FONTE: GOOFYNOMICS (BLOG)
“I pilastri di questa unione per la sicurezza e la difesa comune dovrebbero essere un esercito comune, il comune controllo delle frontiere, e un’unica politica estera: il sogno di ogni federalista! Difficile trovarsi in disaccordo con un simile sogno, a prima vista. Tuttavia, un’analisi più attenta suggerisce che questo potrebbe essere l’ennesimo progetto ambizioso costruito su fondamenta deboli, che in quanto tale porterebbe alla disintegrazione, anziché alla federazione.
Nel contesto di una simile architettura, chi coordinerebbe queste forze militari? Può un paese delegare il controllo militare delle sue frontiere a un organo sovranazionale non responsabile politicamente? Resterebbe un paese sovrano? Quando si dovesse decidere di mettere in atto questo controllo in circostanze specifiche [come la crisi dei rifugiati. NdC], chi dovrebbe prendere la decisione? Se l’attuazione implica esternalità negative per un paese o un gruppo di paesi, come verranno gestite? Se dovessero entrare in conflitto interessi nazionali [come quando si decide di chiudere tutte le strade di accesso all’Europa, tranne una. NdC], chi dovrebbe decidere quale interesse far prevalere? Una burocrazia sovranazionale priva di responsabilità politica? O il governo (o governi) più forte? E questo sarebbe accettabile per gli altri? E se gli interessi in politica estera non collimano [come nel caso della Libia. NdC], quale paese alla fine prevarrebbe? E quanto tempo occorrerebbe per prendere decisioni critiche in politica estera? E i paesi “perdenti” come reagirebbero? Quanto è possibile tenere sotto controllo la frustrazione prolungata di un paese su materie riguardanti l’esercito e la difesa?”
(…tratto da questo articolo, che spiega in che modo rischiamo di arrivare a quel conflitto che, se da un lato sembra essere l’unica speranza perché la gente apra gli occhi, dall’altro sarebbe effettivamente meglio evitare. Ma hanno deciso che non c’è alternativa: si sa, signora mia, mancano i fondi, se sò magnati tutto, e allora dobbiamo mettere in comune l’esercito. Un manganello unico europeo, nelle mani di non si sa bene chi, ma si sa benissimo per fare cosa: per tenere buoni quelli ai quali con la moneta unica europea, e con lo spazio unico di Schengen, sono stati depressi i salari al limite della sopravvivenza…)
(…aggiungo una considerazione banale: ho speso un’oretta e mezza in un bistrot del 17eme con Sapir che mi raccontava di come negli Stati Uniti la CIA spesso sia in contrasto con la NSA, cosa che ogni tanto viene fuori, e ogni tanto no. Può succedere che la CIA mandi la NSA (cioè gli Stati Uniti, cioè, alla fine noi, perché i cocci sempre su di noi cadono) a schiantarsi per banali, anche se comprensibili, risentimenti. “Quelli della NSA si credono così furbi: adesso se la vedano loro!” Chiunque abbia esperienza di ministeri sa che non sono organismi “unici”. Non lo sarebbe neanche il ministero “unico” della difesa europea: nulla garantisce che i dipartimenti di questi ministeri collaborerebbero fra loro più di quanto facciano ora i singoli ministeri nazionali, anzi: forzare funzionari ad adottare modelli organizzativi e percorsi professionali che non sono loro propri rischia di eccitare risentimenti, più che di sopirli: “sono così bravi, se la cavino loro!”. Se succede negli Stati Uniti per antonomasia, perché non dovrebbe succedere in questi “Stati Uniti per caso”? L’esercito “unico” europeo non cancellerebbe lo spirito di corpo che esiste anche negli eserciti nazionali – e che in circostanze specifiche ha provocato errori tattici – ma forse lo amplificherebbe, perché molto difficilmente i militari coinvolti parlerebbero “europeo”, non credete? C’è anche una possibilità polarmente opposta: che esattamente come qualsiasi merdina, una volta inviata a Bruxelles, si sente cooptata dalle elite che contano, e subisce una mutazione antropologica che lo porta a credersi un eletto, un superuomo, e ne fa in quanto tale un nemico dell’umanità, una persona incapace di provare solidarietà ed empatia verso i comuni mortali (risparmio nomi: ne abbiamo conosciuti tanti), alla fine questo esercito unico diventi qualcosa che gli europei – ma non gli europeisti, per lo più cialtroni farciti di slogan e ignoranti come zappe – hanno già visto nella propria storia. Tuttavia fra lo scenario “Opričniki” e lo scenario “aereo più pazzo del mondo” a me sembra più probabile il secondo, e comunque poco importa: l’esito sarebbe ugualmente catastrofico.
Anche qui, quale sarebbe il frutto possiamo giudicarlo dall’albero: l’albero del TINA, “there is no alternative”. La parola d’ordine dei pinochettiani di tutto il mondo. Non è vero che non ci sono i soldi e quindi bisogna unirsi per fare economie di scala (in spregio a qualsiasi teoria razionale dell’organizzazione, che privilegerebbe il decentramento): semplicemente, questi soldi non li si vuole utilizzare come teoria economica, come i manuali del primo anni, dicono che andrebbe fatto. Se i mille miliardi di LTRO fossero stati spesi dai governi nazionali per politiche di investimento, invece di essere dati alle banche private per “salvare” gli stati comprando i loro titoli, ci sarebbe stata abbastanza crescita per risanare comunque il debito, ma nel modo giusto: non con l’ingegneria finanziaria, ma creando il valore necessario per ripagarlo (ovviamente astraggo dal fatto che questa politica espansiva sarebbe stata efficace solo se coordinata o dai governi o dal sistema dei prezzi tramite cambio flessibile). E allora perché non lo si è fatto? Ma è semplice: perché questo avrebbe ridotto la disoccupazione, che è il primo elemento di disciplina dei salari, come vi spiegai a suo tempo. Certo, dopo un po’ la gente si stanca. E allora arriva il manganello, pardon, l’esercito unico europeo, che ovviamente sarà manovrato da chi manovra la moneta unica europea, il quale agirà nell’esclusivo interesse dei cittadini europei, no? Del resto, signora mia, se sa, er monno è tanto cattivo, c’è tanta invidia, ce stanno ‘e minacce globbali: che vòi fà, vòi sta senza n’esercito globbale? Simili argomenti da portierato ci verranno proposti dagli informatori prezzolati di tutti i colori, dagli intellettuali “organici” a questo bel sistema. Ma se volete capire come andrà a finire con questo esercito, guardate come sta andando a finire con la BCE! Da “whatever it takes!” a “governi ve prego dateme ‘na mano!”, e questo, naturalmente, senza che la situazione dei subalterni ne abbia tratto un minimo giovamento.
Quando dissi che l’euro non è una moneta ma un metodo di governo era il dicembre 2012, nel primo convegno della nostra associazione. Presentivo i pericoli, ma, vi confesso, una assurdità simile non riuscivo ad immaginarla nemmeno io.
La realtà non sarebbe tale se non superasse l’immaginazione…)
Fonte: http://goofynomics.blogspot.it
Link: http://goofynomics.blogspot.it/2016/03/piu-guerra-la-security-and-defence-union.html
29.03.2016