DI MAURIZIO BLONDET
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Un piccolo florilegio di citazioni resipiscenti. Della nostra intelligente, lungimirante, previdente e competente classe dirigente
Riccardi Andrea, il cattolicone noachico, caporione di S. Egidio, il ministro della cooperazione sotto Monti, ormai parla apertamente malissimo del suo ex presuntuoso leader in tutte le sedi e racconta particolari inediti di quanto il governo di cui ha fatto parte sia stato all’insegna di un sadismo politico servile alla Merkel.
«Più Monti assumeva provvedimenti lacrime e sangue, più esodati la Fornero creava, più saliva la protesta e la sofferenza delle classi più deboli, più a Palazzo Chigi erano soddisfatti perché proprio quella era la dimostrazione lampante di credibilità verso la signora Merkel Angela. Cioè, più legnate riuscivano a dare al Paese più pensavano di essere forti in Europa». Monti, avrebbe affermato Riccardi, era convinto che nel Paese ci fosse troppo benessere, per cui bisognava regredire.
Fabrizio Saccomanni, ministro dell’Economia, direttore generale di Bankitalia, economista autorevolissimo: «La crisi attuale si sta rivelando più difficile da gestire di quella del ’29».
Sergio Marchionne, AD di Fiat: «Trovo il valore attuale dell’euro sproporzionato rispetto alle nostre capacità di competere perché non aiuta l’economia, non aiuta nessuno». Insomma, mesaggio a Draghi: l’euro va svalutato.
Mario Draghi, capo della BCE: «La ripresa nell’eurozona sarà più lontana…». Le riforme del mercato del lavoro «hanno scaricato tutta la flessibilità sui giovani, e ciò, unito alla globalizzazione, è il principale motivo dell’elevata disoccupazione giovanile in Europa».
Angelino Alfano: «Il fatto che la BCE sia prestatore di ultima istanza è sempre stato un obbiettivo che abbiamo coltivato. È la prima volta nella storia del mondo che una moneta non ha dietro uno stato».
Beppe Grillo: «La scatola di tonno è vuota. Il parlamento oggi non serve praticamente a nulla».
New York Times: «L’amministrazione Obama ha perso credibilità». Le telefonate spiate sono un «abuso di potere che richiede vere spiegazioni». E sinora il governo ha risposto «con le stesse banalità che ha usato ogni volta che il presidente Obama è stato sorpreso a eccedere nell’uso dei suoi poteri».
John Kerry, capo della diplomazia Usa: «In America tutti hanno diritto ad essere stupidi».
Maurizio Blondet
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9.06.2013