarà gentile con loro.
Geirge Monbiot
Fonte : www.monbiot.com
Link : https://www.monbiot.com/2019/09/10/grounded/
10.08.2019
Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario