Di Alireza Nikam, geopolitika.ru
Il 5-6 marzo 2023 si è tenuto un webinar di due giorni dal titolo “Terrorismo: Versioni sponsorizzate dagli Stati e non”, organizzato dalla Fondazione TerrorSpring. Ecco un riassunto della seconda giornata, il 6 marzo.
Il programma si apre con Reza Sadeqi, ex membro del MEK (Mojahedin-e-Khalq) che parla del MEK e del sostegno degli Stati Uniti a organizzazioni terroristiche come Al-Qaeda e ISIS, dando il messaggio chiave: “Il nemico del mio nemico non è mio amico, ma è il nostro peggior incubo”.
È stato poi proiettato un breve documentario sulla storia oscura delle operazioni terroristiche del MEK, evidenziando il fatto che esiste un solo tipo di terrorismo, il “terrorismo di Stato”.
Il relatore successivo è stato il professore universitario e ricercatore Lorenzo Pacini, che ha tenuto una conferenza stimolante sull’influenza del MEK in Europa, in particolare in Italia. Ha affermato che il sostegno al MEK è stato fornito dai governi europei, compreso il governo di Giorgia Meloni, e ha suggerito che l’Europa è controllata dagli Stati Uniti.
Durante la sua presentazione, Pacini ha sottolineato la mancanza di autonomia nella strategia e nella difesa dell’Italia, che dipende dalle autorità straniere. Ha espresso preoccupazione per la dipendenza del Paese dagli Stati Uniti, che a suo avviso ostacola lo sviluppo di una posizione indipendente sul terrorismo internazionale.
Pacini ha inoltre esortato a fare pressione sui parlamenti italiano ed europeo affinché rifiutino la propaganda influenzata dall’anglosfera. Ha avvertito che la complicità con il terrorismo potrebbe avere gravi conseguenze.
In un appello pratico all’azione, Pacini ha incoraggiato gli italiani a unirsi nella lotta contro l’ISIS e a sostenere l’asse della resistenza, nonostante le reciproche differenze, per combattere l’egemonia occidentale. La sua conferenza ha lasciato ai partecipanti un messaggio forte sull’importanza di sfidare lo status quo e di assumersi la responsabilità delle proprie azioni di fronte alle minacce globali.
Il relatore successivo è stato Gjergji Thanasi, storico e analista politico albanese. Ha tenuto una conferenza che ha fatto luce sulle finanze del gruppo Mujahedin-e Khalq (MEK). Thansi ha parlato degli alti costi associati al Campo Ashraf 3, dove i membri del MEK sono attualmente insediati a Tirana, in Albania.
Secondo Thansi, il presidente albanese ha permesso al MEK di entrare nel Paese e di installarvi il campo come favore agli Stati Uniti. Le spese di mantenimento del Campo Ashraf 3, tra cui alloggi, cibo, sistema idrico separato, guardie di sicurezza private, sale riunioni e sezioni VIP, ecc. sono stimate in circa 100 milioni di euro. Thansi ha sottolineato che una somma così significativa non può provenire esclusivamente dai contributi degli iraniani.
Thansi ha anche rivelato che il MEK utilizza Internet per condurre una guerra contro l’Iran e opera secondo il principio “tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali”, tratto da La fattoria degli animali di George Orwell. Nonostante le numerose prove, tra cui video, immagini e testimonianze di crimini come il riciclaggio di denaro, il contrabbando di medicinali, i furti con scasso e la violenza, i membri del MEK non sono mai stati puniti. Un esempio evidenziato da Thansi è stato un caso in cui i membri del MEK sono stati accusati di riciclaggio di denaro per un milione di euro, ma non sono stati condannati con la scusa che erano combattenti per la libertà.
Nelle sue osservazioni conclusive, Thansi ha esortato i giornalisti di tutto il mondo a indagare e smascherare le fonti di finanziamento del MEK, che ha descritto come un culto pericoloso noto come “culto di Rajavi”. Ha sottolineato l’importanza di fare luce sulle attività di questo gruppo, che ha una storia di elusione delle responsabilità per le sue azioni.
L’oratore successivo è stato Yaqub Meraji, un disertore del MEK dalla Francia. Ha parlato contro le tattiche violente e l’ideologia marxista-islamica dell’organizzazione. Rivolgendosi al pubblico in farsi, Meraji ha evidenziato il logo del gruppo come prova della sua fede nella lotta armata e dei suoi tentativi di prendere il potere nel governo iraniano.
Meraji ha espresso la convinzione che i giorni del MEK in Albania siano contati, facendo riferimento alle loro azioni passate durante la guerra Iran-Iraq, dove hanno sabotato le attrezzature militari iraniane e collaborato con le truppe baathiste. Ha anche menzionato il cambiamento di lealtà del leader del gruppo, Masood Rajavi, che dopo la caduta di Saddam Hussein è passato agli Stati Uniti come loro nuovo capo.
Nonostante i loro continui sforzi per fare pressione a favore delle sanzioni contro l’Iran, alcuni ex membri del MEK stanno affrontando ripercussioni legali, con diversi individui attualmente sotto processo in Iran e altri inseriti nella lista nera dell’Interpol. Il discorso di Meraji ha fatto luce sulla storia controversa e sulle sfide attuali del MEK.
L’oratore successivo è stato Giulio Chinappi, giornalista e analista politico italiano. Ha richiamato l’attenzione su quella che, a suo avviso, è una definizione imperfetta e politica del terrorismo in Occidente. Chinappi, che è anche il fondatore del sito web World Politics Blog, sostiene che la natura soggettiva della definizione offerta dall’Occidente consente di prendere di mira in modo selettivo alcuni Paesi escludendone altri, come Israele e gli Stati Uniti.
Secondo Chinappi, Paesi come Cuba, Iran, Siria e Corea del Nord sono stati etichettati come “terroristi” dall’Occidente sulla base di interessi geopolitici piuttosto che di prove concrete. Nel frattempo, sottolinea che gli stessi Stati Uniti sponsorizzano il terrorismo in tutto il mondo, sostenendo anche organizzazioni come l’ISIS in Siria.
Chinappi sostiene che i quattro Paesi indicati come terroristi dagli Stati Uniti sono in realtà vittime dell’intervento militare americano, degli attacchi con i droni e di altri atti di violenza che hanno portato alla destabilizzazione e alla sofferenza umana in varie regioni. Ritiene che sia importante riesaminare la definizione di terrorismo per affrontare le cause profonde della violenza e dei conflitti nel mondo.
Bobana Andjekovic, giornalista, commentatrice ed esperta di questioni geopolitiche, proveniente dalla Serbia, ha parlato contro le false narrazioni e la propaganda diffuse dai media occidentali.
Andjekovic è convinta che i media occidentali ingegnerizzino intenzionalmente il linguaggio per ingannare le persone e promuovere i propri programmi. Sostiene che i media usano il linguaggio come strumento, anziché come forma naturale di comunicazione.
L’autrice indica il recente assassinio del generale Qasim Soleimani, avvenuto nella zona grigia dell’aeroporto di Baghdad, come un chiaro esempio del comportamento criminale occidentale. Nonostante si trovasse lì ufficialmente, Soleimani è stato ucciso, andando contro il diritto internazionale.
La Andjekovic attribuisce la responsabilità dell’aumento del terrorismo in Medio Oriente all’arrivo del regime sionista, che secondo lei è la continuazione del mandato britannico per la Palestina. Ha citato altri esempi di terrorismo sponsorizzato dagli Stati Uniti in Serbia e Ucraina e il MEK di stanza in Albania.
In generale, Andjekovic vede le potenze coloniali occidentali come la causa principale del terrorismo in tutto il mondo ed esorta alla resistenza contro quella che definisce una banda criminale intenzionata a far crollare il mondo.
Il relatore successivo è stato il dottor Robert Fantina, professore universitario, scrittore e giornalista canadese, che ha espresso il suo punto di vista sul terrorismo di Stato e sul ruolo dei governi nel sostenerlo. Secondo il dottor Fantina, le azioni delle forze israeliane contro i civili palestinesi sono classificate come terrorismo di Stato, con un’escalation fino al livello di genocidio.
Fantina ha anche sottolineato l’ipocrisia di governi come gli Stati Uniti, noti per sostenere gruppi terroristici come l’ISIS in Siria e il MEK, nonostante quest’ultimo sia stato condannato dagli Stati Uniti in passato. Anche la Francia è stata complice nel sostenere il MEK, un gruppo responsabile della morte di almeno 17.000 persone in Iran.
È interessante notare che il dottor Fantina ha sottolineato il fatto che l’Iran, un Paese che non ha invaso un’altra nazione da oltre due secoli, viene spesso dipinto come uno Stato terrorista dalle potenze occidentali. Ha criticato i due pesi e due misure utilizzati dai Paesi, come il caso di George Floyd che passa inosservato, mentre la stessa cosa in Iran è un segno del desiderio della gente di un cambiamento di regime in Iran.
In definitiva, il dottor Fantina ha concluso che il terrorismo di Stato è l’unica forma di terrorismo realmente esistente, sottolineando la brutta storia del coinvolgimento del governo statunitense in tali attività.
Il professor Bashir Bellah, storico, docente universitario e scrittore algerino, ha fatto luce sul terrorismo di Stato portato avanti dal governo israeliano contro i palestinesi e sull’assassinio di scienziati iraniani. Nella sua analisi, Bellah sottolinea la lunga storia del terrorismo di Stato israeliano, che comprende crimini di guerra, crimini contro l’umanità e genocidio.
Bellah fa riferimento alla definizione di terrorismo di Stato come violenza organizzata usata dai governi contro dissidenti o obiettivi stranieri. Fa notare che Israele ha una storia oscura di omicidi, con il Mossad e lo Shin Bet che hanno preso di mira membri di Hamas e Hezbollah, nonché scienziati nucleari iraniani.
Richiama l’attenzione sulla detenzione arbitraria dei palestinesi, con oltre 800.000 arresti dal 1967. Discute dei processi iniqui che i palestinesi devono affrontare, sottolineando la discriminazione nelle condanne tra palestinesi ed ebrei per gli stessi crimini.
Per quanto riguarda la tortura, Bellah sottolinea le atrocità commesse da Israele, tra cui abusi fisici e psicologici, molestie sessuali e privazione dei bisogni primari. Si sofferma anche sull’assassinio di leader palestinesi da parte del regime israeliano, citando numerose uccisioni di alto profilo nel corso degli anni.
Bellah si sofferma anche sull’assassinio di scienziati iraniani, attribuendo questi atti al governo israeliano. Cita l’uccisione di figure di spicco come Massoud Ali-Mohammadi, Majid Shahriari e Mohsen Fakhrizadeh, sottolineando il ruolo del MEK in queste operazioni.
Nonostante questi atti dolosi, Bellah ritiene che gli sforzi di Israele, insieme alle ingiuste sanzioni occidentali, non siano riusciti a indebolire l’Iran o a scoraggiare le sue ambizioni nucleari. Il professore conclude sottolineando la resilienza del popolo iraniano e la sua ricerca di progresso e prosperità sulla scena mondiale.
L’ultimo intervento è stato quello della dott.ssa Maria Morigi, archeologa, scrittrice, studiosa dell’Islam e dei movimenti fondamentalisti. La dottoressa ha evidenziato il ruolo del terrorismo sostenuto dallo Stato nell’escalation dei conflitti nella zona di confine tra Iran e Pakistan, concentrandosi in particolare sugli attacchi aerei iraniani e sulle incursioni al confine contro il gruppo Jaish al-Adl. Il governo iraniano accusa gli Stati Uniti e Israele di sostenere queste azioni per destabilizzare le relazioni tra Iran e Pakistan e la sicurezza regionale. La regione del Balochistan, sede di movimenti separatisti come l’Esercito di Liberazione Baloch, è stata tormentata dalla violenza sin dalla sua incorporazione nel Pakistan nel 1948.
Ha sottolineato che l’ingresso di Egitto, Etiopia, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Iran nell’alleanza BRICS dimostra l’importanza geopolitica della regione. Ha inoltre sottolineato che i media occidentali hanno criticato i gruppi anti-sciiti sostenuti dalle potenze occidentali per aver contribuito alla violenza nella regione. I recenti attacchi terroristici a Kerman e Rask sottolineano l’impatto del terrorismo sponsorizzato dallo Stato sulla stabilità regionale, mentre la complessa rete di rivalità etniche, religiose e geopolitiche nelle zone di confine continua a rappresentare una sfida per l’Iran, il Pakistan e i loro alleati dell’alleanza BRICS.
Di Alireza Nikam, geopolitika.ru
07.03.2024
Alireza Niknam, reporter e ricercatore nel campo dei gruppi terroristici, in particolare il gruppo terroristico di Mujahedin-e Khalq (MEK). Ha conseguito una laurea in scienze politiche presso l’Università di Teheran e scrive articoli per diverse agenzie di stampa internazionali. Oltre al giornalismo è commentatore politico e consulente del TerrorSpring Institute nel campo dell’antiterrorismo.
—
Traduzione a cura di Costantino Ceoldo