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La Redazione

 

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Sarà lo Zio Sam a combattere le guerre di Israele?

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A cura di Markus
Il 9 Gennaio 2024
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Mike Whitney
unz.com

L’attacco con un drone di questa settimana contro l’importante leader di Hamas Saleh al-Arouri, a sud di Beirut, fornisce la prova inconfutabile che Israele vuole espandere il conflitto oltre i suoi confini. Nelle ultime settimane, Israele ha assassinato il vice leader politico di Hamas (al-Arouri), un alto consigliere delle Guardie rivoluzionarie iraniane (Sayyed Razi Mousavi) e “quasi una dozzina di alti ufficiali militari iraniani” (Fox News) in un aeroporto di Damasco. Allo stesso tempo, Israele ha lanciato numerosi attacchi aerei non provocati contro il Libano e la Siria. Tutte queste provocazioni fanno capire che Israele sta facendo di tutto per espandere le ostilità oltre Gaza, al fine di far entrare in guerra l’intera regione.

Le provocazioni israeliane in tutto il Medio Oriente sono un tentativo di coinvolgere gli Stati Uniti in un conflitto a livello regionale. I leader israeliani sanno che il loro Paese non diventerà la potenza regionale dominante a meno che i suoi nemici – soprattutto Hezbollah e Iran – non vengano fortemente indeboliti. Ma Israele sa anche che i suoi nemici non saranno indeboliti senza l’assistenza degli Stati Uniti. Pertanto, gli Stati Uniti devono trovarsi in una situazione in cui si sentano costretti a impegnare militarmente l’Iran ed Hezbollah per salvare il loro più stretto alleato in Medio Oriente. Se Israele apre una guerra su due o tre fronti con i suoi nemici – come sta cercando di fare – gli Stati Uniti saranno costretti ad intervenire a favore di Israele, aumentando la probabilità che Israele emerga come egemone regionale. Questo è l’obiettivo di fondo dell’attuale operazione.

Nulla di tutto questo, ovviamente, ha a che fare con la “sconfitta di Hamas”, il pretesto usato da Israele per annientare Gaza e spingerne la popolazione verso il confine egiziano. Il vero obiettivo è cambiare le dinamiche di potere in Medio Oriente in modo da soddisfare al meglio gli interessi di Israele. Ecco un estratto di un articolo della BBC pubblicato mercoledì:

Almeno 103 persone sono state uccise da due bombe esplose vicino alla tomba del generale iraniano Qasem Soleimani, nel quarto anniversario del suo assassinio compiuto dagli Stati Uniti. L’emittente statale Irib ha dichiarato che altre decine di persone sono rimaste ferite quando le esplosioni hanno colpito una processione vicino alla moschea Saheb al-Zaman nella città meridionale di Kerman…. I video hanno mostrato corpi su una strada e ambulanze che accorrevano sul posto….

L’incidente di mercoledì giunge nel contesto di un’accresciuta tensione nella regione dopo che il vice leader del gruppo palestinese Hamas, sostenuto dall’Iran, era stato ucciso in quello che era sembrato l’attacco di un drone israeliano in Libano.  At least 103 dead in bomb blasts near Iran general Qasem Soleimani’s tomb – state TV, , BBC

Israele è responsabile dell’attacco terroristico in Iran?

Le prove non sono conclusive, ma certamente si inseriscono nello schema dei recenti omicidi e attacchi con i droni nei Paesi vicini. L’attentato ha anche fatto infuriare il popolo iraniano, che si è riversato in massa nelle strade chiedendo ritorsioni. Anche in questo caso, la reazione dell’opinione pubblica si adatta perfettamente all’obiettivo di Israele di provocare una reazione emotiva eccessiva che porti l’Iran ad un confronto diretto con Israele. Si tenga presente che l’amministrazione Biden ha due gruppi di portaerei dispiegate nella regione, pronte a venire in aiuto di Israele in qualsiasi momento. Quindi, se l’Iran dovesse rispondere (con attacchi missilistici o aerei) gli Stati Uniti sono perfettamente posizionati per entrare nella mischia. Questo potrebbe spiegare perché Netanyahu continua a bombardare impunemente i suoi vicini. Sa che lo zio Sam “gli guarda le spalle”.

BREAKING | Diverse vittime sono state segnalate a Baghdad in seguito agli attacchi aerei statunitensi contro il quartier generale delle PMU [Popular Mobilisation Units] nel complesso del Ministero degli Interni iracheno.

Ecco altre notizie da Aljazeera:

Israele ha lanciato attacchi contro postazioni in Siria e in Libano, nell’ambito della sua campagna in corso contro le forze armate e militari avversarie in Medio Oriente.

L’esercito [israeliano] ha colpito infrastrutture militari appartenenti all’esercito siriano”, ha dichiarato l’esercito israeliano in un post sulla piattaforma di social media X martedì.

I jet da combattimento [dell’esercito israeliano] hanno colpito anche le infrastrutture terroristiche di Hezbollah in Libano“, ha aggiunto, promettendo che “continuerà a operare contro qualsiasi minaccia alla sovranità di Israele”.

Gli ultimi attacchi, avvenuti tra lunedì e martedì, hanno segnato un’impennata delle tensioni tra Israele e i vicini che, a detta di Israele, hanno legami con il suo nemico, l’Iran. Israeli army launches attacks on targets in Syria and Lebanon, Aljazeera

Perché Israele si comporta così? Perché sta provocando i suoi vicini anche mentre sta conducendo una grande operazione contro i palestinesi a Gaza? Tutti questi incitamenti non suggeriscono forse che Israele vuole allargare la guerra? Ecco altre informazioni da Aljazeera:

Martedi, un attacco con un drone nella periferia meridionale di Beirut, a Dahiyeh, una roccaforte di Hezbollah, ha ucciso l’alto funzionario di Hamas Saleh al-Arouri. Il drone ha colpito un ufficio di Hamas, causando la morte di sei persone, ha riferito l’agenzia di stampa statale libanese.

Hamas ha confermato la morte di al-Arouri e l’ha definita un “vile assassinio” da parte di Israele, aggiungendo che gli attacchi ai palestinesi “all’interno e all’esterno della Palestina non riusciranno a spezzare la volontà e la fermezza del nostro popolo, né a minare la continuazione della sua valorosa resistenza”.  Who was Saleh al-Arouri, the Hamas leader killed in Beirut?, Aljazeera

L’assassinio di al-Arouri non è stato affatto “un atto spontaneo di vendetta”, proprio come non lo sono quelli contro la Siria, il Libano o Gaza. Fanno tutti parte di un Grande Piano per ridisegnare la mappa del Medio Oriente, provocando i nemici di Israele e poi attirando Washington nelle ostilità. Questa, in poche parole, è la strategia di base. Ecco come l’analista politico Arnaud Bertrand l’ha riassunta su Twitter:

Israele sta facendo del suo meglio per scatenare una guerra regionale bombardando indiscriminatamente il Libano e l’Iran, presumibilmente per coinvolgere maggiormente gli Stati Uniti nei combattimenti, tipo o la va o la spacca, ma né il Libano né l’Iran né gli Stati Uniti abboccano all’esca. Arnaud Bertrand @RnaudBertrand

Bertrand ha ragione: Israele sta cercando di trascinare gli Stati Uniti in una guerra provocata dallo stesso Israele. Ha anche ragione nel dire che l’Iran ed Hezbollah hanno dato prova di grande moderazione (finora) e hanno resistito alla tentazione di vendicarsi. Ma quanto durerà? Dopo tutto, non possono permettere che Israele continui a colpirli senza rispondere a tono. E non possono nemmeno fare finta di niente. E non è quello che stanno facendo. Stanno seguendo gli eventi mentre si svolgono, in modo da avere un’idea più precisa della strategia più ampia di Israele. Stanno aspettando il momento giusto, mentre Israele sposta le sue truppe da Gaza verso il fronte settentrionale, dove probabilmente si scontreranno con i militanti di Hezbollah nelle prossime settimane. Questo sembra essere ciò che sta accadendo.

Nel frattempo, i media occidentali stanno cercando di preparare l’opinione pubblica ad un altro conflitto in Medio Oriente, ribadendo che una “guerra regionale” potrebbe essere ormai inevitabile. Date un’occhiata a questi titoli recenti e vedete se riuscite a individuare un tema ricorrente:

L’attacco statunitense a Baghdad solleva lo spettro di una guerra regionale più ampia, Washington Post

Gli attacchi aumentano i timori di una guerra più ampia per il Medio Oriente e gli Stati Uniti, New York Times

Temo che ci stiamo davvero avvicinando a una guerra regionale”, afferma il ministro degli Esteri libanese, CNN

Escalation in Medio Oriente: cresce il pericolo di una guerra regionale, Guardian

Blinken in visita in Israele, mentre crescono i timori di una guerra regionale, Barrons

Blinken si reca in Medio Oriente mentre cresce il rischio di un conflitto più ampio, VOA

Blinken si reca di nuovo in Medio Oriente mentre aumentano i timori di un conflitto regionale, AOL

Capito? I media stanno preparando il pubblico ad una guerra regionale più ampia in Medio Oriente. Articoli come questi vengono utilizzati per convincere le masse che il conflitto è inevitabile e che la resistenza è inutile.

Ma, nell’interesse di chi vengono scritti questi articoli? Di chi è l’agenda geopolitica che viene promossa? Quale Paese può trarre vantaggio da un pubblico americano disinformato, un gregge di pecore che viene condotto verso un’altro conflitto in cui moriranno milioni di persone e non si otterrà nulla?

Israele, naturalmente.

A quanto pare, allo Zio Sam verrà chiesto di fornire la forza militare per un’operazione folle che metterà la potenza di fuoco degli Stati Uniti contro Hezbollah e l’Iran, nessuno dei quali rappresenta una minaccia per le vite americane o per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. L’obiettivo di questa guerra sbagliata sarà quello di eliminare i nemici di Israele, in modo che Israele possa “mettere in sicurezza il regno” e assumere il ruolo di egemone regionale, di dominatore incontrastato del Medio Oriente.

È un sogno impossibile.

Mike Whitney

Fonte: unz.com
Link: 07
05.01.2024
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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